Recensione Doom III : Resurrection of Evil

L'espansione del gioco più discusso di tutti i tempi è finalmente tra noi

Recensione Doom III : Resurrection of Evil
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox
  • Pc
  • The expansion is here

    Doom3 è stato un gioco controverso, che ha scatenato reazioni decisamente contrastanti tra i videogamers mondiali... chi lo riteneva odioso, ripetitivo e troppo old-style, e chi invece ne adorava la magnificenza grafica, l'atmosfera terrorizzante e proprio il fatto che era un gioco old-style, come non se ne vedevano da un bel po'.
    Carmack e soci avevano lasciato aperto il finale di Doom3 apposta per una possibile espansione, ma l'onere dello sviluppo è stato lasciato a Nerve Software, già responsabile della versione Xbox di Return to Castle Wolfenstein. Così, dopo meno di un anno, rieccoci nei panni di un povero (mica tanto povero... manco fossimo in Alien vs. Predator) marine, costretto suo malgrado a fare a polpette orde di demoni assetati di sangue.

    Non svegliare il can che dorme

    Dopo nemmeno un anno dagli incidenti raccontati in Doom3, la UAC ha la geniale trovata di riprendere le ricerche sull'antica civiltà nei suoi laboratori su Marte. Certo, nel complesso scientifico erano rimaste un sacco di costosissime attrezzature funzionanti che pareva brutto lasciare là a marcire... resta il fatto che il buon senso non deve essere molto di casa da quelle parti, se una squadra di marine in perlustrazione al sito uno, vedendo uno strano manufatto alieno davanti a quello che ha tutta l'aria di essere un portale per chissà dove, pensa bene di raccoglierlo e scatenare l'ennesimo casino. Serviva proprio un enorme cartello "NON TOCCARE"? Evidentemente sì. Comunque, nei panni dell'intelligentissimo marine che ha raccolto il manufatto, comincia la lotta per la sopravvivenza lungo i 12 livelli di cui si compone Resurrection of Evil.

    Imparare dagli errori, accettare le critiche

    Fin da subito si nota una grande differenza tra questa espansione e il gioco originale. Ci si vede. O meglio, gli ambienti sono sempre male illuminati causa disastri di vario genere, ma non capita più che basta essere dietro un angolo per piombare istantaneamente nell'oscurità più totale. Chi ha odiato il dover continuare a mettere e togliere la torcia dalle mani del nostro marine non potrà che esultare. Nelle mappe, gli unici punti VERAMENTE bui sono piccoli anfratti e stanzette isolate di scarsa importanza, oppure all'interno di alcune stanze dietro grossi macchinari, dove effettivamente ci si aspetterebbe di non vedere nulla. Fanno eccezione un paio di passaggi durante il gioco, dove però a fare un po' di luce pensano le simpatiche sentinelle, e a noi non resta che svuotare i caricatori nella giusta direzione. In definitiva, a meno di uno sfizio personale tipo "chissà che c'è dietro quel tubo sul soffitto", si può tranquillamente evitare di usare la torcia durante tutto il gioco. Evidentemente i Nerve hanno ascoltato le moltissime lamentele levatesi dopo il rilascio di Doom3. Evviva.
    Altra osservazione positiva: i mostri sono stati disposti in maniera estremamente più razionale all'interno delle mappe. Basta Imp dietro ogni porta pronti a saltarti addosso, basta sorpresine alle spalle sbucate da chissà dove. Magari questo renderà il gioco decisamente più semplice, ma evita quel senso di dejà vu che molti avevano avvertito e stigmatizzato. Evviva 2. Inoltre i livelli si somigliano tra di loro (il geometra e l'arredatore UAC avevano decisamente poca fantasia), ma sono stati ben fatti e la monotonia non si sente mai. Evviva 3.
    Insomma, questa espansione è proprio divertente.

    Novità più o meno nuove

    Poco da dire sui demoni aggiunti alla squadriglia infernale della morte; un po' insulsi i teschi volanti, poco originali i sostituti degli Imp, decisamente cazzuti i demoni ciccionissimi che lanciano palle di fuoco. I boss invece sono ben caratterizzati, ma sarebbe stato preferibile assomigliassero meno agli Hell Knights.
    Le nuove armi invece...
    Abbiamo la pistola gravitazionale, chiaro segno di ispirazione ad Half-Life2. La fisica in Resurrection of Evil non ha molto senso, come non lo ha questa gravity gun. Innanzitutto le cose spostabili sono pochissime, inoltre mentre nel capolavoro Valve potevi sempre sollevare un pesantissimo schedario e crepare la testa di qualche Combine, qui i sassolini, le scatole di cartone e i bidoni (altro non si sposta) hanno sui demoni più o meno lo stesso effetto di un buffetto sulle mani; pieno stile "vorrei ma non posso" insomma. L'unica vera utilità di quest'arma è quella di rispedire al mittente palle di fuoco e sfere di energia, quando all'inizio si vogliono risparmiare un po' di cartucce. Sempre a proposito di fisica, lascia molto perplessi il non riuscire a rompere una stupidissima scatola di cartone nemmeno usando un lanciamissili...
    Il manufatto alieno, caricato ad anime di soldati e scienziati morti, ha un suo perché. Tamarrissima l'animazione delle mani del marine tenendolo in mano troppo a lungo. Bullet time, berserk e invulnerabilità fanno comodo in più di un frangente.

    E poi c'è LUI. Ogni gioco Id ne ha uno. In ogni gioco Id fa un male cane. Finalmente anche in Doom3, il fucile a canne mozze, la violenza fatta arma, one shot one kill con praticamente ogni demone (guai a sbagliare un colpo però...). Estremamente appagante, dà un senso di onnipotenza a dir poco grandioso.

    Realizzazione tecnica

    La grafica è sempre quella di Doom3, ovvero fenomenale sotto praticamente ogni aspetto, tranne i soliti modelli del personaggi fatti un po' maluccio: il nostro marine è proprio brutto, e la dottoressa non ne parliamo... in Resurrection of Evil inoltre si ha un assaggino in più di quello che effettivamente è in grado di offrire il motore grafico anche in fatto di spazi aperti, provare per credere le sezioni all'aperto e soprattutto il percorso in monorotaia.
    La nuova patch 1.2 di Doom3 poi, unita ai nuovi beta drivers Creative (meglio aspettare la versione ufficiale però), sfrutta magnificamente le nuove Audigy e rende l'audio se possibile ancora migliore. Da segnalare infine l'ottimo lavoro in fase di localizzazione anche per questa espansione.
    Sul piano delle richieste hardware quindi non ci si discosta da quelle di Doom3, anche se in alcuni punti del gioco il framerate risulta un po' ballerino, senza però compromettere la fluidità complessiva.

    Multiplayer

    Un'altra novità introdotta da questa espansione è il CTF multiplayer. Già il nome che appare all'inizio è una garanzia: ThreeWave. I quaker dovrebbero già aver capito. Capture the Flag molto veloce, pochi fronzoli ed orpelli, divertimento assicurato. Solo per gente skillata. Il parco mappe è al momento scarno, ma come al solito si confida nella community di modders. Certo, i più talentuosi stanno tutti sui giochi Epic e l'attesa per un passaggio a Id è soprattutto per Quake4, ma fino ad allora c'è un'alternativa valida al solito Unreal Tournament, indiscusso padrone dal 1999 del CTF classico.

    Doom III : Resurrection of Evil Doom III : Resurrection of EvilVersione Analizzata PCSicuramente questa espansione è ben fatta, e l’aver evitato di ripetere alcune scelte controverse di Doom3 potrebbe essere un ottimo incentivo all’acquisto anche per coloro che non hanno adorato l’originale (non è ovviamente il mio caso, Doom3 è fantastico punto e basta). Certo dà fastidio vedere sprecate alcune delle caratteristiche del gioco, come la fisica presente ma inutile, ma in attesa di vedere cosa tireranno fuori dal cilindro i Raven per l’FPS definitivo, è un buon modo di passare circa 6-8 ore.

    8.3

    Che voto dai a: Doom III : Resurrection of Evil

    Media Voto Utenti
    Voti: 9
    7
    nd

    Altri contenuti per Doom III : Resurrection of Evil