Donkey Kong Country Tropical Freeze Recensione: lo scimmione torna su Switch

A quattro anni dall'uscita su Wii U, Nintendo porta su Switch DK Country: Tropical Freeze, migliorandone la grafica e inserendo una nuova modalità.

Donkey Kong Country Tropical Freeze Recensione: lo scimmione torna su Switch
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  • Caso curioso, quello di Wii U. Nonostante una riguardevole quantità di giochi di pregevole fattura, la sfortunata console dal pad schermo-munito non è riuscita a fare breccia nei cuori e nei portafogli dei consumatori, assestandosi alla fine del suo ciclo vitale sui 14 milioni di unità vendute. In poco più di un anno, invece, Switch ha compiuto quello che è a tutti gli effetti un miracolo: non solo ha raggiunto le vendite di Wii U, ma è riuscita a superarle, con quattro milioni di pezzi distribuiti in più.
    Nintendo è ben consapevole del successo dell'ultima console e ne sta lecitamente approfittando in questi mesi, trasportando sulla sua ibrida alcune delle produzioni che meriterebbero di tornare a nuova vita. Dopo quel capolavoro di Mario Kart 8 Deluxe, è adesso la volta di Donkey Kong Country: Tropical Freeze, platform in due dimensioni pubblicato inizialmente nel 2014. Accompagnato da una grafica tirata a lucido e dall'introduzione della "Modalità Funky", il titolo sviluppato da quei vecchi volponi di Retro Studios ci ha lasciato piacevolmente soddisfatti. Se volete saperne di più, non vi resta che addentrarvi nella giungla.

    The Rumble in the Jungle

    Bisogna essere dei gran maleducati per interrompere una festa di compleanno. Donkey Kong Country: Tropical Freeze si apre con una tenera scenetta nella vita familiare dei Kong: il caro Donkey sta festeggiando in compagnia dei piccoli Diddy e Dixie, e anche con l'anziano Cranky, che mostra la sua fantastica dentatura mentre ride della gioia (che sia una dentiera?). Intanto, a poche leghe di distanza, una flotta di navi colme di pinguini, foche e altri animali poco inclini alle afose temperature della giungla, si avvicina minacciosa all'isola Kong. Nel momento più importante della celebrazione, lo spegnimento della candelina, un fiocco di neve si poggia impenitente sulla fiammella, soffocandola. È il messaggio che anticipa l'ormai imminente arrivo dei nevichinghi. Pochi secondi bastano al comandante di questa ciurma di filibustieri artici per governare i venti e gettare l'isola nella morsa del ghiaccio e, cosa ben più grave, lanciare i quattro primati a parecchi atolli di distanza. La necessità di tornare a casa e liberarla dall'invasore è il pretesto che tiene in piedi la striminzita trama del platform nato sotto il sole del Texas. Come tradizione nell'oltre trentennale storia dei giochi di piattaforme marchiati Nintendo, la sceneggiatura non è minimamente considerabile come elemento cardine dell'offerta ludica. Tale compito spetta, come sempre, a gameplay e level design. In tal senso, i ragazzi di Retro Studios sono riusciti nuovamente a centrare il colpo. Tropical Freeze riprende molto in termini di struttura architettura degli stage da quel giocone che fu Donkey Kong Country Returns, arrivato su Wii nel 2010 per ridare linfa vitale ad una serie che si stava perdendo in una pletora di sterili spin-off. Donkey Kong Country: Tropical Freeze è un platform vecchio stile, dove il ritmo compassato e il ragionamento la fanno da padroni. Con i suoi salti calibrati al millimetro, gli ondeggiamenti fra le liane e gli schiaffoni da rifilare ai vari piantagrane, quella di Retro Studios è un'esperienza da godere in ogni pixel, senza la necessità di precipitarsi verso il traguardo. Così come nel gioco di ormai otto anni fa, Donkey Kong viene accompagnato da fedeli alleati nella propria personalissima Odissea.

    Se nel primo capitolo del "nuovo" Country l'unico supporto a disposizione dei giocatori era il piccolo Diddy, in questo Tropical Freeze si accodano all'avventura anche la tenera Dixie e il coriaceo Cranky. Ognuno di questi tre personaggi è in grado di concede allo scimmione una particolare abilità, oltre a due cuori di energia vitale che non guastano mai. Se la capacità di Diddy era già conosciuta, vale a dire la possibilità di planare durante il salto grazie all'uso del jetpack, i poteri di Dixie e Cranky risultano nuovi e sconosciuti - almeno per chi non abbia già giocato Tropical Freeze quattro anni fa. La signorina di famiglia è capace di allungare la parabola del salto facendo girare la treccia di capelli a mo' di elicottero ed è con ogni probabilità la compagna di viaggio che sceglierete più frequentemente, mentre Cranky può rimbalzare sul proprio bastone (i giocatori più attempati ricorderanno sicuramente il DuckTales di Capcom) per colpire con maggiore veemenza i nemici e allo stesso tempo evitare di farsi la bua sulle porzioni di livello piene di spine.

    A proposito degli stage: Tropical Freeze non gode della stessa ventata di novità di Country Returns, perciò chi ha già giocato il precedente capitolo sa già quello che lo attende nelle sei isole che formano il mondo del sequel. Questo non vuol dire che il level design sia carente di varietà o inventiva, chiariamoci. Fra aree che sfruttano la doppia profondità di campo e quelle che richiedono un certo tempismo mentre si guidano veicoli o si cavalca un rinoceronte, fra decine di collezionabili e impensabili uscite secondarie da scoprire - passando poi per i bellissimi livelli in silhouette - quasi ogni stage di Tropical Freeze ha qualcosa da dire. Il world design di Retro Studios ha saputo coprire uno spettro molto ampio in termini di ambientazioni e stili. Ogni mappa avrà una chiara ispirazione geografica: c'è l'isola del Nord Europa e c'è quella africana, così come non manca l'atollo oceanico. In particolare, poi, occorre specificare che ognuno degli (enormi) livelli si evolve con costanza: come in ogni festa che si rispetti, niente e nessuno riesce a stare fermo in Tropical Freeze. I nemici si muovono continuamente, le strutture attorno al giocatore mutano forma architettonica, e i fondali danzano al ritmo dell'incredibile colonna sonora. Nel caso in cui non bastasse, Retro Studios ci ha tenuto a viziare ulteriormente i propri fan, posizionando sei gustosissime ciliegine su altrettante torte: stiamo ovviamente parlando delle boss fight.

    King of the Bongo

    Per quanto non siano esattamente numerosissimi, gli scontri con i boss di fine mondo sono fra gli aspetti meglio riusciti di questo secondo Donkey Kong Country. Praticamente ognuna delle battaglie è divisa in tre fasi, durante le quali bisogna colpire tre volte il cattivone di turno. Così come nel resto dei livelli, anche durante i duelli con i boss gli stage muteranno forma e aspetto, chiedendo ai giocatori di sfruttare tutti i loro neuroni.

    Allo stesso tempo, l'opera impone una quantità di calma e pace mentale paragonabili soltanto a quelle di un guru indiano o di un monaco zen. Andiamo dritti al punto: Tropical Freeze è un gioco oggettivamente difficile, soprattutto nelle battute finali. Anche i più avvezzi ai platform 2D dovranno sudare le proverbiali sette camicie, aggiungendone magari un altro paio per alcuni livelli degli ultimi due mondi. Quello di Retro Studios, però, non è un titolo inutilmente punitivo: se siete morti, è perché non siete ancora bravi abbastanza. Bisognerà provare e riprovare fino al superamento di quel particolare ostacolo. Se proprio non riuscirete a venirne a capo, non temete: il negozio di Funky Kong è lì a vostra disposizione. In questi particolari punti della mappa dei vari mondi, l'istrionico cugino di Donkey Kong sarà pronto a cedervi utilissimi power-up in cambio delle monete che otterrete lungo le ambientazioni. Questi potenziamenti posso essere dei semplici 1-Up così come cuori aggiuntivi, per non parlare dei palloncini in grado di salvarvi da un maldestro salto nel vuoto o da un'improvvisa carenza di ossigeno mentre nuotate sottacqua. Prima di ogni livello, sarà possibile equipaggiare il buon Donkey con un massimo di tre fra questi power-up. È bene precisare che nessuno è obbligato ad usarli, e pertanto gli utenti duri e puri potranno liberamente sbattere la testa contro lo schermo di Switch pur di non mostrare debolezza nei confronti del level design. Per tutti gli altri che cercano un'esperienza più tranquilla, Nintendo ha voluto aggiustare ulteriormente il tiro, introducendo in questa riedizione per Switch l'inedita "Modalità Funky".

    I bless the Funky down in Africa

    Oltre ad una ripulitura del motore grafico, che riesce finalmente a spingere la risoluzione a 1080p e a mantenere i 60 frame al secondo in maniera inamovibile, Tropical Freeze sull'ibrida di Kyoto aggiunge alcune novità. Data per scontata l'ovvia possibilità di poter condividere il gioco con un amico tramite l'equa spartizione dei Joycon - il giocatore 1 controlla Donkey mentre il secondo partecipante può scegliere quello che preferisce fra gli altri Kong - ciò che gli acquirenti troveranno nella scheda per Switch e non nel disco per Wii U è la Modalità Funky. Scegliendo questo tipo di esperienza al momento del New Game, gli utenti potranno in seguito decidere se affrontare i livelli nei panni di Donkey Kong o di suo cugino Funky.

    Questi è sicuramente il più particolare fra i primati della famiglia: la barra di energia conta cinque cuori in luogo di due, non accusa la mancanza d'ossigeno in acqua, è in grado di effettuare un doppio salto e, grazie all'uso della tavola da surf, può planare all'infinito dopo un balzo, così come evitare qualsiasi danno nel caso in cui cada sulle spine. È ovvio che questa modalit sia indirizzata ai giocatori più giovani e meno esperti. Così come nel caso dei power-up, l'opera di Retro Studios non obbliga nessuno a giocare nei panni di Funky Kong, ma è bello sapere di poter affrontare l'avventura anche in compagnia dei pargoletti di casa.

    Donkey Kong Country: Tropical Freeze Donkey Kong Country: Tropical FreezeVersione Analizzata Nintendo SwitchDopo quattro anni dall’uscita su Wii U, Nintendo ripropone su Switch Donkey Kong Country Tropical Freeze, secondo platform a tema scimmiesco sviluppato dai texani di Retro Studios. Accodandosi a quanto l’ottimo Country Returns aveva fatto vedere su Wii, Tropical Freeze riprende gran parte della formula del capitolo originario, aumentandone la portata e allargando l’offerta. Oltre all’aggiunta dei due personaggi di Dixie e Cranky che avevamo potuto già ammirare sullo sfortunato Wii U, questa nuova edizione per Switch aggiunge al novero dei personaggi anche Funky Kong, quinto membro della famiglia interessato a scacciare i nevichinghi invasori. Siccome facilita di molto l’esperienza, Funky Kong non risulterà simpaticissimo a tutti i giocatori, specialmente quelli alla ricerca di un’avventura impegnativa e appagante. Nel caso in cui vogliate giocare a Tropical Freeze con tutti i crismi, non vi resterà che scegliere di controllare Donkey Kong e lanciarvi alla scoperta dei circa sessanta livelli che compongono il gioco, pieni di collezionabili, segreti e uscite nascoste. Gli stage sono di dimensioni generose e alcuni di essi sono vere e proprie gemme di level design, accompagnati da una colonna sonora decisamente ispirata. Se amate i platform 2D e avere perso l’occasione di giocare a Donkey Kong Country Tropical Freeze su Wii U, insomma, adesso non avete proprio più scuse.

    8.5

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