Dakar 18 Recensione: correre e sopravvivere nel deserto

A undici anni di distanza dall'uscita dell'ultimo titolo ad essa dedicato, la Dakar torna protagonista di un videogioco. Ecco la nostra recensione.

Dakar 18 Recensione: correre e sopravvivere nel deserto
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • La rally Dakar è una competizione motoristica infida e spaventosa. Una corsa lunga quattordici tappe, per un percorso di oltre 9000 km tra le dune del deserto, ricca di fama internazionale, ma adatta a pochi. Dopo il discreto TT Isle of Man, arriva sul mercato un altro interessante prodotto di nicchia dedicato ai veri appassionati di motorsport, e a noi questo non può che far piacere. Il problema sorge nel momento in cui si mettono le mani sull'opera di Bigmoon Entertainment, basata interamente sulla licenza dell'ultima Dakar, quella svoltasi dal 6 al 20 gennaio di quest'anno. Il racing game arrivato su PC, PS4 e Xbox One non sembra affatto un prodotto completo, afflitto com'è da numerose problematiche tecniche e concettuali, figlie probabilmente di un iter di sviluppo forse troppo frettoloso. Dakar 2018 si pone l'obiettivo di immergerci nell'estenuante atmosfera della famosa corsa nel deserto attraverso un impianto ludico che prova, con alterne fortune, ad essere simulativo e rigoroso. Purtroppo qualcosa è andato storto: vediamo insieme il perché nella nostra recensione.

    Tra polvere e fango

    Per i neofiti, potrebbe essere davvero difficile apprezzare la struttura di una corsa così particolare come la Dakar: stiamo parlando di una gara pericolosa e affascinante, ma al contempo potenzialmente monotona e noiosa per un osservatore esterno. Le tappe sono lunghe e solitarie, e si sviluppano attraverso paesaggi impervi che si differenziano tra loro soltanto grazie alla presenza di dune più o meno pronunciate e di qualche arbusto solitario.

    Di tanto in tanto, durante il nostro tragitto dal Perù fino in Argentina - la Dakar mantiene il suo nome originale, ma sono ormai dieci anni che ha abbandonato l'Africa in favore del più sicuro Sud America - ci troveremo sì ad affrontare sezioni fangose o qualche sentiero leggermente diverso dal solito, eppure le emozioni regalate da un titolo come questo, per i non appassionati, saranno davvero poche. La scelta di concentrarsi soltanto su una specifica tipologia di corsa, di per sé, non è difetto, a patto però che a fare da contraltare ad una dimensione contenutistica non eccelsa ci sia una certa qualità produttiva. Ed è proprio qui, come avrete già intuito, che il prodotto di Bigmoon Entertainment lascia davvero molto a desiderare. Il team ha da sempre parlato del progetto come di una simulazione vera e propria, esigente e rigorosa.

    In realtà, Dakar 18 si configura come una destabilizzante via di mezzo che non riesce ad accontentare nessuno: troppo esigente e complesso per un amante dei giochi arcade, troppo approssimativo per risultare un simulatore pienamente credibile. Il sistema di danni, una caratteristica fondamentale in un gioco del genere, è appena abbozzato, inefficace e spesso ingiusto, ed in aggiunta le carrozzerie non risentono, a livello estetico, degli impatti subiti. Sulla stessa lunghezza d'onda navigano anche la fisica dei veicoli e il modo in cui le sospensioni rispondono al passaggio sui dossi o sul terreno fangoso, appena sufficienti per quanto concerne le auto e completamente fuori fase quando saremo alla guida di una moto. Non è semplice, ovviamente, coniugare più tipologie di veicoli così diverse tra loro, soprattutto quando ci si ritrova ad avere nelle tasche- come in questo caso - un budget limitato. Potremo affrontare l'avventura con mezzi di cinque categorie: auto, moto, camion, quad e SxS (side-by-side). Ciascuno avrà logicamente comportamenti molto differenti, ma nessuno di questi ci è parso particolarmente credibile come ci saremmo aspettati. Sembra proprio di trovarsi di fronte un gioco arcade intrappolato all'interno di una struttura creata ad hoc per una vera e propria simulazione, con risultati decisamente poco piacevoli per il giocatore. A differenza del rally classico, in cui la strada è sempre ben delineata e il tutto si gioca sulla capacità di ridurre al massimo il tempo di percorrenza della stessa, in Dakar 18 saremo sottoposti ad una vera e propria prova di sopravvivenza. L'unico nostro appiglio saranno una sorta di libricino con gli appunti ufficiali e il navigatore (non disponibile però nei veicoli monoposto, che non a caso vengono sconsigliati ai neofiti con tanto di avviso a caratteri cubitali). Scegliendo la difficoltà "esordiente", in verità, è presente un segnale da seguire per raggiungere il checkpoint successivo, ma ci è sembrata una semplificazione eccessiva e poco appagante da utilizzare.

    Ciascuna nota sul nostro "roadbook" - il libretto di cui sopra - indica tre dati fondamentali: il chilometraggio dalla partenza, un disegno che ci consenta di riconoscere il luogo e capire l'angolazione da prendere per raggiungere il successivo punto d'interesse, e infine la pericolosità del passaggio stesso.

    Per il resto, saremo liberi di affrontare le prove come meglio crediamo, e persino di scendere dal veicolo quando vogliamo per aiutare un altro concorrente in difficoltà oppure liberare la nostra auto dalla morsa del fango e farla ripartire. Anche in quel caso, sebbene l'idea sia indubbiamente carina, ci pensa la realizzazione tecnica a rovinare tutto: i personaggi umani sono animati in maniera inadeguata, così come poco preciso e funzionale ci è parso l'intero sistema di controllo. Altro discorso da tener presente è quello delle penalità, anch'esse parte fondante del regolamento ufficiale Dakar. Cappottandosi e restando con le quattro ruote per aria, ad esempio, l'intera tappa verrà considerata fallita, così come preziosi secondi verranno aggiunti al computo finale ogni volta che mancheremo un waypoint. Non importa come e quando li affronteremo, l'importante è raggiungerli tutti (o comunque la maggior parte) nel minor tempo possibile. Del resto, come dicevamo, anche questo fa parte della corsa.

    Non esistendo un percorso predefinito, talvolta prendere una strada leggermente diversa al fine di evitare un pericolo incombente può risultare una scelta vincente. Occhio però a non smarrire l'orientamento: in particolare nel deserto è molto facile allontanarsi dalla retta via e perdere minuti su minuti nel tentativo di orientarsi all'interno di un paesaggio tutt'altro che variegato. Se si è disposti a sorvolare su tutte le magagne, però, il titolo di Bigmoon saprà sicuramente regalare anche alcune soddisfazioni. Difficilmente vi capiterà di imbattervi in un racing game più rigoroso e atipico di questo, sempre attento a riproporre in maniera adeguata ogni singola difficoltà presente nella controparte reale della gara, anche a discapito della fruibilità del contenuto da parte dei non avvezzi alla competizione. Pur non potendo vantare - logicamente - ambienti riprodotti in scala 1:1, Dakar 18 mette in campo un mondo aperto (liberamente esplorabile, se non vi interessa vincere la gara o seguire le noiose scritte del roadbook) di discreta grandezza. Vi basti pensare che alcune delle quattordici tappe sono arrivate a tenerci occupati ben più di un'ora ciascuna.

    A zonzo nel deserto

    Sebbene utilizzi un motore grafico blasonato come il celeberrimo Unreal Engine 4, è difficile non rimanere contrariati dalla totale mancanza di cura riposta nella realizzazione tecnica. I modelli delle auto sono nella media ma abbastanza anonimi, così come gli scenari che faranno da sfondo alle nostre scorribande sudamericane. Le animazioni dei personaggi a piedi sono goffe, così come poco entusiasmanti sono anche le modalità accessorie, una semplice sfilza di tutorial mascherati da "sfide" e un multiplayer basato su una caccia al tesoro non proprio esaltante.

    La stessa mancanza di cura per i dettagli dei modelli poligonali e per l'approssimativo comportamento iper-semplificato delle moto (non c'è spostamento dei pesi e le animazioni sono scattose, disorganiche e poco verosimili) si riscontra insomma quasi in ogni ambito del gioco, tranne in un uno: nella riproduzione delle atmosfere e delle dinamiche caratterizzano la famigerata corse offroad per eccellenza.

    DAKAR 18 DAKAR 18Versione Analizzata PCSuperficiale sia dal punto di vista ludico che tecnico, Dakar 18 non è il racing game che meriterebbero i fan di questa estrema tipologia di corsa. Sulla produzione gravano sia un budget palesemente ridotto, sia la forte incertezza del sistema di guida, confinato in uno spiacevole limbo tra l'arcade e la simulazione. Ciononostante, per la sua peculiarità e per il coraggio di voler proporre una licenza così di nicchia, Dakar 18 potrebbe comunque risultare divertente per gli appassionati sfegatati delle gare fuori strada - e in particolare della Dakar - capaci di soprassedere su qualche svista e su una generale mancanza di pulizia. Sfortunatamente non rappresenta di certo una delle produzioni più riuscite nel suo genere.

    CONFIGURAZIONE PC DI PROVA

    • CPU: i7 4790k @4.60Ghz
    • RAM: 16gb DDR3
    • GPU: Asus Strix GTX 980
    5.5

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