Echo Generation Recensione: un RPG in voxel art su Game Pass

L'opera di Cococucumber strizza l'occhio a Stranger Things e Paper Mario, ma diversi limiti strutturali non gli fanno spiccare il volo.

Echo Generation Recensione: un RPG in voxel art su Game Pass
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Disponibile per
  • Pc
  • Xbox One
  • Xbox One X
  • Xbox Series X
  • Alieni, sci-fi, atmosfere alla Stranger Things, cultura nerd e procioni attaccabrighe: queste sono soltanto alcune delle tante tematiche e follie alla base di Echo Generation, un intrigante RPG a turni sviluppato dai ragazzi di Cococucumber e disponibile su PC e console Xbox, con tanto di comparsata anche sul Game Pass (a proposito di Game Pass, non perdetevi la nostra recensione di Into The Pit).

    La sua inclusione nel vasto catalogo del servizio Microsoft rappresenta l'occasione d'oro per provare un gioco di ruolo atipico e con tanta personalità da vendere, che colpisce forte anche grazie alla sua affascinante grafica in voxel art con una brillante caratterizzazione di personaggi e mondo di gioco. Tutto questo al netto di limiti ludici e strutturali che impediscono all'opera di toccare le vette d'eccellenza che sembrano inizialmente alla sua portata, testimoni le prime ore di gioco dove si resta colpiti dalle meraviglie del piccolo studio canadese.

    Il trailer con la data d'uscita di Echo Generation non solo riassume alla perfezione l'essenza del titolo, ma è confezionato ad hoc per spingere lo spettatore ad esclamare "voglio giocarlo ora!". Ed in effetti merita di essere giocato, mantenendo però le aspettative sui livelli di guardia.

    Piccoli ragazzi, grandi avventure

    Ambientato durante l'estate del 1993 nella fittizia Maple Town, Echo Generation ha per protagonisti due giovanissimi fratelli che si mettono in viaggio per indagare sullo schianto di una misteriosa navicella spaziale, avvenuto a pochi passi da casa loro. Ben presto la loro curiosità li trasformerà in eroi, pronti a proteggere Maple Town dalle minacce di mutanti, robot impazziti e creature mostruose.

    Ha così inizio un'avventura dove una nave aliena schiantata è davvero l'ultima delle stranezze attorno alla città, che tra ratti giganti, zombie, cani parlanti e scuole infestate da fantasmi ha la sua ampia dose di assurdità da gestire. Il tutto senza dimenticare un forte senso dell'umorismo che rende imperdibili gli scambi di battute tra i protagonisti e gli NPC, pronti a commentare con esilarante ironia gli avvenimenti del loro viaggio.

    Il titolo firmato Cococucumber offre una continua alternanza di combattimenti, puzzle ed esplorazione che dà vita a un prodotto creativo e ricco di sfumature, con meccaniche RPG che strizzano l'occhio a grandi classici del passato quali i primi due Paper Mario di Nintendo. Il nostro party è sempre composto da due membri fissi: il protagonista, del quale possiamo scegliere sesso, nome ed aspetto prima di darci all'avventura, e la sua sorellina Lily. Un terzo membro può essere scelto a rotazione tra i cinque pet companion pronti ad unirsi a noi dopo aver completato specifici obiettivi.

    Non c'è il rischio di perdersi per strada qualcuno di questi alleati: si incontrano avanzando nella storia, con il gioco che ci lascia la possibilità di sostituirli a piacimento in ogni momento. Essendo insostituibili, i due fratelli ottengono punti esperienza da ogni singolo incontro vinto, mentre l'ultimo membro del gruppo attivo cresce soltanto se utilizzato in battaglia, rendendo quindi consigliabile (ma non necessario) scambiarli a cadenza regolare così da avere un gruppo adeguatamente sviluppato.

    In combattimento non si tratta solo di attaccare con le abilità a nostra disposizione: si gioca tutto sul tempismo, sulla corretta pressione di uno o più tasti per massimizzare i danni inflitti, che si tratti del semplice attacco standard o dei poteri speciali. Quest'ultimi, se eseguiti correttamente completando il relativo minigioco (uno specifico per ciascun attacco), arrecano danni ingenti e possono causare alterazioni di status (come veleno o sanguinamento) che indeboliscono più velocemente il nemico. Tali abilità si sbloccano per tutti i personaggi collezionando i numerosi fumetti sparsi per gli scenari, spesso da ottenere dopo aver completato un incarico secondario, che rendono sempre più forti i nostri eroi preparandoli agli scontri con i mostri più temibili. L'utilizzo di questi poteri extra richiede la spesa di un tot di Skill Points a disposizione del party, motivo in più per eseguirli con tempistiche impeccabili. Esauriti i punti abilità, infatti,i colpi speciali non saranno più a disposizione fino al termine del combattimento, a meno di non sfruttare particolari oggetto curativo o potere speciale in grado di ricaricare completamente le forze del gruppo.

    L'azione ha quindi anche piccoli risvolti strategici e spinge il giocatore ad utilizzare con intelligenza i punti disponibili in modo da non ritrovarsi scoperto in battaglie contro nemici multipli o mastodontici Boss. Ad ogni vittoria si ricevono quantità variabili di punti esperienza e denaro. Progredire di livello ci permette di aumentare un parametro specifico tra vita massima, forza e numero massimo di punti abilità: anche la scelta di cosa potenziare va studiata con attenzione, in quanto concentrarsi solo su un elemento impedisce il corretto sviluppo dei personaggi, che rischiano così di ritrovarsi inermi una volta arrivati agli scontri avanzati dell'avventura.

    Un'equa distribuzione dei potenziamenti (in particolare per i due eroi principali) evita questo inconveniente e rende più equilibrate battaglie altrimenti molto più ardue del normale. Nella sua semplicità, il sistema di combattimento funziona egregiamente risultando anche divertente al netto di una certa ripetitività a lungo andare. Gli scontri, infatti, tendono a seguire schemi molto simili tra loro per tutta la durata dell'avventura, rischiando di rivelarsi tediosi a lungo andare.

    Il bestiario è nel complesso discretamente variegato, con i nemici visibili sulla mappa che ci offrono quindi la possibilità di scegliere se ingaggiare il combattimento oppure aggirarlo; in altre circostanze gli scontri avvengono in maniera casuale proprio come i cari vecchi JRPG di decenni fa, portando a un conflitto inevitabile.

    Da tenere presente che, a meno di non essere in possesso di uno specifico oggetto evasivo, non si può fuggire dagli scontri, creando non poche noie qualora il nostro gruppo sia a corto di energie. In caso di sconfitta, comunque, si riparte sempre dall'ultimo checkpoint raggiunto seppur con energia vitale dimezzata. Il solo modo per recuperare le forze è consumando oggetti curativi oppure riposando in un letto.

    Esplorando i sobborghi di Maple Town

    Non solo battaglie con creature mostruose: esplorazione ed enigmi sono elementi chiave del gioco per tutta la sua durata, che si aggira attorno la decina di ore. L'avventura ci mette davanti a un puzzle già nei primissimi minuti di gioco, dove bisogna capire come ottenere un cono stradale da consegnare a Lily per dare effettivamente il via al nostro cammino.

    La parte introduttiva mostra dunque quanto sia importante esplorare i dintorni e parlare con qualunque NPC presente su schermo, soluzione ideale per scoprire cosa bisogna fare per proseguire oltre con la storia, trovare oggetti importanti e ricevere ricompense preziose una volta aiutati i nostri concittadini. Echo Generation tuttavia non mette a disposizione una mappa per i giocatori, cosa che spinge a memorizzare con attenzione la posizione di ogni NPC e di specifiche aree. Il titolo a dire il vero segue un'impostazione sostanzialmente lineare, sebbene non manchino biforcazioni che portano ad esplorare zone ben diverse tra loro, ricche di elementi con cui interagire. Controllare ogni angolo delle ambientazioni è cruciale non solo per rinvenire strumenti curativi, ma anche per trovare tutto l'occorrente per risolvere rompicapi o soddisfare le richieste dei personaggi secondari.

    Ciò comporta anche doversi incessantemente muovere da una parte all'altra della mappa di gioco, portando ad un backtracking ben presto tedioso e snervante con conseguente perdita di tempo. E no, non esiste alcun fast travel che possa smorzare questa problematica. Se non altro le dimensioni non eccessive degli scenari evitano di dover passare intere ore a fare su e giù per Maple Town, tuttavia capita costantemente di dover tornare sui propri passi, che si tratti di risolvere un enigma o anche semplicemente di riposarsi sul letto di casa (ce ne sono comunque altri ancora a disposizione in specifiche zone).

    Guardiamo il lato positivo: tale impostazione teoricamente ci consente di affrontare battaglie extra contro i nemici casuali in modo da ottenere EXP e soldi ulteriori. E invece spesso non funziona nemmeno così, dato che ad un certo punto gli avversari da affrontare spariscono definitivamente, rendendo quindi molto più complicato sviluppare i companion ottenuti a partita avanzata.
    Echo Generation inoltre non fornisce alcuna indicazione su cosa bisogna fare e come muoversi per avanzare nella trama, lasciando spazio solo alla memoria del giocatore.

    Da un lato ciò è in verità intrigante dato che non avvertiremo mai la sensazione di essere accompagnati per mano dal titolo, dall'altro però la risoluzione di certi rompicapi appare più criptica del normale data la totale assenza di indizi da seguire, al punto che si riesce ad andare avanti con la storia soltanto con un po' di fortuna casuale nel frattempo che si setacciano nuovamente tutte le aree esplorabili alla ricerca di qualunque spunto utile per sbloccare una situazione stagnante.

    Bisogna inoltre ricordarsi di accumulare quanti più soldi possibili: molti strumenti importanti, o più semplicemente un fumetto che dà accesso a nuove abilità, sono spesso venduti a caro prezzo nei negozi del centro città, senza dimenticare la clubhouse nei sobborghi dove è possibile comprare cure e power-up di vario genere senza spendere grosse cifre. Setacciando da cima a fondo ogni luogo è possibile anche rinvenire dollari perduti, lasciati anche dai nemici sconfitti.

    Proprio dal sistema economico di Echo Generation emerge un ulteriore limite dell'opera, mal gestita in termini di finanze: gli elementi da acquistare sono numerosi e si resta spesso a corto dei soldi necessari per comprare quanto serve per proseguire con l'avventura. Come se non bastasse il denaro lasciato dai mostri sconfitti (Boss inclusi) è sempre molto esiguo, con l'aggravante del mancato respawn dei nemici abbattuti che di conseguenza rende ancora più complicato accumulare risorse monetarie.

    Diventa indispensabile gestire le monete a disposizione in modo da acquistare tutto l'occorrente per avanzare nella trama senza l'insorgere di tempi morti, ma si tratta dell'ennesimo aspetto su cui Cococucumber poteva lavorare con maggior attenzione per rendere il tutto più equilibrato senza costringere i giocatori a un grinding lento e continuo. Così si spezza il ritmo di una produzione con tutto l'occorrente per rivelarsi memorabile, ma che inciampa su troppe dannose piccolezze compromettendo il suo gran potenziale.

    Voxel Art che scalda il cuore

    Se quindi il comparto ludico vive di continue luci ed ombre, sul fronte audiovisivo il sole splende forte facendo brillare Echo Generation. La grafica in voxel art è tanto spettacolare da vedere quanto curatissima in ogni particolare degli scenari, che sono un piacere da esplorare anche grazie ad un utilizzo sapiente delle inquadrature, capaci di valorizzare il lato artistico dell'opera regalando paesaggi mozzafiato ed enfatizzando le azzeccate scelte stilistiche di Cococucumber.

    L'atmosfera che si respira scalda il cuore grazie alle sue innumerevoli sfumature: forte ironia, paesaggi evocativi, toni cupi e persino una spruzzata di horror si amalgamano all'interno di Echo Generation dando vita a un connubio efficace sul quale tutto si può dire tranne che sia anonimo. La mancanza di particolari sbavature tecniche, con il gioco che scorre fluido e senza incertezze, sono un altro punto a favore dell'impegno profuso dagli artisti per dare vita a un'esperienza visiva memorabile.

    Anche l'accompagnamento musicale è da applausi, con sottofondi dai toni coinvolgenti e dal ritmo incalzante che resta ben impresso nella mente dell'ascoltatore. La maggior parte dei brani si sposa inoltre alla perfezione con gli scenari di Maple Town e dintorni, dando infine un tono più coinvolgente alle battaglie contro i Boss che, grazie anche ai sottofondi, risultano ancora più coinvolgenti da combattere.

    Echo Generation Echo GenerationVersione Analizzata Xbox OneGiocare Echo Generation trasmette un chiaroscuro di sensazioni. Si resta colpiti dalla splendida veste grafica, da una colonna sonora molto ispirata e un sistema di combattimento a turni efficace e creativo. Di contro, però, non passano inosservati i numerosi limiti strutturali di un prodotto che con qualche accorgimento in più si sarebbe potuto rivelare ancora più brillante di quanto non si riveli all'atto pratico. Una generale ripetitività dell'azione e un backtracking invasivo rendono spesso pesante proseguire nell'avventura, penalizzata anche da un discutibile sistema di gestione delle risorse monetarie che rischia di compromettere la progressione nell'avventura se non calcolato con attenzione. I limiti del titolo firmato Cococucumber non devono comunque far passare in secondo piano i meriti della produzione, ricca di personalità, dalle atmosfere evocative e con una sana dose di ironia capace di strappare più di un sorriso. Tuttavia resta il rammarico per un'opera che poteva rivelarsi davvero imperdibile, ma che invece lascia un certo amaro in bocca per tutte le ingenuità concettuali che non gli permettono di essere considerata davvero grande.

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