Recensione Donkey Kong: Jungle Climber

Donkey Kong protagonista dell'ennesimo platform

Recensione Donkey Kong: Jungle Climber
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Disponibile per
  • DS
  • Scalatore della giungla

    Il primate con la cravatta debutta su Nintendo DS in un titolo creato da Paon (la softco che è succeduta a Rare nello sviluppo di titoli legati al brand della scimmia), caratterizzato da un gameplay molto simile a quello di King of Swing (pubblicato nel 2005 per GBA). In Jungle Climber, vedremo Donkey Kong nuovamente alle prese con gli squamosi quanto malvagi Kremling, ai quali questa volta dovrà sottrarre il potente cristallo di banana perduto dall'alieno Xanabab.

    Platform, gameplay e banane

    Jungle Climber ripropone dunque un gameplay caratterizzato da un mix di elementi platform e altri tipici del puzzle game, per arricchirlo con un sistema di controllo abbastanza innovativo: gli spostamenti della scimmia si sviluppano in verticale (sfruttando anche lo schermo superiore della console), per cui l'azione principale è arrampicarsi per raggiungere la cima degli stage che compongono i sei livelli di gioco (ciascuno con un boss finale), ed i comandi si basano sui dorsali, usati per spiccare balzi ed aggrapparsi.
    Occorre premere e rilasciare simultaneamente L e R per saltare, mentre per afferrare una sporgenza basta tenere premuto l'uno o l'altro dorsale, cui corrisponde la presa della mano sinistra o della destra; a questo punto Donkey inizierà a dondolare usando l'appiglio come perno e, lasciando il tasto, spiccherà un salto nella direzione verso cui è rivolto.
    La giocabilità beneficia della semplicità dei comandi e, con un po' di pratica, sarà possibile muoversi sempre più agevolmente e velocemente, con ricadute dirette sul ritmo di gioco, e affrontare il progressivo aumento di difficoltà degli stage: avanzando nell'avventura, infatti, gli appigli saranno disposti in posizioni più ardue da raggiungere, o addirittura su massi cui dovremo aggrapparci e far ruotare saltando da una sporgenza all'altra imprimendo la forza necessaria a superare eventuali pendenze. Anche i nemici diventano sempre più insidiosi: per sconfiggerli bisogna eseguire un attacco rotante premendo A, aspettando il momento esatto per coglierli di sorpresa o colpire eventuali punti deboli, come nel caso delle api di cui dovremo evitare i pungiglioni. Ad aiutare Donkey c'è il fido Diddy Kong che, una volta “reclutato” dopo aver sfasciato l'apposito barile, rimarrà aggrappato alla nostra schiena; questi potrà essere proiettato in avanti, dopo aver eseguito un attacco rotante e premendo nuovamente A, per colpire nemici più distanti o distruggere qualunque oggetto gli capiti a tiro con il suo fido martello.
    Come in altri titoli dedicati al primate, anche in Jungle Climber i barili saranno fondamentali per gli spostamenti: entrandovi potremo utilizzarli per raggiungere punti dei livelli altrimenti troppo distanti o superare ostacoli di vario genere. Dopo aver ruotato il nostro cannone improvvisato indirizzandolo correttamente verso l'appiglio desiderato, o addirittura verso altri barili, potremo fare fuoco e sparare la scimmia in quella direzione. Ai fini dell'esplorazione dei livelli e della raccolta di tutti i power up disseminati, infatti, è necessario talvolta provare diverse “combinazioni” di barili, in modo da seguire tutti i percorsi (obbligati) che si possono tracciare puntando i barili nel verso giusto. Oltre alle banane, che devono essere raccolte in numero di cento per ottenere una vita extra, e alle gemme da collezionare nella stessa quantità per ricevere un cristallo di stella col quale diventare temporaneamente invulnerabili toccando l'icona in basso a destra, vi sono altri oggetti da trovare: per ogni quadro, infatti, sono presenti quattro lettere che compongono la parola “KONG” con cui si ottiene un'altra vita; una moneta DK, per sbloccare nuove opzioni nella modalità “Extra” e, infine, i barili di benzina, indispensabili per usare l'aereo di Funky Kong e spostarsi da un'isola all'altra.
    La semplicità dei comandi è funzionale alle dinamiche del titolo e, in generale, la complessità degli stessi non si discosta dai canoni tipici del platform; tuttavia, per quanto sia apprezzabile sotto il profilo della giocabilità l'intuitivo impiego dei dorsali, dispiace non poco che il touch screen venga utilizzato solo per attivare un power up. Invero, sarebbe difficile ipotizzare modi alternativi di usare lo schermo inferiore, considerati le meccaniche ed il fatto che i livelli si sviluppano anche sul monitor non tattile; tuttavia, la sensazione che si ha, già confermata da altri titoli come New Super Mario Bros, è che il platform sia un genere contrario ai cambiamenti, per lo meno del sistema di controllo, e rimanga indifferente alle novità introdotte dall'handheld Nintendo, preferendo non tradire l'accoppiata croce direzionale/tasti.

    Modalità di gioco

    Il titolo non prevede un apposito tutorial, ma che i rudimenti sui controlli ci vengano impartiti nel primo schema del livello iniziale dal premuroso Cranky Kong, il quale sarà anche prodigo di consigli quando lo incontreremo lungo il cammino più avanti negl gioco. I suoi insegnamenti dovranno essere messi in pratica attraverso alcuni minigiochi, che potranno essere rigiocati nella modalità “Sfida” per segnare nuovi record: si tratta, ad esempio, di saltare evitando tronchi e pietre che cadono giù da una collina o di arrampicarsi il più velocemente possibile lungo una parete di appigli. Quest'ultimo gioco può essere affrontato anche in multiplayer (fino a quattro giocaotri anche con una sola scheda di gioco), assieme ad un altro consistente in una gara di velocità sui barili a reazione. I minigame però, come pure gli extra sbloccabili, oltre a risultare poco divertenti per via della disarmante facilità, non offrono al giocatore una valida alternativa allo story mode (che richiede poche ore per essere terminato), e delude non poco essere “premiati” con extra così poco ispirati, dopo aver esplorato in lungo e in largo gli scenari e raccolto gli oggetti segreti necessari.

    ...e Cranky Kong disse: “Uei!”.

    Graficamente il titolo è molto simile a Donkey Kong Country per Super Nintendo: stessi sprite e stessi scenari bidimensionali realizzati in Silicon Graphics che cercano, con un risultato complessivo soddisfacente malgrado gli oltre dieci anni sulle spalle, di creare senso della profondità; sono del tutto nuove, invece, le animazioni, che risultano più fluide e naturali grazie ad una maggior disinvoltura nel passaggio da un'azione all'altra. Le uniche concessioni al 3D sono visibili nelle cutscenes ove i personaggi principali sono riprodotti su tre assi.
    E' lo stile dei livelli, tuttavia, che consente Jungle Climber di affrancarsi dal suo predecessore, distinguendosene nella resa visiva: oltre alle classiche ambientazioni nella giungla, sono presenti scenari subacquei ed altri decisamente più bizzarri, quali rovine antiche od ortaggi giganti.
    Buono il sonoro, tanto degli effetti quanto della colonna sonora, ispirata e quasi sempre in sintonia con le atmosfere che gli scenari vorrebbero evocare; unico nota stonata il fatto che i protagonisti emettono sempre i soliti e fastidiosi versi...

    Donkey Kong: Jungle Climber Donkey Kong: Jungle ClimberVersione Analizzata Nintendo DSJungle Climber è un platform della vecchia scuola, quella che ha trovato proprio in DK Country uno dei suoi più validi maestri; cercando di introdurre nella formula tradizionale un sistema di controllo abbastanza originale (che non stravolge comunque gli stilemi del genere), Paon ha realizzato un prodotto discreto e adatto alle aspettative di quanti sono affezionati ai classici (in realtà ben pochi tra i possessori di Nintendo DS). Oggettivamente, però, delude che il titolo non sfrutti le caratteristiche dell'hardware per cui è realizzato, potendo “girare” tranquillamente su GBA. A ciò aggiungasi che la longevità è fortemente penalizzata dall'assenza di interessanti extra, che avrebbero potuto arricchire l'esperienza come, ad esempio, una collezione più godibile di minigiochi.

    6.5

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