Dynasty Warriors 9 Recensione: il musou di Omega Force abbraccia l'open world

Dynasty Warriors 9 introduce nella serie l'open world, con risultati non del tutto soddisfacenti per il musou di Omega Force e Koei-Tecmo.

Dynasty Warriors 9 Recensione: il musou di Omega Force abbraccia l'open world
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • In qualsiasi lunghissima dinastia giunge alla fine il momento del cambiamento. Negli anni i grandi patriarchi hanno fondato regole, culti e tradizioni che, di punto in bianco, vengono stravolte dall'ultimo esponente della famiglia, deciso a dare una sostanziosa svecchiata a tutto ciò che lo ha preceduto. Dynasty Warriors 9 fa esattamente questo: nono erede al trono di una genia di musou tutti molto simili tra di loro, l'ultimo nato della famiglia di Omega Force prende le distanze dal suo passato per apportare alla formula ludica del brand un mutamento radicale. Questa forma di (necessaria?) ribellione si chiama "open world". Dynasty Warriors 9 introduce infatti per la prima volta nella serie un'unica, vastissima mappa liberamente esplorabile, conservando alcuni elementi caratteristici della saga e rinnovandone altri, per un capitolo di rottura che ha dalla sua il coraggio di distinguersi il più possibile rispetto ai congeneri. E se da un lato noi ci sentiamo di premiare la voglia di voltare finalmente pagina, dall'altro bisogna ammettere che non tutte le grandi "rivoluzioni" conducono ad un lieto fine.

    I conquistatori della Cina

    Siete curiosi di conoscere la cosiddetta "Epoca dei Tre Regni", uno dei periodi più turbolenti della Cina Imperiale? Bene, potete pure chiudere il monumentale Romanzo dei Tre Regni di Luo Guanzhong e rimettere nella custodia il blue ray del film La Battaglia dei Tre Regni dell'abile John Woo: Dynasty Warriors 9 offre infatti un compendio succulento e dettagliatissimo (anche se - ovviamente - un po' romanzato) degli eventi iniziati con l'insurrezione dei Turbanti Gialli, da domare innanzitutto nei panni del generale Cao Cao e poi, successivamente, da rivivere tramite la prospettiva di tantissimi altri protagonisti (appartenenti a quattro fazioni), i quali si sbloccheranno proseguendo nella storyline. Come da manuale, del resto, il titolo non si esaurisce completando i suoi tredici capitoli nelle vesti di un solo eroe, bensì propone un canovaccio che varia di volta in volta a seconda del personaggio interpretato, per una longevità complessiva davvero esponenziale. Se escludiamo qualche rara cinematica realizzata con il motore di gioco, però, Dynasty Warriors 9 imbastisce la sua ricchissima e contorta trama attraverso una serie di schermate per lo più statiche e soporifere, con dialoghi ora prolissi ora sbrigativi. Senza sfociare mai nell'intento didattico o nella spicciola pedanteria, la sceneggiatura ci è parsa ben scritta (oltre che ottimamente sottotitolata in italiano) ed anche - tutto sommato - abbastanza avvincente, a patto di sopportare qualche lungaggine di troppo e riuscire a collegare adeguatamente tra di loro le numerosissime personalità che si avvicendano su questo teatro storico.
    Ed il palcoscenico sul quale si muoveranno le nostre pedine, mai come in questo capitolo, apre il suo sipario su un mondo gigantesco: la mappa di gioco è estremamente vasta, e potrà essere percorsa in tutta libertà ora a piedi ora a cavallo, mentre assisteremo a cicli giorno/notte dinamici e a condizioni meteo variabili.

    Mentre ci sposteremo a zonzo in groppa al nostro fido destriero potremo imbatterci in truppe nemiche, in animali da cacciare, in fumi nei quali dedicarci alla pesca, oppure ancora in avamposti da liberare, in cittadine fortificate, in accampamenti di fortuna o torri di controllo con cui "sincronizzare" l'ambiente circostante e svelare nuovi dettagli sulla mappa. Tutti gli stilemi appartenenti ai classici esponenti del genere free roaming si raggruppano in Dynasty Warriors 9 senza particolari demeriti né tratti distintivi. Quando vagheremo lungo l'area di gioco saremo costantemente informati sull'avanzamento e la posizione degli eserciti nemici, i cui equilibri andranno rovesciati eliminando i manipoli che incontreremo sul percorso. Prima di svolgere una specifica missione utile per proseguire nella trama, insomma, ci toccherà inevitabilmente portare a termine differenti quest secondarie che ci permetteranno di guadagnare punti esperienza con cui salire di livello, nonché risorse, pergamene o materiali grazie ai quali dedicarci al crafting ed al potenziamento del nostro avatar.

    Nelle città, infatti, troveremo delle botteghe di varia natura dove rifocillarci o migliorare il nostro equipaggiamento: nulla ci vieterà di recuperare alcune materie prime anche senza sporcarci le mani in battaglia, raccogliendone in abbondanza lungo le larghe praterie cinesi o cimentandoci nella caccia agli animali che popolano quelle terre. L'aggiunta di simili attività collaterali, purtroppo, funziona solo in parte. Al pari della pesca, anche la caccia è un passatempo francamente dimenticabile, strutturato com'è su meccaniche molto elementari, con bestie che spesso, anche dopo varie frecce scagliate contro di loro, sembrano non accorgersi della presenza del giocatore, limitandosi a fuggire solo per pochi metri prima di tornare di nuovo alle loro solite routine. Per fortuna, quando si tratta di menare le mani, Dynasty Warriors 9 mantiene invariata la sua verve combattiva. Il fulcro del gameplay resta il button mashing sfrenato, con orde di incalcolabili soldati da sbrindellare senza alcuna riserva: a supporto della solita ripetitività concettuale sopraggiunge una notevole varietà di armi a disposizione che modifica ampiamente i moveset dei personaggi utilizzabili, tutti dotati di un personale stile di lotta. Oltre agli attacchi leggeri e pesanti potremo sfruttare anche due colpi extra definiti "Variabile" e "Reattivo", la cui attivazione dipende rispettivamente dalla condizione e dalla situazione in cui riversa l'avversario, così da acuire i danni inflitti. In aggiunta, alla pressione del dorsale destro in combinazione con uno dei quattro tasti del pad, attiveremo delle tecniche speciali con cui stordire o scagliare in aria gli oppositori, ponendoli alla mercé delle nostre spettacolari "mosse finali", che andranno azionate solo dopo aver riempito l'apposito indicatore. In generale, il combat system di Dynasty Warriors 9, benché presenti alcune variazioni interessanti, resta privo di qualsivoglia piglio strategico: anche premendo ad oltranza lo stesso pulsante, in sostanza, intere truppe di soldati cadranno ai nostri piedi.

    Fanno eccezione solo i boss, maggiormente complessi da abbattere, per i quali è suggerito un pizzico di tattica in più al fine di romperne le difese ed affondare il colpo. La difficoltà media è comunque molto bassa: allo scopo di rendere la progressione un po' più faticosa potrete sempre decidere di affrontare le missioni principali con un grado visibilmente inferiore a quello consigliato. Ogni qual volta terminerete un'attività opzionale, tuttavia, il livello minimo della main quest diminuirà, facilitandovi ulteriormente nell'impresa. Il vero picco di complessità è però raggiunto da alcune risibili sequenze stealth, talmente mal orchestrate da lasciare basiti: il campo visivo dei nemici è infatti del tutto imprevedibile (le guardie ci adocchiano a distanze chilometriche e poi fanno finta di non vederci se avvicinate lateralmente) e le sessioni di infiltrazione risultano talmente legnose da condurci, molto spesso, al fallimento. A quel punto non resterà altro da fare che sguainare lo spadone e far vedere a tutti quei soldatini poligonali di che pasta è fatto un vero musou.

    Problemi dinastici

    Tutte le conquiste sul fronte ludico rischiano disgraziatamente di essere spazzate via da un comparto tecnico aberrante, tra i peggiori che ci sia mai capitato di vedere su console. Ve lo anticipiamo sin da subito: l'unico aspetto della veste grafica che si salva dalla gogna è la sufficiente modellazione dei protagonisti, particolareggiati e animati (almeno in battaglia) con discreta attenzione. Tutto il resto fa male a vedersi almeno quanto una spada infilzata in un occhio.

    Le legioni di soldati si muovono come fossero pedine degli scacchi, avanzano in blocco e con movenze slegate tra di loro; le città sono popolate da manichini spesso immobili, che compaiono improvvisamente dinanzi a noi nel corso delle nostre passeggiate; infine, l'orizzonte visivo è avvolto da una nebbiolina costante, tale da mascherare i dettagli in lontananza. Meglio non prodigarci eccessivamente nel descrivere la povertà delle texture, la presenza di un tearing troppo invasivo e di un aliasing parecchio corrosivo. Si tratta di difetti "atavici", è vero, ma in un contesto open world acquisiscono una dimensione più ampia e meno sopportabile. A ciò si aggiungono le atroci animazioni, ridicole in modo involontario, tra cui spiccano quelle legate sia al rampino con il quale arrampicarsi sulle roccaforti, sia alle spassose galoppate del nostro cavallo (provate a fargli saltare una staccionata!). Qualunque tipo di problematica tecnica vi venga in mente, dunque, in Dynasty Warriors 9 la troverete. Nonostante il disastro visivo, saremmo anche disposti a soprassedere di fronte a mancanze evidenti, se la povertà grafica fosse il prezzo da pagare per una fluidità granitica. Ebbene, non è così: nel musou di Omega Force l'unica cosa stabile sono i cali di frame rate, che si ripresentano ad intervalli regolari, scendendo ben al di sotto della soglia dei 30fps su PlayStation 4 base. È un vero peccato che il primo ingresso della serie nel reame degli action a mondo aperto sia macchiato da un'onta che solo qualche patch risolutiva molto corposa potrà tentare di lavare.

    Dynasty Warriors 9 Dynasty Warriors 9Versione Analizzata PlayStation 4Dynasty Warriors 9 avrebbe dovuto essere la naturale evoluzione di una saga che, dopo otto capitoli (senza contare gli spin-off), proseguiva ormai per inerzia. Benché amplifichi le dinamiche di gameplay e le catapulti in un ambiente open world straripante di contenuti, l'ultimo lavoro di Omega Force viene azzoppato dalle sue stesse ambizioni. Le rifiniture apportate al combat system e l'accrescimento delle possibilità ludiche, quindi, si scontrano con alcune implementazioni mal contestualizzate e con un reparto grafico scricchiolante sotto qualsiasi aspetto. Dynasty Warriors 9, pertanto, non concretizza fino in fondo il suo “atto rivoluzionario”: confidiamo che il prossimo discendente della dinastia possa espiarne buona parte delle colpe, e portare a compimento l'opera iniziata del suo ardito predecessore.

    6.2

    Che voto dai a: Dynasty Warriors 9

    Media Voto Utenti
    Voti: 21
    5.5
    nd