Recensione Evil Dead: Regeneration

Una doppietta a canne mozze contro l'armata delle tenebre

Recensione Evil Dead: Regeneration
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Disponibile per
  • PS2
  • Xbox
  • Pc
  • Ash is Back

    Correva l'anno 1982 quando Sam Raimi portò per la prima volta sul grande schermo le truculente avventure del pazzoide commesso sciupafemmine Ashley J. Williams. Quello che forse non sapeva, era che in quel preciso momento stava dando vita a ciò che sarebbe diventato un vero e proprio cult per gli amanti del cinema horror/demenziale: LA CASA (dall'inglese THE EVIL DEAD). L'idea di aver creato qualcosa di veramente appetibile iniziò a prendere consistenza tanto da spingere alla realizzazione di ben due sequel: LA CASA 2 (1986) e L'ARMATA DELLE TENEBRE (1992). Il soggetto piacque particolarmente anche alla software house THQ, che decise di sfruttare il successo delle pellicole sviluppando due videogiochi ad esse ispirate (EVIL DEAD: HAIL TO THE KING per Psx ed EVIL DEAD FISTFUL OF BOOMSTICK per Ps2 e Xbox). A distanza di 23 anni dall'inizio del fenomeno, la pellicola a basso costo di Raimi continua ad ispirare THQ che per la terza volta ci delizia con le imprese del menomato eroe dalla battuta facile.

    Dammi un po' di zucchero, baby

    Ricordate cosa aveva combinato Ash? Niente di che: aveva solamente liberato demoni, spiriti maligni e quant'altro pronunciando per sbaglio una formula contenuta nel Necronomicon Ex Morte, simpatico tomo rilegato in pelle umana e scritto col sangue. Ora, rinchiuso in un carcere criminale, medita su quanto accadde la notte in cui scatenò le forze del male e massacrò i suoi amici, posseduti dalle entità demoniache e da queste ridotti a famelici zombie. Oltre a perdere coloro che amava, Ash è stato costretto ad amputarsi un braccio e adesso al posto dell'arto perduto si ritrova... un'amena motosega con la quale non perde occasione di squartare, affettare e sbudellare i servi delle tenebre (che altro non sono che poveracci posseduti da spiriti malvagi). Purtroppo per lui i guai non sono ancora finiti: a quanto pare il Necronomicon continua ad attirare scienziati folli che, chissà per quale motivo, vogliono a tutti costi distruggere il mondo e sterminare la razza umana. L'impresa questa volta sembra essere più difficile del previsto perciò il fascinoso eroe dovrà avvalersi dell'aiuto di Sam, un irritante nanerottolo dalla faccia spappolata che non riesce a tenere la bocca chiusa neanche per un secondo.

    Due cuori e una motosega

    Quello che si presenta agli occhi del giocatore è un tipico action-game 3D con visuale in terza persona. Già dopo la prima mezz'ora di gioco si riesce ad intuire quello a cui si andrà incontro nel corso dell'avventura: sangue, sangue e ancora sangue. Il gameplay difatti, essendo basato sostanzialmente sul combattimento, consiste perlopiù nel massacrare i nemici attraverso semplici colpi o scenografiche combo, con tanto di mosse speciali per finire il nemico (alcune delle quali veramente affascinanti come quella in con cui Ash spara con noncuranza da sopra la spalla!).

    Le combo a disposizione, una quindicina in tutto, dipendono principalmente dal tipo di arma equipaggiata: col braccio sano Ash può maneggiare con disinvoltura una pistola, un fucile (il mitico Bastone Tonante) e un lanciarazzi, mentre con il moncherino può "indossare" due tipi di motosega, un lanciafiamme e un arpione. L'utilizzo delle armi è talvolta obbligato, nel senso che ognuna di esse è necessaria per poter compiere una determinata azione come sfondare un muro, tirare a sé una rampa di legno o accendere torce. C'è da dire però che, a seconda della situazione, a volte occorre cambiare l'arma più volte in un breve arco di tempo e ciò può risultare veramente fastidioso. L'azione si svolge all'interno di percorsi obbligati che lasciano pochissimo spazio all'esplorazione e ancor meno interazione con l'ambiente circostante. In alcuni casi, arrivati in una certa location, la strada viene sbarrata dalle oscure presenze (con un effetto che ricorda molto da vicino le porte sigillate in Devil May Cry) rendendo indispensabile sbarazzarsi di tutti i nemici presenti per poter proseguire. Purtroppo, se nei primissimi minuti di gioco i mostri da affrontare dimostrano un'intelligenza artificiale a dir poco ridicola (ognuno aspetta pazientemente il proprio turno per essere fatto a pezzettini), andando avanti la tendenza viene invertita in modo non troppo bilanciato: spesso e volentieri le situazioni sono troppo caotiche e il giocatore viene assalito simultaneamente da parecchi nemici, rendendo il passaggio al livello successivo un vero e proprio calvario. In questi frangenti, vuoi per un sistema di controllo poco immediato vuoi per l'eccessiva quantità di corpi da maciullare, l'azione diventa troppo frenetica, toccando vette di frustrazione abbastanza elevate.

    Ad un certo punto del gioco, previo riempimento dell'apposita barra, Ash può servirsi dei poteri delle tenebre trasformandosi in Dark Ash e triplicando la sua forza. Come accennato sopra, a differenza del suo predecessore, Evil Dead Regeneration introduce una piccola novità nella struttura di gioco: la cooperazione con un altro personaggio. Nel corso dell'avventura Ash troverà sparsi qua e là dei simboli ognuno dei quali con una specifica funzione: uno per il salvataggio (abbastanza frequente), uno per aumentare la barra di energia, uno per aumentare la barra di rabbia (necessaria alla trasformazione) e uno per impossessarsi di Sam. Accade spesso infatti che l'eroe dalla camicia a brandelli si serva del nano malefico per poter raggiungere luoghi nascosti inaccessibili e azionare interruttori. La cosa divertente è che per poter espletare gran parte dei suoi compiti (a volte è utile anche in battaglia ma decisamente poco efficace) Sam deve essere preso a calci nel vero senso della parola. Gli aspetti elencati finora potrebbero erroneamente far pensare ad una struttura di gioco quantomeno variegata. Purtroppo ogni livello (10 in tutto) è terribilmente simile all'altro, ripetitivo e poco stimolante: le azioni da compiere sono sempre le stesse e la sensazione di dejavù è piuttosto opprimente. Il ritmo di gioco, già pesantemente penalizzato da caricamenti troppo frequenti e da un menu piuttosto lento, viene ulteriormente diminuito dalle numerose scene di intermezzo, unico fiore all'occhiello di questo titolo. I fan dei film, ma molto probabilmente anche i profani, non potranno fare a meno di farsi due risate di fronte ai dialoghi senza senso e alle cut scenes assolutamente demenziali, elementi che hanno fatto delle pellicole dei veri e propri miti. Qualcuno proverà forse anche un sentimento di nostalgia nel vedere che nei filmati del gioco, ma anche nelle sequenze in-game, viene utilizzata la stessa tecnica della "telecamera impazzita" usata da Raimi per rappresentare i movimenti delle entità malefiche.

    Un bel gioco dura poco?

    Tecnicamente parlando Evi Dead Regeneration si presenta come un titolo appena sopra la sufficienza. La grafica è abbastanza fluida e, sebbene non sia prevista la modalità a 60Hz, la conversione non ha comportato (come spesso accade) la compressione delle immagini nelle odiate bande nere. Gli ambienti, pur essendo lo stereotipo del classico film horror (catacombe, boschi, cimiteri e quant'altro) sono poco diversificati e troppo

    spogli per poter riscuotere consensi. Quello che stupisce è la quasi totale assenza del sonoro: ad eccezione dei filmati e dei combattimenti con i boss le uniche musiche degne di tale nome sono quelle che accompagnano la possessione di Sam e la trasformazione in Dark Ash. Per tutto il resto del gioco gli unici "rumori" che si sentono sono le voci dei due improbabili eroi che si scambiano battute. Purtroppo, essendo il titolo completamente doppiato in americano "stretto", i giocatori che non conoscono l'inglese potrebbero trovarsi seriamente in difficoltà nel capire quello che si dicono i due nelle fasi in-game poiché, a differenza dei filmati, non sono presenti i sottotitoli. E' invece evidente che parecchi sforzi sono stati infusi nella caratterizzazione dei personaggi: Ash è tale e quale all'eroe del film sia nelle movenze (le espressioni facciali sono davvero ottime) sia nel carattere. Purtroppo il grandissimo difetto di questo titolo è costituito dalla sua longevità: il giocatore medio impiegherà non più di 6/7 ore per finire il tutto e collezionare tutti e 20 gli extra costituiti perlopiù da artworks, da interviste (mitica quella a Bruce Campbell, l'attore che interpreta Ash e che doppia il suo alter-ego nel gioco) e da making of. L'idea dei contenuti speciali sarebbe stata brillante se non fosse stato per il fatto che sono tutti in americano senza uno straccio di sottotitolo.

    Evil Dead: Regeneration Evil Dead: RegenerationVersione Analizzata PlayStation 2Evil Dead Regeneration è un’occasione mancata. Pur rappresentando un salto di qualità rispetto ai precedenti titoli, (soprattutto per la maggiore rispondenza all’opera cinematografica) è un gioco che non riesce ancora a convincere. I fan dei film ritroveranno le stesse atmosfere cupe, lo stesso carismatico protagonista e le stesse immagini cruente (per non dire assolutamente splatter) che hanno amato nelle pellicole. Se dal punto di vista degli appassionati questi aspetti potrebbero bastare a giustificare l’acquisto di un titolo così breve e tecnicamente così carente lo stesso non può dirsi per tutti coloro che di EVIL DEAD non hanno mai sentito parlare e ai quali l’unico consiglio che può essere dato è quello di ignorare questo titolo e cercare qualcosa di meglio.

    5.7

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