eFootball PES 2020 Recensione: il miglior gioco di calcio Konami

Lo sportivo di Konami punta di prepotenza al trono di miglior gioco di calcio dell'attuale generazione. Riuscirà a conquistare la corona?

eFootball PES 2020 Recensione Multiplayer 4K
Recensione: PlayStation 4 Pro
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • C'è stato un tempo in cui il nome Pro Evolution Soccer era sinonimo assoluto di "calcio videoludico", anche quando la concorrenza non era raffigurata unicamente dalla serie FIFA di Electronic Arts. Un'epoca nella quale lo sportivo di Konami metteva d'accordo praticamente chiunque, persino al netto della scarsità di licenze, di squadre e modalità: quello che contava era soltanto il gameplay, la piacevolezza del gioco palla al piede e pad alla mano, il divertimento inesauribile che riusciva a garantire, sia da soli che in compagnia. Negli anni trascorsi dal suo esordio, PES si è evoluto, ha mutato aspetto ed ambizioni, a volte mancando lo specchio della rete, mentre in altre occasioni centrando in pieno l'incrocio dei pali.

    Per l'edizione del 2020, Pro Evolution Soccer, al secolo Winning Eleven, ha addirittura cambiato nome, fregiandosi del prefisso "eFootball" che sancisce apertamente la sua attenzione al crescente mondo eSportivo. Ma perché un titolo riesca a riunire una vasta community sotto una sola bandiera, c'è ovviamente bisogno di un gameplay che possa incontrare i gusti di gran parte dei giocatori: eFootball PES 2020, in tal senso, rappresenta il capitolo della maturità per Konami, un gioco che migliora praticamente qualsiasi aspetto del predecessore, puntando dritto al trono del miglior titolo calcistico. E - possiamo garantirvelo - il trofeo non è mai stato così vicino.

    La gloria del Fox Engine

    eFootball PES 2020 è il canto del cigno del Fox Engine: Konami ha infatti annunciato che cambierà motore grafico per le successive iterazioni della serie. Prima dell'avvento della next gen, che modificherà potenzialmente tutta la struttura ludico-tecnica di PES, l'ultimo episodio mette in mostra una forma smagliante sul piano visivo.

    Al di là di una notevolissima cura nella riproduzione dei volti più celebri, come ormai il brand ci abitua da anni, a colpire è soprattutto la realizzazione degli stadi e dell'atmosfera a bordo campo, degli effetti di luce e della resa dell'erba. Rispetto ai capitoli passati, l'illusione di assistere ad uno show televisivo è ancora più concreta, e nell'edizione del 2020 ha raggiunto vette davvero rimarchevoli. Permangono certo dei visi poco espressivi, specialmente per gli atleti meno noti, ed in generale un effetto "plastilina" su alcuni tipi di pelle, senza contare qualche animazione meno riuscita delle altre, evidente in particolare durante i replay. Ma nel complesso il colpo d'occhio è entusiasmante, e la nuova telecamera dinamica mette in risalto l'azione come non mai, sottolineando le nuove movenze dei calciatori e l'eccezionale riproduzione della fisica. In sostanza, il Fox Engine - per un'ultima partita prima del commiato - si prodiga in una performance da standing ovation: un saluto in pompa magna per un motore che, dal suo arrivo, ha cambiato radicalmente il corso della serie.

    Non sappiamo cosa aspettarci dal futuro, ma se il presente di PES è così luminoso, gran parte del merito spetta proprio all'engine di Konami. Al fine di svecchiare in parte il profilo del brand, il team nipponico ha anche provveduto alla riscrittura del layout dei menù, ora più snelli ed accattivanti. Peccato solo per una serie di sottomenù poco intuitivi, non sempre in linea con gli standard qualitativi raggiunti dal re-design.

    Infine, mentre la colonna sonora si mantiene su livelli molto alti, a stampare un sorriso di amarezza mista a tenerezza è la telecronaca a cura di Caressa-Marchegiani. Le immancabili perle di saggezza del telecronista ad inizio gara sono accompagnate da un commento tecnico decisamente approssimativo, che non segue l'azione come dovrebbe, inventa di sana pianta alcuni avvenimenti e risulta fin troppo ripetitivo. Sentire ad esempio Marchegiani che si lamenta di un uso smodato dei colpi di testa quando né noi né i nostri avversari abbiamo mai effettuato un cross, appare del resto tanto ridicolo quanto involontariamente comico.

    Quando il gameplay conta

    Tutto quello che di buono Pro Evolution Soccer ha introdotto sin dagli albori di questa generazione torna nell'edizione 2020 con una marcia in più. Anzitutto, il First Touch Impact ha subito una considerevole evoluzione, permettendo un controllo della palla indubbiamente più realistico.

    Si tratta di micro movimenti che magari nel flusso dell'azione possono anche passare inosservati, ma che messi uno accanto all'altro garantiscono una fluidità invidiabile, ed una verosimiglianza mai vista prima in un capitolo della serie. Stoppare la palla, colpirla di testa, intercettarla di petto o di tacco sono gesti atletici che beneficiano di un numero d'animazioni sempre più affinate, che tengono davvero conto della posizione del calciatore sul campo e della rotazione della sfera.

    Non saranno insomma poche le istanze in cui un passaggio alto potrebbe non andare a buon fine a causa di un mal posizionamento del calciatore sul campo, probabilmente perché non era rivolto con il corpo verso la sfera e non si è voltato col giusto tempismo. Anche i colpi di testa, dunque, risentono di simile variazione, e pertanto non è sempre facile mettere a segno una rete partendo da un cross.

    Piccoli particolari, in sostanza, che fanno davvero la differenza, mettendo in scena un gameplay caratterizzato da una notevole cura per i dettagli: a tal proposito, completano il quadro i nuovi meccanismi di contrasto, ora maggiormente fisici e tangibili, che posseggono un avvertibile impatto negli urti, nelle battaglie per la conquista della palla e nei tackle più duri.

    Ne consegue che anche l'arbitraggio deve adeguarsi, fischiando con più costanza e coerenza, merito inoltre di una IA che, ai gradi più evoluti, non gioca tanto pulito come negli scorsi anni, ed anzi - specialmente in caso di svantaggio durante fasi finali del match - si dimostra insospettabilmente aggressiva. Senza contare che, non di rado, la CPU ha fatto ricorso addirittura alla simulazione (opportunamente punita dal direttore di gara): parliamo di una piccolezza che dona un pizzico di imprevedibilità nella fase offensiva e difensiva, spingendo ulteriormente sul versante simulativo.

    Rimanendo in tema di intelligenza artificiale, la nuova feature denominata Inspire, che permette ai giocatori del team di adattarsi in base allo stile di gioco dei calciatori più talentuosi, non è francamente così immediata da notare: tuttavia, nell'insieme, si avverte un miglioramento nel comportamento collettivo della squadra, tramite il quale gli atleti non in possesso palla coprono il terreno di gioco con più oculatezza, reagendo in maniera dinamica all'andamento della gara.

    In simili casi, anche il ritmo della partita subisce un'accelerazione, divenendo maggiormente rapido e fulmineo, laddove nei momenti di relativa calma propone una velocità sicuramente più cadenzata, tale da invogliarci ad architettare manovre più strategiche. Sarà in questi frangenti di stallo che potremo mettere alla prova, senza troppi rischi, il sistema denominato "finesse dribbling", realizzato in collaborazione con Iniesta, grazie al quale cimentarsi in ipnotici trucchetti palla al piede per disorientare l'avversario ed involarsi in porta. Il dribbling di precisione e l'annessa finta di tiro, ai livelli più alti di sfida, non sono facilmente attuabili, in virtù di una forte pressione della CPU che lascia di solito pochi margini di manovra. In ogni caso, il loro inserimento è un piacevole plus tecnico che dà l'opportunità di controllare in modo sempre più approfondito l'azione di gioco. Può capitare comunque che le difese, di tanto in tanto, anche al grado Leggenda (sbloccabile dopo aver vinto 5 partite a Superstar), si lascino andare a qualche svarione che ci permetta di bucarle con un filtrante ben assestato, ma la percentuale di errore in PES 2020 ci è parsa meno ampia in rapporto agli anni passati.

    Una volta giunti nell'area di rigore, si avverte una tendenza degli estremi difensori ad essere molto più reattivi, capaci di esibirsi in parate plastiche: delle vere saracinesche, dunque, come nel caso di Szczesny, che protegge i pali della Juventus con impressionante abilità.

    Si percepisce ancora qualche debolezza nei tiri da fuori area, in particolare nei calci piazzati, quando la CPU tende a mettere a segno dei centri al limite della perfezione, riducendo al minimo il coefficiente d'errore e battendo i portieri come fossero dei brocchi di quarta categoria.

    Il talento degli estremi difensori torna a mostrarsi in grande spolvero nei calci di rigore: nei tiri dal dischetto, l'impressione è che PES 2020 continui a seguire delle traiettorie prestabilite e meno orientabili a piacimento, a differenza di quanto avviene nel corso della gara. Ne deriva che i portieri tendono a parare con più efficienza, perché i loro pattern di movimento seguono delle direzioni specifiche e, il più delle volte, corrispondenti a quelle della sfera. Il pallone possiede poi una fisica a tratti eccellente, che solo di rado si prodiga in rotazioni meno credibili: per notare quanto bene risponda la palla alle sollecitazioni, basta giocare una partita su un campo coperto dalla neve o bagnato dalla pioggia, così da comprendere quanto le condizioni atmosferiche posseggano un deciso impatto sul ritmo della gara, sulla gestione dei filtranti e delle falcate sulle fasce.

    In generale, il gameplay di eFootball PES 2020 mette in scena una simulazione calcistica da applausi: non tutto è perfetto, e non mancano istanze nelle quali si percepiscono delle piccole incertezze nelle animazioni, lievi approssimazioni nei contrasti, qualche svarione dell'intelligenza artificiale e una serie di leggeri spigoli da limare, tra portieri squilibrati e calci piazzati eccessivamente precisi. Ma nella sua totalità la nuova opera di Konami è ludicamente il punto più alto mai raggiunto dal nuovo corso della serie.

    L'importanza del singleplayer

    È sempre vero che PES dà il meglio di sé quando giocato in compagnia di amici, per pomeriggi o serate all'insegna di tornei "da divano" o in rete. Eppure è altrettanto indubbio che una sostanziosa componente singleplayer è indispensabile per mantenere viva e desta l'attenzione degli utenti solitari.

    Konami, al pari di quanto fatto con il gameplay, non attua una rivoluzione delle modalità disponibili, ma le affina progressivamente allo scopo di massimizzarne il coinvolgimento, la durata e l'efficacia. Il lavoro svolto quest'anno si dimostra solido e pieno di impegno, ma possiede comunque alcuni margini di miglioramento.

    Partiamo da una delle opzioni regine del gioco in singolo, ossia dalla Master League, che nelle presentazioni pubblicitarie si è fregiata del sottotitolo "Remastered": una rivisitazione in piena regola, che mira ad offrire un maggior grado di immedesimazione.

    Prima di iniziare potremo scegliere il volto di una celebre stella del calcio, da Cruyff a Zico, passando per Gullit e Maradona: la digitalizzazione di queste colossali personalità è quasi impeccabile, fatta eccezione per alcune animazioni nelle scene d'intermezzo non sempre in linea con gli standard qualitativi del Fox Engine. Questi campioni del passato rappresenteranno gli allenatori della squadra che selezioneremo, e compariranno ovviamente all'interno delle cinematiche nuove di zecca realizzate appositamente per la Master League. Prima di ogni evento importante, che sia il pre-campionato o una trattativa di peso, assisteremo dunque a delle cutscene interattive nelle quali scegliere l'attitudine, gli obiettivi e l'indole del mister, rispondendo alle domande dei nostri collaboratori o della stampa, così da tracciare il profilo della società ed influenzare l'interesse dei fan. Il nostro atteggiamento avrà ripercussioni anche sulle trattative, che terranno conto persino dei dati reali dei giocatori, dando forma ad un sistema verosimile pur senza essere troppo elaborato.

    Il nuovo layout dei menù è a sua volta piuttosto efficace ed intuitivo, ma al netto del necessario e riuscito svecchiamento, la Master League resta ancora un po' legata al passato, specialmente nella struttura delle scene d'intermezzo, prive di doppiaggio e di una direzione sufficientemente virtuosa.

    Le opzioni di personalizzazione dell'esperienza restano comunque molteplici, dalla variazione del budget a disposizione fino alla frequenza dei trasferimenti. In breve, il Campionato Master segna sì un buon passo in avanti, ma permane lo stesso il bisogno di un upgrade ulteriore.

    Il medesimo discorso vale per un'altra modalità immancabile, ossia Diventa un Mito, nella quale creare un nostro alter ego e portarlo sotto la luce dei riflettori: evoluzione in salsa PES dell'intramontabile Libero Grande, la scalata verso il successo ci chiederà di impersonare soltanto il nostro giocatore durante i match, migliorarne le performance, valutarne il cambio di maglia e permettergli di figurare sempre nella rosa dei titolari. Nonostante i menù posseggano un nuovo design (identico a quello della Master League) e pur considerando la presenza di cutscene più curate, Diventa un Mito rimane ancorata, nel bene e nel male, alla tradizione. Chiude il ventaglio dell'offerta offline la possibilità di disputare coppe e campionati, di giocare qualche partita in cooperativa locale, e di affinare le proprie abilità nella modalità Allenamento. Il singleplayer di eFootball PES 2020 non apporta quindi grosse novità alla formula, e si limita a limare le opzioni già ampiamente note ai fan del brand.

    Nei campi dell'online

    Come la componente in singolo, anche sul versante multiplayer eFootball PES 2020 non apporta grossi stravolgimenti all'essenza della produzione. Tra le modalità a disposizione dei navigatori della rete ci sono ovviamente le Divisioni da scalare, le coppe, i tornei e la gradevole possibilità di affrontare le partite in co-op insieme ad altri due giocatori (o alla CPU, nel caso non si trovino partecipanti).

    I match in cooperativa sono rimasti pressoché invariati rispetto agli scorsi anni, e prevedono ancora una volta un sistema di valutazione che tiene conto delle performance in campo, legate ai passaggi indirizzati con precisione, ai contrasti ben effettuati, agli interventi salvifici e ai gol messi a segno.

    Tutto contribuirà ad aumentare la valutazione del nostro profilo e della correttezza, così da permettere al matchmaking di abbinarci solo agli utenti più adatti al nostro modo di giocare. Come al solito è chiaro che la riuscita di una simile modalità vive di sottili equilibri, legata com'è ad un'adeguata simbiosi tra i giocatori, i quali devono imparare a collaborare vicendevolmente anche a scapito delle proprie prestazioni, pur di portare a casa il risultato. Insomma, il gioco di squadra, al pari di quanto avviene nel calcio reale, è fondamentale. La vera novità, come già anticipato nei mesi scorsi, consiste piuttosto nel Matchday, una sorta di Torneo Online che si svolge ad orari specifici: all'inizio dovremo scegliere una delle due fazioni disponibili, dopodiché una squadra che la rappresenta tra quelle presenti nell'elenco.

    A quel punto, sfideremo altri utenti per ottenere i cosiddetti Punti Evento, che determineranno la nostra posizione in classifica. Alla fine delle partite, verranno sommati i punteggi ottenuti da ambo le parti, che poi decreteranno la Fazione vincitrice. Inoltre, i migliori 500 giocatori avranno l'opzione di registrarsi per il Gran Finale, ma solo uno di essi verrà scelto per rappresentare il proprio team, secondo gli ovvi criteri di competenza e stabilità della connessione.

    Prevedibilmente le squadre selezionate avranno delle rose prestabilite, legate ai dati reali, ed inoltre ciascun calciatore sarà caratterizzato da alti livelli di forma fisica. Si tratta in breve di una modalità piacevole, ma almeno sulle prime non così tanto accattivante come avremmo sperato. In questi giorni di prova non abbiamo trovato poi molti sfidanti nei campi della rete, forse a causa degli orari di svolgimento degli eventi.

    L'altro caposaldo dell'online di eFootball PES 2020 è incarnato dal myClub, che quest'anno torna in grande spolvero, con piccole rifiniture e con una struttura ludica praticamente immutata. Dovremo nuovamente scegliere una squadra, assumere un allenatore che si porta in dote uno specifico modulo (Aramburu e 4-3-3, nel nostro caso), dare un nome alla società e poi procedere all'allestimento della formazione.

    La scelta dei giocatori si basa sempre sul pescaggio degli atleti, suddivisi in varie categorie di rarità: occorrerà ingaggiare Agenti e Osservatori più abili per massimizzare le probabilità di ottenere un super campione, tenendo però a mente che una Stella del Calcio, nonostante il suo talento, potrebbe comunque minare gli equilibri ed il grado di Intesa coi compagni. Come sempre la chimica tra i membri della rosa, indicata da un apposito numero in alto a destra, sarà indispensabile per permettere alla squadra di giocare al massimo delle sue potenzialità. Ogni giorno troveremo ad attenderci nuove sfide, partite in coop, coppe e match classificati, che tracceranno il nostro storico di successi o fallimenti e ci daranno l'opportunità di farci largo tra le classifiche in cui militano i player migliori. MyClub conserva quell'equilibrio tra gestionale e collezionismo che contraddistingueva le edizioni passate, migliorando un po' la chiarezza dei menù ed introducendo una nuova infografica che ci fornisce una marea di dettagli sui vari giocatori da arruolare. Il coefficiente di fortuna fa comunque parte del gioco, anche se viene smorzato dalla facoltà di ingaggiare, a suon di moneta in-game, gli Agenti TOP con cui pescare le super star. Nel suo insieme l'online di eFootball PES 2020, scevro da microtransazioni invasive, privo di lag e supportato da un matchmaking sufficientemente preciso, si mantiene alquanto conservativo: funziona ed intrattiene esattamente come quello delle precedenti annate, ma forse avrebbe meritato un rinnovamento un po' più marcato.

    eFootball PES 2020 eFootball PES 2020Versione Analizzata PlayStation 4 ProPer questa stagione calcistica, Konami schiera in campo uno sportivo dal punto di vista ludico davvero eccellente. Senza stravolgere la sostanza né l’anima di gioco - rivoluzione che forse avverrà dal prossimo anno col cambio di motore - eFootball PES 2020 confeziona un capitolo dal gameplay realistico, ragionato e tattico al punto giusto, non mettendo mai in secondo piano il divertimento in nome delle velleità simulative. Le implementazioni alle modalità in singolo e in multiplayer sono sufficienti a rinfrescare adeguatamente l’offerta, eppure non a tal punto da farle compiere il salto di qualità che meriterebbe. Dopo esserci cimentati a dovere anche nei campi dell'online, possiamo infine affermarlo senza remore: eFootball PES 2020 incarna di certo il miglior episodio dell’attuale generazione.

    8.8

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