Recensione DragonBall: Raging Blast

L'ultimo picchiaduro dedicato a Goku e Soci semplifica al massimo l'esperienza di gioco

Recensione DragonBall: Raging Blast
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Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Con più di 60 spin-off al suo attivo, la fortunata saga a fumetti di Akira Toriyama è senza dubbio una delle più sfruttate nel mondo dei videogiochi. Che si tratti di action, giochi di ruolo, ma soprattutto picchiaduro, ormai Dragon Ball l’abbiamo, per così dire, visto in tutte le salse. Ma per Bandai sembra quasi diventata una tradizione quella di pubblicare almeno un titolo all'anno basato sulla nota storia di Goku e compagni. Dragon Ball: Raging Blast, dopo il mediocre Burst Limit, è proprio l’ultimo di una lunga serie.

    Onde Energetiche HD

    Sebbene il nome non lo dia ad intendere, Raging Blast è un picchiaduro che continua nello stile a “movimento libero” della sotto-serie Dragon Ball Z: Budokai Tenkaichi, al punto da poter essere considerato tranquillamente il quarto capitolo della serie. Gli scontri, infatti, si svolgono ancora una volta in grandi arene percorribili a 360 gradi dai lottatori, che si potranno picchiare utilizzando attacchi sia ravvicinati sia (soprattutto) a distanza, in uno stile che alla lontana ricorda il classico Virtual-On di Sega.
    Il primissimo impatto con il gioco è senza dubbio molto positivo: grazie alla potenza delle console di nuova generazione, la somiglianza con il cartone animato ha infatti raggiunto livelli incredibili. Raging Blast sfoggia quello che è in assoluto uno dei migliori cell-shading mai implementati, se non addirittura il migliore; è molto facile, osservando il gioco, scambiarlo con una puntata del cartone animato. Il lavoro fatto su ciascuno dei modelli poligonali è senza dubbio certosino, e le animazioni e gli effetti speciali rispecchiano in tutto e per tutto quanto visto in tv. Il tutto si muove ad un’elevata fluidità senza mai alcun calo di framerate, neanche nelle situazioni più caotiche. Allo stesso modo l’aspetto sonoro è molto curato: tutti gli effetti sonori più famosi del cartone sono infatti presenti, unitamente a un doppiaggio giapponese praticamente perfetto. L’unico appunto da fare sul lato tecnico riguarda le arene: esse sono infatti molto spoglie e dotate di texture non all’altezza, e nonostante sia possibile distruggerle quasi totalmente, rimangono l’unico aspetto della grafica non curato al livello del resto della produzione.

    Semplice.

    Purtroppo però, una volta preso il pad in mano, molti dei pregi del prodotto verranno spazzati via da un gameplay decisamente limitante. Sotto questo profilo, infatti, Raging Blast è un deciso passo indietro per la serie. Molti comandi sono legnosi e macchinosi, e la semplicità del sistema di combo annulla praticamente il tatticismo che aveva contraddistinto i primi vagiti di questa saga. Diversamente da quanto accadeva nei vecchi Tenkaichi, infatti, il sistema di combo si basa interamente sulla pressione di due tasti, adibiti rispettivamente agli attacchi normali e a quelli energetici. Sebbene sia mantenuta la spettacolarità degli scontri, in cui i combattenti fanno largo uso delle loro mosse distintive, l'esperienza di gioco si riduce quindi ad un button mashing meno sensato di quanto non fosse in precedenza. Raging Blast vuole forse venire incontro, con questa scelta, alle esigenze dei giocatori più giovani, che negli ultimi anni hanno decretato il successo commerciale del brand. Scontentando d'un colpo chi invece cerca un'esperienza ludica più profonda ed appagante, capace di impegnare i nervi ed i polpastrelli in qualcosa di più d'un semplice esercizio di pressione ripetuta. L'imperdonabile semplificazione delle meccaniche di gioco si accompagna con qualche problema del sistema di targeting, nonché con una telecamera bizzosa, spesso causa delle sconfitte più brucianti. Fortunatamente l'ampio sfruttamento dell'iconografia classica di Dragon Ball, con onde energetiche e distinctive moves fra le più bizzarre, corre in soccorso del titolo, che riesce a divertire dal punto di vista coreografico. Gli amanti della saga sapranno ritrovare tutte le chicche del cartone, finalmente in una veste grafica esaltante (laddove quella di Burst Limit aveva dimostrato qualche incertezza). La varietà di azioni e situazioni è comunque troppo poco per cancellare i difetti di un fighting system banalotto e trito, che deve per altro fare i conti con la sovrabbondanza di Flip Character: proprio il fatto che il gameplay si basi sull'utilizzo di due soli pulsanti rende il nutrito roster di personaggi (circa 40 protagonisti e comprimari) un elenco più sbiadito del solito, visto che il sistema per utilizzare molti combattenti è praticamente identico (la lista combo di alcuni personaggi si ripete sostanzialmente immutata).
    Dopo tanti anni di discreti successi di critica, insomma, sarebbe ora di ripensare il gioco alla base, semmai creando due serie parallele, come fu per Budokai e Budokai Tenkaichi: se Namco ha interesse a soddisfare i più piccoli, lasci ai molti fan della saga che hanno qualche anno in più un titolo capace di soddisfare la loro sete di divertimento, piuttosto che una iterazione interattiva delle “sequenze-tipo” del cartone animato. S spera che per il prossimo episodio della serie Spike faccia qualcosa di concreto in questo ambito, invece di sprecare tempo ad aggiungere inezie come le versioni Super Saiyan 3 di Vegeta o di Broly.

    So much to do

    Al di là dei difetti elencati, riguardanti esclusivamente il battle system, si deve comunque muovere un plauso al team di sviluppo per la mole di contenuti inseriti in Raging Blast. La sovrabbondanza di opzioni, assieme alla spettacolarità del colpo d'occhio, è quello che salva il titolo dal baratro dell'insufficienza. Da questo punto di vista infatti Dragon Ball: Raging Blast è molto ricco: oltre alla enorme Storia, che ripercorre praticamente ogni scontro della serie, sono presenti infatti una decina di modalità aggiuntive. Alcune di esse sono molto interessanti, come ad esempio il Super Battle Trial, che ti pone di fronte ad obiettivi che cambiano continuamente, mantenendo in teoria la sfida fresca e divertente. La presenza di alcune “trame alternative”, tutte da scoprire, è un espediente opportuno per attirare anche chi conosce a menadito le avventure di Goku & Co. Un altro aspetto piacevole è la possibilità di personalizzare i propri combattenti grazie ad una specie di griglia sulla quale incastrare dei tasselli di potenziamento che guadagnerete durante il gioco. Sarà poi possibile usare il vostro personaggio così modificato negli scontri con gli amici e online. Proprio il comparto multiplayer rivela qualche inattesa sorpresa, come la presenza di molte opzioni che vanno oltre il canonico scontro 1 Vs 1. L'assenza di lag e la popolosa community riescono a rendere interessante la permanenza sui server di gioco.

    Dragon Ball: Raging Blast Dragon Ball: Raging BlastVersione Analizzata PlayStation 3Dragon Ball: Raging Blast è, in definitiva, un titolo perfetto solo per gli appassionati, che rivela, dietro la scintillante veste grafica, un gameplay a volte troppo semplicistico. Un vero peccato che all'imprecisione del sistema di telecamere si sposi la scellerata idea di semplificare all'inverosimile le meccaniche di gioco. Senza il tatticismo degli scontri, senza personaggi davvero diversificati fra loro, la saga videoludica di Dragon Ball perde mordente, ma resta un tripudio visivo di esplosioni e mosse stravaganti ed esaltanti. L'acquisto è consigliato a chi non cerca un divertimento duraturo e impegnativo, o a chi ancora non conosce nessuna delle vecchie trasposizioni videoludiche dell'anime.

    7

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