Drawn to Death: Recensione del nuovo gioco di David Jaffe

Drawn to Death per PlayStation 4 è il nuovo progetto di David Jaffe, papà di God of War e Twisted Metal, gratis ad aprile per gli abbonati Plus.

Drawn to Death: Recensione del nuovo gioco di David Jaffe
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  • PS4
  • Ritornate con la mente ai tempi del liceo, quando l'unico modo per rimanere svegli fino alla fine delle lezioni era quello di ingannare il tempo disegnando a penna grandiose oscenità su quaderni, banchi e compagni più o meno consenzienti. Quel periodo in cui un fetta consistente del nostro vocabolario d'uso quotidiano era composta da improperi meravigliosamente articolati, e ogni interazione con gli amici comportava un volume di turpitudine tale da far arrossire anche il più sboccato degli scaricatori di porto.
    Vi si è illuminata nel cervello la spia "nostalgia, nostaglia canaglia"?
    Bene, allora è probabile che le prime ore in compagnia di Drawn to Death vi vedano sogghignare costantemente, conquistati dalla combo di estetica fuori di testa e umorismo da caserma messa a segno dall'ultima fatica di David Jaffe, il titolo più interessante tra quelli inclusi questo mese nell'offerta di PlayStation Plus.

    Disegnato a morte

    Ambientato tra le pagine del quaderno di un qualunque liceale degli anni'90, Drawn to Death è un arena shooter in terza persona che sfida un massimo di quattro giocatori a darsele di santa ragione impugnando, nei panni di personaggi assolutamente folli, un arsenale di strumenti di morte eufemisticamente "atipici".

    Un visione originale che caratterizza ogni aspetto del gioco con incrollabile determinazione, dalla grafica scarabocchiata (sorprendentemente piacevole anche nel pieno dell'azione), allo humor "intestinale" che travolge il giocatore con un flusso ininterrotto di battutacce della peggior lega, quella che, per intenderci, coinvolge frequentemente appendici erettili di vario genere e lo spettro completo delle deiezioni corporee. Lo stile volutamente eccessivo, dissacrante e logorroico della scrittura di Drawn to Death è perfettamente in grado di suscitare risatone di pecoreccio compiacimento, ma non è certo adatto a tutti i palati. Alla quattrocentesima battuta del commentatore sulle proprie, impellenti, necessità fisiologiche, anche gli imprecatori più navigati potrebbero inoltre cominciare a "subire" la peculiare comicità del titolo, varcando il confine tra spasso e fastidio. Messi da parte i mille e uno modi per tirare ironicamente in ballo il podice e i suoi derivati, Drawn to Death offre un gameplay veloce, frenetico, divertente e insospettabilmente profondo. Ognuno dei sei capolavori di bizzarria che compongono il roster del gioco è dotato di uno specifico set di abilità che influisce su ogni aspetto della sua caratterizzazione battagliera. La procace ninja squalo Ninjaw, ad esempio, è in grado di utilizzare un rampino per afferrare i nemici o raggiungere piattaforme lontane, e di scagliare contro gli avversarsi un piccolo branco di squali esplosivi.
    Suona strano? Beh, non è niente. Vi basti considerare che l'orsetto assassino Alan, non potendo raccogliere i rifornimenti sparsi in giro per le mappe, può recuperare la salute solo cibandosi di lacrime di bimbo.

    Sì esatto, lacrime di bimbo.

    Ogni personaggio possiede inoltre una specifica debolezza che un altro "eroe" può sfruttare a proprio vantaggio. L'invisibilità di Alan, tanto per dirne una, non funziona sul vampiro robotico Cyborgula, che a sua volta subisce danni maggiorati dall'abilità Riff diabolico del punk rocker Johnny Savage. Padroneggiare a dovere le peculiarità di ciascun combattente richiede tempo e pazienza, ma può veramente fare la differenza durante i frenetici scontri a fuoco del titolo. Allo stesso modo farete bene ad investire qualche neurone dello studio delle mappe, caratterizzate da un design eccellente, per riuscire a sfruttare al massimo le scorciatoie, i teletrasporti e i potenziamenti distribuiti in giro per le arene. In generale, le dimensioni delle mappe alimentano un dinamismo combattivo furiosamente appagante, anche se l'estensione di alcune di esse può risultare a volte dispersiva, specialmente considerando l'esiguo numero dei giocatori coinvolti. Sulle stesse note, avremmo apprezzato una correzione verso il basso del tempo necessario per intombare ciascun avversario, il cosiddetto time-to-kill, apparentemente aumentato rispetto all'ultima Beta del titolo.

    Parlando del gunplay, non possiamo trattenerci dal fare un plauso a David Jaffe e colleghi per l'impegno speso nella creazione delle 24 "spara-cose" che compongono l'armamentario in dotazione ai giocatori di Drawn to Death. Accanto a grandi classici come il fucile d'assalto (qui poeticamente rinominato AKazzo 47), troviamo chicche come il JRPG, una retro console capace di scagliare contro gli avversari "una copia di Ultima Fantasia 3 (6 in Giappone)", o il buon Dan Palla Avvelenata, il torso di un liceale in grado di lanciare sfere infuocate sui nemici. Proprio come nel caso dei personaggi, imparare a sfruttare al meglio le caratteristiche delle diverse bocche da fuoco è un passaggio essenziale per aumentare le proprie chance di vittoria. Peccato che, a fronte di una varietà letale sorprendente, il bilanciamento delle armi sia al momento tutt'altro che perfetto, così come la gestione delle hitbox, a tratti decisamente approssimativa. Proprio sull'arsenale pesa inoltre una scelta di design discutibile, probabilmente legata al precedente business model del titolo, annunciato come free-to-play.

    Spendendo una decina d'euro è possibile accedere immediatamente a tutte le armi disponibili nel titolo, che gli utenti non paganti possono sbloccare, pezzo per pezzo, investendo le apposite chiavi guadagnate giocando. Parliamo purtroppo di una dinamica in grado di alterare significativamente gli equilibri del titolo, in maniera tutt'altro che positiva.
    Anche la scelta di non permettere ai giocatori di selezionare la modalità da affrontare, tra le quattro disponibili nel gioco, non ci ha convinto appieno. La rotazione casuale comprende Deathmatch classico, Deathmatch a squadre (2 vs 2), Donatore di organi (deathmatch con uccisione confermata) e Rissa (scontro in 7 round 1 vs 1), modalità che, pur non mancando di guizzi creativi interessanti (come il raddoppio della salute di un giocatore in caso di abbandono del compagno di squadra, o la perdita di punti per ogni morte in deathmatch), delineano un bagaglio contenutistico fin troppo leggero, che fatica, in generale, a mantenere intatto l'appeal fracassone di Drawn to Death.
    Il titolo soffre inoltre di qualche problema di matchmaking (entrare in partita con un team completo è un'evenienza sorprendentemente rara), e accusa le bizze di un'infrastruttura online non sempre stabilissima. Come nota di coda, considerando le caratteristiche di Drawn to Death, avremmo apprezzato la possibilità di affrontare un paio di amici in qualche delirante sessione di multiplayer da divano. Un'opportunità che Jaffe e soci hanno deciso di non offrire agli utenti, ma che avrebbe potuto rappresentare un eccellente "selling point" per lo shooter.

    Drawn to Death Drawn to DeathVersione Analizzata PlayStation 4Lo shooter sviluppato da The Bartlet Jones Supernatural Detective Agency è un concentrato di follia, profanità, piccoli colpi di genio e frenetico divertimento, il tutto in un pacchetto confezionato con uno stile unico, sorprendentemente efficace. Un’esperienza multigiocatore interessante e diversa dalle altre, i cui pregi sono in grado di sostenere più che dignitosamente il peso dei difetti della produzione. Se l’idea vi intriga, vi consigliamo caldamente di approfittare ora dell’offerta di PlayStation Plus, prima che il collocamento sullo Store a prezzo pieno infligga alla playerbase del titolo un colpo potenzialmente letale. In questo senso, il futuro di Drawn to Death è legato a doppio filo alla capacità del team di sviluppo di alimentare l’interesse della community offrendo un flusso ininterrotto di aggiornamenti e contenuti.

    7

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