Recensione Europa Universalis IV

A tu per tu con la versione finale del Grand Strategy di Paradox Interactive

Recensione Europa Universalis IV
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  • Pc
  • L'arte della guerra e della diplomazia non sono più quelle di un tempo. Ai rapporti di sangue si sono sostituiti quelli di amicizia tra Governi, la guerra è passata da "continuazione della politica con altri mezzi" a in tempi più recenti "esportazione di democrazia". Oggigiorno tutto è interconnesso, non c'è più nulla da scoprire, basta una telefonata per scongiurare l'incidente di confine e grandi assise planetarie dirimono le controversie più spinose, una pluralità di figure, funzionari, associazioni influenza la politica estera di una nazione, anziché scaricare l'intera responsabilità sul Primo Ministro o sull'ambasciatore del Re.
    Il mondo globale e globalizzato di oggi è radicalmente diverso da quello di 6 secoli fa, all'alba delle grandi scoperte geografiche e degli Stati nazionali. E' un mondo con attori ben diversi e regolato da logiche notevolmente mutate, prima fra tutte l'attenuazione dello strumento bellico.
    Ma rinnegare il passato si sà non è mai cosa benevola e come tutti gli appassionati di Storia ben sanno, i nostri trascorsi possono insegnarci davvero molto su quali atteggiamenti tenere nell'oggi.
    Europa Universalis IV, la più recente incarnazione del Grand Strategy di Paradox Interactive disponibile da qualche giorno su PC, non è un esauriente manuale di Storia Moderna, né un compendio di Relazioni Internazionali tra '500 e '700, eppure fa della sua aderenza storica il maggior vanto e sfida il giocatore a tenere le redini di una nazione lungo 4 secoli, portandola alla gloria attraverso un mix di guerre ed alleanze, progresso economico, culturale e religioso. Talvolta è affascinante vedere come l'abilità del giocatore riesca a sviare o rallentare eventi storici di grande impatto come la scomparsa dell'Impero Bizantino o l'unificazione di Castiglia ed Aragona.

    Si vis pacem, para bellum

    Nel corso degli ultimi mesi chi scrive ha testato con mano codici beta sempre più affinati in termini di opzioni e contenuti. Nel corso degli hands-on passati vi ho raccontato le mie (dis)avventure diplomatiche nel tentativo di costituire gli Stati Uniti, sopravvivere all'invasione dell'Impero Ottomano, arricchire i commerci della Repubblica di Venezia.
    Nel codice preview, invece, mi sono dedicato al Regno di Castiglia portando prima a termine la Reconquista della penisola iberica, quindi intrattenendo rapporti amichevoli con i vicini aragonesi e portoghesi, indi lanciandomi nella conquista dei Caraibi e delle coste africane potenziando a dovere la rete commerciale.
    Europa Universalis IV non propone la struttura a missioni tipica degli RTS, in cui la parte diplomatica è sacrificata in favore delle tattiche di battaglia. Anzi è l'esatto contrario: il giocatore ha a disposizione una mappa molto dettagliata del mondo, sensibile ai diversi livelli di zoom così che si può visualizzare un intero continente e distinguere a malapena i confini degli Stati, per poi via via scendere sino ad individuare le singole province e ancora fiumi o catene montuose.
    Prendendo il controllo di una specifica nazione ne deciderete ogni aspetto, intervenendo sull'economia (commerci, inflazione e tasse), sui ceppi culturali e religiosi, sull'organizzazione militare, sulla dislocazione della flotta e last but not least le relazioni diplomatiche con i vicini. Tenendo conto di innumerevoli fattori come pretese territoriali, truppe a disposizione, stabilità interna, liquidità nelle casse il vostro approccio sarà di sudditanza rispetto alla nazione confinante (che è bene farsi alleata), piuttosto che di aperta rivalità, tra insulti ed avvertimenti, coalizioni contro e fabbricazione di Casus Belli (i motivi per cui scatenare la guerra), fino all'apertura delle ostilità vere e proprie.
    La parte bellica è alquanto schematica: vince più la forza e la sapiente dislocazione dei propri reggimenti, piuttosto che le tattiche sul campo di battaglia. Anche perchè gli scontri, siano essi navali o campali, sarà il computer a gestirli dando quasi sempre la vittoria all'esercito più numeroso.
    Ovviamente fa tutto parte di un disegno più ampio, che vede il giocatore arruolare mercenari per sopperire ad una disfatta, piuttosto che alzare le tasse ed aumentare con esso il rischio di rivolte interne. Condurre una guerra comporta dei rischi ed è un attimo trovarsi circondati dall'esercito avversario e da quello dei suoi volenterosi alleati, così come invasi a nostra volta mentre si è impegnati nell'estenuante assedio della capitale.

    I giocatori più pazienti e meno irrequieti possono ugualmente perseguire una strada differente, agendo con mezzo irruenza, intrattenendo rapporti pacifici con tutti gli Stati e sbloccando con infinita meticolosità nuove abilità e tecnologie, progredendo politicamente e culturalmente. Una strategia di questo tipo può essere ad esempio l'esplorazione degli oceani, fondando colonie in tutti i continenti, controllando le rotte commerciali e rimpinguando a più non posso le proprie finanze casse: si tratta di una strategia non per forza più semplice rispetto a quella espansiva dichiarando guerra a tutti, dal momento che occorre imbastire una flotta numerosissima e costosissima, trasportare truppe via mare e tenere sott'occhio molteplici fattori come i pirati, la Terra Incognita (la fog of war di Europa Universalis IV), gli eventi atmosferici che possono sbaragliare la flotta e infine l'over-estensione del proprio impero (tenuta a bada da un apposito indicatore).
    Ad ogni modo è bene sottolineare come Europa Universalis IV non imponga affatto un percorso predefinito, univoco per tutti o tarato su ciascuna nazione, ma conceda al giocatore la facoltà di fare un po' quello che gli pare: ecco perchè spesso ci si riferisce al suo gameplay come un sandbox, in cui poter veramente fare di tutto, sperimentare le più ardite combinazioni così come seguire pedissequamente una serie di Missioni e sbloccare una dopo l'altra le National Decision.
    Alla fin fine sarà un unico indicatore a definire la bontà della vostra partita ovvero il Prestigio. Quest'ultimo non può essere potenziato direttamente, ma dipende da una valanga di fattori come la Stability, il Treasury (il Bilancio dello Stato), la Legitimacy (la legittimità della dinastia regnante, piuttosto che la fede nel governo eletto da una Repubblica) e il terzetto di Monarch Points ovvero Administrative Power, Diplomatic Power e Military Power, i quali dettano il ritmo del progresso tecnologico.
    Ancora più sotto vi è una miriade di barre, punteggi, statistiche ed opzioni, grazie alle quali il gioco guadagna in complessità. Nulla da sindacare, Europa Universalis IV possiede sì un gameplay rifinito in ogni aspetto, sorretto da un algoritmo tanto potente quanto fedele agli eventi storici, ma non fa sconto alcuno sulla ripidità della curva di apprendimento o la comprensione di talune meccaniche. A ciò si aggiunge un avanzamento in termini di abilità e tecnologia tutt'altro che spedito: un difetto per alcuni, mentre per tutti gli altri l'aspetto migliore dello strategico visto che macinerete ore di gioco quasi senza accorgervi, tanto sarete addentro i meccanismi bellici e diplomatici.

    Multiplayer

    Purtoppo in fase di review non abbiamo potuto accedere ai server multigiocatore e testare con mano questa importante componente. Le meccaniche non cambiano rispetto al single-player, così come i giochi diplomatici tra nazioni, anche se qui sono legati all'imprevedibilità del cervello umano. I server si appoggiano a Steamwork, mentre al termine di ciascuna partita sarà decretata vincitrice quella nazione che avrà primeggiato nelle diverse aree di punteggio.

    La scacchiera dalla pedine offuscate

    Europa Universalis IV rappresenta un'importante passo in avanti per Paradox Interactive. Dopo le meraviglie del terzo episodio, cresciuto esponenzialmente grazie ad azzeccatissime espansioni, sviluppare un seguito non deve essere stato un compito semplice per la software house svedese.
    Due sono state le direttrici verso cui si sono focalizzate le maggiori migliorie: l'interfaccia ed il dinamismo della mappa. Da un lato il team di sviluppo si è preoccupato di snellire la mole d'informazioni presenti su schermo, riducendo i click per accedere ai sotto-menù e prendere le decisioni vitali per il futuro del proprio Stato in maniera comoda e tempestiva. Purtroppo gli sforzi profusi non sono stati sufficienti, tant'è che l'interfaccia ci è parsa in molti punti confusa priva com'è di scorciatoie o collegamenti ipertestuali tra sotto-menù contigui; lo schermo è invaso da menù a tendina e fastidiosi pop-up, talvolta ridondanti nel proporre le informazioni utili o semplicemente sovrapposti uno sopra l'altro. A nostro parere Paradox avrebbe dovuto donare all'interfaccia un design più elegante e meno barocco, cercando di raggruppare il maggior numero di statistiche e menù ai lati della mappa, evitando una saturazione di quest'ultima evidentissima nei monitor di piccole dimensioni (19 o 22 pollici).
    D'altra parte la mappa di gioco, la scacchiera politica e diplomatica, è stata ulteriormente ravvivata grazie al motore Clausewitz 2.5, già visto all'opera in Sengoku e Crusader Kings II, il quale consente uno zoom-in e zoom-out senza incertezze o cali di frame rate, una transizione indolore tra 2d e 3d, ma sopratutto animazioni più convincenti dei movimenti delle proprie truppe e delle rotte navali. Un autentico passo avanti, funzionale sopratutto ad una migliore leggibilità della mappa di gioco, che si traduce in un migliore colpo d'occhio di quello che sta avvenendo entro i propri confini.
    Il motore grafico tra le altre cose è leggerissimo, così che potrete giocare a dettaglio massimo su qualsiasi PC di fascia medie, visualizzando su schermo ogni elemento, al massimo della fluidità e anti-aliasing attivo. I requisiti minimi di sistema sono veramente...minimi: processore da 2GHz, 2GB di RAM e schede grafiche dalla ATI Radeon HD 6750, NVIDIA GeForce 320 e NVIDIA GeForce 9600 in su. Quasi quasi vale la pena installarlo sul computer portatile e fruire il gioco in tutta tranquillità durante un lungo viaggio, magari proprio tra Stati europei!
    Il comparto sonoro è pregevole. Lo storico compositore della serie, Andreas Waldetoft, a questo giro si è veramente superato, dando in pasto all'orchestra temi di ampio respiro, fortemente stratificati per mood e sonorità. Il Main Theme è di un'epicità oseremmo dire hollywoodiana, mentre le musiche in loop durante il gameplay accompagnano più degnamente l'azione, anzi sostengono il giocatore con una non comune dose di adrenalina.

    Europa Universalis IV Europa Universalis IVVersione Analizzata PCEuropa Universalis IV è il gioco di Agosto per tutti i fieri possessori di PC. Paradox Interactive ha voluto regalare al suo Grand Strategy di punta un quarto capitolo ancora più raffinato storicamente, sorretto da un gameplay complesso ma appagante, capace di rubare pomeriggi interi senza quasi accorgersene. L'ampia varietà di approcci garantita da un incedere ludico senza alcuna costrizione (anzi, la sfida è lanciata alla Storia stessa, con il giocatore impegnato a ribaltare il corso degli eventi), puntuale tanto negli sforzi bellici, quanto in quelli commerciali o esplorativi. Peccato solo per un'interfaccia invasiva e dispersiva, che riempie lo schermo in men che non si dica con ridondanti menù a tendina e pop-up, e un certo quantitativo di bug, alcuni assenti dai precedenti codici beta da noi testati nei mesi scorsi. Ma conoscendo Paradox la pubblicazione di Europa Universalis IV è solo il gradino iniziale di una scalinata costellata di patch, DLC gratuiti (alcuni sono già disponibili, come quello sulla Guerra dei 100 Anni o quello per importare i propri salvataggi da Crusader Kings II) ed espansioni a pagamento sulla falsariga di Europa Universalis III. Un gradino dopo l'altro verso la gloria indiscussa tra gli esponenti del genere strategico!

    8.3

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