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Dragon's Dogma 2: un gradito ritorno alle origini?

Sembra incredibile, ma è tutto vero: per il terzo anno consecutivo, Square Enix ha spalancato i cancelli del meraviglioso e indimenticabile mondo di Erdrea per invitare gli appassionati di giochi di ruolo giapponesi a cimentarsi con uno dei più acclamati capolavori contemporanei. Stiamo naturalmente parlando di Dragon Quest XI: Echi di un'Era Perduta, che nel 2018 abbiamo conosciuto e apprezzato su PC e PlayStation 4, e neanche un anno più tardi su Nintendo Switch. Come i fan degli slime ricorderanno, quest'ultima versione era caratterizzata da una valanga di contenuti inediti e brillanti trovate ludiche che andavano addirittura a perfezionare un gameplay già stratificato e ammaliante (per tutti i dettagli vi suggeriamo di consultare la nostra recensione di Dragon Quest XI S - Definitive Edition per Nintendo Switch). Per il rovescio della medaglia, gli inevitabili compromessi grafici necessari a far girare DQXI sulla macchina ibrida di Nintendo andarono a intaccare sensibilmente il comparto tecnico del prodotto, che tutto sommato seppe comunque conservare un colpo d'occhio più che soddisfacente.
A un anno di distanza dalla seconda venuta di Dragon Quest XI, la Definitive Edition del gioco di ruolo targato Square Enix si prepara ad approdare anche su PC, PlayStation 4 e Xbox One, dove sarà disponibile su Game Pass sin dal day one. La nuova versione del titolo, tuttavia, non è esattamente una via di mezzo fra le precedenti edizioni ma, come spiegatoci da Hokuto Okamoto e Masayo Yagi nel corso di una recente intervista, si tratta di un port di Dragon Quest XI S cui sono stati apportati piccoli miglioramenti tecnici rispetto a quanto visto su Nintendo Switch lo scorso anno. Ansiosi di verificare le parole del team di sviluppo e comprendere con esattezza quanto di "nuovo e perfezionato" vi sia in questo ennesimo arrangiamento di Dragon Quest XI S - Definitive Edition, nelle scorse settimane abbiamo vestito i panni del Lucente anche su Xbox One X e Xbox Series X. Di seguito vi proponiamo quindi il resoconto del nostro terzo (e ultimo?) peregrinaggio per le lande di Erdrea.
Avendo abbondantemente esaminato il canovaccio narrativo di DQXI quando Square Enix ce lo propose nella sua forma primigenia, stavolta non lo esamineremo di nuovo nel dettaglio, ma ci limiteremo a riportarne le nozioni fondamentali, allo scopo di consentire anche gli utenti al primo rodeo - e soprattutto ai possessori di Xbox, che fino a questo momento hanno potuto ammirare il titolo soltanto col cannocchiale - di comprendere le angoscianti tematiche toccate dall'intreccio.
Protagonista della vicenda è un impavido quanto generoso fanciullo sulle cui esili spalle gravano le sorti del mondo: egli è infatti la reincarnazione del leggendario eroe noto come il "Lucente", e come tale ha di nuovo assunto una forma umana poiché un'antica forza oscura intenzionata a sottomettere l'intero mondo degli esseri umani è tornata a nuova vita e ha già sguinzagliato il proprio esercito di diavoli e cavalieri demoniaci. Il glorioso destino riservato al Lucente, tuttavia, rischia di non realizzarsi affatto, a causa di un nefasto incidente avvenuto subito dopo la sua rinascita e che addirittura lo renderà orfano. Allevato da un anziano pescatore di buon cuore, il Lucente sarà infatti costretto a percorrere un sentiero costellato da sofferenze inenarrabili, sfortunate coincidenze e angoscianti rivelazioni, che di volta in volta gli permetteranno di comprendere meglio i propri doveri e indentificare la fonte stessa delle forze del male.
Nonostante un incipit assai classico, che a prima vista potrebbe intimorire i neofiti del genere, destando qualche legittimo sospetto sulla bontà e soprattutto sull'originalità della narrazione, la trama di DQXI è tutto fuorché scontata, in quanto già dopo i primi sessanti minuti appena il giocatore è costretto a fare i conti con colpi di scena insospettabili e spiazzanti, che appunto preparano il palcoscenico ad ospitare un'epopea spesso tragica e commovente.
Un poema epico e magnifico che ha concordato a Dragon Quest XI un posto in prima fila tra i migliori JRPG della scorsa generazione (per maggiori dettagli circa l'intreccio e la longevità del prodotto vi consigliamo di rileggere la recensione di Dragon Quest XI: Echi di un'Era Perduta per PlayStation 4).
Se in questi anni il canovaccio di Dragon Quest XI è rimasto invariato (segnaliamo infatti che la versione "S" ha introdotto giusto una minuscola porzione di storia inedita collocata fra il primo e il secondo atto della campagna), lo stesso non si può dire per il gameplay, che in occasione dell'esordio su Nintendo Switch ha invece subito parecchi accorgimenti: gli stessi di cui i possessori di PC, PS4/PS5 e Xbox One/Series X|S potranno godere a partire dal prossimo 4 dicembre.
Rigorosamente a turni, l'articolato sistema di combattimento proposto dalla versione originale del gioco è pressoché intatto, in quanto l'unica modifica degna di menzione introdotta dalla Definitive Edition riguarda la possibilità di alterare la velocità degli scontri. Durante le battaglie, non solo i giocatori possono assegnare la gestione di uno o più personaggi all'intelligenza artificiale, in modo tale da non dover ripristinare manualmente gli HP persi o curare le fastidiose alterazioni di stato, ma la versione S di Dragon Quest XI consente di velocizzare tutte le azioni eseguite dai membri del party e dai loro avversari, eliminando i tempi di attesa.
Come accaduto in Final Fantasy XII: The Zodiac Age, gli utenti sono infatti liberi di affrontare gli scontri (e solo quelli) a velocità normale, alta o addirittura frenetica, una scelta che all'atto pratico rende possibile l'accumulo di ingenti quantitativi di punti esperienza in una finestra di tempo assai ridotta. Ne consegue che a velocità massima potreste in effetti riuscire a comprimere addirittura in poche ore le altrimenti faticose e interminabili giornate di grinding richieste a suo tempo dalla versione originale del titolo.
Descritte nella nostra precedente disamina, le altre novità rilevanti introdotte dalla versione S di Dragon Quest XI vanno ricercate ad esempio nei Comandi Rapidi, ossia un menu costituito da preziose scorciatoie utili a richiamare in qualsiasi momento la Forgia Portatile, il fedele cavallo dell'Eroe, la Modalità Fotografica e tutta una serie di funzioni inedite atte a semplificare non poco la vita del giocatore.
Rispetto all'edizione pubblicata nel 2018, persino le fasi esplorative hanno giovato di qualche gradevole ritocco: non solo il team di sviluppo ha introdotto nuove cavalcature, come l'agghiacciante Iron Maiden o l'ormai iconico Koguar, ma tutti i mostri travolti dal cavallo del protagonista donano al party i punti esperienza che questo avrebbe ottenuto dopo averli sconfitti in battaglia, a patto che il livello degli stessi sia comunque inferiore a quello del cast. Inoltre, per la gioia degli utenti più navigati e nostalgici, Square Enix ha pensato bene di dotare Dragon Quest XI S di una meccanica ispirata ai JRPG degli anni '90 e che ora costringe i combattenti titolari a seguire l'Eroe sulla mappa di gioco e fargli realmente compagnia durante i suoi lunghi vagabondaggi. La nuova edizione di DQXIS ha poi ereditato dalla versione per Nintendo Switch anche il doppiaggio in giapponese assente su PlayStation 4 e PC, che ci ha conquistati con superbe performance recitative e accostamenti vocali più azzeccati di quelli proposti dalla traccia anglofona, e soprattutto la modalità 2D, che in precisi momenti della campagna consente al giocatore di trasformare il prodotto in un titolo a 16bit e sottoporsi addirittura a sfide extra non presenti nella controparte in 3D.
Se siete giunti sin qui, probabilmente vi starete domandando se questa terza e ultima versione del prodotto possa davvero incarnare il concetto di "edizione definitiva" e rappresentare la soluzione ultima per godere di un capolavoro come Dragon Quest XI senza alcun tipo di compromesso. Ebbene, non esiste una risposta concreta, perché se l'edizione primigenia per PC e PS4 puntava a soddisfare gli utenti più esigenti in fatto di grafica, e quella per Nintendo Switch faceva leva sulla possibilità di fruire del titolo anche in portabilità, la terza proposta di Square Enix si pone un obiettivo ancora diverso: la fluidità.
Essendo un port dell'edizione già disponibile sulla macchina ibrida della Casa di Kyoto, anche stavolta il colpo d'occhio di Dragon Quest XI S non regge il confronto con l'originale. Meno nitidi e dettagliati, i paesaggi sono assai più spenti di come li abbiamo conosciuti nel 2018, a causa di un'illuminazione incapace di compiere in maniera adeguata il proprio compito: a pagarne lo scotto maggiore sono stati gli interni degli edifici, una vegetazione un po' misera e le corazze un tempo splendenti e particolareggiate, ma che oggi risultano invece opache e dozzinali.
Già carente su Nintendo Switch, il filtro anti-aliasing continua a non mascherare minimamente gli spigoli che affliggono i modelli poligonali, che di conseguenza nella Definitive Edition saltano subito all'occhio. Una lacuna che tutto sommato potevamo abbonare all'hardware poco performante della console ibrida, ma che in questo caso è assolutamente imperdonabile, specie se consideriamo che il prodotto originale era quasi privo di spigoli.
Ciononostante, la nuova Definitive Edition di Dragon Quest XI compensa in parte le sue mancanze col richiestissimo supporto alla risoluzione 4k, dei tempi di caricamento pressoché istantanei (soprattutto su Xbox Series X) e un frame rate non solo granitico, ma persino raddoppiato.
Difatti, se la versione console originale raggiungeva al massimo i 30 fps, Xbox One X, PS4 Pro e le macchine di nuova generazione girano stabilmente a 60 fps, sia durante le fasi esplorative che nel mezzo degli scontri a turni (che a conti fatti ne giovano solo in modalità "Movimento Libero", ossia quando il giocatore può appunto muovere i propri personaggi all'interno dell'arena ed evitare che questi aspettino immobili il proprio turno). Accorgimenti non essenziali, ma che allo stesso tempo non possiamo e non dobbiamo in alcun modo sminuire, anche perché vanno incontro alle esigenze di coloro che prediligono le performance alla resa visiva.
Dragon Quest XI: Echi di un'Era PerdutaVersione Analizzata Xbox One XAlmeno per quel che concerne la componente ludica e narrativa, la riedizione per PC e home console di Dragon Quest XI S si conferma un prodotto di qualità impeccabile. Essendo un port della versione Switch, i compromessi grafici sono rimasti pressoché immutati, ma stavolta il titolo compensa le proprie lacune artistiche con un frame rate raddoppiato, dei tempi di caricamento quasi azzerati e una risoluzione finalmente in 4k, che di conseguenza garantiscono performance di altissimo livello. Se a queste aggiungiamo la presenza del superbo doppiaggio giapponese e di tutte le migliorie escogitate lo scorso anno per l’edizione “S”, questa terza versione di Dragon Quest XI potrà non incarnare del tutto il concetto di “Definitive Edition”, ma nel complesso si è rivelata un’eccellente alternativa all’originale, soprattutto nel caso in cui il consumatore voglia fruirne in 4k. Quantomeno per gli utenti Xbox e gli abbonati al Game Pass non esiste alcuna valida ragione per cui non dovrebbero finalmente tuffarsi nel mondo di Erdrea e accompagnare il Lucente in una delle più epiche avventure concepite durante l’ultimo decennio.
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