Recensione Enthusia Professional Racing

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Recensione Enthusia Professional Racing
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  • PS2
  • La sfida di Konami.

    Dall’ormai lontano 1997, nel campo simulatori di guida, il titolo Playstation che ha indissolubilmente legato il proprio nome a quello delle prime due console Sony è senza ombra di dubbio Gran Turismo. Con oltre 40 milioni di copie vendute l’opera di Polyphony Digital ha ridefinito la concezione di racing game per console, fondando un vero e proprio paradigma del genere. Ad anni di distanza e con il capostipite dei giochi di guida moderni giunto alla sua quarta iterazione, Konami prova a sfidare il colosso di Sony Computer Entertainment, sfoderando Enthusia Professional Racing, titolo assolutamente inedito nella line-up della software house giapponese, dedita negli ultimi anni per lo più ad action game e sportivi. La realizzazione di Enthusia è stata affidata ad una vecchia conoscenza nel campo giochi di guida, ovvero quel Manabu Akita che alcuni ricorderanno per lo splendido Rage Racer (Namco) su Playstation. Con il gioco completo oramai nei negozi da qualche tempo è finalmente possibile verificare, volante in mano, se Konami sia riuscita nell’intento si spodestare dal suo trono, o almeno far vacillare, il leader incontrastato della categoria.

    La proposta di Konami.

    Dopo un filmato introduttivo di discreta fattura si viene introdotti al menù di gioco principale. Per chi vuole subito buttarsi nella mischia da solo o contro un amico ci sono le classiche Sfida a Tempo, 1vs1 e Gara Libera. Chi invece ha voglia di esplorare a fondo il cuore di Enthusia Professional Racing non deve far altro che scegliere la modalità Enthusia Life e dedicarsi alla lunga carriera del pilota automobilistico.
    Individuata l’auto preferita tra quelle inizialmente disponibili e scelta una gara si va subito in pista, pronti alla lotta contro cinque agguerriti avversari. Una volta sulla griglia di partenza si nota una delle caratteristiche più evidenziate da Konami durante le varie presentazioni dedicate al gioco: il VGS System, ovvero un indicatore su schermo che riferirà continuamente e in real time lo stato di aderenza dell’auto sulle 4 ruote, permettendo quindi di avere sempre sotto controllo il comportamento stradale del mezzo. Il sistema funziona bene anche grazie all’ottimo motore fisico realizzato da Konami, in grado, soprattutto tramite l’utilizzo di un volante (il Logitech Driving Force Pro è pienamente supportato), di restituire con discreto realismo il comportamento di un’auto sportiva. In questo caso il confronto con Gran Turismo 4 vede il capolavoro Polyphony evidenziare una migliore gestione delle masse fisiche dell’auto, ed il racing Konami ribattere con un’ottima realizzazione della trazione e dell’aderenza dei pneumatici sull’asfalto.
    Nella realizzazione della modalità Enthusia Life Konami ha rinunciato all’implementazione di un sistema di premi in denaro per l’acquisto ed il tuning delle auto, sostituendolo con l’assegnazione degli Enthu Points alla fine di ogni competizione. Maggiore sarà il numero di punti conquistati vincendo le competizioni con il coefficiente di difficoltà più elevato, più si scalerà la classifica generale del gioco e più le auto utilizzate potranno aumentare le loro prestazioni. Ad ogni gara si partirà con un determinato quantitativo di punti disponibili ed occorrerà prestare notevole attenzione alla guida perché ad ogni contatto con gli avversari e con lo scenario ne verrà decurtata una parte e in caso di esaurimento il ritiro sarà assicurato.
    A rendere più coinvolgente il percorso del giocatore attraverso l’Enthusia Life contribuiscono le auto e i circuiti resi disponibili da Konami. La software house Giapponese ha potuto contare, per la realizzazione del suo primo racing per Playstation 2, sulle licenze ufficiali di oltre 200 vetture provenienti da più di 40 costruttori di tutto il mondo e su oltre 30 tracciati, sia su asfalto che sterrato, tra i quali, in mezzo a numerose realizzazioni di fantasia, spiccano lo storico Nurburgring di oltre 22km e il nipponico Tsukuba.
    L’Enthusia Life non è però la modalità più innovativa di Enthusia Professional Racing. Come molti appassionati sapranno, uno dei titoli più di successo del panorama videoludico Konami è il famosissimo Dance Dance Revolution. Per rendere omaggio al celebre gioco di ballo i programmatori di Enthusia hanno realizzato l’innovativa modalità Driving Revolution. Sui vari tracciati sono distribuiti una serie di indicatori tridimensionali, scopo del giocatore sarà attraversarli con il necessario tempismo per ottenere punteggi elevati e quindi riuscire a sbloccare le auto poi utilizzabili nelle Sfide a Tempo, nel 1vs1 e nella Gara Libera. Gli stage disponibili sono ben 72, con una difficoltà crescente che metterà a dura prova le doti di guida di ogni pilota virtuale.

    Questioni tecniche.

    Come precedentemente accennato il modello di guida realizzato da Konami risulta decisamente improntato al realismo attraverso un’ottima gestione dell’aderenza dei pneumatici e della trazione. Disattivando tutti gli aiuti alla guida la difficoltà nel controllare l’auto cresce in maniera notevole, rendendo ogni gara una continua sfida sia con gli avversari che con la tenuta di strada del proprio mezzo, tutto ciò soprattutto utilizzando un volante force feedback in grado di restituire molte delle sensazioni che si hanno al volante di una vera auto sportiva ( fra l'altro questo è l'unico modo per poter veramente guidare al limite).
    Dal punto di vista tecnico Enthusia Professional Racing si presenta al livello della recente produzione per Playstation 2. Le auto sono ben modellate e riprodotte nei loro minimi particolari, effetti di rifrazione sulle carrozzerie mostrano gli scenari circostanti con sufficiente precisione, il movimento delle sospensioni è riprodotto in modo realistico e i pneumatici lasciano lunghe virgole nere sull’asfalto quando si esagera troppo con l’acceleratore. I circuiti sono realizzati con cura, in particolare spiccano per dovizia architettonica e paesaggistica i tracciati ambientati a Venezia, Parigi, Londra e nella campagna tedesca oltre naturalmente al mitico Nurburgring e alla pista Giapponese di Tsukuba. Ad una realizzazione artistica buona delle piste si contrappone però una decisa mancanza di ispirazione nel disegno planimetrico delle stesse: mancano passaggi e momenti adrenalinici che sappiano esaltare le qualità di guida e il problema si manifesta ancora di più nel confronto con due piste realmente esistenti come il Nurburgring e Tsukuba, veri e propri parchi del divertimento per piloti. Unica pecca esclusivamente tecnica è la mancanza di una modalità video in 16:9 che invece era già presente nell’ormai “vecchio” Gran Turismo 3 e ormai quasi una regola per i giochi Playstation 2. Una perdita che per i possessori di un tv widescreen sarà sicuramente un fattore non da sottovalutare. L’ottimizzazione al formato PAL invece non fa rimpiangere l’assenza di un selettore 50/60 hz grazie a delle bande nere quasi inesistenti e ad una velocità dell’aggiornamento dello schermo molto vicina ai 60 quadri al secondo della versione NTSC.
    Dal punto di vista sonoro il lavoro in fase di registrazione effettuato dai tecnici Konami si è rivelato all’altezza del resto del gioco. Il motore di ogni auto ha la sua peculiare sonorità, ogni cambiata permette di apprezzare il movimento degli ingranaggi di innesto della marcia e lo stridio dei pneumatici aiuta a capire quando si sta raggiungendo il limite della tenuta dell’auto. Meno fortunata è invece la colonna sonora, un anonimo tecno-house di origine nipponica che non può assolutamente competere con l’incredibile quantità e qualità di canzoni proposta da Gran Turismo 4, ma generalmente all’appassionato di questo tipo di giochi l’unica musica che interessa sentire è quella del motore della propria auto: in questo caso non c’è proprio di che lamentarsi.

    Enthusia Professional Racing Enthusia Professional RacingVersione Analizzata PlayStation 2A conclusione di questa analisi si può tranquillamente lodare Konami per questa sua prima esperienza nel campo dei giochi di guida di stampo simulativo. Tralasciando le questioni tecniche, la software house Giapponese ha confezionato un prodotto completo, ben curato e con idee interessanti, che merita attenzione. Gli appassionati di racing game sapranno apprezzare il modello di guida realizzato dai tecnici del team di sviluppo per Enthusia Professional Racing, ma non potranno che storcere il naso di fronte a un disegno della maggior parte dei circuiti decisamente sottotono, soprattutto se abituati alla qualità dei tracciati realizzati da Polyphony Digital per Gran Turismo. La modalità Enthusia Life è sicuramente il cuore del gioco e presenta novità che meritano di essere approfondite in un futuro episodio, soprattutto per aumentarne il coinvolgimento. Ciò che manca infatti è una maggiore personalizzazione della carriera del pilota: difficilmente si ha l’occasione di affezionarsi a un auto o si passano ore attaccati al volante per riuscire a conquistarne una che si brama particolarmente. Le auto in garage si ottengono solo tramite dei sorteggi alla fine di ogni gara e vengono potenziate in automatico, in tal modo si perde quel rapporto intimo tra pilota e mezzo che invece deve essere una delle basi di partenza e che soprattutto è uno dei motivi che spinge ad andare avanti in questa tipologia di giochi. Coinvolgimento che un appassionato può difficilmente trovare nella modalità Driving Revolution, un divertente passatempo ma nulla più, e che può annoiare velocemente o non essere di alcun interesse. Tornado alla domanda iniziale, Enthusia per ora non può ancora considerarsi un vero avversario del gigante Gran Turismo ma un buon prodotto che può affiancare ma difficilmente sostituire il leader della categoria. Le idee ci sono, ma ci sono anche tanti errori di gioventù che, se Konami vorrà, potranno tranquillamente essere corretti in un possibile “Episodio 2” del gioco.

    7.5

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