DiRT Rally 2.0 Recensione: Codemasters taglia il traguardo con stile

Siamo saliti al volante del nuovo gioco di corse di Codemasters e la nostra esperienza si è rivelata davvero eccellente....

DiRT Rally 2.0 Recensione: Codemasters taglia il traguardo con stile
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • Arrivato tra noi nel dicembre del 2015, il primo Dirt Rally è stato un gioco di rottura, completamente diverso da ogni altro capitolo della serie targata Codemasters. Sembrava quasi un esperimento, un progetto parallelo nato semplicemente con lo scopo di tastare il terreno e capire se ci fosse o meno spazio per un rallystico fieramente simulativo, complesso e difficile ma più affine ai palati dei fan sfegatati della disciplina. E adesso eccoci qua, con in mano la nostra copia della sua diretta evoluzione, sintomo inequivocabile del grande successo raggiunto da quell'inaspettato colpo di testa.

    Asfalto, ghiaia e sudore

    Dirt 4 era un buon gioco, perfetto per gli appassionati di racing game palesemente "sim-cade". L'introduzione di nuove meccaniche ludiche - tra cui spicca l'inserimento di un sistema di generazione procedurale dei tracciati - aveva indubbiamente arricchito e impreziosito il pacchetto contenutistico messo in piedi da Codemasters, ma il pubblico sentiva ancora il bisogno di qualcosa in più.

    Tra la fanbase della serie c'era ancora tanta voglia di simulazione, di un gioco dalla curva d'apprendimento feroce e intransigente come fu il primo Dirt Rally. Dirt Rally 2.0 cerca di espandere tutto ciò che ha reso grande il predecessore, impreziosendo l'offerta di gioco con l'ormai immancabile licenza Rallycross - ereditata proprio da Dirt 4 - e un numero considerevole di auto - storiche e non - di ogni tipo. Peccato aver perso per strada una modalità unica e significativa come l'hill climb, forse accantonata proprio per far spazio ai contenuti derivanti dalla licenza ufficiale del FIA Word Rallycross Championship. Una mancanza che non si fa sentire troppo, ma che è impossibile non notare.
    Ciò che più ci ha sbalorditi, soprattutto dopo esserci seduti di fronte a un volante, è stato in ogni caso il feeling di guida, la gestione dei pesi e del grip degli pneumatici sul terreno. Passare dall'asfalto alla ghiaia cambia completamente le sensazioni di gioco, e lo fa in maniera molto più netta e realistica rispetto al passato. Il primo impatto sembra suggerire un gameplay molto similare a quello del primo Dirt Rally, ma andando avanti si iniziano a sentire tutta una serie di sfaccettature inedite. Il risultato finale è davvero impressionante, e lascia intravedere ad ogni curva la cura e la dedizione riposta nel gioco da parte di un team di sviluppo che - coadiuvato da un ben assortito gruppo di (veri) piloti professionisti di rally - ha saputo davvero spremere quanto più possibile l'hardware di riferimento. Il vero problema di questa generazione, del resto, continua ad essere il notevole sbilanciamento tra la potenza della GPU e quello della CPU, ovviamente in favore della prima. Difficile dunque portare a compimento un lavoro così preciso dal punto di vita della gestione della fisica (che da sempre va a gravare principalmente sull'unità di elaborazione principale) come quello messo a punto dal team britannico. In effetti, negli ultimi tempi, soltanto i nostrani Kunos hanno saputo raggiungere un risultato di pari livello.

    Ci avrebbe però fatto molto piacere poter guidare su un maggior numero di terreni, come ad esempio la neve, da sempre una delle sfide più grandi per qualunque pilota di rally. Essendo una condizione piuttosto comune in questa disciplina - basti pensare allo spettacolo visto nelle consuete prove innevate del rally di Montecarlo, oppure di quelli di Svezia e Finlandia - avrebbe sicuramente giovato alla produzione. Il numero di location è ad oggi un po' risicato, ma contiamo che possa essere opportunamente espanso con un supporto post-lancio degno di questo nome. Per quanto concerne la neve, ad esempio, il team di sviluppo è sembrato da sempre possibilista, ed anche la motivazione da loro indicata per giustificare questa mancanza sembra sicuramente valida: la ricerca della perfezione, di un qualcosa che non sia soltanto un orpello estetico, ma piuttosto un vero e proprio elemento di gameplay.

    Tornando in tema di supporto post-lancio, non possiamo che sperare nell'arrivo del supporto per la VR, giunto tramite patch anche nella versione PS4 del predecessore ma tristemente assente in questa versione 2.0. Il primo capitolo, giocato con il caschetto, era probabilmente una delle esperienze migliori che un appassionato di racing game potesse sperare di provare.

    Tra fango e realtà

    Una delle più grandi novità di questo Dirt Rally 2.0, come già vi avevamo anticipato, riguarda l'introduzione di numerosi contenuti ufficiali legati al mondo del rallycross, una famosissima disciplina alternativa perfetta per sfide dirette all'ultimo giro di pista. Il tutto si svolge su tracciati brevi ma estremamente tecnici, secondo le regole ufficiali del campionato mondiale di riferimento. Risulta un'ottima alternativa a base di sportellate alle più tradizionali corse a tappe, ma non fatevi ingannare dalla brevità di ogni singola gara: ciascun evento è composto da ben cinque turni di "qualificazione", e soltanto i migliori potranno accedere alla finale. Sebbene la formula, ormai più che collaudata, continui a funzionare benissimo, il piatto forte resta il rally tradizionale. In questa tipologia di gare il gioco da veramente il meglio di sé, e riesce a mettere in mostra tutto il suo potenziale simulativo.

    Le tappe sono variegate e tutte ricreate basandosi su tracciati reali: sebbene Dirt Rally 2.0 non possa vantare sulla licenza ufficiale del campionato WRC, ciascuna auto è la digitalizzazione (quasi) perfetta di una vettura realmente esistente, e i contenuti sono vari e sempre credibili. Le location sono ben diversificate, e in più di un'occasione ci capiterà di affrontare, all'interno di un singolo percorso, almeno tre o quattro tipologie di terreno diverso.

    E, come dicevamo poc'anzi, passare dall'asfalto alla terra battuta è adesso un'esperienza ancor più soddisfacente. Il grip cambia in maniera repentina: la nostra vettura, che fino a pochi secondi prima, sulla ghiaia grossa, appariva scorbutica e a tratti imprevedibile, potrebbe improvvisamente diventare docile e mansueta non appena si vanno a mettere le ruote su un breve tratto di strada asfaltata. Questo rende ogni tappa una vera e propria sfida.
    Un altro elemento che ci ha piacevolmente sorpresi riguarda la presenza - almeno nella modalità carriera - di una sorta di difficoltà adattiva, grazie alla quale il livello dei nostri avversari risulterà direttamente proporzionale all'efficacia della nostra guida. Questo consentirà a ciascuno di noi di avere sempre pane per i propri denti, indipendente dalla sua bravura.

    Simulazione pura

    Il discorso si fa forse leggermente meno idilliaco nel momento in cui si vanno ad esaminare le modalità realmente disponibili. Il menu è schematico e diretto come quello del predecessore, e ci mostra una carriera presentata in maniera forse un po' troppo spartana, senza troppi fronzoli e senza alcuna spiegazione. Il più grande difetto di questa di porzione di gioco è che non si può giocare offline, scelta che abbiamo onestamente trovato bizzarra e poco sensata. Non che sia un grosso problema nel 2019, ma se l'abbiamo scoperto è perché ci è capitato di provare a giocare senza essere connessi, e come a noi potrebbe succedere - per mille motivi diversi - a chiunque.

    Il nostro scopo non sarà soltanto quello di scalare le classifiche fino a raggiungere la vetta, ma anche quello di restarci, continuando a macinare risultati anche una volta arrivati all'obiettivo. Una trovata sicuramente efficace, capace di donare al gioco una sorta di "endgame" (che andrà però valutato meglio su lungo periodo). A fianco della modalità carriera troviamo poi alcune opzioni più classiche: una che ci permette di effettuare un'intera gara con auto storiche o moderne, la classica prova a tempo e la possibilità di creare un intero campionato personalizzato, sia in solo che online. Ad oggi, eccezion fatta per leaderboard varie ed eventuali, è quest'ultima l'unica modalità online vera e propria. Un'opzione che, nella sua estrema semplicità, ci è parsa una delle caratteristiche più interessanti al di fuori della carriera.
    Questo è, fondamentalmente, l'assetto di tutta la produzione: Dirt Rally 2.0 è austero ma appagante; intransigente ma bellissimo da giocare una volta che lo si è compreso appieno. Anche le impostazioni predefinite sono lì a testimoniare la sua natura scorbutica e seriosa: avviando il gioco si viene catapultati in un videogioco in cui ogni aiuto è disabilitato di default, e la visuale pre-impostata è quella dall'interno dell'abitacolo, la più gettonata per chi gioca con il volante ed è in cerca di una vera simulazione.

    In effetti, se volete davvero godere di tutto ciò che il titolo Codemasters ha da offrire, vi invitiamo caldamente a procurarvene uno: il gameplay cambia in maniera radicale, e dopo poco potrebbe persino lasciar trasparire qualche sprazzo di accessibilità. Il perché è facile da capire: essere simulativi non significa essere "difficili". Anzi, più ci si avvicina alla realtà, e più le reazioni del veicolo risultano prevedibili e gestibili. Se invece volete continuare a dilettarvi con il vostro fidato pad, nessun problema: ci sono tutta una serie di aiuta da attivare per rendere l'esperienza più semplice anche per voi. E in realtà, a dirla tutta, se siete sensibili e gestite bene gli stick analogici, si può giocare bene senza aiuti anche con il pad. Se vi sembra che il navigatore sia troppo rapido e tenda ad anticipare troppo la lettura delle note, potete personalizzare completamente anche questi aspetti. Dobbiamo ammettere però che il preset utilizzato dal gioco è già di per sé uno dei migliori (e più verosimili) mai visti in un gioco di rally.

    Un'ottima carrozzeria

    Su PS4 Pro il livello di dettaglio raggiunto da Dirt Rally 2.0 è molto alto ma non così eccelso come ci saremmo aspettati. I modelli delle auto sono senza ombra di dubbio di pregevole fattura, ma non manca qualche piccola sbavatura di troppo negli elementi di contorno. Le location, come già detto in precedenza, sono invece molto varie e ben caratterizzate. Ottime, come al solito, le deformazioni dovute agli urti, che in giochi come questo non sono affatto elementi secondari. In un prodotto basato su una disciplina come quella del rally, del resto, una gestione corretta dei danni è fondamentale per riuscire a ricreare l'urgenza di preservare il proprio mezzo, di non strafare per portare a casa la pelle e non rischiare di compromettere il risultato dell'intera gara per una singola prova speciale.

    Se ne vedono davvero di tutti i colori: dal più classico vetro rotto a intere portiere che volano - o, meglio ancora, si aprono e chiudono da sole in continuazione - fino ad arrivare ai ben più seri danni alla trasmissione, alla ruote o al motore. Bisogna stare davvero attenti, oppure i trenta minuti di tempo tra una tappa e l'altra potrebbero non bastare per rimettere in sesto il nostro bolide. Della fisica, invece, abbiamo già parlato abbastanza. Il lavoro svolto in tal senso è stato semplicemente magistrale: sembra di essere tornati ai bei tempi di Dirt Rally, ma con quel qualcosa in più che gli mancava. Da giocare, insomma, il nuovo titolo di Codemasters è semplicemente fantastico.

    DiRT Rally 2.0 DiRT Rally 2.0Versione Analizzata PlayStation 4 ProCodemasters ha deciso di accantonare la serie principale, da troppo tempo associata a una tipologia di gameplay troppo arcade, per tornare al realismo senza compromessi di Dirt Rally. Con questo capitolo 2.0 il team britannico ha migliorato quasi tutti gli aspetti del gameplay del predecessore, senza però riservare lo stesso trattamento al pacchetto contenutistico ad esso associato. I menu spartani nascondono un parco modalità buono, ma tal volta fin troppo essenziale. Guidare una qualsiasi della vetture disponibili, però, dà un soddisfazione tale da cancellare ogni possibile traccia di malcontento dalle facce dei giocatori. Per tutti gli appassionati della disciplina in questione e dei giochi di corse in generale, questo Dirt Rally 2.0 è davvero una fermata quasi obbligata. Se solo ci fosse stato il supporto alla realtà virtuale, probabilmente sarebbe stato il gioco di rally perfetto.

    8.8

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