Cyberpunk 2077: un'altra recensione
Ci siamo presi qualche giorno per analizzare le versioni del gioco giustamente finite sulla bocca di tutti, per un'analisi un po' diversa dal solito.
In questa recensione di Cyberpunk 2077 non si parlerà quasi per nulla di Cyberpunk 2077. Delle qualità e degli inciampi del Gioco di Ruolo sviluppato da CD Projekt, del resto, abbiamo già discusso abbondantemente nella nostra prima analisi, quella dedicata alla versione PC: non del tutto stabile, buggata, eppure magnetica e affascinante come poche altre produzioni arrivate di recente sul mercato. Sceneggiata magistralmente, emotivamente portentosa, monumentale nel definire uno spazio urbano letteralmente indelebile.
L'esigenza di questa seconda recensione, tuttavia, nasce dall'accettazione del fatto che sul mercato esistano due Cyberpunk 2077: uno che, al di là di tutto, funziona, e uno che è invece instabile, bruttino, male ottimizzato. Generalmente rotto. O meglio: un cantiere ancora aperto, un early access sotto mentite spoglie, come hanno infine ammesso i portavoce del team di sviluppo, indicando il mese di febbraio come periodo plausibile per la fine dei lavori. Nel caso in cui per qualche oscura ragione non abbiate partecipato al dibattito su Cyberpunk 2077, stiamo ovviamente parlando della versione console, a tratti ingiocabile sopratutto sugli hardware "lisci", in opposizione all'ammaliante versione PC.
A cosa serve questo articolo?
L'aspetto forse più particolare di questo articolo è che non serve sostanzialmente a niente. Non ha uno scopo informativo, non serve a tutelare il consumatore - ad avvertirlo del pericolo che corre se acquista l'edizione PS4 o Xbox One di Cyberpunk 2077: dopo il chiasso generatosi sul web, dopo le dichiarazioni pubbliche del team, dopo la trascrizione dell'ultima riunione con gli investitori di CD Projekt, tutti sapranno già come stanno le cose.
Se ho deciso di scrivere e pubblicare questo articolo non è, badate bene, per mettermi la coscienza a posto: come ho avuto modo di ribadire abbiamo fatto del nostro meglio con gli strumenti a nostra disposizione, consapevoli di non averne per le mani di più affilati.
Siamo stati fra i primi al mondo a mostrare la versione console, e altrettanto prontamente abbiamo scritto articoli e pubblicato video riguardo alla situazione tutt'altro che lusinghiera di Cyberpunk 2077.
Non entro nel merito dei numeri, ma vi farà piacere sapere che questi ultimi contenuti hanno avuto una diffusione paragonabile a quella della recensione PC: per un utente che ha poggiato lo sguardo sull'incoraggiante valutazione finale, ce n'è stato un altro che ha saputo, il giorno stesso del lancio se non addirittura qualche ora prima, che la versione console non aveva la stessa qualità.Insomma, se la funzione della stampa è quella di avvisare il pubblico, questo articolo non è tanto tardivo quando ridondante: a quella funzione abbiamo assolto con altri contenuti.
Il ruolo del critico
Vale la pena sottolineare, tuttavia, che a mio modo di vedere lo scopo della critica non è soltanto quello di fare da "organo di garanzia". L'obiettivo del critico dovrebbe essere quello di analizzare l'efficacia degli elementi che costituiscono l'esperienza ludica, l'ossatura di un software, ma con l'intenzione poi di andare oltre: raccontando anche l'aspetto emotivo del videogioco, innescando parallelismi con altre produzioni o persino con altri media, operando una lettura tematica ed esperienziale dell'oggetto di cui si parla.
Oppure, il linea con i principi dell'ermeneutica, il critico può anche provare ad esplicitare il senso di un videogame: di che parla, quali sono i significati nascosti nel suo "testo interattivo"? Si tratta di operazioni che su queste pagine portiamo avanti quotidianamente, in parte nei molti articoli di approfondimento che pubblichiamo, in parte pure nelle review, che conservano parzialmente la loro funzione di "guida all'acquisto", ma che in quella funzione (per fortuna) non si esauriscono. Ecco allora: questo articolo è inutile perché non fa nulla di più che darvi un avvertimento che non avete bisogno di trovare in una recensione. Ho letto, in questi giorni, molte voci preoccupate del fatto che, a seguito del grande polverone mediatico generato dal "caso" Cyberpunk 2077, si sia persa l'occasione di parlare davvero del prodotto, delle sue caratteristiche fondanti, delle sue storie, piuttosto che delle storie che gli si creano attorno. Ovviamente questo cruccio deriva dal fatto che il web si sia riempito di pezzi come questo: inutili. O meglio: inutili se intesi come review.
Credo che il problema principale sia la confusione che ancora c'è fra critica e stampa; fra analisi e giornalismo. Il giornalista informa, cercando di farlo con il miglior tempismo possibile; il critico giudica e analizza, delineando un percorso che di certo può partire da una "recensione", ma di sicuro non si esaurisce con essa. Per come si configura il nostro lavoro, ogni tanto siamo chiamati a ricoprire l'uno e l'altro ruolo; al pubblico demandiamo il compito di riconoscere però i pezzi che fanno capo, distintamente, alle due esigenze.
Le ragioni di questa recensione
Come mai ho deciso di scrivere e pubblicare questo articolo? Da una parte perché volevo dare un voto alla versione console di Cyberpunk 2077. Del resto, nonostante una larga parte del nostro pubblico continui a sostenere che il voto non serve, che andrebbe eliminato, stavolta sembra che una valutazione numerica possa in qualche modo risarcire, almeno psicologicamente, chi è rimasto scottato.
Alla fine, al di là delle oscillazioni della platea, resta anche una questione di coerenza: se abbracci una linea editoriale che conserva i voti, devi farlo fino in fondo. Non è la norma, ma se davvero esistono sul mercato due Cyberpunk 2077 così diversi fra loro, altrettanto distinte devono essere le valutazioni.
In secondo luogo credo che l'articolo che state leggendo sia anche un utile esercizio di metodologia. Ho già ribadito che la versione console del titolo CD Projekt è un'entità strana, che funziona meglio o peggio a seconda dell'hardware su cui viene fatta girare. Come fare quindi a tirare fuori un giudizio univoco e riconoscibile? Calcoliamo la media delle performance registrate su console lisce, su hardware mid-gen, e infine su PS5 e Xbox Series X? Oppure magari puntiamo sulla "media pesata", dove il valore delle varie versioni conta più o meno a seconda della base installata?
Non voglio trasformare quest'articolo in un esercizio di matematica, quindi meglio pensare ad un'altra strategia. Eliminiamo dall'equazione le console next-gen: formalmente non esiste una versione PlayStation 5 di Cyberpunk 2077, ma solo un'edizione PS4 giocabile sul nuovo hardware grazie alla retrocompatibilità.
A ulteriore sostegno di questo approccio, c'è il fatto che il gioco sarebbe dovuto originariamente uscire mesi prima dell'arrivo sul mercato delle console che oggi lo fanno girare al meglio.
Persino limitando l'ambito dell'analisi restano delle difficoltà. Su PS4 liscia e Xbox One S Cyberpunk 2077 è messo davvero male: ci sono crash insistenti, una risoluzione risibile, un framerate che in certi momenti si avvicina a quello di un film d'animazione in stop motion. E una serie di bug ben più gravi di quelli che si registrano su PC. Su PS4 Pro e Xbox One X le cose vanno meglio: il framerate è più stabile e i cali - meno consistenti - si registrano principalmente durante le fasi free roaming, e in misura concretamente minore durante l'esplorazione di aree più contenute e nel corso delle missioni principali. Purtroppo anche su questo hardware il gioco eredita la pessima gestione del Level of Detail e una densità della popolazione che lascia a desiderare. Insomma, Cybeprunk 2077 non è un bel vedere su console old gen, ma perlomeno ci sono casi in cui si lascia giocare.
"Cyberpunk 2077 è IL cyberpunk"
Come si valuta una situazione del genere: le qualità tecniche del prodotto sono le uniche da tenere in considerazione? Se accettiamo che il gioco sia del tutto inavvicinabile, allora tanto vale scendere a picco nella scala di valori, in una spirale che scivola verso l'oblio: tre, due, uno...zero? "Non classificato"?
Sono rimasto molto colpito, in questi giorni, dalle testimonianze di chi Cyberpunk 2077 lo sta giocando su console "lisce", nonostante tutto. Per un utente che ammette candidamente di non farcela, ce n'è uno che invece va avanti imperterrito. Per un giocatore che si arrende, ce n'è uno che non riesce a fare il rimborso perché è rimasto invischiato tra le strade di Night City. Dobbiamo dimenticarci integralmente degli aspetti più brillanti del lavoro di CD Projekt, delle sue eccellenze?
La qualità della scrittura, la libertà d'interpretazione, e questa città corrotta e inamovibile che ti attrae e ti ripugna come ogni metropoli Cyberpunk dovrebbe fare: sono elementi che non si possono neppure percepire, su PlayStation 4 e Xbox One, a causa dei problemi tecnici? La risposta non è assolutamente lineare, e dipende molto dalla soglia di tolleranza e dalle abitudini di ciascun giocatore. Fermo restando che nessun videogioco dovrebbe muoversi sul limite di quella soglia, e che i problemi di stabilità sono davvero imperdonabili: per questi motivi la versione console di Cyberpunk 2077 non può ovviamente raggiungere la sufficienza. Per come la vedo sarebbe però anche ignorare del tutto i meriti della produzione, che pure molti utenti console stanno riconoscendo.
Come si legge in giro, "Cyberpunk 2077 è il cyberpunk", con le sue contraddizioni, con la sporcizia e le cromature, con la feccia di strada e i colletti bianchi delle corporazioni; il cyberpunk che sguazza nel denaro e nelle apparenze, che estremizza lo schifo della nostra società, che racconta storie di tragica resilienza. Il cyberpunk che abbaglia e confonde, che ammalia e ferisce.
A più riprese il prodotto assomiglia all'immensa campagna interattiva del GDR cartaceo di Mike Pondsmith, orchestrata in maniera magistrale dal team di sviluppo e ricolma di personaggi leggendari. Chi non ci cerca dentro un GTA nel futuro, chi non vuole i ritmi (e l'IA!) di uno sparatutto, ci troverà, al di là di tutto, dei momenti preziosi.
Il voto che abbiamo deciso di assegnare rappresenta da una parte il rifiuto di cedere al populismo, suggerisce comunque estrema cautela nell'avvicinarsi al prodotto sulle piattaforme qui indicate, e allo stesso tempo indica - se consideriamo le ambizioni del team - che qualcosa è andato tremendamente storto.
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Cyberpunk 2077Versione Analizzata PlayStation 4Questo cinque e mezzo è soprattutto per te, Metacritic. O forse no? Visto che in tanti sembrano convinti che si debba superare "l'idea ormai obsoleta" della valutazione statica, abbracciando invece la prospettiva di un voto che cambia così come cambia il gioco, consideriamo questo giudizio ancora “in progress”. Aggiorneremo articolo e voto dopo l'arrivo della Patch 1 e della Patch 2, rispettivamente a gennaio e febbraio. Nella speranza che il team di sviluppo possa rispettare le tempistiche indicate. Visto che l'aggregatore più importante del web ha di recente introdotto un sistema per tener conto delle analisi “in evoluzione”, non siamo sicuri che questa valutazione possa apparire sulle pagine di Metacritic nei prossimi mesi. Chiederemo a chi di dovere dopo la pubblicazione e vi faremo sapere. Ma tanto non era quello il punto, vero? Mentre scrivo le ultime righe di questo articolo, mi chiedo se alla fine il mio pezzo servirà a qualcosa. Se questa prassi del voto che muta, per quelle due volte che ha senso utilizzarla nel corso di un'intera generazione, può davvero salvare qualcuno, nobilitare un processo critico che già si esprime in altre forme e con altri contenuti. Forse è davvero un pezzo inutile. O forse insegnerà al pubblico che non tutti i giochi che prendono 9 sono imprescindibili, e non tutti i giochi che non raggiungono la sufficienza sono da buttare. Magari è proprio questo l'insegnamento segreto di Cyberpunk 2077, il tesoro nascosto tra le strade di Night City, la verità che emerge da questo lungo insieme di caratteruzzi che mi ostino, con orgoglio, ad accatastare. Aggiornamento del 06/04/2021: Riponendo fiducia nella dichiarazione d'intenti del team di sviluppo, abbiamo atteso la pubblicazione di quella "mega patch" che avrebbe dovuto rappresentare un punto di ripartenza per la versione console di Cyberpunk 2077. Purtroppo i miglioramenti nella stabilità del codice e nel framerate non sono tali da giustificare un incremento del voto provvisorio che avevamo assegnato al tempo alla versione PS4 della produzione. Su console Old-Gen, Cyberpunk 2077 resta un titolo insufficiente, per i demeriti di un comparto tecnico che spesso e volentieri si "mette di traverso" anche nelle fasi di gioco. La storia di V e di Johnny Silverhand è potente e ben scritta, Night City ha un fascino più unico che raro per una metropoli virtuale; e se avete l'hardware adeguato non possiamo che suggerirvi di provare con mano l'ambizioso GdR del team polacco. Soltanto, non fatelo su console.