Recensione Destroy all Humans!

Orrenda Invasione. Doppia analisi dell'ultimo lavoro Pandemic

Recensione Destroy all Humans!
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  • PS2
  • Vi proponiamo una doppia analisi dell'ultima fatica Pandemic Studio. Nelle due pagine che seguiranno leggerete due visioni parallele di Destroy All Humans. La votazione del titolo deriva dunque dalle singole proposte di voto dei due redattori.

    Buona Lettura.


    Terrore dallo spazio profondo

    L’america degli anni cinquanta, un caleidoscopio fatto di insegne al neon, fast food e drive in. Uno strano, mieloso mix di sorrisi tanto finti quanto burrosi e di ottimismo; una nazione perbenista che usciva dalla recessione e dalla guerra con rinnovato ottimismo. Una società che nella sua candida ingenuità rappresenta da sempre nell’immaginario collettivo la preda ideale di ogni invasione aliena degna di portare questo nome.
    E come in ogni b-movie che si rispetti, lo scenario di un gioco votato alla distruzione dell’intera razza umana non poteva che essere questa america dei buoni sentimenti, segretamente e ironicamente ‘odiata’ nella sua ipocrita ed ostentata perfezione.

    Patetici umani

    Il gioco dei Pandemic Studios, ci pone alla guida di una razza aliena tanto evoluta quanto irrimediabilmente stupida, che nel corso dei secoli ha sperperato il proprio patrimonio genetico in una serie indiscriminata di clonazioni volte alla conquista dell’immortalità. Priva di organi genitali, la razza dei Furon si trova costretta a dare la caccia a ciò che rimane dei propri geni, nella speranza di recuperare una traccia pura del proprio dna. L’attuale generazione di Furon infatti si trova ad ereditare qualche piccolo difetto, essendo ormai una copia, della copia, della copia (elevare all’ennesima potenza) della razza originale.
    Caso vuole che in un passato ormai remoto, alcuni Furon si fusero con i terrestri (con modalità oscure, data la mancanza di organi riproduttivi) lasciando così una preziosa traccia genetica sul nostro piccolo, trascurabile mondo.

    Da qui il pretesto per un’escalation di devastazione di massa, mirata ad estrarre nella maniera più brutale possibile le cortecce cerebrali degli ignari terresti. L’ingrato compito viene affidato al dinamico duo formato da Orthopox e Cryptosporidium, rispettivamente mente e braccio armato di un’improbabile invasione. Mentre lo scienziato Orthopox, comodamente seduto nella nave madre fornisce assistenza e preziosi potenziamenti all’arsenale alieno, spetta a Cripto tutto il lavoro sporco, oltre all’opera di indiscriminata distruzione.

    Lo schema di gioco rispetta i canoni di qualsiasi spara tutto in terza persona, con qualche piacevole aggiunta che porterà alla memoria di molti il classico Grand Theft Auto. Il vero cuore del gioco, vede il piccolo Crypto, vagare appiedato in piccoli e grandi centri urbani, armato con la fedele Zapomatic (un raggio elettrico capace di uccidere i terrestri preservandone i preziosi cervelli), seminando distruzione e morte al suo passaggio. Alla distruzione indiscriminata si aggiungono piacevoli diversivi che vanno a modificare parzialmente la meccanica di gioco. Grazie ai suoi poteri mentali, Crypto è in grado di muovere e lanciare oggetti sempre più grandi, leggere nella mente dei terrestri, ipnotizzarli per costringerli ad attirare l’attenzione dei propri simili e di assumere per breve tempo il loro aspetto.

    I poteri mentali aggiungono freschezza ad un sistema di gioco solido ma altrimenti datato. È impossibile descrivere quanto sia divertente travolgere una folla terrorizzata lanciandole contro un’auto della polizia, o uccidere una mucca sbattendola violentemente a terra. La possibilità di assumere l’aspetto di un terrestre introduce un’insolita modalità stealth che costringe il giocatore a leggere in continuazione le menti dei terrestri per ripristinare l’energia mentale di Crypto (necessaria a mantenere il ‘travestimento’) e a sfuggire come la peste gli agenti speciali che compaiono nelle fasi avanzate del titolo, capaci di smascherare immediatamente il “povero” alieno.

    Ma non è tutto oro quel che luccica: ben presto ci si rende conto che più che ad una vera e propria modalità stealth si ha di fronte un sistema di gioco che non perdona il minimo errore e costringe i giocatori ad un estenuante e frustrante serie di tentativi per evitare di essere individuato dagli “uomini in nero” e ad una continua e ripetitiva lettura delle menti altrui. Un sistema che non mancherà di divertire ad un primo test ma che diventa frustrante e ripetitivo nel corso del gioco, quando il giocatore si trova costretto a ripetere in continuazione le stesse azioni.

    Lo stesso non si può dire del resto del titolo che brilla per ironico sadismo, una qualità che permea la produzione sia per quanto riguarda le sequenze giocate che per i numerosi intermezzi alle missioni. Una ampia gamma di armi garantisce ore di divertente massacro, ed impersonare, finalmente, un antieroe cinico, spietato e verosimilmente comico (in accordo ai canoni della fantascienza anni 50) è una vera ventata di aria fresca. Come resistere alla tentazione di utilizzare la fantomatica “sonda anale”? O di abbattere interi edifici a bordo di un avveniristico disco volante? Già, perché il titolo Thq permette anche di cavalcare i cieli devastando intere città armati di “raggio della morte”. Di nuovo, un’esperienza che arricchisce il gioco aumentandone lo spessore e la longevità, ma che (al pari della modalità stealth) meritava una maggiore cura da parte degli sviluppatori. Il disco volante infatti non può variare la propria altitudine, limitando di fatto l’interattività delle sessioni di gioco, mentre l’impossibilità di atterrare a piacimento nella mappa di gioco rende la nave spaziale di Crypto inutile come mezzo di trasporto.

    Va detto che ben presto la raccolta delle cortecce cerebrali dei terrestri passa in secondo piano, lasciando il posto a missioni maggiormente stimolanti. Il prezioso dna viene declassato a moneta di scambio per l’acquisto dei vari potenziamenti, una merce non troppo rara che è possibile raccogliere esplorando nuovamente gli scenari di gioco e completando un numero spropositato di sottomissioni. Queste non brillano certo per profondità, limitandosi a costringere il giocatore a distruggere un certo numero di edifici in un determinato lasso di tempo, o a sterminare popolazioni di mucche, o ignari passanti. Un aspetto del gioco che soffre, se ce ne fosse bisogno, della sindrome da incuria: sarebbe bastato un pizzico in più di pianificazione per rendere queste sottomissioni affascinanti e divertenti, così sono soltanto un pretesto per rimpinguare gli strumenti di distruzione del giovane Crypto.

    In gita sulla terra

    I piccoli difetti di gameplay, non possono però oscurare la cura che è stata riposta nella progettazione del gioco. L’atmosfera americana tanto decantata in apertura dell’articolo è ricreata alla perfezione, tanto che seminare panico e devastazione risulta estremamente gratificante. Il character design dei protagonisti e dei loro mezzi è azzeccato ed affascinante così come il gustoso senso dell’humour garantisce che sul volto del giocatore sia sempre disegnato un ghigno di divertita malizia. Particolarmente curati i dialoghi, ahimè disponibili solo in lingua inglese, godibilissimi per chi ha dimestichezza con l’idioma britannico, ma privi della necessaria verve se chi gioca è costretto alla lettura dei sottotitoli, questi sì tradotti in lingua italiana.

    Il motore grafico che accompagna l’azione non soffre di particolari carenze. Raramente il frame rate subisce cali vistosi, pur essendo lo schermo affollato di esplosioni ed effetti particellari degni di nota. Va detto che l’orizzonte che comprende l’area di gioco non è particolarmente vasto e che i modelli poligonali dei patetici umani non brillano certo per dettaglio, ma sono particolari che nel pieno dell’azione passano in secondo piano. Il motore fisico “havoc” garantisce inoltre una fisica quantomeno credibile, così che spostare voluminosi oggetti con i poteri mentali del malvagio nano alieno sia parte cospicua del divertimento nel gioco.
    La colonna sonora è azzeccata e mai invasiva, in linea con l’intera produzione del gioco presenta brani memorabili che ricordano la produzione cinematografica di serie z.
    Ricca la dotazione di extra che variano da filmati promozionali e di promozione ad artwork e bozzetti originali del gioco, fino ad arrivare a spezzoni di classici del cinema di fantascienza come il famigerato “Plane nine from outer space” del compianto Ed Wood.


    PAGELLA:
    Grafica: 6,5
    Sonoro: 7
    Giocabilità: 7
    Longevità: 7,5

    Globale: 7

    Andrea "Erik Rekdal" Canigiani

    Pandemic, telefono casa

    Pandemic Studios, dopo averci fatto difendere la terra da una guerra apocalittica con il bellissimo Mercenaries, ci propone un gioco il cui scopo principale è paradossalmente quello di conquistare il nostro amatissimo pianeta! Cambia il punto di vista ed il protagonista, ma la sostanza resta comunque molto simile: armi, mezzi, esplosioni e tanta distruzione. Ad inizio estate gli alieni hanno invaso i cinema (Spielberg vi dice niente?), ed ora anche la nostra amata console, con un titolo piuttosto controverso, ricco di umorismo e con una sceneggiatura che ricorda molto i vecchi film anni 50. La trama è piuttosto scontata e lineare ma non esente da ottimi spunti e chicche cinematografiche di gradevole fattura. Il pianeta Furon è infuriato con la terra dopo che un loro piccolo abitante grigio si è schiantato nell’ area 51 ed è stato preso, vivisezionato ed analizzato per bene dagli scienziati americani giunti per primi sul luogo dell’ impatto (qualche somiglianza con il caso Roswell?). Eliminare gli umani e conquistare la terra sarà il vostro obbiettivo primario, senza scordarvi di recuperare a tutti i costi i pezzi di DNA alieno e di tecnologia extraterrestre prima che qualcuno ne faccia cattivo uso.

    GTA style



    Dall’ uscita di GTA:St Andrea il senso di libertà nei videogiochi è stato notevolmente rivoluzionato e tutte le migliori case di sviluppo al di fuori della stessa Rockstar hanno tentato di avvicinarsi sempre più a quello che sembra essere diventato ormai uno standard. Anche DAH non fa eccezione, pur basandosi su livelli a missioni predefinite. L’ambiente è molto vasto, anche se circoscritto in un area ben precisa e segnalata su di un radar, vostro grande amico nella maggior parte dei casi. Il senso di libertà totale è in qualche modo “mascherato”, non c’è però di che lamentarsi visto che di spazio per muoversi a piedi o in disco volante ne avrete più che a sufficienza. Ebbene si, l’imbarco sulla terra ferma avverrà tramite il più classico dei mezzi di trasporto alieni, il tondeggiante disco apparentemente innocuo, che potrà essere usato a piacimento per devastare ogni edificio, capannone, macchina e uomo che incroci il vostro infuriato sguardo. Logicamente in ogni zona avrete diversi punti di attracco, sempre piuttosto lontani dai luoghi affollati per non attirare troppo l’attenzione, da cui potrete proseguire la vostra missione a piedi o utilizzando un razzo a propulsione molto simile ad un jetpack che fuoriesce dalla vostra schiena ogni qual volta effettuerete un doppio salto. Logicamente un piccolo alieno grigio alto nemmeno un metro non farebbe paura a nessuno senza un perfetto set di armi di distruzione di massa! Ed è proprio su questo che puntano i furoniani per distruggere e sottomettere la povera razza umana. Sonde anali, pistole taser (in grado di fulminare più di una persona contemporaneamente), raggi disintegranti, bombe antimateria e molte altre, tutte potenziabili raccogliendo punti DNA. Anche la vostra navicella sarà potenziabile in vari modi: raggi laser, bombe soniche, turbine risucchianti e armi extraterrestri davvero coreografiche e dall’ effetto altamente distruttivo. Il nostro piccolo clone alieno possiede, oltre ad un innata cattiveria insana che farà sorridere in molti casi, dei poteri mentali davvero fondamentali per il proseguimento delle missioni. La capacità di lettura del pensiero di ogni persona che incontrerete vi permetterà di apprendere informazioni importanti sulla vita degli umani, riuscire a comprendere la loro struttura sociale, e anche -perché no- farvi quattro risate su alcuni pensieri al quanto bizzarri. Se vi sentite particolarmente cattivi avrete persino la possibilità di utilizzare la vostra forza mentale per mandare letteralmente a pezzi la testa delle persone, in modo da recuperarne il cervello ed eventuali punti DNA: atto piuttosto crudo ma senz’altro divertente. Altre abilità verranno sbloccate con il passare del tempo (come la possibilità di assumere sembianze umane), ma queste risucchieranno sempre più velocemente la vostra barra dell’ energia mentale, facilmente ricaricabile con un po’ di sano riposo. Riposarsi sarà molte volte fondamentale visto che il vostro amichetto grigio è fisicamente poco prestante e anche poche guardie urbane potranno metterlo a KO con qualche colpo di pistola di troppo.

    Havoc sempre più sorprendente

    Graficamente il titolo è davvero ottimo! Colori slavati (l’ epoca degli anni 50 è ricreata alla perfezione) e quasi pastello che rendono l’atmosfera irreale e fantastica, moltissimi pedoni e macchine girano per la città tranquillamente con ottime movenze, realistiche e fluide. Gli edifici sono ben costruiti e di varie dimensioni e disposizioni: palme, erba, campi di grano, mucche (non sapete che alieni e ruminanti vanno sempre a braccetto?) e tutto ciò che vi circonda è realizzato in modo impeccabile e vivere da alieno in un mondo di umani non sarà di certo facile! Anche volando di tetto in tetto attirerete l’attenzione dei pedoni meno distratti e quando si renderanno conto di ciò che stanno osservando non esiteranno ad avvisare le prime pattuglie di poliziotti fino ad arrivare all’esercito ed ai cosiddetti “man in black” dell’ FBI. La cosa che più colpisce è l’infinita potenza del motore Havoc, che permette la distruzione e l’interagibilità con praticamente qualunque cosa si veda su schermo! Dai bidoni dell’immondizia, ai massi, le pietre, persone, case, auto, cartelloni pubblicitari e quant’ altro, davvero strepitoso. Durante l’utilizzo del disco volante è davvero notevole l’effetto degli edifici che cadono tra la polvere delle macerie, del tendone del circo che si sgonfia sotto i colpi di laser, delle macchine che vengono sbalzate a metri di distanza dopo un colpo sonico. Purtroppo per tutto questo ben di Dio c’è pure il rovescio della medaglia: un pop up notevole è praticamente onnipresente (ma non darà mai un fastidio eccessivo) e nelle fasi più concitate qualche piccolo rallentamento si intrufolerà tra un esplosione e l’altra. Nulla che rovini l’esperienza videoludica del giocatore, ma sono comunque problemi facilmente notabili, così come l’eccessiva linearità e difficoltà di alcune missioni. Il reparto audio non è nulla di eccezionale ma fa il suo discreto dovere, un piccolo punto a favore per gli effetti sonori davvero eccellenti e realistici. Le urla dei passanti, le esplosioni, i retrorazzi dell’UFO, i clacson delle automobili e le stesse voci dei personaggi principali sono ben doppiate e convincenti, purtroppo la versione italiana è solamente sottotitolata nella nostra lingua.

    PAGELLA:
    Grafica: 8
    Sonoro: 6,5
    Giocabilità: 7,5
    Longevità: 6,5

    Globale: 7,5

    Mauro "Ontherox" Rossetti

    Destroy all Humans! Destroy all Humans!Versione Analizzata PlayStation 2Destroy all humans è un titolo che vive di luci ed ombre. Da un lato la cura nella progettazione del gioco e lo sforzo nel ricreare un atmosfera divertita e divertente rafforzano la solida struttura di uno spara tutto in terza persona originale e indovinato. D’altro canto, una maggiore attenzione nello sviluppo di quelli che sono aspetti minori del prodotto avrebbero sicuramente innalzato il gioco all’olimpo del mondo videoludico. Purtroppo l’attenzione ai particolari sembra caratterizzare solo la parte narrativa del gioco e non il suo gameplay che soffre di un’eccessiva ripetitività e di poca originalità. Passate le prime, esaltanti, ore di gioco ci si trova a ripetere in continuazione le stesse azioni, particolare che inficia la votazione finale del titolo. Ciò non toglie che Destroy all humans sia un titolo divertente, frenetico ed appassionante. Buono per sedute di gioco spensierate, votate alla distruzione (in)sensata e al libero divertimento. Non è un classico, ma manca l’obiettivo di poco. Una vera occasione mancata per un titolo che resta godibile grazie soprattutto ad azzeccate scelte stilistiche. Chi trova stuzzicante l’idea di impersonare un antieroe votato all’estinzione della razza umana troverà sicuramente pane per i propri denti: un gioco meritevole d’acquisto. Per tutti gli altri è caldamente consigliato il noleggio, se non altro per passare divertenti serate a caccia dei cervelli di patetici umani. Andrea "Erik Rekdal" Canigiani Destroy All Human è un gioco davvero buono, molto simile ad un film di fantascienza di seconda categoria degli anni 50. Umorismo, divertimento, distruzione e un ottima realizzazione tecnica ne fanno un ottimo acquisto per chi ha voglia di un titolo leggero e poco impegnativo. L’ottima giocabilità lo rende molto appropriato anche per una partita di breve durata, una missione portata a termine può già soddisfare appieno il giocatore. Purtroppo l’eccessiva linearità e la poca rigiocabilità può far storcere il naso ai puristi del genere. Non è un capolavoro, ma è in grado di far passare ore di puro divertimento e di svago. La famigliarità con un GTA è piuttosto marcata ma non fate l’errore di metterli fianco a fianco: il titolo THQ ne uscirebbe con le gambe spezzate. La distruzione della razza umana è appena cominciata, sarà un grande passo sull’umanità. Mauro "Ontherox" Rossetti

    7.2

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