Destiny 2: Recensione della seconda espansione La Mente Bellica

Warmind (La Mente Bellica) è il nuovo DLC di Destiny 2 che catapulta i giocatori su Marte e offre nuove attività per i Guardiani: lo abbiamo provato.

Destiny 2: Recensione della seconda espansione La Mente Bellica
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  • Nel momento stesso in cui si è lanciata sui server di gioco per provare le novità de La Mente Bellica, secondo DLC di Destiny 2, la community dello sparatutto Bungie è stata accolta da una schermata molto eloquente. L'avviso che inaugurava la terza "season" del prodotto, riassumendo brevemente tutti gli interventi di restauro operati dal team di sviluppo, aveva un titolo di forte impatto: "Rinascimento". Nelle intenzioni della software house di Seattle, insomma, Warmind è la chiave di volta che sorregge un nuovo arco produttivo: un contenuto che, assieme i provvedimenti correttivi legati a diversi aspetti del prodotto, dovrebbe segnare una ripartenza integrale, un nuovo "punto zero" per il secondo capitolo di Destiny.
    Tutte le modifiche apportate dalle patch dei mesi scorsi, assieme a quelle arrivate con Warmind, rappresentano in qualche maniera un'ammissione di colpa: Bungie sa di aver sbagliato molto, se non altro nella strutturazione di un endgame stimolante e duraturo, e adesso vuole porre rimedio, facendosi magari aiutare da qualche team esterno, come Vicarious Vision, che si è occupato della realizzazione di una cospicua parte di questo DLC.
    Come abbiamo avuto modo di sottolineare la "nuova direzione" tracciata dalla software house sembra essere quella giusta, ma dopo un lungo weekend in compagnia con La Mente Bellica dobbiamo necessariamente ammettere che non tutti i problemi sono stati risolti. C'è inoltre da chiedersi quanta parte del merito vada ai contenuti di questa espansione, e quanta sia invece legata agli update gratuiti. Anche questo, del resto, è importante quando si deve valutare la qualità di un contenuto aggiuntivo, al fine di consigliarne o meno l'acquisto.

    Il fascino di Marte

    Partiamo da un assunto fondamentale: La Mente Bellica supera di diverse lunghezze La Maledizione di Osiride, per qualità e quantità di contenuti.

    E del resto ci voleva davvero poco: per prendere le distanze dal primo, misero DLC basta la nuova mappa di gioco ambientata su Marte, decisamente più grande e interessante da esplorare. Seguendo le (poche) missioni della Storyline principale si impara a conoscerla, a scoprire le meraviglie e i segreti. Inizialmente non è facile restarne impressionati, per via di un design delle aree pubbliche davvero molto generico, ma esplorandone le più recondite profondità possiamo trovare scorci interessanti e scenari mozzafiato.
    Uno dei punti di forza di Bungie, ormai lo sappiamo, è quello di lavorare al meglio nella definizione di un immaginario avvolgente e magnetico, e certe aree di Marte - che siano le caverne glaciali scavate a sud del complesso di Clovis Bray o le stanze in cui vengono conservati i server della Mente Bellica - confermano l'abilità del team sotto questo fronte.
    La nuova destinazione, per altro, è colma di collezionabili da scovare, fra piccoli nuclei energetici e cluster di memoria da violare con la giusta combinazione, nel corso di una lunga Impresa necessaria a portarsi a casa il Simulatore Dormiente (un'altra esotica "rediviva" recuperata dal primo capitolo).
    Quello che lascia veramente interdetti è invece la lunghezza e la qualità della campagna. La storia principale è breve, superficiale e frettolosa, e spreca una grande occasione: quella di poter lavorare su alcuni dei "personaggi" più importanti della Lore di Destiny. Il pessimo trattamento che il primo DLC ha riservato ad Osiride qui tocca a Rasputin e Ana Bray, "protagonisti" di una delle main quest più insipide di sempre. È chiaro che la storia non sia mai stato il focus principale di Destiny, ma è un peccato vedere buttato al vento tutto il lavoro fatto negli anni per la realizzazione di un immaginario così interessante e denso.

    Le novità dell'Endgame

    Al di là della campagna, La Mente Bellica porta con sé altre novità interessanti. Una di queste, ad esempio, è il Protocollo D'Intensificazione, una nuova attività pensata per animare gli spazi pubblici, che può essere lanciata in qualsiasi momento ed affrontata da tutti i giocatori che capitano nell'area.
    Il Protocollo si configura come una classica modalità Orda, che impegnerà i guardiani per sette ondate. Di tanto in tanto l'operazione di sfoltimento della fila nemiche verrà vivacizzata da qualche obiettivo speciale, ed ovviamente al termine di ogni fase compariranno dei boss piuttosto coriacei.
    Il Protocollo D'Intensificazione è dedicato a giocatori con un alto livello di potere, e rappresenta in effetti una delle attività più difficili del DLC. Il problema è che questa difficoltà non sembra del tutto onesta: è chiaro infatti che il Protocollo sia pensato per un discreto numero di giocatori, e per vedere il boss finale, anche presupponendo di avere il massimo livello di potere (fissato a 385 per gli acquirenti del DLC), un solo strike team potrebbe non bastare (del resto nelle ultime due ondate il livello dei nemici è 400).

    Visto che in pattuglia si può andare soltanto in tre, allora, l'ostacolo principale al completamento dell'attività è soprattutto organizzativo: bisogna trovarsi con altri giocatori che abbiano un livello adeguato e che siano disposti a giocare assieme, e bisogna idealmente accettare di non poter comunicare con i nostri improvvisati compagni di avventura.
    Una situazione concettualmente tremenda, che ha già imposto alla community di trovare dei fantasiosi "escamotage" per ingannare il matchmaking del gioco.
    Insomma: l'idea che ci siamo fatti è che la difficoltà principale del Protocollo sia legata soprattutto a questioni logistiche, per una strategia non pienamente giustificabile o comprensibile.
    Assieme alla nuova destinazione marziana, La Mente Bellica porta con sé anche un nuovo "Covo dell'Incursione", una sorta di Raid in miniatura che ci riporta sul Leviatano e ci mette al cospetto del gigantesco Ca'uor, ultimo "giocattolo" dell'imperatore Calus.

    Le impressioni sul Pinnacolo Siderale sono complessivamente positive: si tratta di un'attività più strutturata e duratura rispetto all'incursione nel Divoramondi, con un maggior numero di fasi attive ed una minore attenzione al platforming. Ironicamente sono però le sequenze in cui si salta, esplorando l'enorme pancia metallica della nave di Calus, quelle che più convincono a livello scenico, dal momento che le altre recuperano lo stucchevole immaginario aureo del Leviatano.
    Le varie prove sono per altro molto complesse, richiedono attenzione e coordinazione, ma per ispirazione e struttura non c'è nessun momento che superi l'ottimo scontro con Argos (senza scomodare le fasi mitologiche dei raid del primo Destiny, ovviamente).Dispiace anche che la battaglia con Ca'uor non ci dia nessuna risposta sulla natura del Leviatano e sui veri obiettivi di Calus, che sembra interessato soltanto da "addestrare" i Guardiani in virtù dell'arrivo di chissà quale minaccia. Per ottenere risposte concrete ci toccherà probabilmente aspettare l'espansione di settembre.
    Complessivamente, alla fine dell'esperimento dei "raid lair" ammettiamo che avremmo forse preferito due Incursioni classiche piuttosto che un Raid principale e due rami secondari, e speriamo che il team di sviluppo voglia correggere la rotta a partire da questo autunno.

    Assalti, Crogiolo, Esotiche, Livello di Potere

    Buona parte delle altre novità che hanno in qualche modo "rassettato" Destiny 2 non sono direttamente legate al DLC, e sono arrivate invece con l'update gratuito che ha dato il via alla terza stagione. Ad esempio è stata rivista la struttura e la natura degli assalti eroici, che hanno adesso dei modificatori giornalieri in grado di renderli meno prevedibili. Nonostante questo è difficile considerare gli Assalti (al di là del Cala la Notte) come delle attività davvero interessanti per chi ha intrapreso la scalata verso il level cap. Abbastanza vistosa, inoltre, la solita tendenza al riciclo di Bungie, che ancora una volta ha estratto due delle missioni della campagna per trasformarle nei nuovi Strike disponibili per tutti i giocatori. Solo gli utenti PS4 hanno un assalto completamente inedito, piacevole ma non ai livelli dell'ottimo Pyramidion.

    La ristrutturazione del Crogiolo passa invece per l'inserimento di due diverse classifiche per i giocatori, a seconda che si decida di giocare le partite veloci oppure le competitive. Nel primo caso il ranking è solo incrementale: più si gioca e più si sale, ed una volta arrivati alla fine è possibile resettare tutto come per guadagnare un "grado di prestigio" ormai diffuso in tutti gli sparatutto multiplayer. Così facendo, per altro, è possibile ottenere equipaggiamento discretamente potente.
    Il rank del competitivo, invece, sale e scende a seconda del numero di vittorie o sconfitte, e l'obiettivo in questo caso è quello di raggiungere il grado tre, per conquistare così l'arma stagionale.
    L'introduzione di Gloria e Valore sarebbe decisamente apprezzata, se non fosse che Bungie ancora non ha risolto i problemi del Matchmaking. Destiny 2 continua ad assemblare le partite secondo criteri se non altro bizzarri, prediligendo, al bilanciamento, la velocità nella costruzione del match.

    Capita insomma di trovare partite male assortite, con ad esempio quattro giocatori singoli che affrontano un team composto da "3 + 1". Alle volte si finisce invece in squadre non complete, costretti a subire l'inferiorità numerica.
    Le incertezze del matchmaking devono essere risolte al più presto, magari facendo in modo che l'algoritmo di creazione delle partite tenga conto in maniera più intelligente dei nuovi valori aggiunti con l'update. Discorso a parte vale per le Prove dei Nove, ormai attività dedicata solo ed esclusivamente ai mostri del PvP, che fanno il bello e il cattivo tempo, dal momento che gli accoppiamenti non tengono assolutamente conto del livello della squadra, e quasi sempre i match si risolvono in un gioco al massacro.
    Senza mezzi termini ottima la revisione di una cospicua parte delle armi esotiche, che adesso sono più caratterizzate nelle modalità di fuoco e più determinanti in molte situazioni (sia nel PvP che nel PvE). Finalmente Destiny 2 si riappropria di uno degli elementi distintivi del brand, rivalutando l'importanza delle bocche da fuoco più rare. L'aggiunta dei Catalizzatori, in grado di rendere "prodigiose" alcune esotiche, è inoltre perfetta per chiunque voglia massimizzare l'efficacia del proprio armamentario sulla lunga distanza.
    Ultima nota prima di chiudere la dedichiamo all'acquisizione dei livelli di potere, che Bungie ha reso lievemente più complessa. Usiamo specificatamente questo aggettivo, perché al di là delle dichiarazioni del team di sviluppo, la corsa verso il level cap non sembra essere così tanto frenata. Con un po' di pianificazione e un pizzico di tattica nella decifrazione degli engrammi di alto livello, è possibile superare il livello 360 anche in questa prima settimana di vista del DLC. Tra pietre miliari, incursioni e nightfall immaginiamo che un altro paio di settimane siano sufficienti per toccare la vetta: forse un po' troppo poco se si considera che i contenuti di Warmind dovrebbero bastare perlomeno fino a settembre.

    Destiny 2 Destiny 2Versione Analizzata PlayStation 4 ProLa Mente Bellica è un DLC migliore rispetto al precedente, con un'offerta comunque commisurata al prezzo di vendita (che, lo ricordiamo, è tutt'altro che esoso). Parte della sua forza deriva anche dagli interventi di restaurazione più generali, disponibili per tutti i giocatori e necessari a rendere Destiny 2 un gioco più convincente. Chi è rimasto fortemente deluso dalla produzione e l'ha abbandonata ancor prima dell'uscita della Maledizione di Osiride, in ogni caso, difficilmente si farà convincere da Warmind. Chi invece a Destiny 2 è rimasto più o meno fedele, bazzicando di tanto in tanto sui server di gioco, oggi sa di trovarsi per le mani un prodotto migliore. Bisogna ancora lavorare per risolvere certi problemi storici (in primis quelli legati al matchmaking, ma anche quelli relativi all'organizzazione del deposito e dell'inventario), ma per lo meno le fondamenta del progetto sono state rese più solide. Fra alti e bassi, La Mente Bellica riesce complessivamente a spuntarla, potenzialmente allungando di qualche mese la vita del prodotto, senza però brillare su alcun fronte. A settembre ci sarà davvero l'appello più importante, per lo sparatutto di Bungie: con l'espansione autunnale e l'inizio dell'anno due si dovrà fare in modo che tutte le modifiche di questi mesi vengano supportate da una quantità di contenuti importante. Classi, nemici, incursioni, destinazioni: ora che la struttura c'è, servono i contenuti.

    7.5

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