Recensione Disney Universe

Recensito il party game cooperativo/competitivo Disney

Recensione Disney Universe
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • Wii
  • PS3
  • Pc
  • Eccezion fatta per alcuni difettucci Disney's Epic Mickey lo scorso Autunno è stata una gradita sorpresa. Per la prima volta il colosso dell'entertainment sdoganava uno dei suoi maggiori personaggi all'interno di un videogioco: non più un tie in tratto dal film natalizio, bensì un esperimento interattivo ex-novo affidato ad una delle figure storiche dell'industria, Warren Spector.
    Disney Universe, disponibile dal 28 Ottobre per Xbox 360, Playstation 3, PC e Wii, condivide la stessa logica di fondo: implementare i personaggi della casa di Topolino all'interno di un universo inedito legato da una storia scritta per l'occasione. Certo, a parte questa considerazione i due videogame sono totalmente agli antipodi: se Epic Mickey si rivolgeva ad un pubblico di videogiocatori navigati e faceva leva sul single player, Disney Universe vanta un'anima multigiocatore e si rivolge alle famiglie. E' cooperativo fino a quattro giocatori, ma ci vuole un nonnulla per divenire competitivo; la sottilissima linea tra i due aspetti è varcata costantemente ed il gioco non fa nulla per ostacolare il ribaltone da una pacifica cooperazione a indiavolata lotta.
    Attorno a questa idea intrigante si costruisce la novella esperienza proposta da Disney Interactive Studios e Eurocom. E' bastevole ad assicurare un buon divertimento, specie ai più piccini?

    Cattivi alla riscossa

    Il Disneymondo è in subbuglio. L'entità assolutamente malvagia Hex se ne è impadronito di punto in bianco. I suoi robottini (ma alcuni sono anche oni) rosso-neri bazzicano per le ambientazioni più iconiche, facendo opportunamente la guardia ad alcuni dei più celebri eroi: Jack Sparrow, Alice, Mike Wasosky.
    C'è un cattivo che spadroneggia trasversalmente, insomma. La risicata trama, condita livello dopo livello da simpatiche quanto passabili scenette aventi per protagonisti i robottini, assomiglia notevolmente all'Emissari del Subspazio di Super Smash Bros Brawl con mondi eterogenei tra loro squassati da un nemico comune.
    Ma la trama è solo una pretesa per intrappolare altri personaggi utilizzabili (che, ahinoi, per essere utilizzati vanno successivamente acquistati nel Negozio) e per coinvolgere nella mischia quanti più giocatori possibili. Nel disco di gioco sono presenti sei mondi, ciascuno composto da tre ambientazioni, sviscerate nell'arco di tre livelli con l'ultimo avente per protagonista un boss o una sfida di difficoltà superiore. Le ambientazioni fotografano momenti significativi delle pellicole Disney: ad esempio per Monsters & Co si ha l'iniziale addestramento per spaventare i bambini con bambolotti al posto degli infanti, si prosegue incontrando lo Yeti (qui il protagonista ludico è il ghiaccio) e infine si ritorna in fabbrica per una fuga rocambolesca aggrappandosi alle porte in movimento. Questo vale per tutti i mondi di gioco, con alcune ambientazioni più riuscite di altre, ma in generale la qualità del level design è mediocre: poche le trovate innovative, molti gli elementi ripetuti con poche varianti e rari gli appigli significativi al plot del film in oggetto.
    Ci si destreggia perlopiù tra enigmi ambientali e scontri con orde di nemici: i primi spesso si risolvono nel premere una leva/un bottone, i secondi assumono i connotati di risse furiose. Poche le combo disponibili, tutte incentrate sul tasto X da cui deriva l'attacco normale, lo slam (salto con A e poi X), oppure il colpo a piroetta (A+X contemporaneamente): un sistema molto semplificato che non permette tatticismi o attacchi congiunti con il proprio compagno. L'azione è confusa e arraffona, gli avversari attaccano con casualità; difficile evitare i loro attacchi con schivate o che altro, molto facile iniziare a malmenare i propri compagni indistinguibili nella baraonda generale.
    Con lo scopo di incentivare la rigiocabilità ciascun livello se riaffrontato offre pattern d'attacco diversi e tendenzialmente più difficili, ma occorre specificare come la sequenza con cui si affrontano i mondi di gioco è decisa dal giocatore (previo esborso di oro) e la difficoltà si mantiene costantemente allo stesso grado (varia invece nei tre livelli di ciascuna ambientazione). Esistono alcune missioni secondarie, passaggi segreti, forzieri da aprire e agguantare le stelle che incrementano il livello del personaggio, ma hanno una finalità legata alla competizione contro i giocatori in quella partita piuttosto che al fattore longevità.
    Al termine di ciascuna tranche di tre livelli i giocatori sono organizzati su un podio a quattro, le cui rispettive posizioni sono assegnate in base all'ammontare di oro raccolto, di stelle recuperate dai forzieri, di respawn e nemici eliminati. Tale classifica assume un'importanza vitale nell'economia del gioco, in quanto incita a più non posso la competizione: si può concordare di affrontare il livello con la massima cooperazione, ma alla fine c'è sempre qualcuno che arriverà primo e arriverà secondo. A questo punto perchè non mettere i bastoni tra le ruote agli altri giocatori?

    Intervista a Iain Riches

    Mentre preparavamo la recensione, abbiamo avuto la possibilità di intervistare Iain Riches, senior producer in Disney Interactive Studios, nella nuovissima sede di Disney Italia a due passi dalla stazione Centrale di Milano. Ne è nata senz'altro un'intensa rivalità consumatasi in Disney Universe a suon di sfottò e sfide all'ultima moneta d'oro, risoltasi poi pacificamente in un'interessante faccia a faccia. Riches ha immediatamente confermato le nostre ipotesi in quanto ispirazione, citando Super Smash Bros, i vari Lego Batman e Lego Star Wars, nonché Powerstone. Non è contemplato Epic Mickey, sia perchè il nuovo gioco rifugge i motion controller sia perchè è focalizzato sul multiplayer.
    Interessante la modalità di scelta dei personaggi: “avevamo una lunga lista tra cui scegliere: abbiamo selezionato tre sottocategorie, i film in animazione classica destinati ad un pubblico infantile (Il Re Leone, Aladin), film medi che possono piacere anche agli adulti come quelli Pixar e infine una di alto rango comprendente l'Alice di Tim Burton e Pirati dei Caraibi Oltre i confini del mondo”. Più che un videogame per giovincelli, Disney Universe è un'esperienza destinata a tutta la famiglia!

    Non proprio gratuito

    Non va sottovalutato l'aspetto immaginifico di Disney Universe. La licenza è sfruttata sopratutto nei costumi indossati dai personaggi; di base sono alienucoli alla Stitch dalle buffe espressioni, ma grazie ad una serie di ampi e goffi copricapi si possono trasformare negli eroi Disney. Sul disco di gioco si trovano 40 costumi, solo una manciata già sbloccati: ogni mondo di gioco esprime i propri, prodigandosi spesso in scelte non canoniche (Randall da Monster & Co, Quorra da Tron Legacy, la cavalletta dei primi momenti di Wall-E) a fianco degli ovvi protagonisti delle rispettive pellicole.
    Gli sviluppatori, però, hanno pensato ulteriori costumi non legati ai livelli di gioco: Topolino non poteva non essere della partita, con lui anche Paperino e Pippo, immancabile Nemo, simpatica Rapunzel.
    La forza del gioco risiede - potete immaginare - nei DLC, venduti con Microsoft Points all'interno di un apposito Negozio in-game: in futuro saranno venduti mondi di gioco (si ipotizza pacchetti tematici alla Little Big planet o Angry Birds Season: sotto natale dovrebbe arrivare il pack di Nightmare Before Christmas), costumi, ma già al lancio troviamo power up inediti oscillanti tra i 50 e i 200 punti. Disney Universe non si avvale del modello di vendita denominato freemium (gratuito con contenuti bonus a pagamento), eppure è evidente l'intenzione di esplorare tale mondo distribuendo il pacchetto di base ad un prezzo budget, monetizzando grazie alle microtransazioni. Seguiremo l'evoluzione ipotizzata da Disney nei mesi a venire per saggiare la consistenza dell'offerta scaricabile.

    Gioioso meno meno

    Dal punto di vista grafico Disney Universe è colorato e gioioso. Lo spirito dei personaggi è immediatamente simpatico, con in più la possibilità di scegliere il costume del nostro eroe Disney più iconico l'empatia è immediata. Tuttavia le texture non sono sempre eccellenti, calanti in definizione negli angoli meno illuminati; poco floride in varietà, riprendono non poco dalla serie LEGO di Traveller's Tales senza lavorare per una resa migliore grazie all'ausilio dell'Alta Definizione.
    Va comunque elogiata l'abilità nell'aver accostato con successo mondi assai distanti dal punto di vista cinematografico: con un'impostazione artistica omogenea si sono ricreati mondi in due dimensioni ad animazione classica, in tre con computer grafica e live action con attori in carne ed ossa. Lo scotto da pagare è stata una povertà tecnologica evidente sopratutto rispetto ai lungometraggi Pixar, ma l'ottima omogeneità tra mondi e ambienti colma in parte tale mancanza.
    Discreto il sonoro con riarrangiamenti delle colonne sonore: campionamenti non eccelsi e selezione dei brani non eccessivamente ispirata.

    Disney Universe Disney UniverseVersione Analizzata Xbox 360Una storyline tutta nuova, un concetto ludico in perenne bilico tra cooperazione e competizione, un modello di vendita molto incentrato su contenuti scaricabili futuri, un intenso sfruttamento di più licenze Disney. Dopo il coraggioso esperimento dell'anno passato con Epic Mickey, Disney Universe rappresenta un'altra sfida significativa per la divisione videogiochi della casa di Topolino. Un party game destinato alle famiglie, ai più piccini in particolare, che si rifà al Powerstone di Capcom calato in arene di maggiori dimensioni, con combattimenti più all'acqua di rose e una forte preminenza di enigmi ambientali. Divertente lo è senz'altro, pecca di varietà e alla lunga stanca, ma Disney Universe strappa pienamente una sufficienza.

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