Déraciné Recensione: il primo gioco PSVR degli autori di Dark Souls

L'esordio su PlayStation VR degli autori di Dark Souls è un'avventura grafica non all'altezza delle capacità del team di sviluppo.

Déraciné Recensione: il primo gioco PSVR degli autori di Dark Souls
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  • PS4
  • PS4 Pro
  • Molti credono che il tempo sia come un fiume, che scorre lento in un'unica direzione. E invece è come un mare in tempesta, che avanza e si ritrae, ondeggiando avanti ed indietro negli anni. Gli spiriti sono i navigatori di queste acque: si muovono sulla loro superficie, ne osservano le increspature, ne domano il flusso. Le onde del tempo, però, a differenza di quelle degli oceani, possono fermarsi, interrompendo la loro mutevole corsa. In queste porzioni di attimi cristallizzati agiscono creature eteree e sovrannaturali, che hanno il potere di interagire con il nostro mondo senza essere viste, riuscendo a cambiare con le loro azioni sia il passato sia il futuro. In Déraciné interpreteremo proprio una di queste "fate" guardiane, esseri intangibili che operano tra i vivi, come fossero angeli custodi. La nuova opera di From Software, che segna l'esordio del team su PlayStation VR, è un prodotto lontano dai crismi a cui lo studio ci ha abituato.
    Mettete quindi da parte la gotica violenza di Bloodborne, o il feroce dinamismo di Sekiro: Shadows Die Twice: Déraciné è un'avventura grafica fortemente story-driven, dai ritmi parecchio lenti e dilatati. Una piccola fiaba malinconica, nella quale il giocatore vive - attraverso gli occhi di uno spirito - la storia di un gruppo di ragazzini, all'interno di un college immerso nel silenzio, dove regna un'atmosfera polverosa e nostalgica. Il titolo del gioco, se tradotto in modo letterale, significa "sradicato": come specificato dalle parole di Hidetaka Miyazaki, l'aggettivo non è stato certo scelto a caso, ed indica apertamente la condizione del nostro nume tutelare, strappato dalla sua dimensione, costretto a vagare tra due realtà, quella dei vivi e quella dei defunti, senza però appartenere a nessuna delle due.

    Alla ricerca del tempo perduto

    Déraciné ci catapulta nelle stanze un istituto dove vivono sei giovanissimi ragazzi. Il college sembra isolato, lontano dalla civiltà, e tra i suoi corridoi serpeggia una quiete idilliaca e lugubre al contempo. Per un motivo inizialmente sconosciuto, gli allievi hanno richiesto l'intervento di uno "spirito gentile" che possa divenire loro amico: ma qual è il vero scopo dell'evocazione? Il segreto si cela forse nei poteri a nostra disposizione: gli spiriti posseggono infatti la capacità di controllare il tempo e la vita.

    Un anello posizionato sulla mano destra ci permette di catturare ed infondere l'essenza vitale di ogni essere: se tocchiamo un grappolo d'uva, ad esempio, possiamo assorbirne l'energia, osservandolo mentre rinsecchisce dinanzi ai nostri occhi. Quando la gemma del nostro gioiello sarà satura, avremo la possibilità di far sbocciare un fiore appassito, o resuscitare un'altra creatura. Con la mano sinistra, invece, potremo azionare uno speciale orologio magico, tramite il quale spostarci tra le pieghe del tempo, cambiando il passato per riequilibrare il presente. Sebbene molto più esplicita rispetto ai precedenti lavori di From Software, anche in quest'avventura per PSVR la trama sarà puntiforme, frammentata e parzialmente nascosta nell'ambiente di gioco.

    Tramite l'esplorazione e la lettura di alcuni documenti, avremo modo di mettere insieme le informazioni necessarie a tratteggiare il quadro di una storia corale, che prende il via dalle personalità e dai segreti degli studenti con cui entreremo in contatto. Dovete immaginare Déraciné come un set cinematografico in miniatura, da esplorare poco alla volta per scoprire sempre nuovi indizi e ricomporre il mosaico della vicenda. Poiché lo spirito si muove in un "tempo immoto", gli allievi ci appariranno come figure immobili, ora in carne e ossa, ora come proiezioni del passato: in entrambi i casi, non dovremo far altro che interagire con le loro immagini residue, afferrando un libro o toccando un oggetto in loro possesso, così da azionare un "ricordo" ed ascoltare le loro conversazioni e i loro pensieri. Seguendo i suggerimenti estrapolati dalle parole degli studenti, e gironzolando in lungo ed in largo per il college, riusciremo a completare alcuni rompicapi per proseguire nell'esperienza. Diversamente da altri prodotti similari, tuttavia, in Déraciné la narrativa ambientale non ci è parsa mai davvero rimarchevole: la colpa è da imputare principalmente ad una scarsa interattività, legata a specifici elementi dello scenario, tutti adeguatamente contrassegnati e quindi impossibili da lasciarsi sfuggire. Per evitare l'insorgere di motion sickness, infatti, From Software ha implementato un sistema di movimento basato sul teletrasporto, che si attiva solo in determinati punti di interesse.

    Sebbene il meccanismo funzioni e diminuisca di parecchio i fastidi provocati dalla realtà virtuale, nel complesso si ha l'impressione di essere costantemente limitati. In tal modo, imbracciando i due PlayStation Move (obbligatori per poter giocare), non avremo l'opportunità di toccare con mano gran parte degli oggetti della scuola, ma solo quelli che il gioco sceglie di mostrarci. Pertanto, la soluzione ai semplicissimi enigmi che puntellano l'avanzamento non si rivelerà mai un vero problema, ed il titolo si esaurirà senza impegnare le nostre meningi o stimolare il nostro intelletto. Il gameplay di Déraciné, in sostanza, è privo di una componente davvero "enigmistica", e tutti i puzzle che incontreremo saranno connessi perlopiù alla necessità di raccogliere i giusti oggetti ed utilizzarli nell'ordine corretto per mettere in moto gli eventi.

    L'idea di imbastire un'avventura narrativa ben inquadrata (come What Remains of Edith Finch, per intenderci), così da evitare che la frustrazione assalga l'utente e gli impedisca di godersi appieno gli snodi della trama, non sarebbe di per sé un difetto, se ci fosse una storia pienamente soddisfacente a fare da contraltare. Ed invece Déraciné, nelle sue sei ore di durata, ci conduce per mano lungo un racconto vacuo, flebile e persino stucchevole. Miyazaki stiracchia i ritmi della progressione, ci costringe ad un po' di backtracking (ambientale e temporale) che sfocia a tratti nella noia, e ci impedisce di affezionarci realmente alla sorte dei protagonisti.

    È indubbio, in ogni caso, che l'opera di From Software, dal punto di vista concettuale, presenti spunti di riflessione di grande spessore, che riguardano temi come l'amicizia, il valore della vita, la ciclicità del tempo, il peso della morte: ma l'insieme degli argomenti resta superficiale fino alla fine, non supportato, inoltre, da una componente ludica degna delle sue premesse. Il potere di controllare la vita, d'altronde, è sfruttato in maniera molto approssimativa, ed acquisirà una certa importanza solo nelle battute finali della storia.

    È qui che Déraciné, con un indovinato colpo di coda, risveglia la curiosità dei giocatori: nei pressi della conclusione, l'avventura mette in scena un'intuizione interessante, che ci induce a considerare l'intera esperienza da una prospettiva inedita. Dispiace allora che alcune gradevoli rivelazioni facciano da appendice ad una trama che, per gran parte del suo sviluppo, si trascina con debolezza. Anche dinanzi ad alcune mancanze, il tocco di Miyazaki si intravede in una costruzione scenica dall'impatto alquanto suggestivo. Déraciné - come già accennato - è una fiaba dai toni agrodolci, a metà tra la spensieratezza e l'inquietudine: in questo senso, l'atmosfera è il punto forte del gioco, il perno su cui ruota il fascino dell'esperienza. Una dimensione senza tempo, sognante e quieta, intervallata da singhiozzi di tensione ben orchestrati. Sotto questo aspetto, anche il reparto artistico compie il suo dovere: benché il character design degli studenti non sia certo tra i più ammirevoli, gli effetti di luce, la qualità delle texture e l'ottimo uso dell'accompagnamento sonoro (coadiuvato da un espressivo doppiaggio in italiano) contribuiscono a delineare i contorni di un viaggio che, sul piano del coinvolgimento sensoriale, si dimostra piacevolmente immersivo.

    Déraciné DéracinéVersione Analizzata PlayStation 4From Software cerca la poesia, ma non lo fa con convinzione. Déraciné è un'avventura grafica in cui la storia dovrebbe svolgere un ruolo predominante, eppure resta intrappolata in una struttura narrativa e ludica abbastanza elementare e poco stimolante, con un gameplay che fatica ad emergere e a solleticare l'interesse dell'utenza. Dall'esordio di Miyazaki nel reame della realtà virtuale, insomma, era lecito aspettarsi di più, soprattutto conoscendo le capacità dell'autore giapponese di costruire mondi straordinari anche solo tramite il level design. Ad infondere un pizzico di vitalità al gioco, per fortuna, subentra proprio una direzione artistica raffinata, priva di tocchi di genio ma elegante e onirica quanto basta per avvolgere il giocatore tra le sue spire, fino a condurlo verso una conclusione più elaborata ed ispirata rispetto al resto della vicenda. Se c'è un insegnamento che abbiamo tratto dall'ultima opera di From Software è che le nostre ore sono preziose. Alla luce di quanto raccontato, quindi, spetta solo a voi scegliere se donare a Déraciné parte del vostro tempo.

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