Recensione Etrian Odyssey 2

Gli eroi di Etria arrivano a Lagaard. E' di nuovo tempo di avventura su DS

Recensione Etrian Odyssey 2
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  • DS
  • La dura legge del sequel

    Mentre i giocatori italiani muovono i primi passi nella labirintica foresta di Etria, in America, e per tutti i coraggiosi amanti dell'import nostrani, è giunto il momento di immergersi in una nuova avventura: Etrian Odyssey II - Heroes of Lagaard, disponibile dalla fine di Giugno, ha raggiunto gli scaffali carico di novità, pur mantenendo inalterata l'affascinante formula base dell'episodio originale.
    Guardando indietro nel tempo, in pochi ci avrebbero anche solo scommesso, eppure il team di Atlus è riuscito effettivamente a raggiungere il proprio obiettivo: riportare in auge il genere dei Dungeon Crawler "vecchia maniera". Lo dimostra non solo questo sequel, ma anche la ragguardevole schiera di piccoli grandi RPG che si stanno affacciando nuovamente a questo sotto-genere.
    Ma non è questo il momento di gioire, per i ragazzi di Atlus: la concorrenza, si sa, è spietata, ed Etrian Odyssey, pure mantenendo il merito di aver aperto nuovamente una porta sul florido passato, è una serie che non può e non deve adagiarsi sugli allori.
    Vediamo dunque quali nuovità sono state introdotte in questo sequel: la strada scelta dai programmatori è quella del "more of the same", oppure siamo di nuovo davanti a qualcosa in grado di dare uno scossone al mercato, innalzandosi a guida per tutti i titoli di prossima uscita?

    Tutti per uno, uno per tutti

    L'impianto narrativo, leggermente più presente che nel primo capitolo della saga, vede il nostro gruppo di avventurieri recarsi nella cittadina di Lagaard dove, per conto del duca, vengono organizzate spedizioni al fine di svelare il segreto del labirinto scovato all'interno dell'albero Yggdrasil: si dice infatti che il gigantesco albero sia un passaggio per raggiungere un misterioso castello volante che fluttua proprio sul cielo del ducato.
    Non è solo l'antefatto della storia a sfoggiare una maggiore cura: già nell'esplorazione del primo stratum (ovvero i primi cinque piani del grande dungeon), incontreremo un gran numero di personaggi non giocanti più o meno importanti, in grado di colorare il mondo di gioco e, assieme alle sempre curatissime sub quest e alla natura altamente descrittiva delle finestre di dialogo (ricchissime di particolari tutti da leggere) renderlo vivo come non mai.
    Ma malgrado tutto il cuore di Etrian Odyssey II è ancora la silenziosa esplorazione di enormi ed intricati labirinti, in cui dovremo affrontare da soli creature ostili di ogni genere, contando solo sui cinque membri del nostro party, che dovremo creare da zero e di cui dovremo, fondamentalmente, immaginare le personalità ed i rapporti.

    La creazione dei personaggi e la gestione del gruppo avviene in modo esattamente identico al primo Etrian Odyssey: potremo creare quanti protagonisti vorremo, selezionando tra ben 12 classi differenti, tra cui vale la pena citare tre new entry, ovvero il Gunner, il War Magus ed il Beast.
    Eliminando creature ostili e guadagnando punti esperienza, i nostri eroi saliranno di livello, ottenendo punti da spendere per acquistare abilità da una lista differente per ogni classe.
    Chi ha già avuto modo di conquistare i sotterranei di Etria, noterà immediatamente come gli alberi delle abilità siano stati notevolmente modificati: non solo ogni classe dispone di un numero di skill maggiore da padroneggiare, ma sono state cambiati o rimossi alcuni poteri, in modo da differenziare al meglio tutti i vari personaggi.
    La sensazione che questa scelta sia votata al rendere il gioco ancora più difficile del suo predecessore, trova immediatamente conferma una volta entrati per la prima volta nel dungeon, e si concretizza avanzando sempre più in profondità. Per questo è necessario prestare ancora più attenzione alla formazione del proprio gruppo d'assalto: le vecchie formazioni potrebbero ora risultare obsolete, e anzi li gioco sembra incoraggiare i veterani all'utilizzo di più personaggi appartenenti alla stessa classe, poichè il numero accresciuto di skill permette ora di creare una gran numero di archetipi differenti. Si pensi all'Alchemist, che dispone ora di quattro scuole di magia (ed ha perso la specializzazione nei veleni, ora appannaggio esclusivo del Dark Hunter), o al Ronin dotato di un gran numero di skill passive perfette per creare un guerriero che punta tutto su attacchi semplici ma rapidi e letali, ma anche di abilità elementali e "stances".

    Tuning

    La cura maniacale per il character building potrebbe già per molti rappresentare un motivo sufficiente per acquistare il titolo Atlus ad occhi chiusi. Ma non è solo sotto questo punto di vista che Etrian Odyssey II è stato limato ed arricchito di novità.
    Il gameplay, che si basa ancora sull'esplorazione di dungeon conditi da difficilissimi incontri casuali e sul disegno di mappe, conta ora molte più frecce al proprio arco. La prima modifica riguarda l'interfaccia dei menu, che è stata migliorata in modo esponenziale dall'aggiunta del supporto dei tasti dorsali del DS, grazie a cui viaggare tra le finestre è ora più immediato e pratico. Persino i negozi permettono di controllare in tempo reale i modificatori delle statistiche degli equipaggiamenti, in modo da velocizzare notevolmente tutte le fasi di compravendita.
    Ancora, le quest ottenibili al pub sono ora più varie e divertenti, e possono essere riviste comodamente nel dettaglio dal menu dello stato.
    Parlando dell'esplorazione, oltre all'aggiunta dello strafe laterale (ancora una volta grazie ai tasti dorsali), sono strate introdotte due importati feature volte a rendere il gioco più user friendly; meglio gestibile malgrado l'innegabile aumento della difficoltà: il primo è la presenza del quicksave, che permette di interrompere in qualunque momento la partita creando un file di salvataggio temporaneo, per riprendere in momenti "più opportuni" (si sa, Etrian Odyssey non è esattamente un titolo "portatile" e necessita spesso di grande attenzione), il secondo è l'introduzione di alcuni checkpoint intermedi tra uno Stratum e l'altro (ogni due-tre piani circa), che permettono di proseguire l'esplorazione senza dover per forza riattraversare interi blocchi di labirinti, riducendo non di poco la frustrazione causata dal frequentissimo tasso di morti e Game Over.

    Ma è nei combattimenti e nel tool di disegno delle mappe che Atlus ha lavorato principalmente. Lasciando gli scontri per dessert, un plauso va all'aggiunta di un gran numero di strumenti in grado di rappresentare ora nella piccola mappa, che creeremo sullo schermo inferiore, qualunque genere di ostacolo, porta, passaggio, scrigno e trappola.
    Per un giocatore che mai ha provato un capitolo della serie, potrebbe sembrare una miglioria da poco, ma chi ha già avuto la fortuna di giocare il dungeon crawler Atlus sa bene quanto si tratti di qualcosa di importantissimo, capace di rendere ancora più perfetto il gameplay di questo particolarissimo titolo, la dimostrazione che i programmatori hanno saputo ascoltare e volgere a proprio vantaggio le lamentele e i consigli degli utenti.

    Fight it out

    Aumentata la varietà di classi, abilità ed equipaggiamenti, Atlus ha calcato la mano introducendo delle importanti novità anche nel gameplay e nell'interfaccia dei combattimenti.
    Durante le sessioni di "grinding", volte a potenziare il livello del proprio party e alla ricerca di nuovi oggetti per forgiare equipaggiamenti più efficaci, è possibile accorciare i tempi utilizzando la comodissima funzione di auto-battle, che lascerà gestire ad una buona IA le azioni del nostro gruppo mentre noi potremo dedicarci ad altre gradevoli attività (la consultazione delle mappe su gamefaqs?). Durante la risoluzione degli scontri più complessi, potremo anche afficarci ad una classe di abilità nuova di zecca, ovvero le Force Skills, che potremo utilizzare caricando la barra Force, scatenando abilità di vario genere (dipendono dalla classe dei personaggi), capaci tanto di eliminare tutte le forze avversarie in campo quanto di curare HP e stati alterati della squadra. Si tratta di una risorsa da non sottovalutare, specie durante gli spiacevoli incontri con il vero marchio di fabbrica della serie: i FOE, nemici visibili sulla mappa che solitamente avranno come unico scopo quello di inseguirci ed eliminarci.
    I FOE, come prevedibile, giocano un ruolo ancor più fondamentale. Ben più cattivi e agguerriti che in passato, possono ora addirittura fluttuare per sorvolare ostacoli presenti sulla mappa, o sparire e comparire dal nulla proprio come fantasmi. Ma la novità più terribile è che una battaglia contro i FOE, se vinta, non premierà più il giocatore con un cospicuo quantitativo di punti esperienza. Bisognerà, questa volta, accontentarsi del (comunque prezioso) bottino in semplici oggetti.
    Grazie a questa scelta i programmatori hanno sottolineato la necessità di fuggire dai potentissimi mostri, imparandone le routine comportamentali e premiando la capacità del giocatore di aggirarli ed utilizzare alcuni nuovi oggetti come esche e campanellini indispensabili per ingannarli. Al tempo stesso hanno valorizzato il comparto delle subquest che, come accennato in precedenza, svolgono ora un ruolo più centrale nell'intera economia di gioco, presentandosi già dall'inizio più complesse e articolate che nel primo Etrian Odyssey.

    Just about the same

    Ad un generale arricchimento del gameplay e del bilanciamento della difficoltà, purtroppo, non corrisponde un eguale innalzamento della qualità tecnica del gioco.
    Sia ben chiaro, Etrian Odyssey II è ben sopra la sufficienza in tutti i suoi campi tecnici, ma presenta un look ed un feeling forse eccessivamente simile al suo predecessore.
    Ad esempio, malgrado il lavoro di mappatura delle texture sia senza dubbio stato curato maggiormente, permane il fastidioso fenomeno di pop in che causerà la comparsa improvvisa di pezzi di stanze e corridioi oltre qualche "quadretto" di distanza dalla nostra visuale. Anche la varietà dei tiles è ancora troppo scarsa, sebbene scale, alberi, cespugli ed in generale tutti gli elementi che compongono l'insieme visivo del dungeon tridimensionale siano stati arricchiti da qualche sparuto effetto speciale, come la luce che filtra tra le fronde o le foglie che cadono lentamente dal soffitto di rami.
    Forse a causa dell'introduzione di tali, nuovi elementi, il gioco soffre però di rallentamenti durante l'esplorazione delle stanze più ampie, magari popolate da qualche FOE di troppo.
    Nulla di grave, comunque, e anzi quel che importa è che il level design e lo spessore artistico delle location siano ancora una volta tra dei più belli mai visti in un RPG.
    Il character ed il monster design sono come sempre di prim'ordine e, una rarità per un gioco di questo tipo, è completamente assente il riciclo di qual si voglia sprite dal gioco precedente. Sia le vecchie classi che i vecchi mostri sono stati completamente ridisegnati, ancora una volta in modo egregio e curatissimo. Mancano ancora le animazioni dei mostri in combattimento (la cosa non tocca i membri del party, essendo la scena sempre ripresa in prima persona), ma sono aumentati gli effetti dei colpi e delle magie, in buona parte ripresi dal primo Etrian Odyssey, anche se in generale migliorati e resi ancor più vari.
    Il comparto audio è ancora composto da un gran numero di melodie dal sapore estremamente retrò, arrangiate e composte alla perfezione per calare il giocatore in un contesto sempre ostile e misterioso. Aumentata anche la varietà di campionature per gli effetti sonori. L'intero aspetto sonoro, non può dunque che lasciare davvero soddisfatti.

    Etrian Odyssey 2 Etrian Odyssey 2Versione Analizzata Nintendo DSLe modifiche apportate dal team di sviluppo all'interfaccia ed al gameplay di Etrian Odyssey rendono questo Heroes of Lagaard un titolo che sfiora la perfezione, sebbene inizialmente un pò disorientante per chi abbia già giocato il primo capitolo. Malgrado questo, non è ancora possibile infrangere la barriera di genere, in quanto le peculiarità del dungeon crawler Atlus, primo su tutti la mancanza di una storia e dei personaggi consoni alla caratterizzazione canonica degli RPG moderni, rendono il titolo praticamente inaccessibile a chi è in cerca dei soliti polpettoni fantasy a base di fanciulle rapite, mondi da salvare e cattivi con una o più ali d'angelo. Ma se siete tra i pochi in cerca di una vera sfida, un gioco di ruolo diverso dal solito o, ancor meglio, tra i fortunati che hanno amato l'esplorazione del labirinto di Etria, troverete in Etrian Odyssey II un piccolo capolavoro di game design, supportato da una cura tecnica e artistica perfettamente all'altezza.

    8

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