Recensione Doom 3 BFG Edition

Il terzo episodio del celebre shooter in prima persona torna più terrificante e spaventoso che mai!

Recensione Doom 3 BFG Edition
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Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • Ogni pretesto è buono per riprendere in mano i classici e versare qualche lacrimuccia, e questo i publisher lo sanno bene. Ecco che in occasione del ventesimo anniversario della nascita della saga, salta fuori un gustoso pacchetto contenente l’intera trilogia del first person shooter più amato di tutti i tempi: Doom.
    Chi ha vissuto gli anni in cui 10 FPS su 10 erano arbitrariamente definiti "cloni di Doom" sa bene quanto il titolo di ID Software -assieme all'antecedente Wolfenstein 3D- abbia stravolto il mondo dei videogames. Mai come in questo caso è necessaria la tipicamente senile affermazione "se non fosse per Doom, ora non avremmo..." seguita da una sfilza interminabile di nomi. Sebbene il processo sia stato graduale e portato avanti con il contributo di numerose software house cha hanno fatto la storia, tutto è partito da lì, dall’energia vitale espressa in percentuale, dalla corsa al medikit, dalle armi che non vanno mai ricaricate e dallo strafe and shoot.
    L’uscita del terzo capitolo aveva diviso la critica, fra chi si aspettava un titolo che seguisse la new wave degli FPS dell'era post Half-Life, e quelli a cui sanguinava il naso per l’entusiasmo del solo sentir parlare di Doom dopo 10 anni di trepidante attesa. Si trattava di un prodotto più che discreto, che soddisfava le aspettative dei nostalgici mantenendo inalterata la sua struttura di gioco “arcade”, senza allinearsi ai nuovi standard degli anni duemila, e con l’aggiunta di un’apprezzabile atmosfera horror quanto mai soffocante. Nonostante le meraviglie grafiche del nuovo engine però, nessuno potè perdonare la pressoché totale assenza di spazi aperti, impossibili da gestire dal motore grafico, e le carenze del motore fisico. I pareri positivi sulla nuova incarnazione del padre degli shooter in prima persona si fecero più numerosi quando, a distanza di un anno, ID ultimò lo sviluppo di un’espansione che avrebbe messo in gioco parecchie aggiunte e variazioni sul tema, incurante delle critiche che avrebbe suscitato la palese scopiazzatura di quella Gravity Gun che gli affezionati di Valve conoscevano bene.

    ALL-IN-ONE

    Il ventesimo anniversario è solo un pretesto. Alla ID hanno deciso di allietare i fan della saga in attesa di quel Doom 4 annunciato ormai 4 anni fa, e che molto probabilmente non vedrà la luce prima del 2013 con la nuova generazione di console. Ma la regola è ferrea, ed ogni trilogia necessita di un pacchetto: ecco perché ritroviamo su un unico supporto, una riedizione dei primi due storici Doom, perfettamente compatibili con i sistemi più recenti, e Doom 3 con relativa espansione, più un totale di 8 missioni aggiuntive raggruppate sotto il nome di “The Lost Mission”. La BFG edition non si limita a far stare tutte le fatiche marziane di ID in un solo disco, bensì comprende anche un restyling grafico per rendere il prodotto più appetibile alle nuove generazioni, nonché qualche piccola variazione nel gameplay.
    In molti non tardarono a chiedersi, durante le prime ore di gioco del tanto atteso Doom 3, quali incomprensibili artifici della fisica rendessero possibile salire per una scala a pioli imbracciando un fucile da 25 Kg, e impossibile imbracciare un’arma e la torcia allo stesso tempo. In realtà, l’impossibilità di fare luce mentre si puntava un cannone fumante in direzione delle orrende creature dell’inferno, era da intendere come un accorgimento voluto da ID per accrescere la tensione e rendere più tetra la già angosciante ambientazione. Il “restauro” voluto per l’occasione ha eliminato alla radice la questione torcia, integrandola alla tuta spaziale del Doomguy: dimenticate quindi i continui switch arma-torcia e l’attacco melee di quest’ultima: ora funziona proprio come in Half-Life, giusto per citarne uno. Parlando d'illuminazione, il restyling grafico ha accentuato l’intensità delle fonti luminose per mettere in evidenza l’ottimo lavoro fatto sulle textures, che appaiono ora molto meno sgranate rispetto all’originale. Il conteggio poligonale è rimasto sfortunatamente invariato, e non possiamo negare che quelle linee così nette sulle pelate dei marines risultano quanto mai fastidiose. ID aveva promesso, tra le altre cose, l’implementazione delle tecnologie grafiche utilizzate in Rage, ma per quanto il nuovo Doom 3 regali qualche scenario più ampio nelle lost missions e sia più piacevole alla vista della precedente versione, di Rage abbiamo visto ben poco (e per fortuna non saremo costretti a partecipare forzatamente ad un numero improponibile di gare su quattro ruote, dirà qualcuno). Facezie a parte, il lavoro svolto sul piano tecnico non si limita a questo: i 60 FPS su PC si sentono tutti, i caricamenti sono quasi istantanei, ed è stato implementato un sistema di checkpoint che, pur spezzando l’azione con un brusco freeze temporaneo, ci evita finalmente di ripetere lunghe partite a causa di un’incauta dimenticanza.

    KNEE DEEP IN CLASSICS

    Il pacchetto BFG, senza cercare di attirare i giocatori con fronzoli collezionistici di sorta, propone l’intera trilogia ad un prezzo scontato, visto l’inamovibile prezzo di 9,90 € dei primi due episodi; c’è davvero molto da giocare, ma avremmo gradito di sicuro l’aggiunta dei livelli ‘amatoriali’ di Final Doom, riconosciuti da ID e inseriti in vecchie compilation analoghe.
    Le 8 nuove mappe, causa un level design un po’ fiacco e una generale carenza di modifiche sostanziali, aggiungono ben poco all’esperienza di gioco di Doom 3 e relativa espansione, se non una piccola correzione di circa 2-3 d’ore di gioco sulla longevità del main game, che resta, in definitiva, la parte più corposa della ‘compilation’; i 65 achievements, molti dei quali sbloccabili nei primi due capitoli della saga, e il supporto per le nuove tecnologie degli schermi 3D, ci danno parecchi buoni motivi per farci sorprendere dai nostri coinquilini mentre continuiamo ad accanirci su un videogame di 8 anni fa.
    L’esperienza di gioco è rimasta pressochè invariata, siamo sempre di fronte a meccaniche di gioco antiche ma sempre piacevoli, ad un gameplay molto grezzo -ai tempi non ci saremmo mai permessi di definirlo tale- che però non smette mai di affascinare; messo da parte il realismo - o presunto tale - degli FPS moderni, è innegabile la soddisfazione che deriva dall’evitare missili con uno strafe all’ultimo secondo, dall’essere attaccati da ogni direzione e sparare sfere di luce colorate, è ancora bello a distanza di 20 anni: i demoni picchiano ancora come una volta, e che le armi hanno ancora lo stesso rinculo.

    Doom 3 BFG Edition Doom 3 BFG EditionVersione Analizzata PCIniziative del genere, per quanto spesso meramente commerciali, possono sollevare un coro di lamenti nostalgici, così come divertire in modo semplice ed immediato riproponendo meccaniche preistoriche ma efficaci. Questo è il caso di Doom 3, che vestendosi di nuove texture e aggiungendo un paio di variazioni sul tema sul fronte del gameplay, si rinnova per portarci ancora una volta sulla superficie di marte, dove il male ha messo le radici. Staccare un attimo dagli ambienti bellici fotorealistici degli FPS moderni per salutare un mostro sacro del genere non può che far bene.

    8.5

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