Recensione Far Cry 4 - La Valle degli Yeti DLC
Ubisoft ci porta sulle cime dell'Himalaya
Articolo a cura di
Andrea Porta
Disponibile perXbox 360
PS3
Pc
PS4
Xbox One
Dopo la delusione di Fuga da Durgesh, la campagna di contenuti scaricabili a pagamento per Far Cry 4 continua con La Valle degli Yeti, un DLC decisamente più corposo quanto a contenuti venduto a circa 15 euro, oppure come parte del season pass. Oltre a presentare una nuova mappa liberamente esplorabile (pari a poco meno di un quarto di quella originale), una storyline separata e missioni secondarie, questa mini campagna mette a disposizione del giocatore anche una base da migliorare acquistando diversi stratagemmi di difesa, così da sopravvivere agli attacchi notturni a ondate che seguiranno ognuna delle missioni principali. L'idea è di sicuro interessante, e si nota un certo impegno da parte del team di sviluppo nel tentativo di condensare la progressione in tempi molto più brevi, in parte con successo. Dall'altra parte, l'eccessiva ripetizione di alcune situazioni e un bilanciamento della difficoltà non sempre attento generano qualche momento di stanchezza lungo l'incedere, facendone un prodotto comunque consigliato agli appassionati del gioco originale, ma non irrinunciabile.
DANNATI YETI
La Valle degli Yeti presenta una storyline e una progressione completamente slegate da quella principale, e proprio per questo la mini-campagna va avviata da un apposito menu, scegliendo come sempre se giocare in cooperativa o offline. Di nuovo nei panni di Ajay Gale, ci ritroveremo vittime di un incidente in elicottero, che ci porterà a rimanere completamente isolati sulle cime dell'Himalaya. Da qui, partirà la ricerca di un modo per tornare nelle braccia del Sentiero d'Oro, che via radio cercherà di indicarci la via giusta, resa difficoltosa dalla scoperta di un culto segreto che tra i picchi innevati adora una misteriosa reliquia, e non gradisce affatto i visitatori dall'esterno. Rintracciata una base abbandonata, potremo stabilirvi una base dove gestire le operazioni, pagando tuttavia un caro prezzo: ogni volta che completeremo una delle missioni principali (sono in tutto sei), la notte successiva dovremo sopravvivere a un attacco da parte dei membri del culto, che cercheranno in ogni modo di sfondare le difese e distruggere il nostro improvvisato accampamento. Si tratta di una soluzione tutto sommato interessante, e soprattutto fondamentale in termini di offerta ludica, data la possibilità di acquistare ulteriori strumenti di protezione per la piccola base: alcuni si potranno ottenere in cambio di denaro virtuale tramite il consueto shop, mentre altri andranno sbloccati completando le missioni secondarie, ognuna legata ad uno specifico strumento di difesa. Divisi sui quattro punti cardinali, dai quali successivamente le ondate nemiche andranno ad attaccare, tra questi si possono citare campi minati, postazioni di fuoco fisse, barricate e barili incendiari. Procedendo nel corso della campagna, potenziare le difese della base sarà assolutamente necessario, pena il ritrovarsi prima o poi bloccati di fronte a un attacco nemico troppo massiccio e multidirezionale per essere gestito con successo. Al di là degli assalti notturni, sulle cui meccaniche torneremo in seguito, La Valle degli Yeti offre una progressione tutto sommato lineare, con poche divagazioni. Tramite la torre radio della nostra base verremo di volta in volta contattati dal Sentiero d'Oro, che ci darà preziose informazioni utili per proseguire nella ricerca del mistero del culto e della reliquia che gettano un'ombra soprannaturale sulle cime dell'Himalaya. Per la maggior parte, gli incarichi ricalcheranno da vicino quanto visto nella campagna principale, tra assalti a fortezze nemiche, scalate e base di rampino, sequenze stealth e qualche breve parentesi spiccatamente narrativa. Il tutto si fa giocare con piacere, sebbene coloro che avessero già completato la campagna principale potrebbero non gradire particolarmente la necessità di ricominciare sostanzialmente da capo il potenziamento dell'arsenale e delle abilità di Ajay, anch'essi completamente slegati da quanto già sbloccato nella campagna originale. Quanto alle missioni secondarie, queste richiederanno perlopiù di recuperare dei camion protetti dal culto e riportarli alla base, ma ci sarà spazio anche per qualche interessante variazione sul tema. Nel complesso, il punto più debole del contenuto scaricabile è paradossalmente anche la sua più originale introduzione: per quanto la personalizzazione e la difesa della base rappresentino spunti interessanti, trovarsi costretti a seguito di ogni missione a respingere ondata dopo ondata di nemici sempre più corazzati e armati si rivela meno divertente del previsto, anche a causa dell'intelligenza artificiale avversaria, che appare tutto sommato poco ottimizzata per attività d'assedio.
Anche per questo, gli sviluppatori hanno fatto sì che il livello di difficoltà di queste incursioni cresca esponenzialmente, sopratutto quando ad entrare in gioco saranno anche gli Yeti, in grado di infliggere grandissimi danni e complessi da uccidere. Il modo più veloce è stordirli con gli esplosivi, aggirarli e colpirli alle spalle in corpo a corpo, ma questa operazione può risultare difficoltosa quando sul campo ci sono anche i membri del culto. Questi ultimi attiveranno perdipiù delle cariche esplosive a tempo, le quali andranno immediatamente disattivate, pena il game over istantaneo. Considerato che la personalizzazione della base non può essere gestita in maniera strategica, dato che le difese sbloccabili vengono posizionate automaticamente, nel complesso la meccanica da tower defense non riesce ad amalgamarsi troppo bene al gameplay classico della serie, e finisce per svelare sin troppo la sua natura di diluente per un'offerta ludica di fatto non enorme. Purtroppo, una volta completata la campagna principale, per quanto la nuova mappa rimanga completamente esplorabile (anche a bordo del classico elicottero monoposto), l'attività di difesa della base non risulta più ripetibile, vanificando quindi tutti gli sforzi fatti per potenziarla.
7.5
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Far Cry 4Versione Analizzata PlayStation 4A fronte di una longevità sulla carta ottima (per completare le missioni principali e tutte le secondarie abbiamo impiegato circa 7 ore, senza contare gli eventi dinamici che si presentano durante l'esplorazione), La Valle degli Yeti è un contenuto senza dubbio molto più appetibile del predecessore. Già solo la possibilità di esplorare una nuova area e di disporre di una storyline inedita (seppure non proprio ricca di colpi di scena) rappresentano ottimi punti a favore, sebbene vada tenuta in conto la natura tutto sommato poco soddisfacente dell'attività di difesa della base, purtroppo da ripetere al termine di ognuna delle prime cinque missioni principali. In ogni caso, anche a fronte di queste mancanze, chiunque abbia particolarmente apprezzato Far Cry 4 troverà qui una buona scusa per calarsi nuovamente nei panni di Ajay Gale, magari anche in compagnia di un amico, dato il pieno supporto alla cooperativa online per due giocatori.