Dusk Diver 2: Recensione del nuovo action RPG stile anime. Ci è piaciuto?

Dusk Diver 2 è un gioco sulla carta molto interessante ma che in realtà soffre di alcuni difetti tecnici e strutturali.

Dusk Diver 2: Recensione del nuovo action RPG stile anime. Ci è piaciuto?
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Switch
  • PS5
  • Pubblicato in tutto il globo nel mese di ottobre 2019, il primo Dusk Diver per PlayStation 4 si era chiuso in maniera abbastanza brusca, trasmettendo al giocatore l'impressione che Yumo e gli altri protagonisti della vicenda avessero molto altro da raccontare. Un sospetto divenuto realtà a inizio 2022, quando il sequel confezionato dai ragazzi WANIN International è approdato su PC, PS4 e Nintendo Switch.

    Grazie al publisher Idea Factory International, il prodotto rimasto a lungo confinato nel solo continente asiatico ha infine raggiunto i mercati occidentali, ragion per cui ci siamo subito fiondati sulla versione per PlayStation 5 di Dusk Diver 2, che curiosamente è disponibile soltanto nel nostro emisfero. Ricordandovi che il titolo è già acquistabile dallo scorso 30 agosto, è tempo di scoprire se lo studio taiwanese sia riuscito o meno a perfezionare la formula del capostipite!

    Una guerra tra fazioni

    Nonostante Dusk Diver 2 sia ambientato esattamente un anno dopo la conclusione del primo gioco, la sua storia riparte direttamente dopo gli eventi dell'episodio precedente.

    In seguito alla sconfitta di Nemea da parte di Yang Yumo, Leo, Bahet e Le Viada, la fusione tra il mondo umano e lo Youshanding (una realtà identica a quella reale, ma popolata da creature spaventose) è stata scongiurata, ma i problemi per la città di Taipei e per il sempre più vasto quanto improvvisato personale del Tumaz Mart sono tutt'altro che terminati. Non solo le minacciose Bestie del Caos non sono mai scomparse del tutto dallo Youshanding, ma delle misteriose organizzazioni si stanno per giunta contendendo il predominio sul "Dragon Vein", una particolare forma di energia che appunto alimenta l'avanzatissima tecnologia sviluppata dalle divinità del Kunlun e di Elysium. Avendo involontariamente conservato i propri poteri, che nel frattempo sono persino aumentati, la giovane Yumo è dunque costretta a mettere nuovamente da parte i propri studi per pattugliare le strade del distretto commerciale Ximending e proteggerlo dalle varie minacce che vi si sono insediate.

    Al netto di una scrittura alquanto frettolosa, la trama di Dusk Diver 2 intrattiene il giocatore con sviluppi interessanti e qualche colpo di scena, che tuttavia possono essere compresi appieno solo nel caso questo abbia già portato a termine la precedente avventura di Yumo. I riferimenti al primo capitolo della saga sono invero continui, e disgraziatamente il breve riassunto iniziale che lo sviluppatore ha realizzato per andare incontro ai neofiti non fornisce in realtà le nozioni necessarie per affrontare direttamente il sequel.

    Se nelle prime ore i rimandi sono sporadici e perlopiù legati alla reintroduzione dei compari - la cui caratterizzazione è stata invece esplorata e approfondita a dovere attraverso una serie di missioni secondarie - nella seconda parte della campagna diventano invece frequenti. Pertanto, chiunque non abbia una certa familiarità con l'universo di Dusk Diver potrebbe faticare a lasciarsi trasportare dalle vicende narrate dal sequel, la cui longevità si assesta sulle 13-20 ore circa, a seconda del tempo dedicato alle oltre sessanta missioni secondarie incluse nel pacchetto.

    Un lavoro di squadra

    Qualitativamente parlando, il canovaccio narrativo del prodotto non si discosta granché da quanto visto nel capostipite, tant'è che la vera e propria rivoluzione adoperata da WANIN International si concentra quasi esclusivamente sul suo sistema di combattimento. Come sottolineato nel nostro provato di Dusk Diver 2, gli sviluppatori hanno cercato di donare maggior varietà al gameplay del secondo episodio, rendendo innanzitutto giocabili gli altri personaggi principali.

    Mentre nel primo Dusk Diver era possibile controllare soltanto Yang Yumo, che durante la battaglia poteva evocare brevemente le divinità alleate e prendere in prestito i loro strumenti di morte per scatenare devastanti tecniche speciali, la più apprezzata novità del seguito va individuata proprio nella possibilità di impersonare tutti i vari coprotagonisti, che oltretutto sono caratterizzati da stili di lotta ben diversificati. Leggiadra e veloce, Yumo è la classica combattente da strada, non a caso la fanciulla tende a intrappolare gli avversari con una sequela pressoché infinita di calci e pugni; perfetta per il corpo a corpo, questa dispone inoltre di alcune skill che elettrificano i nemici, interrompendo in maniera brusca la loro offensiva e offrendo alla stessa Yumo dei bersagli facili. Contraddistinto da un fisico nerboruto, Leo primeggia nei colpi pesanti e la sua arma consuma proiettili per innescare degli attacchi ad area, mentre le pistole a lungo raggio dell'affascinante Le Viada le consentono di provocare gli oppositori, colpire simultaneamente un certo numero di Bestie del Caos e conservare al tempo stesso una discreta distanza di sicurezza.

    Mettendo da parte il quinto personaggio giocabile, sul quale preferiamo non anticiparvi nulla, il lottatore più efficace della banda è senza dubbio il musicista Bahet, che con la sua gigantesca falce riesce a concatenare con estrema facilità uno spaventoso numero di combo e a macellare gli avversari circostanti, indipendentemente dal fatto che questo sia a terra o a mezz'aria.

    Avendo dotato ciascun combattente di set di mosse e abilità che a conti fatti li rendono unici, lo sviluppatore WANIN ha ben pensato di portare a quattro il numero di personaggi trascinabili sul campo di battaglia, consentendo addirittura al giocatore di assumere in qualsiasi momento il controllo di un eroe diverso. Laddove le skill di supporto si limitano a chiedere il repentino intervento di un alleato, la possibilità di cambiare al volo il personaggio controllato ha giovato enormemente alla componente ludica di Dusk Diver 2, in quanto favorisce l'adozione di strategie mirate a sfruttare a proprio vantaggio le doti esclusive dei singoli componenti del team.

    Peccato soltanto che lo studio non sia intervenuto anche sul ritmo degli scontri, a nostro avviso non del tutto soddisfacente. Complici i pattern di attacco assai prevedibili dei nemici, l'eccessivo quantitativo di punti salute a loro disposizione e la scarsa intelligenza artificiale che li manovra, senza dimenticare la limitatezza dei moveset di Yumo e compagni, le fasi di lotta del beat'em up, che quantomeno sulla carta dovevano essere adrenaliniche, risultano alla lunga noiosette e ripetitive. Fatta eccezione per le boss fight, durante le quali la difficoltà subisce molto spesso un'impennata vertiginosa, il più delle volte ci si ritrova a combattere per diversi minuti contro oppositori immobili e incapaci di offrire il benché minimo stimolo all'utente.

    L'altra grave pecca di Dusk Diver 2 è rappresentata dal sistema di crescita del party, che proprio come nel primo episodio richiede di spendere manualmente l'esperienza accumulata per migliorare i parametri dei combattenti.

    Applicata all'originale Dusk Diver, che a suo tempo includeva un solo personaggio giocabile, tale soluzione incentivava a personalizzare le statistiche di Yumo a seconda delle preferenze e dello stile di gioco dell'utente. Dal momento che i punti esperienza accumulati nel sequel non sono individuali, bensì condivisi tra tutti i combattenti, in Dusk Diver 2 il giocatore è invece costretto a dosarne il dispendio per far sì che le proprie unità crescano di pari passo. Come risultato, se nelle prime ore abbiamo cercato di potenziare tutti quanti, i picchi di difficoltà e le esigue ricompense in termini di punti esperienza ottenute attraverso le dispute ci hanno spinti a lungo andare a migliorare quasi esclusivamente i parametri di Yumo e Bahet, ossia i personaggi più idonei allo scontro in mischia. Allo stato attuale, la formula di Dusk Diver 2 appare insomma penalizzante e per di più rende necessarie delle lunghe sessioni di grinding.

    In quel di Taipei

    Passando all'analisi del comparto tecnico e artistico, dobbiamo riconoscere che Dusk Diver 2 ha grossomodo soddisfatto le nostre aspettative. In termini di performance, il prodotto si comporta indubbiamente meglio del proprio predecessore, soprattutto su PlayStation 5, dove il frame rate si aggira quasi sempre attorno ai 60 FPS (con sporadici cali) e i tempi di caricamento nel passaggio da una zona all'altra di Taipei non richiedono che un paio di secondi.

    Indipendentemente dalla piattaforma, il titolo è però afflitto dal fastidioso fenomeno dello stuttering, soprattutto nel momento in cui questo si ritrova a dover caricare orde di nemici o di "slenderman" in città, che con nostro grande dispiacere assumono una forma vera e propria solo quando ci si avvicina.

    Per il rovescio della medaglia, il distretto commerciale Ximending e le altre aree della capitale taiwanese sono molto belle e colorate, anche grazie allo stile anime tanto apprezzato nel primo Dusk Diver e che lo studio WANIN International ha saggiamente scelto di preservare. I modelli poligonali di Yumo e compagni potranno non essere dettagliati quanto gli ottimi artwork che accompagnano gli scambi di battute, ma rispetto al capostipite abbiamo notato dei percettibili miglioramenti.

    Nulla da eccepire, invece, sul doppiaggio - in questo caso disponibile in cinese e giapponese - e sulla vivace colonna sonora, i cui brani elettronici ben si adattano al contesto urbano di Taipei e alle battaglie con le Bestie del Caos.

    Dusk Diver 2 Dusk Diver 2Versione Analizzata PlayStation 5Ampliando il roster di personaggi giocabili e il numero di combattenti trascinabili in prima linea, i ragazzi di WANIN International hanno dotato Dusk Diver 2 di una gradevole componente strategica del tutto assente nel primo episodio. Tuttavia, anziché concepire un nuovo sistema di crescita ragionato e pensato appositamente per la squadra, lo studio ha conservato il leveling system dell’originale, che permetteva di intervenire manualmente sui parametri della sola Yang Yumo. Essendo condivisi tra i vari membri della banda, i punti esperienza accumulati attraverso gli scontri non sono sufficienti a migliorare simultaneamente i combattenti a disposizione del giocatore, che per far fronte a un bilanciamento della difficoltà da rivedere è spesso costretto a focalizzarsi su uno o due eroi al massimo, trascurando i rimanenti tre. Rispetto al capostipite, Dusk Diver 2 ha insomma compiuto degli apprezzabili passi in avanti, ma la strada per perfezionare la formula della saga ed esprimere il suo pieno potenziale si direbbe ancora lunga.

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