Recensione Dead Rising: Chop Till You Drop

Solo al Willamette Mall trovate zombie in offerta 3 x 2!

Recensione Dead Rising: Chop Till You Drop
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  • Wii
  • Lo stress quotidiano.

    Studio, lavoro, crisi economica, notizie di cronaca nera che abbondano nei quotidiani e dai telegiornali. Sopravvivere allo stress della vita moderna non è una passeggiata di salute. Ognuno s’ingegna come meglio crede: c’è chi si mette a fare lo step, chi s’iscrive ad un corso d’ikebana, o chi si mette a praticare tai-chi nei parchi civici.
    Poi c’è chi, nei fine settimana, è così coraggioso da salire in macchina con tanto di familiari o partner al seguito deciso a “rilassarsi” all’interno di un grande centro commerciale. Musica diffusa dagli speaker, annunci sulle ultime convenientissime promozioni, luci al neon e una fiumana interminabile di gente.
    Chiaramente questo si traduce in comportamenti bizzarri e, spesso, antisociali, in cui le persone, al posto di diradare la nube di stress che le attanaglia fantozzianamente, sono pronte ad accendere risse e tafferugli d’ogni tipo mentre stanno un’ora in fila alla cassa per pagare il nuovo televisore full hd appena acquistato grazie ad un convenientissimo finanziamento “agevolato” (che è il nuovo modo per chiamare la sempre in auge attività dello strozzinaggio).
    Non c’è da meravigliarsi se già nel 1978 Romero abbia effettuato un lucido parallelo fra vivi e non-morti ambientando il suo “Dawn of the Dead” (rifatto poi da Zack Snyder, regista attualmente sugli schermi con Watchmen), proprio all’interno di un centro commerciale, il non-luogo per eccelenza.
    Questa location è stata scelta anche da Capcom, madrina dello zombi videoludico, come sfondo per il suo Dead Rising, titolo per Xbox 360 uscito nel 2006 (e proprio per questo, la softco nipponica è incorsa in beghe legali, poi superate grazie alla sentenza a lei favorevole, con la società che detiene i diritti del film di Romero). Il secondo capitolo di questa serie è stato da poco annunciato per le console di casa Microsoft e Sony, mentre Wii è rimasta quasi del tutto a bocca asciutta. Quasi. La softco di Osaka, forse entusiasmata dai brillanti esiti commerciali del porting Wii di Resident Evil 4, ha optato per una versione riveduta e corretta del primo capitolo da destinare alla bianca console Nintendo intitolato ironicamente Dead Rising: Salme di Fine Stagione.
    Zombi scontati alla cassa. Varrà la pena di affrontare la chilometrica coda?

    Willamette, Colorado.

    Willamette è la classica cittadina di provincia americana dove non c’è un gran che da fare per ingannare il tempo. Le 53.594 anime che risiedono nella città possono svagarsi per lo più solo all’interno del grande centro commerciale. Cinema, negozi, ristoranti racchiusi all’interno della grande struttura.
    Ma la placida esistenza dei montanari di Willamete viene scovolta da un fatto terrbile ed agghiacciante, tanto che la Guardia Nazionale è costretta a mettere in quarantena la città, chiudendo le vie d’accesso e di fuga, interrompendo le linee telefoniche e intasando i tracciati della telefonia mobile.
    Frank West, fotoreporter freelance, giunge via elicottero nel centro, con la speranza che ci sia ancora qualcosa da raccontare. Le notizie sono il suo pane e vive perennemente a caccia di scoop.
    Mentre sorvola la main street nota che tutto è estremamente troppo quieto e silenzioso. Difficile che si tratti di una rivolta, di una sommossa di qualche genere considerata la generale calma.
    Dopo essersi accordato riguardi i tempi di recupero con il pilota dell’elicottero, Frank si fa “scaricare” sopra il tetto del grande magazzino, in corrispondenza dell’eliporto.
    Ha tre giorni di tempo prima che il velivolo torni indietro a prenderlo. 72 ore in cui dovrà trovare tutti gli elementi necessari al suo reportage.
    Una volta dentro il Willamette Mall scoprirà che avrà molto su cui lavorare.

    Meglio una fucilata o una pallonata?

    Dead Rising: Salme di Fine Stagione rappresenta il primo porting per Wii fatto da Capcom che proviene da una macchina dalla potenza di calcolo maggiore di quella posseduta dalla candida console Nintendo. Okami e Resident Evil 4, hanno dimostrato come una grafica elegante, magari non all’altezza della fastosità visiva raggiunta dalle attuali concorrenti di Wii, possa comunque regalare massicce dosi di divertimento se i controlli free hand vengono implementati a dovere. Tuttavia i titoli citati, provenivano uno da Playstation 2 e l’altro da Gamecube, macchine alla portata del chipset della nuova console di Kyoto; in particolare, Resident Evil 4, col suo passato di punta di diamante delle capacità estetiche della vecchia macchina domestica Nintendo, si è fatto apprezzare per essere stato su Wii un autentico completamento nella meccanica di gioco, una sorta di quadratura del cerchio in cui il wiimote e il nunchuck hanno svolto la funzione di ciliegina sulla torta. A fronte di un motore grafico certo superato, ma comunque estremamente gradevole alla vista, la saga di Resident Evil, da sempre criticata per la macchinosità dei controlli, trovava una piena ragion d’essere sposando la filosofia dei controller di Big N.
    Considerato che Dead Rising è stato il primo titolo per Xbox 360 ad essere costruito per la fruizione esclusiva su HDTV era ovvio che questo porting per Wii finisse per diventare un sorvegliato speciale, tanto per quel che riguarda la giocabilità quanto per l’assetto tecnico.
    Prima di analizzare questo scottante versante di Dead Rising Wii, cerchiamo di scoprire cosa ci offre il titolo Capcom.
    A livello d’impostazione generale, l’incedere di gioco è rimasto il medesimo visto su Xbox. Subordinando la struttura ludica al substrato narrativo, avremo quindi delle fasi in cui dovremo scoprire insieme a Frank tutti i retroscena che hanno causato l’epidemia zombi e altre subquest che serviranno per mettere al riparo i vari sopravvissuti che verranno via via individuati all’interno dei negozi del grande magazzino. La sceneggiatura di Dead Rising, in maniera molto più esplicita ed ironica rispetto a quella dei seriosissimi Resident Evil, si riallaccia palesemente ai clichè dello zombi movie, per cui anche il nostro avanzamento all’interno dell’avventura sarà condizionato da tale scelta dell’intreccio. Membri della Guardia Nazionale accorsi per portare in salvo un misterioso scienziato e inermi civili rimasti intrappolati nell’area ristoro: l’altalena fra gli stadi investigativi e quelli di “search and rescue” appare inevitabili impostando il plot in questa maniera.
    Va rimarcato come Capcom abbia questa volta implementato un sistema di salvataggio ben più agevole e pratico di quello davvero troppo vincolante visto su Xbox. Gli slot multipli concederanno un ampio margine di libertà nella costruzione della nostra strategia ludica, accordandoci l’opportunità di bilanciare le fasi action a quelle più esplorative (il Willamette è piuttosto grande e le occasioni per “perdere tempo” esplorandolo in lungo e in largo non mancheranno di certo). Girovagando per il Mall, ritroveremo tutte le ambientazioni tipiche dei centri commerciali: cinema, aree ristoro, negozi d’abbigliamento. E, naturalmente, zombi, tanti zombi. Ci verrà quindi naturale ringraziare Capcom per aver ambientato negli Stati Uniti questo gioco: considerato che, così come garantito dalla Costituzione Americana, ogni cittadino ha diritto a possedere un arsenale di armi da fuoco con cui difendersi (o sterminare il vicinato in preda a raptus vari ed eventuali), nel Willamette Mall potremo trovare anche un esercizio commerciale difficilmente reperibile all’Auchan, ovvero un’armeria nella quale acquistare e potenziare le nostre armi. In Dead Rising però, qualsiasi cosa trovata all’interno della struttura può tramutarsi in un valido strumento elimina non morti. Gran parte del divertimento deriva infatti dal testare gli effetti splatter degli oggetti che possiamo raccogliere ed utilizzare come armi secondarie per abbattere l’orda di putridi nemici: palloni da calcio, spranghe, cestini dei rifiuti, biciclette, seghe elettriche e chi più ne ha più ne metta. Niente allevia lo stress più del prendere a ombrellate una masnada di zombi. Considerate le minori capacità di calcolo della console Nintendo, gli sviluppatori Capcom hanno dovuto lavorare in maniera da unire le più contenute facoltà hardware di Wii e la strategia di gioco. E’ inutile girare intorno alla questione: pur numerosa, la schiera di zombi di “Salme di Fine Stagione” è esponenzialmente inferiore alla controparte per la macchina Microsoft. Se però nel capitolo per Xbox li zombi erano effettivamente carne da macello, su Wii i programmatori hanno sopperito alla quantità con una maggior dose di intelligenza artficiale: i non morti sono pertanto più agguerriti e ci daranno molto più filo da torcere aggredendo e assalendo Frank quando condurremo il nostro avatar all’interno del loro campo visivo. Questo ha una diretta conseguenza a livello di gameplay: le dinamiche saranno meno focalizzate sulla mattanza orchestrata per mezzo delle armi secondarie, dato che l’acceleratore viene spinto in direzione degli scontri a fuoco. La debole componente ruolistica che fa si che le nostre armi principali ed accessorie vengano potenziate, influenza logicamente il quantitativo di danno inflitto ai morti viventi: più ne ammazziamo, più il nostro armamento diverrà resistente e dannoso. Presso l’armeria, potremo anche acquistare degli speciali libri che ci daranno la possibilità di effettuare delle mosse di wrestling e di lotta con le quali debellare i non morti, a patto di essere così scaltri da avvicinarci ad uno di loro senza che questi se ne accorga. Oltre ai sempreverdi (o sempremarci) zombi, avremo a che fare con fastidiosissimi papagalli e antipaticissimi barboncini (!), resi ancor più molesti del dovuto dal parassita che ha causato l’epidemia. Come se non bastasse quest’allegra combriccola di persone morte e ancora deambulanti con la loro accozzaglia di pet-zombi, di tanto in tanto dovremo affrontare anche uno “psicopatico”, ovvero sia un essere umano reso folle dalla situazione drammatica del Willamette e deciso a farci passare nella schiera dei putrescenti carnivori. Curioso e spiacevole notare come gli sviluppatori abbiano completamente eliminato la possibilità di fare fotografie (il che, in un gioco che ha come protagonista un fotoreporter, è piuttosto assurdo).
    La struttura della schermata ci mostrerà elementi visuali fondamentali come il contatore della salute, il counter degli zombie eliminati, l'icona sulla salute del civile che stiamo scortando al riparo, il timer del tempo trascorso in missione e il misuratore dei Punti Prestigio -che aumenterà in base alle vittime, upgradando di conseguenza le nostre armi. Gli oggetti e gli elementi con i quali sarà possibile interagire, verranno contrassegnati da delle specifiche icone d’azione.
    E passando all’azione, veniamo al nodo cruciale di qualsiasi gioco Wii che si rispetti, ovvero l’implementazione del sistema di controllo.
    In Dead Rising: Salme di Fine Stagione ritroviamo quanto già visto in Resident Evil Wii Edition, tanto a livello di gestione dell’inventario e dei relativi slot per gli oggetti, quanto per quel che concerne le regole d’ingaggio. Sullo schermo vedremo sempre visualizzato il mirino in corrispondenza del punto verso il quale stiamo indirizzando il Wiimote: per sparare dovremo prima tener premuto il B-Trigger e poi fare fuoco con A. Premendo il solo pulsante A utilizzeremo invece l’arma secondaria che potrà anche essere adoperata tramite lo scuotimento del controller. Dopo aver tramortito un non-morto con un colpo di pistola o dopo esserci avvicinati più o meno di soppiatto, potremo esibirci in coreografiche e trashissime mosse speciali, riempiendo il potenziometro che apparirà sullo schermo attraverso lo shakeramento del telecomando. Quando la barra sarà piena, a seconda dell’arma che stiamo utilizzando, colpiremo lo zombi in modo esagerato ed eccessivo, spedendolo, ad esempio, fuori campo qualora si stia utilizzando una mazza da baseball.
    Se il sistema di puntamento non da particolari problemi, ad eccezione di quando ci troveremo ad affrontare nemici rapidi e fastidiosi come i dannati pappagalli, è con le armi ausiliarie che potremo riscontrare qualche défaillance: il rilevamento della mossa non sarà sempre accurato e spesso sarà preferibile usare il classico tasto A piuttosto che il free hand. Va però sottolineato come queste imperfezioni siano spesso subordinate alla dimensione e alla tipologia dell’oggetto che intendiamo utilizzare: più questo è ingombrante e potente e più sarà scomodo da utilizzare via Wiimote.
    Il comparto tecnico di Dead Rising è un vero e proprio affronto alle possibilità d’espressione tecnica della bianca console Nintendo. Che Wii sia una console lo-fi dal punto di vista audio/video è cosa nota, ma è altrettanto vero che la macchina Nintendo ha dato prova di riuscire a gestire un apparato cosmetico di tutto rispetto quando gli sviluppatori hanno l’ardire d’impegnarsi un po’. A livello meramente visivo, Dead Rising sembra un gioco programmato nei ritagli di tempo e risulta davvero poco credibile che a gestire il tutto sia lo stesso engine di Resident Evil 4. Se il quarto capitolo della zombie saga, seppur datato, risulta ancor piacevole da vedere, Salme di Fine Stagione presenta delle cut scene sfuocate, malamente compresse che paiono uscite fuori da un gioco di prima generazione per Playstation 2. L’antifona non cambia una volta che si passi ad analizzare la grafica in game: i modelli poligonali sono rozzi, le texture slavate, l’aliasing marcato a più non posso. Gli zombi risultano davvero orribili, ma non per via di un art direction ispirata a creare delle creature disgustose da vedere (come quella riscontrabile in House of the Dead: Overkill), quanto perché ad essere aberrante è l’accozzaglia di pixel e poligoni che li va a formare. Dimenticate pure i ganados spagnoli visti su Gamecube; questo Dead Rising, tanto per rimanere in tema, ha una realizzazione tecnica da hard discount, piuttosto che da centro commerciale di serie A.
    Il sonoro invece, pur senza presentare una grande varietà od eleganza negli score musicali, riesce a ricreare bene un senso d’angoscia, soprattutto grazie all’oculato sfruttamento del Dlby Pro-Logic II. I rantoli degli zombi saranno davvero tutti intorno a noi!

    Dead Rising: Chop Till You Drop Dead Rising: Chop Till You DropVersione Analizzata Nintendo WiiDead Rising: Salme di Fine Stagione poteva essere un ottimo porting qualora il necessario downgrade tecnico fosse stato operato seguendo dei crismi più sensati. Che Wii non abbia le capacità tecniche di Xbox è palese, ma è altrettanto chiaro che se gli sviluppatori hanno la voglia di spremere il chipset della console, si possono avere dei videogame che, oltre ad essere apprezzabili per l’impianto ludico, risultano anche gradevoli da vedere. Così com’è, Dead Rising Wii è un gioco che riesce a raggiungere una sufficienza risicata solo ed esclusivamente perché le meccaniche di gioco che soggiacciono alla pessima grafica, riescono in ogni modo ad intrattenere il videogiocatore. Il titolo è forte anche di una discreta longevità (circa 10 ore) e di una buona dose di umorismo derivante dalle deliranti mise che potremo dare al nostro fotoreporter usufruendo dei vari negozi d'abbigliamento sparsi nel grande magazzino. Falciare orde di mefitici zombi facendo leva sulle risorse ambientali, resta sempre e comunque un’attività appagante e divertente anche se, va sottolineato, la struttura forzatamente bi-partita fra casi e sub-quest potrebbe anche dare noia a chi non è un patito degli horror game con una trama da filmaccio di serie B. Conludendo, Dead Rising non funge da acquisto obbligato per l’utenza Wii; è solo un gradevole intermezzo per ingannare l’attesa di un Mad World o un The Conduit. L’avvertenza è quindi obbligatoria: se state cercando un potenziale “must buy” per la vostra bianca console e dovete fare i conti con delle eventuali ristrettezze economiche, vi consigliamo di attendere l’uscita di altri ben più curati giochi che, almeno sulla carta, si possono fregiare di maggiori attenzioni da parte della stampa specializzata quanto degli acquirenti. La crisi economica incombe e Dead Rising: Salme di Fine Stagione non rappresenta di certo una pietra miliare nella storia di Wii, quindi i vostri euro teneteli al caldo almeno per un'altra decina di giorni.

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