Dead Space Recensione: paura, follia e morte in un remake incredibile

Dead Space di EA Motive è nato per omaggiare i ricordi idealizzati che avevamo del classico: è riuscito pienamente nel suo intento.

Dead Space
Recensione: PlayStation 5
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Disponibile per
  • Pc
  • PS5
  • Xbox Series X
  • La memoria alle volte inganna. Ci fa credere di aver cristallizzato qualcosa nella sua forma più pura e genuina, anche quando ha già eseguito un inevitabile trattamento emotivo che ha distorto l'immagine che custodivamo. Al primo contatto col rifacimento di Dead Space sono stati in tanti a definirlo "molto simile" all'originale, proprio per i ricordi idealizzati che albergavano le loro menti. Ebbene - come ci hanno spiegato nell'intervista su Dead Space - con il loro progetto i ragazzi di EA Motive non hanno voluto ricostruire pedissequamente il gioco del 2008, ma omaggiare le più intense e luminose memorie che gli appassionati hanno del classico di Visceral Games.

    E ve lo diciamo subito: ci sono riusciti. Questo "nuovo" Dead Space riprende le caratteristiche fondanti e i tratti distintivi del caposaldo dell'horror videoludico, e le impreziosisce con una serie di interventi efficaci e oculati, tra inediti elementi narrativi, personaggi rivisitati e gradite migliorie sul fronte ludico. Tolta la presentazione audiovisiva, non parliamo di stravolgimenti, eppure - nell'insieme - queste aggiunte hanno contribuito a generare un'esperienza per certi versi irrinunciabile, sia per i fan storici, sia per i patiti del genere.

    Un abisso di follia e morte

    Delle oltre 400 navi stellari che compongono la flotta della CEC, la più grande compagnia di estrazione planetaria esistente, la USG Ishimura è di certo l'ammiraglia, un'instancabile cacciatrice di minerali preziosi che di tanto in tanto necessita di riparazioni da parte di figure altamente qualificate. Dopo aver intercettato una richiesta di soccorso, l'ingegnere Isaac Clarke e la sua squadra raggiungono quindi l'imponente "Planet Cracker" convinti di avere per le mani un intervento di routine, ma all'interno del vascello trovano solo caos, sangue e morte.

    In questo turbinio di eventi che getta l'uomo in un abisso di orrore e follia c'è spazio per le motivazioni personali, le mire deviate di un'organizzazione a sfondo religioso, gli intrighi e l'ombra di un misterioso manufatto. Proprio come nel caso dell'originale, il racconto sfrutta in maniera intelligente i cliché del genere, che diventano tasselli di una sceneggiatura efficace e articolata, arricchita da un ampio assortimento di file testuali e audiolog.

    Il team di sviluppo ha ampliato il ruolo di alcuni personaggi in modo coerente con l'intreccio di partenza, come nel caso della ricercatrice Elizabeth Cross, riscritto delle scene e dato voce al protagonista. Gunner Wright - il doppiatore di Isaac da Dead Space 2 in poi - è tornato a interpretare l'ingegnere, che non è più un muto testimone degli eventi che si susseguono tra le maglie insanguinate della narrazione.

    Da addetto ai lavori quale è, al contrario, spiega ai comprimari come intende procedere per effettuare riparazioni e disinnescare situazioni di pericolo, reagisce con trasporto a scoperte importanti e risponde a tono agli antagonisti, alimentando il coinvolgimento dell'utente e la consistenza narrativa. A ciò dobbiamo aggiungere la presenza di alcune missioni secondarie nuove di zecca che, oltre a supportare l'intelaiatura ludica rivisitata del prodotto, forniscono ulteriori elementi di trama legati al disastro dell'Ishimura. Muoversi nella ragnatela di tragedie intessuta dalle storie dell'equipaggio stimola l'interesse del giocatore al di là del percorso principale della campagna, cadenzando efficacemente l'opera di disinfestazione portata avanti da Clarke. Lanciandoci in un'esplorazione un po' più attenta, volta sia a svaligiare le "loot room", sia al completamento degli obiettivi di contorno, abbiamo impiegato quasi 17 ore per terminare il gioco a difficoltà standard: un quantitativo che potrebbe addirittura aumentare per chi vorrà aprire ogni singolo baule e scovare fino all'ultimo segreto della nave.

    A bordo dell'Ishimura

    A distanza di 15 anni dalla nostra prima esplorazione dell'Ishimura, ci siamo trovati a vagare negli oscuri recessi di un teatro degli orrori inquietante come non mai, forte di un level design allo stato dell'arte. I claustrofobici corridoi e le aree più labirintiche del vascello diventano quindi le pulsanti venature di uno scenario intricato ma al contempo "gestibile", a patto di domare la tensione suscitata dalla costante minaccia dei necromorfi, pronti a violare i sensi del giocatore con apparizioni repentine e potenzialmente mortifere.

    Un'offerta rosso sangueVolete sperimentare l'orrore di Dead Space sino all'ultima oncia e potenziare al massimo la tuta e le dotazioni letali del protagonista? EA Motive ha inserito nel pacchetto un New Game+ con al seguito alcune varianti dei necromorfi e la possibilità di sbloccare un finale alternativo. Oltre a un nuovo livello di difficoltà pensato per i neofiti (modalità storia), citiamo anche l'opzione "Impossibile", che ha le stesse caratteristiche di "Difficile" ma non concede agli utenti il lusso di qualche occasionale decesso. Per aggiudicarsi un'arma e un'armatura esclusive, i giocatori dovranno infatti restare in vita per l'intera durata della campagna: un'esperienza hardcore che offrirà anche agli esperti pane per i loro denti.

    Memori del feedback accumulato ai tempi di Visceral, gli sviluppatori hanno ripensato l'interfaccia e la composizione della mappa, che ora si dimostra più leggibile e funzionale. Insomma, raggiungere un piano di una determinata area del vascello è un'operazione più agevole, merito anche del sistema di trasporto che interconnette la totalità dei settori e dell'assenza di caricamenti, sia nel corso dell'esplorazione che passando dal menu principale all'ultimo salvataggio. Oltre a procedere al completamento dei suoi compiti di ingegnere, Isaac può ripercorrere i passi di personaggi importanti e raccogliere oggetti significativi per la progressione, nel corso di missioni secondarie inserite organicamente nella cornice dell'offerta. Essendo ripartite in più obiettivi da portare a termine tra le tappe dell'avventura, le side quest incentivano con naturalezza ad estendere la permanenza di Isaac a bordo dell'Ishimura man mano che all'ingegnere verranno accordati nuovi permessi di sicurezza, che se vogliamo rappresentano le chiavi decorate di Resident Evil in formato Dead Space.

    Nelle zone ricreative dell'Ishimura, come pure nelle stanze private o nelle aree preposte al funzionamento del vascello, è possibile trovare bauli, armadietti e intere loot room (in precedenza accessibili spendendo i preziosi Nodi), tutti elementi sbloccabili solo se in possesso di un sufficiente livello di sicurezza. Tra potenziamenti aggiuntivi per le armi, preziose munizioni e semiconduttori da vendere al negozio per guadagnare ingenti quantitativi di crediti, svaligiare queste sale ha un'importanza concreta, non solo per quanto concerne l'aggiornamento dell'arsenale ma anche per un altro sistema nuovo di zecca che regola l'esperienza ludica: l'Intensity Director.

    Questo grande burattinaio a firma EA Motive gestisce dinamicamente la disposizione dei nemici all'interno del vascello (in particolar modo dei settori già visitati), rimodulando l'ascendente ansiogeno dell'esperienza con un concerto di stimoli ludici e sensoriali (luci a intermittenza, scintille che fuoriescono dagli apparecchi elettronici, rumori improvvisi e così via) composto per mantenere viva la tensione.

    Avendo passato diverso tempo nei singoli ambienti della mappa, dall'Idroponica al Settore Minerario, siamo rimasti sinceramente colpiti dalle possibilità concesse dall'Intensity Director, che ci ha messo di fronte ad abomini sempre differenti per costringerci a variare il nostro approccio offensivo e a mantenere alto il livello di allerta. Oltre alle migliorie applicate ad alcuni puzzle, ci è piaciuta non poco la settorializzazione delle celle energetiche, che una volta inserite negli appositi vani possono fornire energia solo a un numero limitato di funzioni. In altre parole, l'apertura di una porta o l'attivazione dell'ascensore potrebbe costarvi il flusso d'ossigeno o l'illuminazione, a vantaggio del piglio angosciante di determinati momenti e per il sommo piacere delle mostruosità che attentano alla vita di Isaac. Proprio come nel caso delle missioni secondarie, non parliamo di una caratteristica in grado di stravolgere l'avventura, ma si tratta certamente di una novità capace di dare un tocco di freschezza al gameplay. Tra oggetti fluttuanti, cadaveri alla deriva e incontri ben poco piacevoli, Dead Space si distinse anche per le iconiche sezioni a gravità zero, che neanche a dirlo sono state modernizzate con cognizione di causa.

    Il nostro ingegnere adesso non si sposta più da una parete all'altra, ma può librarsi in aria coi propulsori della tuta ed esplorare le ambientazioni molto più agevolmente. La macchinosità che caratterizzava queste fasi nel classico è, in buona sostanza, un lontano ricordo e - al netto di qualche intoppo quando si è chiamati a oltrepassare le lame delle ventole (in stasi) - muoversi e combattere a Zero-G è più intuitivo ed esaltante che mai.

    Faccia a faccia coi Necromorfi

    Non solo di storie di uomini e donne vive Dead Space ma di mostri orridi e letali, comparsi tra le mura del vascello come angeli della morte, incapaci di distinguere le grida dei peccatori da quelle degli innocenti. Grazie al Frostbite Engine questi abomini ci sono parsi ancor più terrificanti che in passato, sebbene gli sviluppatori si siano mossi nel rispetto dei canoni stilistici stabiliti dall'originale.

    In sostanza i talenti mortiferi dei necromorfi che incontrerete sono rimasti in buona parte inalterati, al pari delle loro movenze e dei tempi di reazione. D'altro canto il team guidato da Campos-Oriola non voleva apportare cambiamenti per il gusto di farlo, rischiando magari di rovinare dei tratti particolarmente riusciti di Dead Space. Per questo motivo, gli Infector hanno ripreso l'abilità di trasformare cadaveri umani in necromorfi, mentre i Lurker sono ancora odiosi nemici simili a infanti capaci di spostarsi velocemente e lanciare rivoltanti proiettili dai loro tentacoli.

    Sarebbe delittuoso spendere parole su ciascuna delle creature che andrete ad affrontare, anche perché vogliamo lasciare il macabro piacere della scoperta a coloro che si apprestano a farlo per la prima volta. A tal proposito, determinate boss fight hanno subito qualche modifica indovinata e in alcuni casi sono state addirittura ripensate dalle basi per sfruttare - senza entrare nello specifico - alcune delle possibilità inedite in seno al gameplay. Forse iconico quanto le bestie che serve ad abbattere, l'arsenale di Dead Space è ampio il giusto e ospita strumenti di morte molto differenti tra loro, pensiamo allo Squartatore, che lancia e mantiene una sega circolare che dilania le carni delle creature, al Fucile a Impulsi, che alla buona cadenza di fuoco può alternare una potente granata esplosiva, o alla Pistola a Campo di Forza, che emette un'onda in grado di spazzar via tutto ciò che travolge.

    Ci è parso inoltre che gli sviluppatori abbiano ribilanciato l'efficacia dei singoli pezzi dell'armamentario per invogliare i giocatori ad alternarne l'utilizzo, anche in relazione ai capricci dell'Intensity Director. Per intenderci, pur non essendo grandi estimatori del lanciafiamme, ce ne siamo serviti spesso per la sua indiscutibile utilità nel "crowd control", soprattutto quando i necromorfi "gravidi" partorivano la loro piccola ma letale progenie.

    Coloro che invece non amano combattere i mostri a distanza ravvicinata apprezzeranno comunque la sega circolare, trattandosi di uno strumento perfetto per l'eliminazione di abomini che, storicamente, devono essere privati degli arti per passare più velocemente a miglior vita. Ciascuna arma gode di modalità di fuoco secondarie e può essere potenziata attraverso un sistema che pure ha ricevuto graditi aggiustamenti.

    Sebbene le migliorie siano sempre legate all'inserimento dei preziosi Nodi nello schema della pistola o del fucile di turno, adesso non esistono più spazi vuoti nel grafico e ogni punto speso affina una caratteristica dell'arma fino a cambiarne in funzionamento in taluni casi. Le caselle degli skill tree però non sono sempre accessibili sin da subito, e a volte devono essere "attivate" trovando specifiche componenti sparse in giro per l'Ishimura, da inserire in uno dei terminali di upgrade.

    Ancora una volta, in altre parole, il backtracking gioca un ruolo chiave nell'economia dell'esperienza. Il buon Isaac è un ingegnere con indosso una tuta ingombrante, che va a rinforzarsi sempre più durante l'avventura, coi ragazzi di Motive che hanno lavorato per mantenere viva quella sensazione di pesantezza nelle movenze e durante le sparatorie (fortunatamente mai tendente alla goffaggine).

    Lo shooting insomma funziona alla grande, merito anche della sonorizzazione delle bocche da fuoco, delle animazioni a esse legate e del fatto che il gioco continui a camminare sul sottile confine tra la soddisfazione di macellare un nemico e la paura di vederne spuntare altri che ci restituiranno il favore. A dare più carattere agli scontri ci pensa il Peeling System, un'altra soluzione nuova di pacca che restituisce un quadro preciso sullo smembramento di un necromorfo, che passa per strati di pelle, tessuto muscolare, ossa e organi. Scarnificare del tutto un abominio con la pistola a campo di forza è soddisfacente come non mai, mentre vedere un arto legato al corpo da un singolo lembo di tessuto ha un'utilità ludica, perché indica che ci servirà ancora poco per mozzarlo del tutto. Dopo aver trovato il modulo di stasi e quello cinetico, Isaac potrà rallentare non solo le strumentazioni in funzione ma gli stessi avversari, per poi magari raccogliere uno spuntone acuminato, una tanica esplosiva o uno dei tanti elementi interattivi per infliggere loro danni più o meno significativi.

    Terrore audiovisivo

    Come speriamo di aver lasciato intendere anche ai neofiti, l'USG Ishimura è protagonista dell'avventura tanto quanto Isaac. Per farne un contesto ludico e narrativo ancor più credibile EA Motive ha reso i vari settori della nave più vissuti, riempendo di sporco e polvere i pavimenti e le superfici degli ambienti, così come di dettagli volti a sottolineare che - prima del sanguinoso massacro perpetrato dai necromorfi - fossero abitati da un equipaggio numeroso e indaffarato. Dalle stanze più umili alle lussuose sale dei comandanti, quest'esperienza priva di caricamenti (se non in caso di morte) riesce a raccontare una storia senza il bisogno di parole e scene filmate.

    Salvo alcune eccezioni, la varietà degli scenari è per ovvi motivi abbastanza limitata, coerentemente con le necessità stilistiche dell'insieme, ecco perché il fatto che le ambientazioni abbiano una propria personalità è così importante. Al texturing, generalmente molto solido ma con qualche piccola flessione, si affianca un'illuminazione fieramente next-gen, con luci volumetriche, sorgenti luminose realistiche e tante piccole attenzioni che contribuiscono al dinamismo dell'esperienza.

    Proprio per questo motivo il gioco è mediamente più buio dell'originale ma mai così immersivo, complice un'effettistica di pregio che include la nebbia volumetrica, che influisce in maniera funzionale sulla visibilità generale, esplosioni altamente spettacolari e un generoso mosaico di dettagli tanto truculenti quanto credibili. Un po' meno convincenti sono i fasci di elettricità e i getti del lanciafiamme ma parliamo sostanzialmente di piccolezze.

    Su PlayStation 5 Dead Space offre due soluzioni grafiche differenti, con la modalità qualità che gira a 4K 30 fps e Ray Tracing attivo, per un'immagine più pulita e un'illuminazione ancor più corposa e precisa, e quella con priorità alle performance che, al netto di rari casi di stuttering, viaggia a 2K e 60 fps (chiaramente senza utilizzare il Ray Tracing). Grazie alla fluidità elevata, le mattanze di mostri sono più appassionanti scegliendo quest'ultima opzione, ma nel complesso parliamo di due modi altrettanto validi di vivere il viaggio del nostro sfortunato ingegnere. Ci auguriamo soltanto che una patch riesca a mitigare le fluttuazioni del frame rate in Quality Mode, che non riesce sempre a restare ancorato ai 30 fotogrammi al secondo, a volte anche vistosamente. Sulla console current gen di Sony, Dead Space supporta con discreta efficacia le più importanti feature del DualSense, come il feedback aptico - che restituisce in modo convincente vibrazioni particolari - e i grilletti adattivi, che diversificano senza eccessi l'utilizzo degli strumenti di morte proponendo al giocatore delle resistenze specifiche a seconda dell'arma equipaggiata.

    Tra inquietanti sussurri, il rombo sordo dei macchinari e gli atroci rantoli dei necromorfi, il profilo sonoro dell'esperienza è uno dei suoi aspetti migliori, soprattutto se udito in cuffia con Audio 3D attivato. I suoni e i rumori delle bestie rimbalzano in tempo reale tra le superfici e possono talvolta trarre in inganno, per i meriti di una regia sensoriale che capitalizza ogni aspetto tecnico per comporre un concerto di sfumature audiovisive altamente angoscianti.

    In aggiunta all'ottimo commento sonoro, Dead Space è completamente doppiato in italiano e, nella maggior parte dei casi, le voci associate ai vari personaggi ci sono parse azzeccate. Peccato solo che in un buon numero di momenti l'interpretazione si sia rivelata priva di particolari connotazioni emotive, il che ci spinge a consigliarvi di abbracciare l'orrore in lingua originale. Segnaliamo infine la presenza di diverse opzioni di accessibilità, che anche su questo importante fronte hanno fatto varcare al gioco le soglie della modernità.

    Dead Space Dead SpaceVersione Analizzata PlayStation 5Oggi, come e più di allora, Dead Space è un appuntamento irrinunciabile per i fan del genere di riferimento e non solo per coloro che hanno amato il classico del 2008. Mediante interventi oculati in ogni ambito dell'esperienza, dall'intreccio ai personaggi, fino a specifici elementi ludici e alla piacevolezza dell'esplorazione, i ragazzi di EA Motive ci hanno consegnato la miglior versione di questo caposaldo dell'horror videoludico, impreziosendolo ulteriormente con una cornice audiovisiva non priva di qualche incertezza ma di gran pregio, che rende ancor più disturbante il teatro degli orrori della USG Ishimura.

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