F1 2020 Recensione: torna il campionato virtuale di Formula Uno

In contemporanea con la ripresa del campionato dopo mesi di stop, Codemasters si appresta a lanciare il nuovo F1 2020.

F1 2020
Recensione: PlayStation 4 Pro
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • Stadia
  • Puntuale come un orologio svizzero, anche quest'anno il corsistico più famoso di Codemasters si appresta a fare il suo debutto. Previsto per il 7 Luglio per i possessori dell'edizione speciale dedicata a Michael Schumacher (tre giorni dopo per tutti gli altri), F1 2020 si presenta come un capitolo di transizione dal punto di vista del modello di guida, ma non manca di mettere in campo numerose novità contenutistiche degne di nota. Per la prima volta giunto sugli scaffali quasi in contemporanea con il campionato reale, iniziato proprio nel weekend appena trascorso, il gioco del team britannico ha dovuto affrontare più di una problematica nel corso degli ultimi mesi.

    Nonostante la forte dedizione dimostrata dagli sviluppatori, purtroppo, difficilmente riusciremo a vedere una riproduzione fedele del campionato reale, anche e soprattutto a causa di alcuni stravolgimenti del calendario. Per far fronte ai rinvii dei mesi passati, infatti, la federazione ha deciso di inserire in calendario nuove piste inedite, tra cui molto probabilmente figureranno il Mugello - tanto famoso nel mondo del motociclismo quanto semi sconosciuto per il circus gestito da Liberty Media - e L'Autódromo Internacional do Algarve di Portimão, che da poco ha ricevuto la valutazione massima - obbligatoria per ospitare una gara di Formula 1- in seguito a forti lavori di adeguamento e ristrutturazione. Quello che vivremo nel gioco Codemasters sarà insomma una sorta di campionato alternativo, un gigantesco "what if" capace di cancellare via ogni traccia di tutte le problematiche degli ultimi mesi e farci vivere, in esclusiva, l'intero campionato del mondo così come era stato concepito originariamente.

    Un nuovo anno di F1

    F1 2020 però non è solo un modo per rivivere la Formula 1 e assaporare la sua sempre accurata riproduzione del contesto reale. Quello di Codemasters è un gioco completo e avvolgente, ricchissimo di contenuti. Il focus della produzione, quest'anno come nei precedenti, non è sicuramente quello di riproporre in maniera perfetta il feeling di guida o provare ad attaccare con forza il mercato delle simulazioni nude e crude.

    Ciononostante, alcuni passi in avanti sotto questo punto di vista non sono mancati: le vetture sono decisamente più stabili e veloci, presentando tra l'altro una discreta differenza l'una dall'altra. Uno dei problemi più grandi dell'anno scorso, ossia il sottosterzo perenne che rendeva molto difficoltoso effettuare alcune curve, sembra esser stato fortemente mitigato. Giocando senza aiuti, inoltre, l'impressione è quella di avere maggior controllo sulla monoposto, anche e soprattutto in uscita di curva.

    Un ottimo passo in avanti, che sembra voler puntare alla riproduzione di sensazioni maggiormente verosimili. Perché il realismo, soprattutto quando si parla di vetture avanzate e incollate al terreno come quelle di F1, non è necessariamente sinonimo di difficoltà.

    Bilanciamento incertoUna delle grandi incognite di quest'anno è rappresentata dalle prestazioni, un elemento tutt'altro che secondario all'interno di un prodotto come F1 2020. Senza la possibilità di avere riscontri dalla controparte reale in tempo per il lancio, sembra che il team abbia cercato di lasciare pressoché invariati i valori di forza dell'anno passato, evitando inutili azzardi. Stiamo scrivendo questo paragrafo subito dopo la conclusione del primo appuntamento del mondiale, il quale ha evidentemente portato a galla la necessità di un futuro bilanciamento delle performance e della forze in campo. Basta vedere l'exploit della Racing Point, la grande velocità di McLaren e le difficoltà della Ferrari. Speriamo che il team di sviluppo possa reagire prontamente, perché data l'impossibilità di riproporre un campionato con le stesse identiche tappe di quello reale, non avere neanche un bilanciamento corretto della griglia sarebbe un durissimo colpo per il prodotto di Codemasters.

    Un'altra grande aggiunta in termini di gameplay è quella relativa alla nuova gestione dell'ERS, di cui vi abbiamo già parlato a più riprese nel corso delle nostre anteprime dei mesi scorsi. Grazie ai feedback di piloti reali, il meccanismo è stato completamente rinnovato: è stata rimossa la vecchia gestione manuale, non utilizzata neanche nelle vetture reali, per far spazio ad un sistema semi-automatico molto più vicino a quello utilizzato dalle monoposto di F1. L'unica forma di controllo che avremo sull'erogazione della potenza riguarderà la possibilità di inserire a nostro piacimento, tramite la semplice pressione di un tasto, la modalità "sorpasso". Tale sistema ci è parso molto più facile da gestire rispetto al passato, oltre che ben bilanciato. Sebbene la sopracitata modalità fornisca un boost piuttosto considerevole alle prestazioni, infatti, comporta anche un consumo rapidissimo dell'energia, costringendoci a dosare con cura il suo utilizzo.

    L'altra novità di quest'anno è quella legata alla modalità di guida "sportiva", adatta soprattutto ai neofiti e a coloro che vogliono godersi il contorno e le velleità gestionali di alcune delle modalità single player, senza però doversi cimentare con una sfida troppo elevata. Questo driving system semplificato è utilizzabile solo ed esclusivamente nella modalità offline, e resterà completamente separato rispetto a quello tradizionale, denominato "realistico" dal team di sviluppo.

    Si tratta di un'aggiunta che sicuramente non interesserà in alcun modo gli appassionati di vecchia data, ma potrebbe far avvicinare nuovi giocatori al brand: un dettaglio, a nostro avviso, decisamente positivo. Ci teniamo però a precisare che l'utilizzo del nuovo modello impoverisce sensibilmente l'esperienza di gioco, oltre a farvi prendere delle brutte abitudini che potrebbero precludervi la possibilità di passare agilmente, in futuro, al sistema di guida tradizionale. Lasciando tutti gli aiuti attivi, anch'essi semplificati rispetto alla loro controparte in modalità realistica, ci troviamo di fronte a un gioco completamente diverso, che quasi sembra pilotare la macchina al posto vostro; contrasta le vostre sterzate e cerca di riposizionare la vettura sulla traiettoria ideale, aiutandovi per altro tantissimo nella frenata. Purtroppo quest'ultimo aiuto non è modificabile (sarà automaticamente impostato su "alto") con l'aiuto alla sterzata attivo. Come già avevamo avuto modo di raccontarvi in sede di anteprima, abbiamo trovato questo tipo di assistenza un po' troppo invasiva.

    L'undicesimo team

    Se dal punto di vista della fisica e del modello di guida le modifiche ci sono sembrate sì interessanti, ma non particolarmente dirompenti, il discorso si fa ben diverso nel momento in cui andiamo ad analizzare le novità contenutistiche. La portata principale, quella che tutti stavano aspettando, è l'ormai conosciutissima My Team, rinominata nella versione italiana "Carriera Scuderia".

    Una sorta di versione riveduta e corretta della carriera tradizionale, in cui non faremo le veci di un semplice pilota approdato in uno dei team realmente in lizza per il mondiale F1, bensì quelle del proprietario della scuderia, con tutte le possibilità e le responsabilità che ne conseguono. Inizialmente ci verrà chiesto di scegliere un nome per il team, così come un main sponsor, un fornitore per la power unit, la livrea e i colori che ci rappresenteranno durante la nostra avventura nel circus iridato.

    Sia le livree che i loghi possono essere assemblati attraverso degli appositi editor, che però non abbiamo trovato così efficienti ed efficaci come avremmo voluto. Soprattutto per quanto concerne la livrea, si tratta perlopiù della possibilità di scegliere tra una manciata di preset e poi cambiarne i colori. Dopo aver scelto uno sponsor ed esserci fatti un'idea di quanto possiamo spendere, giunge il momento di tuffarci nel mercato piloti per andare a caccia del nostro futuro compagno di squadra. Vista la scarsità di fondi e fama della neonata scuderia, saremo costretti ad accontentarci di concedere ad un pilota di F2 la gioia di esordire nella Formula 1.

    Una volta giunti nel quartier generale del nostro team, potremo iniziare a migliorare i vari dipartimenti e controllare i nostri rapporti con gli sponsor. Inizialmente ne avremo uno solo, ma con il passare del tempo (basterà davvero pochissimo) se ne aggiungeranno di nuovi.

    Potremo inoltre organizzare in maniera rapida - e semplicissima - il nostro calendario di impegni e controllare il lavoro delle varie sezioni di ricerca e sviluppo. Al netto di qualche piccola modifica, le differenze con la modalità carriera tradizionale al primo impatto potrebbero non essere poi così evidenti, ma andando più in profondità gli effetti di questo cambio di prospettiva inizieranno ad emergere prepotentemente: il mercato, ad esempio, è gestito in maniera leggermente diversa, in modo tale da impedirci di provare a portare dalla nostra parte piloti con ambizioni troppo distanti dalle reali potenzialità della vettura; ciascun "top driver" avrà dei requisiti minimi da soddisfare, costringendoci a lavorare attivamente per migliorare strutture e macchina in maniera continuativa e organica. Anche gli obiettivi da raggiungere per compiacere gli sponsor - ed ottenere denaro extra - richiedono un accurato lavoro di squadra. Alcuni, ad esempio, ci chiederanno di finire il campionato in una determinata posizione nella classifica costruttori: per raggiungere simile traguardo, però, dovremo poter contare anche sui punti del nostro compagno di squadra.

    Per esser certi che anche lui riesca a migliorarsi nel tempo e dare un maggiore contributo, potremo sbloccare alcune strutture aggiuntive con i soldi dal team, come ad esempio una sala adibita a simulatore in cui consentirgli di fare pratica. Durante il weekend di gara, invece, non ci sono particolari differenze con la carriera tradizionale.

    Una nuova stagione

    Anche la "Carriera Pilota" ha comunque subito numerosi aggiornamenti, soprattutto per quanto riguarda i menu e l'esperienza utente in generale. Anche qui saremo in grado di accedere a un calendario vero e proprio, che scandirà giorno dopo giorno l'arrivo di eventuali migliorie o del nostro stipendio.

    Tali soldi saranno utilizzabili per sviluppare le nostre abilità pilota, grazie alle quali ottenere dei bonus permanenti all'interno della nostra carriera decennale. Tra queste non possiamo non citare la possibilità di ingaggiare una squadra di social media manager in grado di farci incrementare la fama più rapidamente, oppure quella di sbloccare ulteriori risposte durante le interviste con la stampa.

    Resta pressoché inalterata invece la classica schermata della "workstation", accessibile quando saremo in trasferta, lontani dal quartier generale della squadra. Potenziato anche il mercato, che dopo aver introdotto il trasferimento da un team all'altro di tutti i piloti ufficiali, ha finalmente introdotto il concetto di ritiro.

    I piloti più "anziani" potranno dunque godersi la meritata pensione, lasciando maggiore spazio alle nuove leve. Completamente invariate, invece, tutte le dinamiche presenti all'interno del weekend di gara, con le varie sfide da superare durante le prove libere, utili sia per familiarizzare con i vari tracciati che per accumulare una manciata di punti in più. Un'altra modifica importantissima rispetto alla carriera del capitolo precedente è quella inerente alla rimozione della storyline introduttiva.

    Questo non significa però che non sarà possibile iniziare dalla F2, tutt'altro: avremo la possibilità di scegliere se partire con un selezione di momenti chiave, in maniera simile all'anno scorso (ma senza alcuna trama o rivalità di sorta), oppure optare per una stagione intera o dimezzata. Qualora volessimo evitare interamente la categoria minore, tra l'altro, ci verrà finalmente data la possibilità di farlo ed approdare direttamente in Formula 1.

    A far compagnia alle due modalità principali, strettamente single player, troviamo ovviamente le classiche modalità "Campionato" e "Gran Premio", importantissime per tutti coloro che preferiscono far pratica o gareggiare senza alcuna sovrastruttura. Non manca, inoltre, la modalità "Prova a tempo", nella quale potremo confrontare le nostre prestazioni - in maniera asincrona - con quelle di tutti gli altri giocatori del mondo. Non abbiamo invece avuto modo di provare la modalità multigiocatore, e rimandiamo il giudizio sull'online ad un articolo dedicato.

    Monoposto tirate a lucido

    Forse uno degli aspetti più sottotono della produzione Codemasters, almeno fino all'anno scorso, era la qualità media dei tracciati, non sempre all'altezza della situazione. Quest'anno ci sono stati importanti aggiornamenti anche in tal senso, sia per quanto riguarda le nuove piste, quelle di Hanoi e Zandvoort, sia per alcune vecchie conoscenze del circus. Rispetto all'anno scorso, ad esempio, è completamente sparito, a grande richiesta, il "dosso killer" che terrorizzava i piloti virtuali alle prese con il circuito giapponese di Suzuka.

    Un grandissimo lavoro è stato svolto in fase di creazione dei nuovi tracciati, soprattutto per quanto riguarda quello olandese. Il team stesso si è detto particolarmente entusiasta del risultato, per la prima volta supportato dall'utilizzo di scansioni laser e soprattutto di corposi dati sul terreno sopra al quale si erge la struttura. Anche il circuito di Hanoi, sebbene non riesca a replicare il fascino dell'altra new entry dell'edizione 2020, ha ricevuto un trattamento di tutto rispetto. In questo caso è proprio il tracciato stesso ad essere molto più anonimo e meno emozionante. Ad accompagnare il tutto abbiamo trovato un buon numero di migliore e fix specifici per moltissimi dei bug dell'anno scorso. La guidabilità delle vetture è notevolmente migliorata, e non è più necessario scalare in prima marcia per riuscire ad ottenere quel pizzico di extra-rotazione in alcune delle curve più chiuse, ed anche l'IA, per quanto ancora lontana dalla perfezione, sembra leggermente perfezionata.

    I nostri rivali, impostando una difficoltà superiore all'80, si sono quasi sempre dimostrati combattivi e pronti ad infilarsi alla prima occasione. Ancora non pervenuta la safety car, che non siamo mai riusciti a far entrare in pista durante i nostri test, neanche provando a farlo di proposito.

    Sul piano tecnico, F1 2020 propone macchine adeguatmente aggiornate e qualche miglioria diffusa sia nella modellazione che nel sound - adesso molto più verosimile e realistico - pur senza particolari guizzi. Il colpo d'occhio resta comunque di prim'ordine, sia nella versione PC (testata in fase di anteprima) sia in quella PS4, con la quale abbiamo effettuato la recensione.

    F1 2020 F1 2020Versione Analizzata PlayStation 4 ProLo scopo di F1 è da sempre quello di accogliere un bacino di utenza ampio, prediligendo l’autenticità del contorno e dell’atmosfera all’implementazione di un motore fisico completamente realistico e simulativo. Quello di Codemasters è fondamentalmente un simcade, nonostante presenti velleità simulative leggermente superiori alla media dei congeneri. In quest’ottica, l’ultimo capitolo è pressoché perfetto: F1 2020 si è presentato sulla griglia di partenza con un modello di guida aggiuntivo appositamente pensato per i neofiti e nuovi aiuti disponibili per chiunque, oltre che con un’interessantissima modalità manageriale nuova di zecca. Nonostante le difficoltà di bilanciamento legate alla partenza ritardata del campionato F1, il risultato finale è decisamente apprezzabile. Il team britannico sembra aver messo in piedi un prodotto completo e ludicamente articolato, che al collaudato sistema di guida della serie affianca nuovi contenuti di ottima fattura.

    8.4

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