Recensione Dragon Ball Z : Shin Budokai - Another Road

Super Sayan nuovamente portatili

Recensione Dragon Ball Z : Shin Budokai - Another Road
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    Ci sono saghe, nel mondo dell'animazione come in quello dei videogiochi, considerate immortali per il folto pubblico che riescono a catturare nel corso di varie generazioni e per le emozioni che, indipendentemente dall'età, suscitano nei loro fans.
    Nell'animazione e nel mondo del fumetto, in questo caso specifico del manga, una di queste saghe è Dragon Ball, scritta e disegnata dal maestro Akira Toriyama.
    La storia di Goku e dei suoi amici, nel corso degli anni, ha attratto l'interesse di varie software house che, con successo altalenante, hanno convertito in bit le vicende dei guerrieri più forti dello spazio.
    Ultimo della lunga serie iniziata su Sony Playstation è l'imminente Dragon Ball Z Shin Budokai: Another Road, seguito del famoso Shin Budokai e sviluppato per Playstation Portable dallo studio Dimps.

    Il background narrativo di Another Road è diverso dagli altri titoli della serie dato che non incentra la vicenda su Goku ma su Trunks.
    Cronologicamente siamo agli inizi della serie Z (dopo la morte di Freezer), Goku è morto in seguito ad una rara malattia cardiaca contratta nello spazio e Trunks, in un futuro dominato dai cyborg 17 e 18, si trova a proteggere la terra da solo, vista la recente dipartita di tutti gli altri combattenti per mano degli androidi del Dottor Gelo.
    Catapultandoci nel gioco troviamo una situazione leggermente diversa: non sono (solo) i cyborg ad avere nelle mani le sorti del pianeta ma anche tutti gli altri cattivoni della serie.
    Alla testa di Darbula, il perfido demone controllato dal mago Babidy, droidi, Freezer, Cell e chi più ne ha più ne metta stanno mettendo a soqquadro le ultime città rimaste ancora in piedi.
    Sarà compito del giocatore, nei panni di Trunks, debellare quest'orda di malvagità.

    L'importanza delle scelte

    Dragon Ball Z Shin Budokai: Another Road è la naturale evoluzione del suo predecessore: una volta entrati in confidenza con i menù ci accorgeremo subito dell'immutata serie di modalità di gioco che offriranno, tuttavia, alcune interessanti varianti ai conoscitori del primo Shin Budokai.
    Il sistema di avanzamento nella campagna, chiamata Another Road, è completamente cambiato: non ci troviamo più di fronte al lineare serpentone ma ad un sistema di scelte multiple che ci permetterà di portare a termine l'avventura tramite svariati percorsi.
    Nonostante le scelte lasciate al videogiocatore questa modalità si rivelerà presto ripetitiva: si tratta, in soldoni, di scegliere su un mappamondo bidimensionale obbiettivi per ciascuna missione che offriranno pochissime variabili (danni max consentiti, numero di nemici, numero di centri abitati) ad un generico “proteggi la città X dagli attacchi del furfante di turno”.
    Verremo quindi catapultati nel globo tridimensionale (la terra) per raggiungere gli avversari ed annientarli prima che la percentuale di “salute” delle varie cittadine scenda sotto un dato limite.
    Il sentore in queste situazioni è alla lontanissima quello di un RPG, in quanto, raggiunto il nemico di turno lo ingaggeremo in un combattimento one on one in uno scenario -coerente- creato appositamente per la battaglia.
    Finita la battaglia riceveremo, assieme ad un punteggio a seconda di come abbiamo combattuto, dei soldi da spendere nei potenziamenti, vera novità di Another Road.
    I Power up saranno forniti sotto forma di carte e divisi in tre tipologie: Normal Booster, alcuni gradi in più alle normali capacità di lotta, Power Up Booster, ulteriori potenziamenti per i Normal Booster e Ultimate Booster, consistenti upgrade alla potenza delle mosse speciali.
    Queste carte, da vincere ed acquistare nel corso dell'avventura, andranno oculatamente posizionate in una griglia 3x3 in possesso di ogni personaggio, in modo tale da effettuare potenziamenti mirati senza creare dei super-combattenti e rendere troppo facile il completamento del gioco.
    Procedendo, naturalmente, sbloccheremo tutti i personaggi che caratterizzano la saga Z della serie Dragon Ball.
    Piacevole contorno alla campagna viene offerto dall'Arcade, una serie di incontri con la CPU con personaggio a scelta tra i tanti disponibili e dal Z Trial che, oltre alle conosciutissime modalità Survival e Time Attack, presenta la novità del Challenge Mode.
    Il Challenge consisterà in una serie di 50 sfide tra le più disparate, di difficoltà sempre crescente: in una delle prime, ad esempio, viene chiesto di colpire il nemico con un attacco Aura Burst con aura caricata a 5 tacche mentre in una delle ultime di effettuare una combo da 20 hit.
    Tutti le battaglie affrontate nelle modalità di gioco esterne alla campagna aumenteranno il capitale legato al nostro profilo, sfruttabile per comprare. oltre ai potenziamenti, gli oggetti decorativi presenti nello shop del gioco.
    E' presente anche una modalità multiplayer 1vs.1 tramite la quale sfidare un amico in connessione wireless ad-hoc.

    Il gameplay in sé è rimasto immutato: l'interessante introduzione dei power up contribuisce a dare una sferzata di freschezza ed una minima componente strategico-gestionale al “solito” picchiaduro, già discretamente vario e valido di suo dato che, attraverso un'efficace implementazione dei controlli, è possibile eseguire praticamente tutte le mosse visibili nell'anime o nel fumetto.
    E' proprio questo il cardine sul quale si basa il prodotto: la monotonia dello Story Mode è in parte fugata dalla gran quantità di mosse presente per ogni personaggio, da ammirare, grazie alla loro forte componente coreografica, durante i combattimenti.
    Le battaglie non si basano sullo studio dell'avversario, sulle parate o sulle contromosse ma sul vero e proprio power play.
    Sfere energetiche, combo d'ogni genere e attacchi rapidi sfruttando l'intera potenza dell'aura (visualizzata tramite barre caricabili poste in alto a sinistra nell'HUD) sono all'ordine del giorno e verrano premiate con un alto punteggio ed un'alta ricompensa al termine degli scontri.
    A limitare notevolmente una discreta esperienza ludica permangono un'interazione nulla con gli ambienti di gioco, caratteristica di molti picchiaduro moderni e la possibilità di effettuare direttamente in combattimento trasformazioni e fusioni, elementi chiave della saga di Dragon Ball.
    Noteremo con estremo dispiacere che per utilizzare le versioni Super Sayan dei vari personaggi o le potenti fusioni dovremo sbloccarle affrontando gran parte dello Story Mode.
    Piccola innovazione, invece, per quanto riguarda la telecamera che ruoterà parzialmente seguendo l'azione e permetterà sempre un'ottima prospettiva sull'azione senza lasciare angoli morti anche durante gli spostamenti più bruschi.

    Netta separazione

    La realizzazione tecnica di DBZ Shin Budokai - Another Road merita due discorsi distinti.
    Da una parte è quasi una gioia ammirare sul gioiellino di casa Sony tanta cura nella modellazione di personaggi completamente 3D, interamente in cell shading, corredati da ampi set di movenze e da tutti gli effetti speciali che caratterizzano le loro tecniche.
    Frame dopo frame i combattenti si muovono in maniera estremamente fluida e rimangono completamente fedeli alle movenze possedute nel fumetto/anime.
    Gli effetti luminosi, come anticipato, sono azzeccati e danno l'idea della potenza delle onde energetiche e del diverso grado di sprigionamento dell'aura.
    Le stesse lodi non si possono tessere a riguardo delle ambientazioni che faranno da sfondo ai combattimenti.
    Una serie di texture di qualità infima ed una scelta di colori degna di una vera e propria “Natura Morta” rendono i fondali un pugno nell'occhio, facendo sembrare l'accostamento personaggi-fondali di gioco qualcosa di costruito con photoshop.
    La poca varietà di questi ultimi e l'interazione pressochè nulla che propongono non aiuta a migliorare un effetto visivo che, nel complesso, non da troppe soddisfazioni e non garantisce un buon coinvolgimento nell'esperienza.
    Fortunatamente il comparto audio lenisce il “dolore” agli occhi grazie ad un'accattivante colonna sonora ripresa dall'anime e al fedele mantenimento dei doppiaggi sia nella versione inglese sia nella versione giapponese per i più patiti.
    Ancora una volta le microcasse della PSP riescono a restituire un'atmosfera ricca di suoni potenti e diversificati, tanto da farvi sentire nel mezzo di ogni battaglia.

    Dragon Ball Z: Shin Budokai Dragon Ball Z: Shin BudokaiVersione Analizzata PSPA causa dell'elevata ripetitività dell'azione, parzialmente fugata da diverse modalità ed un completo e inedito sistema di potenziamento, la longevità del titolo è alquanto ridotta, soprattutto per coloro che, non conoscendo i personaggi della serie, non si sentiranno attratti dall'idea di provarne tutte le tecniche in campo. Una realizzazione tecnica sempre troppo sommaria ed altalenante unita ad un gameplay divertente ma povero di innovazioni incisive, infine, non elevano la qualità del titolo al di sopra di mediocre livello di sufficienza che lo rende comunque appetibile ai fans ma un mero passatempo senza troppe pretese per tutti gli altri.

    6

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