Etrian Odyssey Origins Collection Recensione: un tuffo nel passato

Etrian Odyssey torna in un'edizione che comprende i primi tre capitoli della saga, una bella operazione nostalgia per tutti i fan della serie Atlus.

Etrian Odyssey Origins Collection Recensione: un tuffo nel passato
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Disponibile per
  • Pc
  • Switch
  • Non c'è scontro casuale che tenga, non c'è nessun tipo di esegesi dell'evoluzione del game design. Etrian Odyssey è andato oltre tutto questo, facendo la storia di un genere e rievocando tutti gli elementi classici dell'esplorazione, figli di The Bard's Tale e Wizardry. Sviluppato e distribuito da Atlus, il capostipite del franchise risale al 2007, quando venne pubblicato su Nintendo DS: in Europa arrivò un anno dopo, guadagnandosi le lodi del pubblico e della critica.

    Da quel momento in poi sono stati lanciati altri nove episodi, tra sei della saga principale, i remake dei primi due capitoli e altrettanti spin-off. A distanza di 15 anni, Atlus ha deciso di ripubblicare le prime tre iterazioni della saga, raccolte in una versione rimasterizzata che potesse distinguersi dai due rifacimenti pubblicati nel 2013 e nel 2016, perché dedicata alla coppia di giochi originali del 2007 e del 2008.

    La mappatura dei dungeon è la vostra forza

    Etrian Odyssey è un dungeon-crawler con elementi RPG, il che significa che il suo principale focus è quello di condurvi all'esplorazione di dungeon misteriosi. Calato in un contesto labirintico, con una costruzione che ricorda molto i gironi danteschi, il vostro party dovrà scendere verso le profondità di questo mondo fatto di fitta vegetazione, al solo scopo di scovarne e carpirne tutti i segreti di piano in piano.

    Sebbene Atlus negli anni abbia fatto in modo che questo tipo di gameplay diventasse noto anche grazie ad altri titoli, tra cui Persona Q (ve lo ricordate? Ecco la recensione di Persona Q per rinfrescarvi la memoria), la particolarità di Etrian Odyssey risiede nella mappa. Il gioco, infatti, non vi fornisce nessun tipo di indicazione e vi conduce in una vera blind run alla scoperta di ciò che c'è dinanzi a voi. Armati di tanta pazienza, quindi, dovrete lasciare voi indizi e tracce, comporre da voi la "mappa". In questo modo le peregrinazioni nei dungeon diventano più stimolanti e soddisfacenti. Il giocatore è chiamato a capire dove sono i FOE (Field on Enemy), che sono i mostri più minacciosi di tutti, ma anche dove utilizzare le azioni Taglio, Prendi o Scava. Queste soluzioni col tempo diverranno fondamentali per migliorare il vostro party e recuperare risorse preziose da poter, poi, vendere in città. Quest'ultima farà da vero e proprio hub di gioco, tra l'infermeria, la locanda, la sede della gilda e l'armeria, dove riportare il loot che andrà ad aumentare gli oggetti acquistabili di volta in volta. In più, chiaramente, durante l'esplorazione bisognerà affrontare tutti gli scontri casuali con le creature che popolano il labirinto: attraverso un sistema a turni, in pieno stile JRPG, il nostro party da cinque elementi dovrà vedersela con ogni tipo di minaccia, così da sopravvivere e raggiungere le profondità della foresta.

    Cosa si nasconde dietro il dungeon-crawler

    L'intera squadra è personalizzabile: avrete il Guerriero, il Paladino, l'Arciere, il Terapeuta e così via, tutti pronti a darvi supporto con skill e caratteristiche diverse. Ciascuno di loro avrà il proprio albero delle abilità e dovrete quindi spendere in modo oculato i punti a vostra disposizione per il perfezionamento delle build. In tal mondo arriverete a confezionare un team in grado di affrontare qualsiasi tipo di pericolo nel piano successivo. Quasi come fosse Dungeons & Dragons, in alcuni punti del viaggio potreste incappare in un danno o un bonus per il leader e la sua squadra.

    Ma quindi quali sono le novità in seno a questa Origins Collection? In primis, la grafica è stata completamente rimasterizzata, e infatti le ambientazioni presentano un maggior livello di dettaglio, al pari degli effetti legati ai colpi sferrati dai nostri guerrieri. Sebbene restino statici a schermo, gli avversari sono generalmente più piacevoli a vedersi, ma alcuni di essi - soprattutto per quanto riguarda il primo Etrian Odyssey - fanno eccezione. La stessa colonna sonora ha giovato di una rimasterizzazione, e risulta adesso perfettamente adatta al chip audio di Nintendo Switch. Citiamo inoltre l'aggiunta di un selettore della difficoltà: l'obiettivo di Atlus, d'altronde, era quello di rendere il più accessibile possibile l'esperienza di gioco, così da trasformare Etrian Odyssey in un'esperienza adatta anche agli utenti meno navigati. I livelli di sfida presenti sono tre - Passeggiata, Base ed Esperto - proprio come era successo nei summenzionati remake. C'è poi il salvataggio rapido, attivo anche durante l'esplorazione dei labirinti, e quindi pensato per evitare di farvi perdere tutti i progressi in caso di prematura dipartita.

    Su questo aspetto segnaliamo una piccola criticità: dal menù principale il tasto "continua" conduce sempre all'ultimo salvataggio rapido e non al più recente, quindi a volte potreste trovarvi, per sbaglio, a caricare una partita precedente a quella che avreste voluto.

    Come creo le mie mappe su Switch

    Arriviamo poi a un altro cardine del discorso, ossia la realizzazione della mappa. Atlus ha introdotto una modalità touch-screen per sfruttare lo schermo della Switch, molto più ampio di quello che aveva il DS inizialmente: l'obiettivo è proprio quello di andare a emulare lo schermo inferiore della storica console Nintendo, ma mentre lì potevamo affidarci a un pennino per disegnare, qui dovremo farlo con le dita.

    Non una soluzione molto comoda, dato che l'esperienza muta di molto e il DS, in questo aspetto, funzionava meglio. Annotare i propri passi in modalità portatile è insomma non proprio agevole e, pur non potendolo affermare con certezza, il supporto al mouse della versione PC dovrebbe comportarsi meglio in materia di "personalizzazione" delle mappe. In merito alla ricetta ludica, il secondo capitolo porta in dote tre nuove classi, per raggiungere un totale di 12 giocabili, contro le 9 del primo episodio (2 delle quali sbloccate in un secondo momento, Ronin e Lanciamalie). Non potremmo non menzionare una meccanica inedita, l'Automappa: potrete decidere se attivarla e in che modalità, tra quella full o quella moderata. Così facendo avrete la possibilità di non dover disegnare i muri o tutto ciò che troverete nel corso della vostra esplorazione (porte, punti di scavo, di taglio e così via), perché ci penserà il gioco stesso a farlo. Il sistema vi eviterà di dover segnare anche le mura durante le vostre esplorazioni, permettendovi di dedicarvi solo all'esplorazione: sacrificherete parte dell'esperienza di Etrian Odyssey, ma riuscirete a renderla più accessibile, questo è certo.

    In chiusura, il bonus pre-order di Etrian Odyssey assicura anche la possibilità di sbloccare Joker da Persona 5 e Ringo da Soul Hackers 2 (ecco la nostra recensione di Soul Hackers 2) per il primo capitolo, Demi-Fiend da Shin Megami Tensei III Nocturne e Teddie da Persona 4 per il secondo, Nahobino da Shin Megami Tensei V e Aigis da Persona 3 per l'ultimo. Una particolarità in più, dal punto di vista estetico, per chi senza Atlus non sa proprio stare.

    Etrian Odyssey Origins Collection Etrian Odyssey Origins CollectionVersione Analizzata Nintendo SwitchEtrian Odyssey Origins Collection è un'ottima raccolta di tre titoli che hanno fatto la storia del loro genere. L'esperienza di gioco potrà risultare anacronistica ai più giovani, ma è un'operazione nostalgia che funziona benissimo: al di là di alcuni aspetti penalizzati dalla console, come la necessità di doversi procurare un pennino non in dotazione per mappare al meglio i dungeon, siamo dinanzi a un ritorno di un pezzo di storia del Nintendo DS. Tra l'altro, la mole contenutistica in seno al pacchetto è notevole, per la gioia dei patiti della serie.

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