FIFA 10 Recensione: il trono torna delle mani di EA Sports

Dopo dieci lunghi anni il trono è di EA Sports

FIFA 10 Recensione: il trono torna delle mani di EA Sports
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  • PS2
  • DS
  • Xbox 360
  • Wii
  • PS3
  • iPhone
  • Pc
  • Psp
  • Come sostenuto da Peter Molyneux nel corso della presentazione di Fable 3, “ogni rivoluzione richiede un lungo percorso preparativo”.
    Negli ultimi giorni siamo certi di aver trovato almeno un’altra applicazione videoludica di tale principio, correlata alla prova del codice review di FIFA 10, giunto in redazione con largo anticipo rispetto all’uscita, prevista per Playstation 3 ed Xbox 360 per il 2 Ottobre.
    Il percorso di cui sopra è iniziato con FIFA 08, il primo -se vogliamo goffo- passo verso una simulazione calcistica più credibile, ancorchè non adatta a tutti.
    Lo scorso anno FIFA 09 ha saputo raccogliere il meglio dal suo predecessore e da quell’eccelso spin-of che fu EURO 2008, regalando agli appassionati di calcio di tutto il mondo un’esperienza quasi totale.
    David Rutter (producer della serie FIFA, versione Next Gen) e i suoi ragazzi sapevano però di poter fare di più, di poter slegare i calciatori virtuali dai binari che li avevano finora costretti, di poter aprire completamente il campo alla fantasia umana.
    Il risultato è FIFA 10: un titolo capace di superare i limiti, di rendere possibile l’impossibile, di infondere nel gamepad tutta la libertà di un centinaio di metri di campo da calcio e, soprattutto, di estrapolare smodata passione calcistica da un crogiolo di poligoni.

    Comunità Mondiale

    Le statistiche del proprio giocatore e del proprio club, tracciate tanto offline quanto online, verranno pubblicate -su consenso del giocatore- sui più importanti social network sparsi per la rete (Facebook e Twitter, tanto per citare i più famosi).
    In questo modo ogni giocatore di FIFA 10 potrà, potenzialmente, guardare le statistiche degli altri ed invitare/accettare inviti per un club piuttosto che per l’altro.
    Il tutto nell’ottica di creare un vero e proprio calciomercato virtuale che, a nostro modo di vedere, potrebbe essere integrato -in futuro- con alcune nuove feature via DLC.

    Il campione sei TU

    Le prime novità presenti in FIFA 10 si scorgono da un breve carrellata atta a sfogliare la moltitudine di modalità di gioco presenti.
    “Virtual Pro”, una di quelle contrassegnate dall’icona “NEW”, attrae subito la nostra attenzione.
    Grazie a questo gigantesco editor potremo renderizzare una versione virtuale di noi stessi (utilizzando l’ottimo photogameface di EA), inserendola nel gioco come complemento ad una delle compagini presenti nell’immenso roster.
    Spesi i primi punti abilità e dotato il nostro avatar di un’uniforme calcistica consona alle norme FIFA (e a quelle del buon gusto), potremo farlo partecipare a qualsiasi altra modalità di gioco, offline come online, allenamento nell’Arena compreso.
    Le statistiche, assieme ai progressi, verranno tracciate in una sezione specifica di “Virtual Pro”, contenente -tra le altre- anche un negozio ed un gigantesco album di figurine virtuale utile ad arricchire il bagaglio tecnico del nostro beniamino.
    Mettendo a segno cinque punizioni, ad esempio, sbloccheremo l’abilità ad esse inerente, che ci consentirà di dare maggiore effetto alla palla ed essere più precisi; se i calci piazzati diventeranno il nostro forte tale skill migliorerà, accrescendo -al massimo- fino al terzo livello.
    A seconda del ruolo occupato in campo saremo più facilitati nel guadagnare attributi offensivi o difensivi, in maniera tale da non rendere il nostro alter-ego una sorta di superman calcistico.
    Il meglio deve però ancora venire.
    Attraverso “Pro Club Championship Online” (ennesima, nuova, feature) potremo creare un club composto da 50 avatar appartenenti ad altrettanti giocatori umani (giusto per avere la certezza di averne sempre dieci disponibili) e sfidare in apposite leghe le altre formazioni.
    Un completo e complesso sistema di leaderboard incamererà quindi tutte le statistiche, dalla squadra al giocatore singolo, stilando una classifica dei migliori team, dei migliori marcatori e, in generale, dei migliori calciatori a seconda di uno o dell’altro parametro.
    Tutti questi dati saranno accessibili a tutti (vedi box “Comunità mondiale” per approfondimenti), in maniera tale da permettere ai gestori dei vari club di “offrire” un posto nella rosa a chi ritenessero meritevole.
    E chissà che non venga in mente a qualcuno, vista l’assenza di compensi virtuali, di pagare (in soldi o in punti per gli store online di Sony e Microsoft) i calciatori virtuali messi “sotto contratto”, magari per i tornei ufficiali.
    Tra un’elucubrazione e l’altra ci troviamo in quella che si presenta come la nuova frontiera del “Manager Mode”, sottosezione del gioco nella quale impersonare presidente, allenatore e giocatori.
    Bastano una decina di partite per capire che, a livello strutturale, le cose sono decisamente cambiate.
    Le statistiche derivanti da ciascun campionato sono ora molto più realistiche, le squadre più blasonate tendono a primeggiare ma vi è, in maniera totalmente randomica, una certa bagarre, in grado di rendere più “spumeggiante” il fine stagione.
    Radicalmente diverso il calcio mercato: non basterà più un conto in banca senza fondo per ingaggiare i migliori calciatori; dovremo anche dimostrare il lustro del club (tramite il suo palmares, ad esempio), dimostrare di poter offrire all’interessato un posto sicuro in campo (senza “doppioni”, ovvero giocatori con le stesse caratteristiche e lo stesso ruolo) e vincere l’eventuale concorrenza avversaria.
    Anche crescita ed invecchiamento dei calciatori saranno gestite con maggior cognizione di causa, evitando le esagerazioni.
    Alla fine di ciascuna stagione, infine, avremo delle offerte a seconda delle nostre prestazioni: potremo decidere se rimanere nel club firmando per uno (o più) anni consecutivi o trasferirci su palcoscenici più interessanti.
    La carrellata sulle modalità di gioco si conclude quindi da dove era iniziata: nell’Arena, luogo in cui troviamo la tanto attesa modalità “Allenamento”.
    In questa sezione, sfruttando un ottimo video-tutorial, potremo approfondire le meccaniche di gioco, impratichirci nell’1 vs. 1 e provare addirittura qualche partitella d’allenamento 11 vs. 11 con la CPU.
    Nell’ultimo caso citato avremo anche la facoltà di sperimentare il nuovissimo editor per gli schemi sui calci piazzati: il campo a ridosso dell’area di rigore sarà diviso in sei macro-aree, da ciascuna delle quali potremo creare quattro diversi schemi muovendo tutti e nove i giocatori coinvolti a piacimento.
    Raggiunto il risultato desiderato potremo provare, modificare e, naturalmente, salvare fino a 24 combinazioni, in modo tale da non farci mai cogliere impreparati.

    360° di libertà

    Osservando da vicino il gameplay di FIFA 10 “Libertà” pare l’unico vocabolo adatto a descriverne le potenzialità.
    Fare una cronaca di tutte le possibilità offerte dalla nuova creatura EA Sports significherebbe, in sostanza, riesumare tutte le azioni viste nel calcio negli ultimi 10 anni, descrivendole ad una ad una, impresa impossibile -e tediosa- anche senza i limiti di tempo dettati dalle esigenze editoriali.
    Ci limiteremo quindi a descrivere le caratteristiche chiave del gameplay stellare che il team canadese ha saputo confezionare.
    La prima feature, e forse la più importante, è il famigerato dribbling a 360°, qualcosa di oscuro ancora per molti; ebbene quest’implementazione non permetterà soltanto di muovere senza barriere e binari il calciatore controllato ma anche di effettuare un nuovissimo tipo di dribbling nello stretto.
    Basterà premere i tasti adibiti alla corsa e al controllo della stessa per vedere il beniamino di turno spostare la palla nella direzione desiderata con micro-tocchi o accompagnandola con la suola.
    La piena riuscita di tale meraviglia sarà ovviamente appannaggio delle sole superstar (Messi, Diego, Ibrahimovic...); tutti gli altri otterranno un risultato via via meno efficace.
    Da sola questa feature è in grado di aprire completamente il campo da gioco, basti pensare alla rinnovata possibiltà di “sfondare” un raddoppio passando in mezzo ai due uomini che ci stanno chiudendo lateralmente.
    Rutter&Co., tuttavia, non hanno voluto limitarsi, ed è per questo che le nuove tipologie di dribbling si affiancano ad un set di finte rinnovato, alla facoltà di dosare la corsa e alla rinnovata fisicità dei giocatori.
    Prima di passare a quest’ultimo, fondamentale, fattore, riteniamo doverosa una digressione per sottolineare quanto qualcosa di così irrilevante come potrebbe sembrare “dosare la corsa”, sia in realtà fondamentale.
    Premendo più o meno insistentemente nella direzione in cui siamo intenzionati a far muovere l’atleta sotto controllo ne inficeremo la rapidità di movimento: a conti fatti questo si traduce nella digitalizzazione del cambio di passo.
    Vediamo: quante volte avete visto Kakà (tanto per fare un esempio) segnare o produrre un’azione da goal semplicemente cambiando passo? Se conoscete la risposta avrete anche capito quanta importanza può avere, in ambito calcistico, un’inezia del genere.
    Altro fattore importantissimo, come si accennava poc’anzi, la fisicità dei giocatori, rivisitata da zero in questa “decima” incarnazione di FIFA.
    Nel compendio ludico l’azione spalla a spalla conterà tantissimo, vuoi per difendere la palla, vuoi per rubarla ad un avversario: in FIFA 10, utilizzando un calciatore minuto, non sarà possibile contrastarne efficacemente uno più prestante basandosi solo sulla potenza, nemmeno qualora il primo superasse esponenzialmente il secondo in velocità.
    Sul campo tutto ciò si traduce in una maggiore efficacia, soprattutto sui colpi di testa, dei giocatori a cui la natura ha donato un fisico extra-large.
    Nemmeno i più piccoli e scattanti saranno però penalizzati: il dribbling a 360° ed alcune nuove finte (su tutte quella che consente di mandare il pallone da una parte e il corpo dall’altra) consentiranno infatti a questa categoria di aggirare -letteralmente- i lunghi, sfruttando la rapidità di cui dispongono.
    Quel che a parole può sembrare esagerato, o irreale, pad alla mano risulta molto bilanciato e piacevole da affrontare.
    Gli ultimi ritocchi apportati al gameplay riguardano, parallelamente, la riscrittura della fisica del pallone e il ridimensionamento dei controlli manuali.
    Partendo da questi ultimi notiamo finalmente la sistemazione del fastidioso bug che rendeva impossibili i passaggi corti, producendo -rispetto alla volontà del giocatore- delle bordate fuori misura.
    La sistemazione di tali meccaniche permette quindi un fluido fraseggio nello stretto quanto dalla lunga distanza, senza spezzare la manovra come spesso accadeva anche lo scorso anno.
    Fattore incisivo nel rendere gradevole e divertente la manovra è stato senz’altro l’aumento della reattività dei giocatori, finalmente perfetto.
    Di pari passo, come dicevamo, è andata anche l’evoluzione della fisica della palla che da troppo leggera è diventata quest’anno mediamente pesante.
    A giovarne soprattutto i tiri (ora molto più tesi e credibili), i cross che finalmente sembrano tagliati come ci aspetteremmo in una partita reale e i rimpalli, caratterizzati in questa versione da traiettorie molti più realistiche.
    A tutto questo dobbiamo aggiungere un’intelligenza artificiale capace, finalmente, di farci provare emozioni: di cambiare dinamicamente durante la partita, di giocare e lasciarci giocare anche a livelli di difficoltà elevati, di variare (squadra per squadra) la manovra e di effettuare sostituzioni mirate e comprensibili.
    Un particolare elogio, da questo punto di vista, alla realizzazione dei portieri, capaci di coprire la porta sulle uscite come mai prima d’ora, abili ad indirizzare le respinte e dotati di migliori riflessi.
    Molto belli infatti i salvataggi in extremis, disponibili solo ai migliori tra gli estremi difensori, che mostreranno, ad esempio, il numero uno tornare verso la porta e tuffarsi se scavalcato da un pallonetto.

    Tecnica straordinaria

    Il comparto tecnico di FIFA 10 è semplicemente da urlo; un ulteriore passo avanti rispetto al suo illustre predecessore.
    I modelli poligonali presentano una modellazione accurata che traspare soprattutto nel rispetto delle proporzioni fisiche e nella perfetta digitalizzazione delle espressioni facciali, perfette per tutti i giocatori conosciuti e anche per qualcuno tra i meno conosciuti.
    Al solito, però, l’eccellenza del prodotto EA Sports è da ricercarsi nel comparto animazioni, spettacolare per quanto riguarda varietà, fluidità e credibilità, con l’unico neo di mostrare una corsa ancora leggermente “ingobbita”.
    Le movenze (addirittura personalizzate per molti tra i calciatori presenti) rendono questo FIFA una spanna sopra qualsiasi altra simulazione calcistica mai creata; potremmo stare giorni incollati al televisore ed averne sempre alcune nuove da elencare.
    Ognuna di esse si lega all’altra in con una velocità mai vista, senza perdere un solo fotogramma e senza stonare mai, in un pittoresco mosaico di calcio digitale all’ennesima potenza.
    Dopo aver visto colpi di tacco, rovesciate, semirovesciate, rabone e i rinnovati colpi di testa (finalmente credibili), poco importa se, di tanto in tanto, qualche giocatore corre leggermente ingobbito.
    L’attenzione, in quel caso, può sempre spostarsi sulla perfetta texturizzazione delle divise, del manto erboso; sull’ineccepibile realizzazione degli stadi o sulle condizioni atmosferiche finalmente degne di questo nome: un positivo ritorno verso quanto visto in EURO 2008 (con l’aggiunta della neve).
    Ritoccate per l’ennesima volta anche la palette di colori e l’illuminazione che, seppur non ancora perfetti come vorremmo, riescono a dare un tono più credibile sia ai match diurni (prima tutti al crepuscolo) sia quelli notturni (epurati dalla fastidiosa illuminazione simil-indoor).
    Molto buono, come sempre, il comparto sonoro, indebolito leggermente dal “solito” commento ad opera del collaudato duo Caressa-Bergomi, capace tanto di fare faville su Sky Sport quanto di stancare nelle varie incarnazione di FIFA.

    Licenze

    La questione licenze è oramai scontata per FIFA. Riteniamo tuttavia opportuno precisare che, nonostante la mancanza della licenza ufficiale per la Champions League, il prodotto canadese si avvale di ben 25 campionati internazionali completamente licenziati (alcuni comprensivi anche di seconda e terza divisione) e, finalmente, anche della nazionale olandese al completo.

    Fifa 10 Fifa 10Versione Analizzata Xbox 360FIFA 10 ha vinto. EA Sports raggiunge l’agognato traguardo dopo tre anni di fatica, dopo essersi presa il rischio di innovare, di osare e di ascoltare le lamentele di tutte le community del mondo. Grazie ad un gameplay spaziale, che permette ogni genere d’azione possiate immaginare, sorretto da uno scheletro costituito da modalità di gioco nuove e originali, e grazie ad un comparto tecnico che rasenta la perfezione, FIFA 10 ottiene, finalmente, la corona di miglior simulazione calcistica mai creata. Anche tralasciando il comparto online, forte degli aggiornamenti Adidas Live Season 2.0, FIFA 10 può far parlare di sè per mesi, semplicemente perchè ogni azione, ogni tocco di palla, ogni goal è diverso dall’altro.

    9.5

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