Extinction Recensione: God of War incontra Shadow of the Colossus

Extinction è un gioco d'azione volento e brutale, descritto dagli stessi autori come l'incrocio ideale tra God of War e Shadow of the Colossus.

Extinction Recensione: God of War incontra Shadow of the Colossus
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Se consideriamo l'istinto di autoconservazione come una caratteristica innata, è naturale che la paura primigenia del genere umano sia quella di scomparire, di essere spazzato via. L'estinzione della razza, del resto, è uno dei presupposti narrativi più abusati all'interno dei media audiovisivi. Nel caso di Extinction, l'umanità rischia di estinguersi a causa di bestioni dalle dimensioni ciclopiche. Il titolo di Iron Galaxy - software house statunitense specializzata in port di un certo calibro, vedi il recente Skyrim per Switch - abbraccia l'immaginario fantasy e mette in scena un mondo virtuale in cui la sopravvivenza dei nostri simili è messa a repentaglio da un'orda di creature mostruose, simili a orchi, affette da evidente gigantismo. Extinction è stato definito come un titolo capace di mescolare God of War e Shadow of the Colossus: il paragone è alquanto calzante, dato che il gioco punta chiaramente sull'azione violenta e sanguinosa, concentrandosi sul burrascoso scontro tra ciò che è infinitamente piccolo (ossia il nostro avatar) e quello che ci appare, invece, infinitamente grande.

    Vi presento i Ravenii

    Si chiamano Ravenii e assomigliano, come si diceva poco fa, a orchi un po' cresciutelli, che hanno la brutta abitudine di distruggere qualsiasi centro abitato, cittadini inclusi. Sebbene le speranze del genere umano siano appese a un filo, c'è ancora possibilità di scamparla, di contrastare l'invasione e debellare la minaccia. I Ravenii si muovono attraverso magici portali e appaiono dal nulla. La loro comparsa risale a un passato imprecisato. La campagna di Extinction svela via via maggiori dettagli sulla genesi di questo conflitto, sebbene sia facile intuire, sin da subito, che non è la componente narrativa il fulcro dell'esperienza.

    I sette capitoli del gioco sono intervallati da brevi filmati d'animazione, che fungono semplicemente da raccordo, mentre il resto dello storytelling è affidato a fugaci dialoghi che compaiono in sovrimpressione prima di ogni missione. È questa una soluzione intermedia, che prova a raccontare la trama senza spezzare eccessivamente il ritmo dell'avanzamento, nel tentativo quindi di equilibrare in qualche modo (e con risultati decorosi) la struttura ludica, orientata soprattutto verso la componente action. Il vero cuore dell'opera risiede infatti nelle missioni di cui sono composti i vari capitoli, nei quali vengono proposti sia obiettivi principali sia una serie di attività secondarie che farà sicuramente la gioia dei completisti. Per la cronaca: allo scopo di portare a termine la campagna occorrono tra le otto e le dieci ore, a patto che tutto fili liscio e i fallimenti non siano troppo frequenti.

    Vi presento la Sentinella

    Per quanto gli sviluppatori abbiano cercato di differenziare le varie missioni, anche per dare un efficace senso di progressione all'avventura, l'impalcatura di base emerge prepotente. Il giocatore, ultima Sentinella in grado di sconfiggere i Ravenii, si ritrova solitamente all'interno di un contesto cittadino (in alcuni casi generato proceduralmente), teatro di un'imminente invasione.
    I Ravenii sono veri e propri boss da sconfiggere, ma intorno a loro si muovono galoppini di dimensioni umane che tentano puntualmente di eliminare i civili. L'utente sarà quindi costretto a dover difendere i cittadini, a evitare che le città vengano distrutte, e quindi ad annientare i Ravenii di turno.

    Questa che vi abbiamo appena descritto rappresenta l'intelaiatura generale sulla quale è stata innestata una serie di variabili e di meccaniche di gameplay, alcune più riuscite, altre meno.
    Dovete immaginare i Ravenii come grandi bambolotti composti da un corpo centrale e da arti che possono essere recisi, testa inclusa. Il cranio, come da tradizione, è il bersaglio definitivo: un Ravenii decollato è un Ravenii morto. Salvare i cittadini riempie la barra dell'energia runica, necessaria a dare il colpo di grazia ai bestioni. Anche distruggere le armature che ricoprono il corpo di questi colossi o eliminare gli scagnozzi che infestano la città contribuisce a caricare il suddetto indicatore. Nel frattempo i Ravenii si divertono a distruggere qualsiasi edificio, e se il nucleo cittadino viene raso al suolo, sarà decretato il game over. Ogni missione richiede quindi di aiutare i sopravvissuti per caricare la barra, di eliminare piccoli orchi o sciacalli, ed infine di affrontare il Ravenii e mozzargli la testa. Come dicevamo, però, buona parte del gameplay si basa sulla necessità di distruggere armature e arti. Una volta frantumato l'involucro protettivo della gamba, questa potrà essere recisa. In tal modo, il Ravenii, per forza di cose, si inginocchierà, rendendoci così più semplice la scalata fino al collo. Di capitolo in capitolo, le cose si faranno più complicate, perché alcune armature richiederanno maggiori sforzi per essere rimosse, mentre altre non potranno neppure essere danneggiate. In simili frangenti, il giocatore avrà quindi a disposizione diverse modalità per affrontare i Ravenii. A facilitare l'esecuzione troveremo insomma un ralenti che, una volta attivato, consente di puntare con precisione l'arto o l'equipaggiamento da distruggere: qualora il colpo vada a segno, potremo immediatamente sferrarne un secondo attraverso una coreografica combo volante.

    Ravenii in Flow

    Sebbene sia piacevole fronteggiare simili colossi, e per quanto il giocatore possa (limitatamente) variare la propria strategia, Extinction tende a mostrare una certa ripetitività dopo poche ore di gioco. L'introduzione di diverse tipologie di nemici (non solo di Ravenii) mitiga in parte questa sensazione, ma non la risolve mai del tutto. L'andamento diviene così molto prevedibile e ridondante, seguendo sempre lo stesso pattern.

    Ci sono momenti in cui il titolo mostra anche una certa difficoltà, perché non è facile dover contemporaneamente tenere a bada i piccoli orchi, salvare i civili, evitare che la città venga distrutta, caricare l'energia runica ed osservare il movimento dei Ravenii. E la complessità è legata anche al fatto che la fluidità dei movimenti e dei combattimenti non funziona sempre a dovere.
    Extinction è un gioco veloce: la Sentinella corre rapida sul terreno, si arrampica in verticale sugli edifici, può sfruttare spigoli e rami specifici per sfrecciare in volo da un palazzo all'altro. Tuttavia, alle volte capita di cadere al suolo, di trovarsi un albero nel bel mezzo del cammino e di rimanere incastrati, interrompendo così il fluire della corsa. Ecco, Extinction è perennemente sospeso tra un ritmo che cattura la nostra attenzione e il pericolo che basti poco a interrompere la fluidità dei movimenti.

    Non è un gioco user friendly, da questo punto di vista: richiede di essere padroneggiato a dovere, e la spettacolarità di alcune partite dipenderà specialmente dall'abilità dell'utente pad alla mano, che ora potrebbe prodigarsi in azioni molto virtuose, ora controllare un avatar terribilmente impacciato.
    C'è poi un altro aspetto da considerare e che non va a favore del titolo di Iron Galaxy: la direzione artistica risulta troppo generica, per nulla incisiva. Il gioco non ammalia dal punto di vista estetico, sebbene i colossi facciano la loro "orca" figura.
    Al netto dei pur evidenti difetti, gli estimatori degli action game troveranno pane per i loro denti. Sul versante contenutistico, Extinction non dimentica né i tipici potenziamenti da sbloccare (i punti esperienza rimangono in possesso del giocatore anche nel caso di missione fallita) né le modalità extra (sfide del giorno e sopravvivenza) che confluiscono in classifiche mondiali pensate su misura per gli amanti della sfida. Fino alla fine dell'avventura, tuttavia, resta l'idea che l'opera di Iron Galaxy sia un titolo troppo "meccanico", a cui manca il coraggio ed il talento per compiere il grande salto qualitativo.

    Extinction ExtinctionVersione Analizzata PlayStation 4Alla prova del nove, Extinction ci è parso un gioco senza grande personalità dal punto di vista estetico e stilistico: sembra il solito titolo fantasy, privo di una valida caratterizzazione. Dopo qualche ora mostra anche una certa ripetitività: sotto la superficie le missioni tendono infatti a somigliarsi un po' troppo. Nonostante tutto, non mancano comunque anche aspetti decisamente positivi: Extinction, una volta (e se) padroneggiato al meglio, sa rivelarsi piuttosto appagante. La Sentinella si muove veloce e sinuosa, salta di edificio in edificio, aggredisce enormi colossi mozzandone gli arti e facendone volare le teste. È quindi un prodotto esaltante, è la vittoria di Davide contro Golia, è action-macelleria virtuale, è il piacere di avere la meglio verso qualcosa che sembra sovrastarci, ma che nasconde, sempre e comunque, "un punto debole".

    6.8

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