Diablo 3: Negromante Recensione

Il Negromante debutta in Diablo 3 grazie al DLC Ascesa del Negromante: lo abbiamo provato insieme alla patch 2.6.0 che include interessanti novità.

Diablo 3: Negromante Recensione
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  • Non ve lo nascondiamo, nonostante fossimo preparati alla tanto attesa uscita del Negromante in Diablo 3, vederlo finalmente approdare sui nostri PC in versione definitiva ha costituito per noi un motivo di rara gioia. Lo avevamo già provato in anteprima in un esclusivo PTR, ma osservarlo nel menu principale, consapevoli che da qui a poco aprirà anche la prima stagione a lui dedicata, è stata tutta un'altra cosa. Le carte in tavola sono decisamente cambiate nell'arco di due mesi: sono stati introdotti i leggendari specifici di classe, le abilità hanno subito un bilanciamento globale e, più in generale, il Negromante ha iniziato a mostrare i muscoli come si deve, promettendo faville nel corso dei prossimi mesi.

    Le quattro vie

    I giocatori più esperti di Diablo 3 già sapranno come, almeno nella maggior parte dei casi, la costruzione dell'identità di un personaggio passi attraverso il set principale che indossa. Blizzard ha deciso, almeno in questi primi mesi di vita del Negromante, di guidare il gioco in quattro direzioni principali, costituite da altrettanti set leggendari che conferiscono una sfumatura abbastanza marcata al nuovo eroe, poliedrico come pochi.

    La Grazia di Inarius risulta essere uno dei set che va per la maggiore nell'attuale meta, orientandosi verso i giocatori più inclini allo scontro ravvicinato piuttosto che a sostare nelle sicure retrovie. L'intero gear fornisce vantaggi legati all'Armatura d'Ossa, che infligge sempre più danni e protegge con più sicurezza l'indossatore, consentendogli di rimanere nella mischia per lunghi periodi, fino a quando non rimanga più niente attorno da lacerare attorno a lui. Le Ossa di Rathma sono dedicate a tutti coloro che, nonostante la simpatia dello Sciamano, non vedevano l'ora di tornare a giocare una build pet più seriosa, e gestendo legioni di ossuti guerrieri. Tutto ruota attorno all'abilità Armata dei Morti, forse una delle più devastanti a disposizione, che può ridurre il proprio cooldown man mano che i nostri minion attaccano, innescando una reazione a catena a cui è davvero difficile resistere. Il Manto del Maestro della Pestilenza è indirizzato agli amanti del consumo di cadaveri e, più nello specifico, a chi ama strappare le rigide ossa dal corpo dei nemici per ottenerne delle affilate lance a ricerca. I cadaveri consumati garantiscono un aumento delle resistenze, dei colpi effettuati e dei danni nudi e crudi che andremo a infliggere, in un turbine di sofferenza e dolore dal quale nessuno potrà fuggire. L'Avatar di Trag'Oul è, infine, un set dedicato agli amanti del rischio, ma potenzialmente utile anche per speedfarm ad alti livelli, con i suoi bonus a Flusso di Sangue e alla rigenerazione della vita. Con 6 pezzi tale abilità guadagna gli effetti di tutte le rune, garantendo una rapida mobilità sul campo e, al tempo stesso, una sostenibilità elevata, tanto per sopravvivere nel pericolo, quanto per sfruttare continuativamente abilità che consumano sangue e che, altrimenti, porterebbero il Negromante a una rapida e grottesca morte.
    Tutta questa carne al fuoco, disponibile già dal lancio, costituisce un'occasione sicuramente ghiotta, soprattutto per coloro che hanno avuto modo di esplorare il mondo di Sancatuarium in lungo e in largo, analizzando e spremendo ogni singola build disponibile stagione dopo stagione. La sensazione generale quando si prova il Negromante è quindi riconducibile a un'identità non propriamente definita, in quanto classe adattabile in base alle esigenze e non relegata a un semplice ruolo all'interno del team.

    Una tendenza questa abbracciata solo in un secondo momento dalle altre sei classi disponibili, che risultano, di primo acchito, meglio caratterizzate sul fronte dei ruoli. Il rischio è quindi quello di non sapere esattamente cosa trarre da tutte queste possibilità, generando una sensazione di confusione a cui -molto probabilmente- il giocatore medio di Diablo 3 è completamente disabituato, in quanto perennemente cullato nelle proprie, granitiche, certezze. Il Negromante riesce insomma a dare uno scossone al gioco, allargando le possibilità del gioco di squadra e stuzzicando la fantasia degli avventurieri nel tentativo di scalare le classifiche e riuscire trarre il massimo dal nuovo arrivato. Certo, è ancora presto per dare un giudizio ultimo e definitivo su un personaggio che richiederà molte ore per essere spolpato a dovere e che riuscirà ad esprimere il proprio potenziale solo all'apertura della Stagione 11, quando il vero bacino d'utenza hardcore tornerà a farsi vivo per scoprire cosa di nuovo bolle in pentola.

    Allo stato attuale delle cose, comunque, siamo di fronte a un pacchetto tutto sommato ben confezionato, che offre al prezzo di 14.99€ un personaggio in grado di allungare di parecchio la permanenza sui server di Diablo 3, ma ancora non riesce nel "miracolo" di riavvicinare tutti i giocatori perduti. È infatti innegabile che il contenuto aggiuntivo sia indirizzato essenzialmente ai giocatori già affezionati e assidui, in quanto coloro che lamentano una struttura semplicistica, troppo immediata e poco profonda avranno comunque di che lamentarsi. L'idea stessa di riaccaparrarsi una fetta di vecchi utenti approdati in altri lidi (leggi "Path of Exile" o "Grim Dawn") potrà infatti concretizzarsi solo in parte, poiché questo add-on lascia esattamente il resto del gioco com'era, confermando quindi che i festeggiamenti per il ventennale, nonostante la buona volontà, sono fumosi e un po' svogliati. Gli altri bonus abbinati al Negromante sono infatti interessanti, ma troppo di nicchia per poter realmente fungere da calamita per dei nuovi arrivati. Si tratta di due schede personaggio, una mascotte, uno stemma, un paio d'ali e un'espansione della cassa degli oggetti: decisamente poco per un neofita, che paradossalmente potrebbe attendere con maggior veemenza il tanto rumoreggiato remastered di Diablo 2 (che, a tal proposito, speriamo venga annunciato e pubblicato entro l'anno, a questo punto).

    E per chi non paga?

    La patch 2.6.0 porta con sé anche alcune novità per quanto riguarda i giocatori non paganti, più nello specifico un paio di aree nuove e una nuova modalità di gioco. La Brughiera Fosca e il Tempio dei Primogeniti si presentano con una ben precisa filosofia artistica, che in questo caso cerca di cavalcare l'onda dark del Negromante, con livelli molto cupi e dalle tinte sataniche. Oltre a nuove immonde bestie, come lupi mannari e deformità varie, sono i seguaci delle sette i veri avversari da affrontare nel tentativo di concludere le bounty di turno. È encomiabile in tal senso il lavoro di Blizzard nel dare un carattere sempre ben definito a tutte le nuove aggiunte, cercando di renderle coerenti col resto mondo e allo stesso tempo innovando sul fronte del design artistico e di gameplay.

    L'altra grossa novità riguarda però i Varchi di Sfida, una nuova modalità aggiunta per dare un respiro più ampio all'esperienza, spezzando con il solito tran tran fatto di Varchi e Missioni e suggerendo anche stili di gioco diversi da quelli a noi più congeniali. Si tratta di varchi da affrontare con build e gear non modificabili, nel tentativo di battere un tempo dettato da un giocatore e ottenere, così, un pacchetto di ricompense in materiali pregiati. Le implicazioni di questo contenuto vanno al di là del semplice sveltimento delle ronde, poiché può essere in grado di aprire gli occhi su modi completamente nuovi di giocare, magari ampliando le proprie vedute su una build o su una classe, incitando alla sperimentazione e al cambiamento. Uno spirito che, abbinato al susseguirsi delle stagioni, tenta in ogni modo di spezzare l'inevitabile monotonia di un titolo che sembra sempre volersi risollevare, per poi ricadere miseramente per lunghi periodi in uno stato di indeterminatezza generale.
    Non è infatti ben chiaro a questo punto cosa costituisca questo pack del Negromante all'interno della politica Blizzard nella gestione di un brand che è sempre più difficoltoso da supportare, sebbene riesca a mantenere una fin troppo esigua fetta di appassionati fedeli. Che si tratti di un bonus legato esclusivamente al ventennale, oppure del primo di una lunga serie di contenuti aggiuntivi destinati ad ampliare l'offerta di Diablo 3, diventa innegabile l'esigenza di una nuova rivoluzione strutturale, forse ancor più radicale di quella di Reaper of Souls nel 2014. La strada più semplice potrebbe sembrare quella di un nuovo capitolo che spazzi via un po' anche l'ormai ingiustificata nomea negativa che si accompagna a questa terza iterazione del brand, ma a conti fatti anche una seconda espansione potrebbe rivelarsi sufficiente, se realizzata con criterio e maestria.

    Diablo III: Reaper of Souls Diablo III: Reaper of SoulsVersione Analizzata PCIl DLC Ascesa del Negromante è un contenuto decisamente goloso per tutti gli appassionati di Diablo 3 e probabilmente attirerà anche qualche utente della vecchia guardia più nostalgica e ostinata. Grazie a una discreta varietà e ad un potenziale in larga parte ancora nascosto, di sicuro porterà una vantata di freschezza ad un titolo che ha assoluto bisogno di espandersi e reinventarsi. Purtroppo, ed è bene sottolinearlo, si tratta comunque di un palliativo che può arginare efficacemente la noia, ma non può durare da solo all’infinito, specialmente di fronte alle esigenze di una community votata all’innovazione continua. Ciò non toglie che questo contenuto sia un segnale chiaro e positivo della volontà di non lasciar morire un brand storico che iniziavamo a considerare una causa persa. Chissà che Diablo 3 possa in questo modo iniziare un proprio percorso di crescita, magari supportato da qualche altro annuncio importante al Blizzcon 2017. Una rinascita complessa, ma non impossibile: decisamente in linea con gli agili scheletri che ci terranno compagnia in questa estate spettrale ed afosa.

    7.5

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