Recensione Dino Crisis 3

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Recensione Dino Crisis 3
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  • Pc
  • Un carico d'orrore dal profondo spazio

    E' il 2xxx quando improvvisamente,
    riappare nello spazio la Ozymandias, un'astronave cargo partita centinaia di
    anni prima dalla terra e scomparsa nel nulla. Immediatamente viene mandata
    un'astronave del team Special Ops con l'intento di entrare in contatto con la
    Ozymandias, ora diretta verso la terra, ma appena viene finalmente individuato
    questo relitto fantasma, i cannoni della Ozymandias si attivano disintegrando la
    nave dello Special Ops. Fortunatamente tre astronauti riescono a scamparla e
    vengono proiettati nello spazio dove, grazie ai JetPack montati sulle loro tute,
    riescono a raggiungere i portelli di accesso alla Ozymandias. Quella che sembra
    essere la loro nave-salvezza si rivela invece una bara carica di morte e di
    dinosauri mutanti. A Patrick e Sonya, gli unici che sopravviveranno nei primi
    istanti di esplorazione, il compito di sciogliere il mistero della Ozymandias
    tentando ovviamente di rimanere vivi.

    Un carico
    d'orrore dagli studi Capcom

    Dino Crisis 3 parte quindi con delle
    premesse abbastanza intriganti e nell'idea degli sviluppatori c'era
    l'intezione di regalare un'esperienza che, sulle basi di un action-shooter,
    guadagnasse poi toni di avventura e puzzle con atmosfere da survival horror. Nel
    gioco controlliamo per lo più Patrick con il quale esploriamo le stanze
    componenti la Ozymandias e nella nostra progressione all'interno del vascello
    (progressione abbastanza lineare) dovremo sia scontrarci con le creature che
    albergano la Ozymandias, sia risolvere alcuni puzzle per poter rendere
    accessibili locazioni che prima non lo erano. E qui iniziano i dolori.

    Nonostante il gioco sia full-3d, tutte le locazioni sono gestite con un sistema
    di camere semi-fisse. In pratica è come se in ogni locazione ci fossero più
    telecamere ed a seconda di dove vi trovate nella locazione, viene utilizzata
    quella che dovrebbe essere la più comoda ad inquadrare l'azione. Notate bene il
    dovrebbe perchè è tutto qui l'enorme problema di Dino Crisis 3: le telecamere.
    Purtroppo bisogna riscontrare che nel 95% dei casi punteranno in direzione
    assolutamente inutili ai fini dell'azione. Se il problema dei nemici non
    inquadrati a volte affligeva anche Resident Evil, qui su Dino Crisis assume una
    rilevanza enorme poichè i vostri nemici sono estremamente più dinamici degli
    zombie e quindi costantemente corrono fuori campo. Aggiungeteci pure che i
    dinosauri appaiono tramite dei portali (quindi sbucano un pò ovunque) e che il
    fatto di stare in un ambiente 3D non permette nemmeno di sfruttare corridoi o
    limitazioni d'ambiente per prevedere i pattern nemici, vi troverete quindi
    molto presto a sparare appena entrare in una stanza (per sicurezza) e poi
    saltellare un pò a caso sperando di entrare nell'alrea di una telecamera che
    permetta di capire un pò meglio la situazione.

    Questo è un vero peccato perchè, in quei rari casi in cui la telecamera
    funziona, lo scontro è anche interessante. Patrick difatti ha la possibilità di
    charge (alla RType) sul colpo, nonchè la possibilità di montare i WASP,
    particolari dispositivi a cariche che permettono attacchi speciali che uniti ad
    un buon controllo sul JetPack offrono sicuramente momenti piacevoli agli amanti
    dei shooters. Il problema però della camera è veramente troppo invasivo, e si
    ripropone pure nelle parti del gioco dove dovrete saltare qualche piattaforma e
    qui, quasi con triste ironia, abbiamo addirittura cambi di inquadratura mentre
    fate i salti (in modo che vi ritrovate facilmente a premere nella direzione
    sbagliata). Difficile non cadere rapidamente in frustrazione. La parte puzzle è
    discretamente ben fatta. La componente principale si basa sulle "trasformazioni"
    della nave, ovvero la possibilità di mutare la forma della Ozymandias grazie a
    terminali di controllo, liberando l'accesso per aree precedentemente
    irraggiungibili. Perlomeno risulta una tipologia di puzzle abbastanza coerente
    con l'ambientazione e che prova un approccio diverso dal solito "metti
    l'oggetto tondo nel buco tondo per aprire la porta".

    Una realizzazione tecnica scintillante. Pure
    troppo

    Dino Crisis 3
    rappresenta la seconda grossa esclusiva Xbox e di conseguenza le aspettative
    erano decisamente alte anche per il comparto tecnico. Che dire... ...globalmente
    si può afferamare che il tutto è realizzato con una cura molto buona. I filmati
    in computer grafica sono tutti al livello degli ormai ottimi standard ci cui la
    casa ci ha abituato ed il motore real-time del gioco è sicuramente un "motore da
    XBox". Se tecnicamente si può dir poco dinnanzi ad un solidissimo motore che
    offre 60FPS, ottima pulizia video, texture definitissime, eccellenti
    bagliori/riverberi, ottime luci ed effetti metallici un pò ovunque, un pò meno
    soddisfacente è l'aspetto artistico.

    A livello di design l'astronave è veramente ben realizzata e pur nella
    ripetitività di un'ambientazione totalmente incentrata all'interno di uno
    scafo metallico, bisogna riconoscere che è stato fatto un buon lavoro di disegno
    dei livelli. Ogni ambiente è facilmente riconoscibile (evitando frustrazione da
    smarrimento) ed i soffitti altissimi danno quel giusto senso di oppressione.
    Capcom però s'è fatta prendere la mano e praticamente ogni superfice metallica
    sembra quasi uno specchio tirato a lucido, rovinando decisamente quella che
    dovrebbe essere un'atmosfera di un'astronave dov'è successa una carneficina.

    I modelli dei dinosauri sono ben fatti e tutto è ben animato, peccato solo che
    Capcom sia andata al risparmio e, tolti gli splendidi boss (dove gioite, le
    telecamere funzionano anche discretamente), incontrerete solo tre tipi di nemici
    "standard". Un vero peccato perchè l'asetticità della nave (che invece avrebbe
    dovuto mostrare segni della precedente presenza dell'equipaggio) unita alla
    poca varietà dei nemici, induce un certo senso di ripetitività. Considerate poi
    che pochi nemici standard equivalgono anche a soli tre "pattern di attacco",
    un' ennesimo colpo ad una giocabilità già afflitta da problemi.

    Minimalismo docet

    Tra le cose
    che avrebbero sicuramente potuto rendere più tangibile l'atmosfera c'è
    sicuramente il sonoro. Una colonna sonora incalzante e soprattutto degli effetti
    sonori per alzare la tensione avrebbero potuto marcare maggiormente l'azione.
    Purtroppo però anche qui Capcom è andata al risparmio. La colonna sonora è anche
    adeguata ma, ed è una delle pochissime volte che ci è successo, è così breve da
    rendere facilmente individuabile quando si ripete. Davvero un brutto effetto.
    Gli effetti sonori invece rientrano abbondantemente nello standard-senza voglia
    di stupire. Buono, per quanto possa essere fondamentale, il doppiaggio dei
    filmati in CG.

    Una saga nata sotto una cattiva
    stella

    Purtroppo Dino Crisis 3 si riconferma come la saga più ambigua
    di casa Capcom. Ricchissima di potenziale, nelle due precedenti incarnazioni ha
    già creato reazioni contrastanti a causa di meccaniche totalmente differenti che
    vanno dal survival horror del primo eccellente capitolo, al valido arcade del
    secondo capitolo. Le idee alla base di DC3 erano valide, i presupposti c'erano
    tutti e probabilmente era un capitolo che avrebbe potuto far sposare bene sia la
    meccanica arcade-shooter sia gli elementi esplorativi/puzzle, il tutto con una
    storia sufficientemente affascinante a fare da background. Purtroppo pochi ma
    grossolani errori segano le gambe al titolo poichè inficiano proprio sul cuore
    di un gioco: la meccanica di base. Considerate anche che dalla release
    Giapponese (che già mostrava questi problemi) sono passati quasi sei mesi ed in
    molti erano convinti che Capcom si fosse presa il tempo per sistemare la
    telecamera. Invece Dino Crisis 3 si presenta oggi esattamente come mesi fa, solo
    con in più doppiaggio. Decisamente sintomo di poca buona volontà. E allora
    perchè dovremmo comprare un titolo così premiando così poco sforzo?

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