Cyber Shadow Recensione: un brutale action platform in stile 8 bit

Mechanical Head Studios esordisce con un action platform bidimensionale spiccatamente vecchia scuola, ispirato a titoli Ninja Gaiden e Shadow of the Ninja.

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  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Switch
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • PS5
  • Xbox Series X
  • Agli amanti di piattaforme a scorrimento orizzontale e giocatori di vecchia data il nome di Yatch Club Games non suonerà nuovo. Il piccolo studio americano, autore ed editore dell'apprezzatissimo Shovel Knight (per approfondire ecco la nostra recensione di Shovel Knight), conferma una forte vicinanza alle produzioni bidimensionali insidiose e millimetriche, che non lasciano margine d'errore e che richiamano l'essenza ludica di fine anni ‘80. La sua ultima pubblicazione, Cyber Shadow, affidato all'esordiente team finlandese Mechanical Head Studios, ripesca l'essenzialità e la brutalità degli action-platformer in due dimensioni a scorrimento orizzontale che hanno fatto buona parte delle fortune del leggendario NES. Lo fa riproponendo - nel bene e nel male - i crismi di una formula di gioco che sa essere ancora profondamente attuale, incespicando tuttavia nell'equilibrio della progressione, restituendo la sensazione di smarrirsi un po' negli eccessi.

    Un background gradevole, ma non distintivo

    Il comparto narrativo della produzione è piuttosto insipido. Vestiamo i panni di Shadow, redivivo e ultimo superstite di un clan ninja cancellato dall'esplosione che ha colpito la città di Mekacity.

    La missione è fermare i piani dispotici del Dr. Progen e della sua armata sintetica. Il background narrativo offre un pretesto piuttosto scialbo per definire appena la progressione di alcune fasi, come l'acquisizione di una parte dei poteri. Ad eccezione del silente protagonista, del robot L-Gion e di un paio di altri comprimari, i personaggi sono mere comparse, privi spesso di qualsivoglia principio di caratterizzazione e perciò non in grado di delineare un quadro narrativo che possa essere stimolante o avvincente per il giocatore. A conti fatti, la banalità di un plot inoltre piuttosto piatto e avaro di colpi di scena si rispecchia anche in un background tematico-artistico di matrice cyberpunk sì gradevole e decisamente più ispirato, ma altrettanto privo di quel guizzo di originalità o finitura di design che possa permettere a Cyber Shadow di emergere fra le produzioni del genere. L'estetica 8 bit regala una pixel art sempre suggestiva, che palesa la vena amarcord dell'operazione.

    L'ispirazione a titoli quali Ninja Gaiden e Shadow of Ninja è lampante, e restituisce un'esperienza vecchia scuola a tutto tondo. Dove il titolo riesce a brillare di luce propria e distinguersi è nella colonna sonora, composta da Enrique Martin e Jake Kaufman: le melodie chiptune che accompagnano i vari stage sono infatti incisive e ben diversificate.

    Molto, forse troppo difficile

    Gran parte dell'essenza di Cyber Shadow, prevedibilmente, è nel gameplay. La formula è semplice e la curva nella progressione piuttosto ripida, con capitoli che si aprono ad un livello di difficoltà presto poco clemente nei confronti del giocatore. Alle prime porzioni abbordabili e nelle quali il nostro alter ego si fa strada esclusivamente attraverso l'uso di salti e fendenti di katana seguono corridoi gremiti di insidie, tutt'altro che edulcorati dall'acquisizione progressiva di abilità quali l'immancabile colpo dall'alto, gli shuriken o la parata per i proiettili.

    Creature insettoidi, torrette, ammassi di materia organica animata, robot da guerriglia e pericoli ambientali di vario genere concorrono alla creazione di stage che varcano nettamente la soglia dell'eccesso nelle battute finali. Ogni colpo, proiettile o contatto con il nemico sacrifica una o più barre della centellinata salute di Shadow, portando ben presto il giocatore a dover memorizzare gli schemi d'azione e confrontarsi con un trial and error sfrenato e pedissequo.

    Non c'è alternativa alla reiterazione di tentativi per aprire la strada al successo, ed in tal senso il sistema di checkpoint non contribuisce in maniera efficace a bilanciare l'esperienza. Questi ultimi sono una vera e propria manna, e vi permettono di spendere la valuta ottenuta abbattendo nemici e casse nei livelli per usufruire di bonus e aiuti temporanei quali, per citarne un paio, uno scudo contro i proiettili o una torretta a colpo singolo, anche se il loro posizionamento non è sempre studiato in maniera eccezionale.

    Non c'è dubbio che il level design di Cyber Shadow sia virtuoso nella costruzione delle geometrie e nel posizionamento dei nemici. Un pregio incommensurabile della produzione sono poi le boss fight, sempre avvincenti, varie ed impegnative. L'attenzione costante richiesta al giocatore diviene quasi meccanica con l'esperienza in game, e la natura hardcore della produzione emerge a gran voce, pronta a soddisfare i giocatori più esigenti in termini di difficoltà e livello di sfida. Nei ritmi della progressione, tuttavia, stona in maniera difficilmente ignorabile l'impennata nella seconda metà dell'avventura. Nell'ultimo terzo, in modo particolare, la costruzione dei livelli diviene eccessiva, ampollosa, quasi artificiosa. Le insidie si infittiscono smisuratamente, portando spesso a situazioni estreme accompagnate dalla sensazione di un pizzico di ingiustizia. Il contatore di tentativi si moltiplica velocemente, e l'anima del guerriero arrendevole viene messa presto a dura prova.

    Che Cyber Shadow non sia l'esperienza adatta a chi cerca un action bidimensionale aperto al divertimento spensierato da beat'em up più leggero è evidente, eppure l'impennata del livello di sfida e la composizione posticcia di alcune situazioni estreme ci sono sembrate poco necessarie.

    Cyber Shadow Cyber ShadowVersione Analizzata Xbox Series XCyber Shadow è complessivamente un buon prodotto, e un discreto esordio per i giovani finlandesi di Mechanical Head; un action bidimensionale che rende dignitosamente omaggio ad una formula di gioco capace di ritagliarsi ancora uno spazio importante nel panorama videoludico odierno. La sua natura spiccatamente hardcore e la vena amarcord lo rendono un titolo probabilmente poco appetibile ad un pubblico di maggioranza, sicuramente gradevole per gli amanti delle vecchie esperienze arcade action-platform sul filo del game over. Peccato per l’assenza di quel guizzo ludo-stilistico in grado di farlo emergere, nonché della sua discutibile corsa ad un eccesso davvero non necessario.

    7

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