Recensione Dragon Ball: Origins

La prima serie di Dragon Ball in un videogioco

Recensione Dragon Ball: Origins
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  • DS
  • Se c'è una legge, tra quelle che regolano il rutilante mondo dei videogiochi, ancor più spietata di quella del sequel questa è senza dubbio quella del tie in. Il numero di videogiochi ispirati da film, fumetti, serie animate, addirittura libri è incalcolabile, e la qualità degli stessi (aldilà di poche ammirevoli eccezioni) spesso trascurabile. Dragon Ball, il celeberrimo Manga realizzato da Akira Toriyama a partire dal 1984 e capace di smuovere la passione di milioni di fan lungo l'arco di tre diverse serie, non fa certo eccezione, dal momento che ha visto una miriade di trasposizioni spesso di dubbia qualita. Ma al di là delle non incoraggianti premesse enunciate in apertura di review, Dragon Ball Origins, ultimo titolo in ordine di tempo a prendere le mosse dall'opera di Toriyama, è tuttavia un prodotto degno di attenzione, dal momento che ripercorre una parte del manga relativamente poco esplorata in chiave videoludica. Ci riferiamo alla prima, mitica serie, con Goku ancora bambino e provvisto di coda. Un altro punto a favore dell'intera produzione è la precisa scelta di genere che lo allontana da molti suoi supposti colleghi: le avventure del giovane Sayan non vengono "trasferite" in un picchiaduro (come spesso accaduto in passato), bensì in un action adventure che mira a far rivivere in prima persona le gesta del fumetto. Lo sforzo profuso da Bandai Namco è sicuramente notevole, e denuncia in modo inequivocabile la bontà dell'intero progetto, che si configura come lontano anni luce dal pessimo shovelware che troppe volte ha tradito l'opera del maestro Toriyama. Eppure, i risultati ottenuti soddisfano solo in parte.

    Shenron non è mai stato cosi bello!

    L'aspetto indubbiamente più riuscito di Origins è certamente la realizzazione grafica: basta osservare la spettacolare introduzione per rendersi conto della magnificienza visiva che delizierà il giocatore per le ore a venire. Dragon Ball Origins è un titolo semplicemente bellissimo da vedere, e sotto questo punto di vista l'efficacia del lavoro di Bandai Namco è totale. La ricchezza poligonale risalta sin da subito, unitamente a texture di buona qualità e ad ottime animazioni. È bene specificare, però, che tanta bontà si manifesta soprattutto nelle numerosissime cut scene. La regia delle scene non interattive è ottima, oltre che fedele al lavoro di Toriyama se si eccettua qualche censura di troppo, e restituisce in modo efficace il tono scanzonato e ironico del manga attraverso la cura certosina di cui si è detto. Qualche texture poco curata non pregiudica la bellezza del comparto visivo, vero fiore all'occhiello di Origins, cosi come i vistosi ma saltuari cali di frame rate che affliggono le fasi in game non appesantiscono la godibilità del prodotto. Certo, l'azione di gioco a visuale isometrica è indubbiamente meno impressionante rispetto alla qualità delle sequenze di intermezzo, anche a causa di una certa ridondanza stilistica e di ambientazioni. Eppure Origins gode di una resa visiva soddisfacente e pienamente riuscita.
    Analogamente riuscito l'accompagnamento sonoro, fatto di tonalità spensierate e accese, che riprendono gli anadamenti musicali dell'anime, e di effetti presenti in gran numero, che si mescolano con qualche battuta doppiata pronta a stuzzicare le orecchie dei giocatori. Un peccato per la non eccelsa qualità del suono, a volte lievemente "sporco".
    La generale bellezza tecnica, comunque, da sola non basta a decretare il successo del titolo. L'eccellenza artistica fa purtroppo il paio con un gameplay eccessivamente semplice, che trasforma Dragon Ball Origins in un titolo riuscito solo a metà.

    Bastone, allungatiiiii!!!!

    Origins è di fatto un picchiaduro a scorrimento diviso in otto capitoli, ciascuno dei quali conta a sua volta una serie di episodi primari (fondamentali per proseguire nella quest principale) e secondari (sbloccabili man mano che si prosegue nell'avventura, con lo scopo di approfondire aspetti secondari della vicenda). La struttura a episodi del titolo costituisce un ostacolo solo in apparenza; se è vero che l'assenza di un open world esplorabile può frustrare l'aspettativa di chi aspirava a muoversi liberamente in una riproduzione dell'universo creato da Toriyama, è altrettanto vero che siamo di fronte ad una scelta precisa, che opportunamente propende per una struttura più improntata all'azione e meno all'esplorazione.
    Ciascun episodio prevede essenzialmente di muoversi all'interno di una struttura labirintica più o meno semplice, in cui spendere la maggior parte del tempo a combattere i nemici. Il controllo di Goku avviene mediante una commistione di tasti e touch screen generalmente efficace; ci si sposta mediante il D-pad o toccando lo schermo inferiore nella direzione in cui si desidera muovere il protagonista, e si attacca toccando i nemici una o più volte, per realizzare combo sempre diverse a seconda del tempismo con cui avviene il contatto. Senza dimenticare la possibilità di realizzare attacchi speciali effettuando una pressione costante su Goku, per poi rilasciare il pennino o trascinarlo verso i nemici. Ogni attacco, dal più semplice al più elaborato, determinerà un abbassamento della barra di energia KI, e le energie andranno spese con moderazione. Ai tasti dorsali o ad un'apposita icona a schermo è delegata la scelta del configurazione di attacco (si può attaccare a mani nude o mediante il bastone allungabile di Son Gohan). Goku sarà accompagnato da Bulma, presente nelle vesti di NPC, al di là dell'unica possibilità concessa al giocatore di effettuare uno special attack esercitando una pressione via touch screen sul personaggio. A parte qualche occasionale mancanza l'IA della compagna di avventure del giovane Sayan fa il suo dovere, seguendo in modo soddisfacente l'azione di gioco e non attardandosi lungo la strada. Discorso analogo non si può purtroppo fare per l'IA nemica, sin troppo elementare e mai capace di offrire un livello di sfida soddisfacente. L'eccessiva semplicità rovina in parte l'esperienza di gioco, e logora poco a poco la soddisfazione del giocatore. Dragon Ball Origins appare, nonostante un sistema di controllo ben congegnato e sufficientemente vario, davvero poco incisivo, privo di carattere e continuamente traballante, sospeso in uno strano limbo a metà fra action e adventure game. Il vero problema di Origins, in altre parole, è che la sua struttura portante si dimostra troppo poco frenetica e varia per essere quella a sostegno di un action valido, troppo lineare per essere assimilato ad un prodotto a la Zelda, capace di porsi come alternativa alla saga del maestro Miyamoto. Senza un level design meticoloso, senza un coefficiente di difficoltà degno dei giocatori più smaliziati, Origins perde gran parte del suo appeal, rivelando da una parte grande linearità, e dall'altra un gameplay che risulta mero surrogato di quelli, più profondi e impegnativi, di altri action game di recente uscita (su tutti, Ninja Gaiden Dragon Sword). Le sezioni a bordo della Flying Nimbus, simili ad uno sparatutto a scorrimento verticale in cui però si devono solo schivare gli ostacoli, sono anch'esse eccessivamente elementari per struttura e livello di difficoltà, e non costituiscono un diversivo di particolare interesse. Così, durante tutta l'avventura altro non è richiesto al giocatore che muoversi per dei livelli dalla semplice mappatura affrontando nemici non irresistibili, mentre si raccoglie di tanto in tanto il tesoro contenuto in qualche cesta.
    Ad onor di cronaca si deve però ammettere che la descrizione delle routine di gioco come si è appena riportata, pur essendo veritiera, potrebbe dipingere in realtà un quadro ben più fosco dell'effettiva realtà. Al di là della sua ingenua semplicità il gioco è comunque sufficientemente divertente da non colare a picco, anche e soprattutto in virtù della durata dell'avventura (8-10 ore di gioco) e della opportuna brevità dei singoli episodi, mai troppo lunghi da annoiare con la ripetitività dell'azione. È innegabile però che l'eccessiva semplicità della struttura di gioco e l'inconsistenza della sfida proposta finiscano con lo scolorire un prodotto non sufficientemente accattivante e privo del mordente necessario per sfondare. Origins non va oltre il compito di mero fan service, assolto quest'ultimo in modo più che dignitoso. La rigiocabilità del titolo intenderebbe essere favorita dalla ricerca di una serie di card collezionabili e da una valutazione di fine livello basata sul tempo impiegato, ma si tratta di espedienti sin troppo esili anche in relazione al fatto che Origins non è certo un titolo che si presta allo speedrun in modo cosi naturale.

    Dragon Ball: Origins Dragon Ball: OriginsVersione Analizzata Nintendo DSSe Dragon Ball Origins fosse un libro, lo si potrebbe agevolmente giudicare dalla copertina. Si tratta di un titolo tecnicamente notevole, che si fregia di una lunga serie di sequenze non interattive che ripercorrono la prima serie di Dragon Ball in modo assolutamente credibile. E questo è un fattore da non sottovalutare in un tie in che mira evidentemente e innanzitutto a soddisfare i fan sotto questo punto di vista. È un vero peccato, quindi, che una formula di gioco eccessivamente elementare impedisca al prodotto di essere abbracciato da un pubblico più ampio. Inutile dire, quindi, che l'acquisto è da prendere in seria considerazione soltanto se si è dei fan sfegatati della serie (senza però dimenticare le magagne di cui si è detto). Se non si appartiene a questa categoria si può tranquillamente soprassedere, cercando prodotti più riusciti nel campo degli action o più ispirati nella componente "avventurosa".

    6.5

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