Recensione Dragon Ball Z: Budokai 2

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Recensione Dragon Ball Z: Budokai 2
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Disponibile per
  • PS2
  • NGC
  • I guerrieri più forti dell'universo

    Una storia
    appassionante, lunga e coinvolgente. Personaggi meravigliosamente
    caratterizzati. La ricerca continua e costante del miglioramento come tema
    principale. La volontà di superare il limite delle proprie forze. La capacità di
    affrontare ogni pericolo e di trasformare qualsiasi avversario in un prezioso
    alleato. E l’indubbio fascino di veder ‘crescere’ il proprio personaggio
    preferito. Tutto questo è stato Dragon Ball. Un fenomeno editoriale e (perché
    no) di costume che ha saputo attraversare praticamente tutto il pianeta,
    conquistando l’amore di fan di ogni età e nazione. Il tratto inconfondibilmente
    pulito, chiaro e delicatamente morbido di un grande maestro come Akira Toriyama
    e, inutile negarlo, una sapiente operazione di marketing a garantire il successo
    di un’opera che ha l’indubbio merito di aver dato al genere dei manga la giusta
    attenzione anche in Italia. Un fenomeno che dopo tanti anni (la pubblicazione
    del primo numero del fumetto risale addirittura al 1984) stenta ad affievolirsi.
    Nel tempo, la serie ha conosciuto numerose incarnazioni videoludiche che non
    sempre sono riuscite a soddisfare la brama dei fan più accaniti. Lo scorso anno,
    Bandai ha prodotto per Playsation 2 l’ennesima trasposizione della serie
    (recentemente pubblicata anche su GameCube), un titolo che, pur presentando
    evidenti lacune dal punto di vista del gameplay, è stato accolto da molti
    appassionati come il primo vero videogioco capace di rendere giustizia alla saga
    dei Sayan.

    La serie si trasforma?

    Passato un anno, il titolo Bandai si ripropone al grande pubblico,
    promettendo di ampliare, correggere e migliorare quanto di buono aveva mostrato
    il suo predecessore. Risultato che, è bene chiarire subito, è stato centrato
    solo in parte. Chiunque abbia giocato il vecchio Budokai si è trovato a fare i
    conti con un sistema di combattimento estremamente semplificato, per certi versi
    addirittura riduttivo. Certo, un gioco basato sull’universo di Dragon Ball non
    ha certo la pretesa di andare a confrontarsi con i mostri sacri del genere, ma
    al tempo stesso una maggiore profondità nella gestione degli scontri era dovuta,
    oltre che gradita. Spiace costatare che tutte le pecche del predecessore sono
    state ereditate dal seguito. Gli scontri in multiplayer si riducono troppo
    spesso ad una sfida sui riflessi tra i partecipanti, se vogliamo tutt’altro che
    sgradevole, ma lontana anni luce dalla meravigliosa complessità di un Virtua
    Fighter o di un Soulcalibur, vere e proprie perle di pianificazione strategica
    degli incontri. Ciò non vuol dire che l’esperienza di gioco non sia divertente,
    ma alla fine ci si trova semplicemente ad eseguire meccanicamente combinazioni
    poco naturali di tasti, nel tentativo di cogliere fuori guardia l’avversario;
    una sorta di morra cinese in cui l’abilità del giocatore consiste semplicemente
    nel far partire al momento giusto sequenze d’attacco forse troppo simili le une
    alle altre. Ad onor del vero va detto che i combattimenti sono stati velocizzati
    ed arricchiti di nuove mosse e possibilità offensive e difensive (in particolar
    modo nella gestione dell’energia spirituale), troppo poco comunque per colmare
    la vera lacuna del predecessore. Fin qui le note dolenti: un sistema di
    combattimento divertente ma privo di spessore, semplice ed intuitivo ma
    ripetitivo e poco appagante, nel complesso più che sufficiente per un
    appassionato della serie e per un giocatore occasionale, ma del tutto inadatto a
    competere con i tecnicismi dei veri capolavori del genere. Dove invece il titolo
    eccelle è nella sua estrema varietà e longevità. Il cast di personaggi è stato
    ulteriormente ampliato: se infatti il precedente gioco narrava solo una parte
    delle avventure di Goku, Budokai 2 ha l’ambizione di coprire tutte le vicende
    della serie. Da ventidue personaggi giocabili, siamo quindi passati
    all’esorbitante cifra di ben trentaquattro eroi, tutti controllabili, ciascuno
    dotato di un impressionante set di combinazioni e di mosse speciali. Non solo,
    ma è stato implementato anche il sistema di ‘fusioni’ richiesto a gran voce
    dagli appassionati, così come adesso sono compaiono tutte le abilità presenti
    nell’anime e nel fumetto. Rispondono dunque all’appello il Super Sayan di terzo
    livello, così come la versione ‘posseduta’ di Vegeta, o le fusioni tra Goten e
    Trunks e quella di Goku con Vegeta. Il gioco comprende anche tutta una serie di
    improbabili altre fusioni, come quella tra Mr. Satan e Goku, così come qualche
    piccolo cameo come il capitano Ginew (o Ginryu a seconda dell’adattamento) con
    l’uniforme di Goku: delle vere chicche che i fan non mancheranno di gradire.
    Maggiormente implementato il sistema che permette di personalizzare il proprio
    combattente, assegnando ad esso tutta una serie di abilità conquistabili durante
    la modalità principale sotto forma di capsule; sistema che permette inoltre di
    ottenere sempre combattimenti equilibrati. Si vuole poter controllare Goku in
    versione SSJ3? Bene, ma per far questo occorre equipaggiare ben quattro abilità
    (su un totale di nove), togliendo spazio a mosse e tecniche segrete, col
    risultato di ottenere un personaggio potentissimo, ma scarsamente dotato di
    colpi. A garantire maggior spessore (e varietà), la modalità ‘storia’ del
    vecchio capitolo è stata rimpiazzata da un più flessibile sistema di gioco che
    pone il giocatore su una sorta di tabellone del gioco dell’oca, sul quale
    spostare le pedine rappresentati i propri beniamini nel tentativo di ottenere
    nuove abilità, sconfiggendo e battendo sul tempo le pedine gestite dalla cpu. Il
    risultato è un ibrido che se da un lato toglie fascino alla narrazione delle
    vicende (per forza di cose non più fedeli all’opera originale), dall’altro tenta
    di inserire una componente ‘ruolistica’ al titolo con la ricerca spasmodica di
    segreti e di abilità con cui rendere più forti i propri personaggi.

    KAME
    HAME HA!

    Sotto il
    profilo tecnico, Budokai 2 si presenta ottimamente. La grafica tridimensionale e
    pastellosa del predecessore è stata completamente riscritta in Cel-shading, con
    risultati che hanno addirittura dell’eclatante. L’impressione è proprio quella
    di assistere ad una puntata della serie animata e l’attenzione ai dettagli ed ai
    particolare è impressionate e convincente. Tutti i costumi dei personaggi, tutte
    le loro movenze sono riprodotte con una dovizia che ha del maniacale. E l’enfasi
    e l’epicità riposta nella resa visiva delle tecniche di ciascun protagonista non
    può che spingere alla commozione qualsiasi appassionato della serie. Il
    risultato è quindi più che soddisfacente: se è vero infatti che i fondali
    risultano un po’ spogli e che, tecnicamente parlando, l’hardware Sony non è
    certo spinto fino ai suoi limiti, è innegabile che il lavoro svolto rasenta la
    perfezione in quanto a riproposizione visiva dell’universo creato da Toriyama.
    Nonostante una realizzazione di prim’ordine, va segnalato che i tempi di
    caricamento degli incontri sono fin troppo lunghi, quasi un anacronismo se
    paragonati a quelli di altri titoli attuali. Dal punto di vista sonoro ben poco
    è cambiato: numerosi sono i motivi e le musiche ereditate dal precedente
    capitolo, con motivetti soft rock che ben si sposano con l’atmosfera della
    serie. Inspiegabilmente, le voci dei personaggi sono quelle dei doppiatori
    americani del cartone, fatto questo che appare ancor più strano se si considera
    che la comunità dei fan aveva gioito nel poter fruire delle voci originali
    giapponesi nel primo Budokai. Buoni i sottotitoli in italiano, così come la
    traduzione dei menu. Merita una menzione particolare l’introduzione animata al
    gioco, una vera perla per gli appassionati d’animazione, sia per la
    realizzazione che per l’accompagnamento musicale.

    Esprimi un desiderio

    Difficile dare un
    giudizio critico sul gioco. Le evidenti lacune nel sistema di combattimento non
    permettono a Budokai 2 di porsi in competizione con i capisaldi del genere.
    Ambizione che comunque il titolo non aveva mai nutrito. Ciononostante, il gioco
    risulta divertente, longevo ed appassionante, capace di catturare e di
    riproporre tutto il feeling dell’opera a cui è ispirato. Certo, resta il
    rammarico di non avere ancora ottenuto un gioco di lotta degno di questo nome
    che abbia come protagonisti Goku e i suoi compagni, ma i passi avanti ci sono e
    sono ben evidenti. E a ben pensare l’universo di Dragon Ball non è poi così
    adatto alla trasposizione in un picchiaduro tecnico e profondo come Virtua
    Fighter o Tekken. Gli appassionati lo ameranno: il titolo è tutto quello che è
    stato il primo Budokai e molto (ma molto) di più. Un vero fan di Dragon Ball non
    può permettersi di mancare l’uscita di questo gioco, a maggior ragione se non
    possiede il precedente capitolo. Per tutti gli altri, resta il consiglio di un
    rapido noleggio: il gioco è gradevole, ben realizzato e longevo e può
    rappresentare un primo approccio al mondo partorito dalla geniale mente di Akira
    Toriyama.

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