Deadpool: recensione del tie-in di High Moon Studios

HighMoon produce l'ennesimo tie-in senza spessore

Deadpool
Recensione: Xbox 360
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Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Quando fumetti e videogiochi si incontrano il rischio di flop è sempre dietro l'angolo. Se non si parte con le idee giuste e basi solide su cui appoggiarle, come ha fatto Rocksteady con Batman, il rischio di trovarsi tra le mani un prodotto inconcludente è fortissimo. HighMoon Studios, in questo senso, avrebbe dovuto avere le idee ben chiare: il suo curriculum parla infatti di trasposizioni videoludiche dei Transformers "cinematografici" piuttosto riuscite. Lo studio statunitense, invece, come aveva peraltro lasciato intendere allo scorso E3, è incappato nel più classico degli errori che si possono commettere sviluppando tie-in: lasciare ogni responsabilità sulle spalle del protagonista.
    Il più grande difetto di Deadpool, disponibile per Xbox 360 e Playstation 3 dal 28 Luglio, è infatti la centralità esasperata del Mercenario. I suoi monologhi, gli interventi delle voci che abitano la sua psiche, gli sproloqui e il dialogo con il giocatore (o con il dev team) funzionano alla perfezione. A mancare, purtroppo, è tutto il resto. In Deadpool non troviamo una struttura ludica convincente, non apprezziamo comprimari degni di questo nome e non posiamo gli occhi su un comparto tecnico all'altezza. Quello HighMoon Studios, perciò, per quanto divertente e molto adatto ai fan del folle Deadpool, è action game mediocre: inadatto a condividere il palcoscenico anche con produzioni molto più vecchie come l'ottimo X-Men Le Origini: Wolverine del 2009.

    The Merc with a Mouth

    A livello narrativo la scelta di HighMoon Studios è chiara sin dall'inizio: dare spazio alla personalità straripante di Deadpool, come fosse un protagonista in carne ed ossa totalmente indipendente dal controllo del giocatore e dalla sceneggiatura degli autori. Un'idea a conti fatti brillante, che permette al nostro anti-eroe di esprimersi al meglio ed evita furbescamente al dev team l'onere di produrre un plot narrativo convincente. Quelle di Deadpool sono infatti vicende che procedono uno sketch dopo l'altro, seguendo il semplice filo conduttore della vendetta nei confronti di Mister Sinistro, reo di aver rovinato un proficuo contratto al nostro mercenario in calzamaglia. Da questo punto in poi, quasi come se lo storytelling andasse "a braccio", si sviluppano tutte le esilaranti situazioni che caratterizzano le successive sei/otto ore di gioco, coinvolgendo Villain ed alleati storici del calibro di Cable, Rogue, Domino, Vertigo e Blockbuster, ma mantenendo sempre una focalizzazione totale su Deadpool.
    La minuziosa caratterizzazione dell'eroe si nota sin dal principio, in una prima scena epocale che vede Deadpool commentare la sceneggiatura del videogame e il giocatore che guadagna i primi Achievement semplicemente facendolo alzare dalla poltrona. I toni auto ironici che becchettano l'industria videoludica sono evidenti e rimangono una delle colonne portanti di un'avventura che fa del'ironia esagerata (ai limiti del nonsense) un saldo punto di forza. Ascoltare Deadpool mentre tenta di ricordare i comandi di gioco, al telefono con gli sviluppatori per lamentarsi della mancanza cronica di ragazze nude, o mentre confronta impietosamente le sue abilità con quelle di Wolverine è uno spasso dall'inizio alla fine. Le trovate, spesso recuperate a mani basse dalle tavole Marvel, non stancano mai. Anzi sono capaci persino di ravvivare di tanto in tanto una progressione senza troppo mordente. Vi basti pensare che vi ritroverete a decidere se spararvi in testa per non sentire i consigli di Cable, duettare e flirtare con la Morte, oppure a prendere a schiaffi per cinque minuti (letteralmente) uno svenuto Wolverine, per poi sbloccare un Achievement mentre Deadpool continuerà a parlare a raffica. Ma sarete anche chiamati in causa ed insultati da Deadpool perché lo avete fatto morire troppe volte in un frangente o non siete riusciti a seguirlo a dovere con la telecamera.
    I mille e uno risvolti della comicità di Deadpool sono quindi il cuore pulsante dell'avventura. L'inesauribile motore per tentare di superare la ripetitività di un gameplay debolissimo, mal supportato dalla linearità e dal forte riciclo che permeano il level design. Per quanto funzioni a meraviglia, l'aspetto comico da solo non è sufficiente per far fare un deciso salto di qualità alla produzione e per far breccia -soprattutto ad un prezzo di lancio di sessanta euro- nel cuore dei videogiocatori. Un vero peccato perché nonostante le potenzialità del personaggio Deadpool non riesce ad attecchire né al pubblico "nuovo" né a quello appassionato del fumetto: entrambi, per motivi diversi, fermati dall'inconsistenza ludica della produzione HighMoon Studios.

    Vita da Supereroe

    Deadpool è un titolo con grosse lacune sul fronte del gameplay. Si tratta di un action game con timide componenti platformiche, caratterizzato da una fortissima linearità. A spiccare sin dalle prime missioni, infatti, è l'andamento dell'avventura: totalmente inscritto su un binario predefinito e con spazi estremamente assottigliati riservati all'esplorazione. In buona sostanza scopriremo una progressione molto inquadrata, che corridoio dopo corridoio ci porterà a combattere contro caterve di nemici tutti uguali.
    Poco importa se HighMoon Studios ci scherza su: Deadpool in più d'un occasione si lamenterà degli avversari "tutti uguali", rispondendosi che "probabilmente sono tutti gemelli, o cloni". Il problema, a conti fatti, resta, dal momento che nemmeno a livello di routine comportamentali i nemici dimostrano una varietà soddisfacente. Nel corso delle sei/otto ore necessarie al completamento dell'avventura ce ne troveremo di fronte più o meno quattro o cinque tipologie, tra le quali possiamo identificarne al massimo tre veramente in grado di costringerci a cambiare approccio alla battaglia. Per il resto saremo chiamati ad un semplice button mashing che, anche accompagnato dalle battutine irriverenti di Deadpool, non reggerà per più di un paio d'ore prima di annoiare. Le problematiche, in questo senso, sono anche strutturali: ad un sistema di controlli plasmato per risultare super-accessibile si unisce un'implementazione non sempre precisa. Forse a causa dei molti cali di frame rate, forse di qualche problematica intrinseca allo sviluppo, il sistema di input non è risponde in maniera reattiva, mentre la gestione totalmente sballata delle collisioni si unisce a qualche scelta infelice in termini di schivate e contrattacchi. Sono soprattutto questi ultimi che non convincona: alla pressione del tasto dedicato, Deadpool si fionderà letteralmente verso il nemico in questione, attivando una contromossa al rallenty che spezza troppo l'azione e lascia il nostro scoperto per qualche istante di troppo. Problematiche ed imperfezioni che rendono farraginosi e poco dinamici gli scontri.
    Le boss fight, considerando il calibro degli attori in questione, avrebbero potuto risollevare le cose; invece risultano una delle componenti meno riuscite della produzione. Oltre ad esser poco incisive per la caratterizzazione traballante degli antagonisti, non riescono nemmeno a farci ragionare a livello tattico, presentandoci semplicemente avversari più resistenti.

    A quanto detto bisogna aggiungere la mancanza di un combat system ben articolato. Tre sole armi per lo scontro corpo a corpo sono decisamente troppo poche in otto ore di avventura, soprattutto se consideriamo che il conto totale delle combo, anche spendendo i Deadpool Points per acquistare nuove abilità, arriva a stento a dieci. A mancare sono dunque varietà e consistenza: assenze importanti che si palesano anche nelle fasi shooter.

    "I mille e uno risvolti della comicità di Deadpool sono quindi il cuore pulsante dell'avventura. Il sistema per tentare di superare la ripetitività di un gameplay debolissimo, mal supportato dalla linearità e dal forte riciclo che permeano il level design."


    Nel corso delle sparatorie, infatti, Hitbox del tutto imprecisi ed un reticolo di mira non esattamente funzionale rendono superflua la presenza di quattro bocche da fuoco differenti, utili solo a variare il ritmo delle combo.
    Chiudono un quadro piuttosto claudicante le parentesi platform, funestate purtroppo da collisioni imprecise ma almeno interessanti dal punto di vista del design.
    Di fronte a tutte queste problematiche, il team ci delizia almeno con qualche situazione paradossale. Sessioni in cui il collo spezzato di Deadpool ci costringerà ad usare comandi invertiti, o nelle quali la parte superiore del suo corpo si infilerà (letteralmente) in uno degli avversari costringendoci ad azioni spesso incontrollate ed esilaranti. O ancora fasi shooter on rail, tra cui una in cui Wade cavalcherà il piede di una Sentinella per non dover camminare tra una missione e l'altra. Ma anche porzioni nelle quali l'avventura si trasformerà in platform a otto o sedici bit perché Deadpool ha esaurito il budget di HighMoon Studios con troppe esplosioni. A differenza della normale progressione questi frangenti funzionano, calpestando gran parte dei limiti di una realizzazione sommaria e poco curata, spezzando il ritmo e divertendo il giocatore allo sfinimento. E' dunque un vero peccato che il dev team non abbia concentrato maggiormente la produzione su situazioni come queste, che avrebbero reso Deadpool decisamente migliore.
    A livello puramente ludico quello che si configura è dunque un quadro piuttosto sbiadito. Alcune trovate veramente interessanti vengono quasi completamente affossate dalla mancanza di solidità di fondo, complice una struttura che fa acqua da tutte le parti ed un'implementazione delle meccaniche sin troppo sommaria. Sono questi i grandi difetti di Deadpool: un videogame dal concept arretrato ed abbastanza inconsistente, che vivacchia nel mare di produzioni mediocri che affollano gli scaffali virtuali e digitali di tanti negozi.

    Un eroe sbiadito

    Tecnicamente quella HighMoon Studios non è una produzione al passo coi tempi. Riprendendo un paragone già esplorato in questa sede possiamo tranquillamente affermare che X-Men Le Origini: Wolverine, un gioco del 2009, gli è oggi superiore per qualità squisitamente grafiche e tecniche. Deadpool presenta infatti una modellazione poligonale appena sufficiente, capace di caratterizzare abbastanza bene protagonisti ed antagonisti principali ma in caduta libera sulle comuni creature da abbattere nel corso della progressione. Il livello di dettaglio, sia osservando i personaggi che le ambientazioni, è poi ai minimi storici, complice una texturizzazione povera come non la vedevamo da tempo a questa parte.
    Riciclo di asset, assenza di effettistica avanzata e piattezza generale sono i principali difetti della produzione HighMoon Studios, che presenta inoltre cali di frame rate del tutto inaspettati. Inutile aggiungere che il livello d'interattività ambientale è nullo. Poco meglio fa il comparto animazioni: abbastanza vario se guardiamo al protagonista, limitato osservando le varie comparse e, soprattutto, i nemici. A chiudere un quadro di livello piuttosto basso un'effettistica particellare molto basica ed i numerosi problemi tecnici già citati all'interno dell'articolo (compenetrazioni poligonali, gestione delle collisioni).
    Differente il valore della componente sonora, caratterizzata principalmente dall'ottimo doppiaggio (esclusivamente in inglese) di Deadpool, delle sue "vocine" e di tutti gli altri attori digitali, nonchè da un mix di effetti sonori e tracce d'accompagnamento di buona fattura.

    Deadpool DeadpoolVersione Analizzata Xbox 360Deadpool è un tie-in come ne abbiamo visti troppi in questa generazione. HighMoon Studios è stata in grado di estrapolare con successo dalle tavole Marvel Comics tutte le caratteristiche di un personaggio molto difficile da trasporre, andando poi a scontrarsi probabilmente con il budget ridotto che ha portato alla realizzazione di un’avventura decisamente sotto tono. A livello puramente ludico, infatti, Deadpool è poca cosa: un action game superficiale che si accontenta di fare il minimo indispensabile per finire tra le fila di un genere troppo affollato. Così, anche per i demeriti di una realizzazione tecnica da dimenticare, quella di Deadpool è un’avventura che non rimarrà negli annali videoludici, ma che verrà molto più facilmente ricordata come un'altra occasione mancata di questa generazione ormai satura. Un vero peccato per i tanti fan del Mercenario!

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