FIFA 21 Recensione: il calcio è un gioco da prendere sul serio

Electronic Arts è pronta a battere il calcio di inizio di una nuova stagione con FIFA 21, tra interessanti novità e vecchi problemi.

FIFA 21
Recensione: Multi
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Switch
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • PS5
  • Xbox Series X
  • Il 2020 è stato decisamente arduo per gli sviluppatori, che in questi ultimi mesi dell'anno sono stati chiamati a gestire nel migliore dei modi anche il salto generazionale. Un discorso che riguarda anche i team a lavoro sui calcistici, che hanno affrontato le sfide del periodo con strategie radicalmente differenti. Dal canto suo, EA Sports non si è discostata dai suoi canoni: FIFA 21 giunge quindi sulle attuali piattaforme a prezzo pieno e con numerose promesse sia sul fronte contenutistico, sia su quello del gameplay. Per l'occasione ci siamo fatti trovare pronti, e dopo diverse giornate spese a provare con mano il gioco completo (e dopo le impressioni abbastanza positive della prima prova di FIFA 21), siamo giunti finalmente al nostro giudizio definitivo. Indossate i vostri parastinchi più solidi, dunque, perché la lotta sul manto erboso si è accesa parecchio, ed anche volato qualche calcio di troppo.

    Lavoro di rifinitura

    Delle novità di FIFA 21 abbiamo discusso largamente, ma è bene fare un ripasso degli "schemi" proposti da EA: quest'anno, l'obiettivo era di perseguire una triplice filosofia basata sui concetti di creatività, fluidità e responsività. A partire da questo mantra tripartito gli sviluppatori hanno tentato di rivedere lo sport nazionale in un'ottica più fedele e ricca, in cui la squadra si muove con più coerenza in campo. A tal proposito, al giocatore vengono proposte diverse meccaniche volte a generare un feeling diverso nell'impostazione dell'azione: la prima è il Posizionamento Intelligente, ossia una serie di tagli e coperture influenzati dai parametri degli atleti.

    Già nella demo era chiaro come il team si muovesse con più vivacità, e questa sensazione è stata confermata anche dalla versione finale di FIFA 21, ma con alcune eccezioni: l'IA tende effettivamente a lanciarsi in inserimenti che, se premiati, portano allo sviluppo efficace della manovra, ma tale scenario sembra verificarsi principalmente nella trequarti avversaria. Ad ogni calcio d'inizio a centrocampo, le squadre sono ben più statiche, e costringono a un giro palla sterile in attesa che l'intelligenza artificiale "si attivi". Si tratta, pertanto, di un limite evidente che gli sviluppatori non sono riusciti a disinnescare pienamente.

    Giunti nei pressi dell'area di rigore avversaria i tagli automatici dei calciatori svolgono piuttosto bene il loro dovere: anche un utente alle prime armi sarà quindi portato a triangolazioni veloci, mentre un atleta non servito durante uno scatto rientrerà dal fuorigioco.

    Chi ha dimestichezza con la serie noterà manovre più avvolgenti e pericolose, e con la giusta dose di impegno potrà impratichirsi anche con i nuovi inserimenti creativi. Si tratta di meccaniche "manuali" per comandare i tagli degli attaccanti e tentare di bucare la linea di difesa: dalla possibilità di direzionare lo scatto dell'atleta che si è appena liberato del pallone, al prendere il controllo diretto di un calciatore lasciando il possesso palla all'IA.
    Si tratta di dinamiche interessanti, specialmente nel gioco offline, ma qual è il loro impatto sul comparto multiplayer?

    Per giungere a un giudizio bisogna considerare che EA Sports non ha ritoccato né la fisica del pallone, né i ritmi di gioco: FIFA 21 resta un titolo rapido, caratterizzata da continui cambi di fronte. Gli inserimenti creativi nell'ottica di un match online, dove i ritmi sono forsennati, sembrano quindi trovare poco spazio: durante le nostre partite siamo riusciti a sfruttarli appena una manciata di volte, e non tutte sono state efficaci.

    Questo perché il calcistico di EA tende a premiare enormemente il gioco solitario, e un atleta sufficientemente rapido e tecnico è capace di mettere in seria difficoltà più difensori. Basti pensare all'inedito dribbling agile che permette di controllare ancor meglio la sfera con la suola; complice il già ampio armamentario di skill disponibili, diventa presto palese che i "giocolieri" avranno vita facile in FIFA 21, a fronte di mezzi difensivi non adeguatamente sviluppati.

    Modalità competitiva e Rewind A confermare il maggior accento sul gioco in single player di questo episodio è anche la modalità competitiva, ovvero un livello extra di difficoltà attivabile solo col grado "leggenda" utile ad aumentare l'efficacia offensiva della CPU, che tenderà ad emulare il comportamento di un pro player di FIFA. Effettivamente, l'effetto in partita è decisamente verosimile, e i match con questa impostazione risultano estremamente ardui da affrontare. Tuttavia l'IA tende a utilizzare in maniera davvero smodata le skill (così come succederebbe con un avversario incontrato online), anche in frangenti in cui potrebbe semplicemente concludere l'azione. Ciononostante, si tratta di un'aggiunta che gli utenti hardcore gradiranno di certo, anche se a nostro avviso necessita di un leggero bilanciamento. Resta comunque un buon modo per allenarsi autonomamente, a maggior ragione se si pensa all'introduzione del rewind, che consente di "riavvolgere" un'azione per concretizzare una palla gol.

    Quest'anno EA ha infatti rivisto il sistema di blocchi, e capita frequentemente che un difensore riesca a frapporsi sulla linea di tiro o passaggio, ma l'attuale difesa tattica, per quanto utile, risulta lenta rispetto alla rapidità degli inserimenti. In particolar modo, si avverte la mancanza di un reale pressing della squadra in fase difensiva (anche utilizzando l'apposito comando per il raddoppio), e con atleti poco dinamici diventa arduo dar vita a un "catenaccio" per chiudere il portatore prima che si disimpegni. Il tutto senza considerare la già citata fisica del pallone che, unita ai blocchi, porta diverse volte a "effetti flipper" disastrosi per la resa scenica delle partite. A proposito di fisicità, le collisioni tra giocatori sono state migliorate, e capita spesso di vedere un atleta evitare uno scontro con un avversario in scivolata o un portiere in uscita bassa.

    A nostro avviso, complice anche la facilità nel segnare (data la manifesta debolezza dei portieri), in questo momento il gameplay di FIFA 21 risulta eccessivamente sbilanciato, lontano dalla benché minima idea di simulazione. Le novità introdotte da EA, per quanto valide nel gioco offline, non riescono a disinnescare efficacemente la rapidità di giocatori e sfera, e il risultato sono scenari che portano a sentirsi sul campo di uno sport estraneo al calcio. Tuttavia, l'offerta generale del titolo poggia anche su altri fattori.

    Provarci un'altra Volta

    Nella nostra recensione di FIFA 20 vi avevamo detto come la neonata modalità Volta non ci avesse convinto del tutto, e gli sviluppatori quest'anno hanno provato a cambiare totalmente direzione: la campagna in single player, denominata il Debutto, è longeva appena un paio d'ore e risulta utile unicamente per incrementare le statistiche del proprio avatar.

    La narrazione, piuttosto semplice, vanta qualche guest star e riesce a scrollarsi di dosso gli insopportabili cliché dell'anno precedente. In questo capitolo Volta cambia faccia, e si concentra più sulle partite e il comparto multiplayer, grazie alle Battaglie Speciali e alle divisioni: nel primo caso si tratta di un sistema di sfide utile a sbloccare oggetti o atleti celebri per la propria squadra, nel secondo invece ci si unisce ad altri utenti per sfidarsi in match sulla falsariga del Pro Club.

    Il gameplay di Volta è stato ritoccato per allontanarsi maggiormente dal calcio a undici, ereditandone però parte delle meccaniche: in particolar modo il sistema di blocchi risulta decisamente prezioso, specialmente nelle partite senza portiere.

    Date le ridotte dimensioni del campo, si riesce effettivamente a bloccare molti tiri diretti verso la porta, e le animazioni più curate portano a un calcio da strada abbastanza spettacolare e appagante, almeno nelle prime battute.
    Purtroppo, oltre alla gloria delle divisioni e i punti da spendere nell'albero delle abilità dell'avatar, gli incentivi per dedicare molte ore a Volta sembrano venir meno, giacché i "premi" per l'utente sono principalmente oggetti estetici di vario tipo. Ottenere una promozione verso una categoria più alta porta quindi in dono vestiario che, semplicemente, non rappresenta a nostro avviso il giusto mezzo per tenere alta l'attenzione della platea.
    Al netto di match rapidi e pieni di reti, crediamo che non sarà questa la principale modalità ad occupare il vostro tempo nei mesi a venire (già durante la nostra prova ha perso mordente dopo poche ore). Tuttavia la forza di FIFA 21 risiede in una vasta offerta di esperienze, e una in particolare ci ha colpito profondamente.

    Siamo un popolo di allenatori

    Spostandoci sul fronte della carriera, quella da coach ha visto numerose implementazioni, capaci di aggiungere un piacevole substrato gestionale alle routine da allenatore viste negli ultimi capitoli. Alla possibilità di affrontare i match in prima persona e a quella di saltare direttamente al risultato finale, si aggiunge un nuovo tipo di simulazione decisamente interessante.

    Si tratta di osservare il match da una comoda interfaccia in cui il tempo di gioco è leggermente accelerato, con la possibilità di prendere il comando diretto del team in ogni istante: ad esempio a seguito di un gol, per cambiare l'inerzia della partita, oppure per sfruttare al meglio un'occasione da rete. Il sistema è istantaneo e senza limiti, ossia permette di passare dalla simulazione al campo - e viceversa - ogni volta che si desidera.

    Questa semplice meccanica snellisce non poco lo scorrere della stagione, ed evita l'incombenza di dover presenziare "fisicamente" a ogni match, lasciando libero l'utente di intervenire quando vuole. Una novità che rappresenta, a nostro avviso, un "game changer" per la carriera allenatore, che gode anche di opzioni più articolate per la gestione della rosa.

    In FIFA 21 lo stato di forma dei calciatori viene determinato da tre parametri: forma, lucidità e morale. I primi due sono strettamente correlati, visto che la forma fisica viene "spesa" durante gli allenamenti per guadagnare lucidità. Quest'ultimo valore, se mantenuto a buoni livelli, garantisce bonus alle capacità di un atleta, e lo porta a migliori perfomance sul manto erboso.

    Le attività quotidiane del coach comprendono quindi la gestione delle sessioni di allenamento e delle giornate da destinare al riposo e allo scarico post partita. Si può predisporre un programma mensile o uno più approfondito per ogni singola settimana, il tutto senza dimenticare specifici piani di training per ogni tesserato: cambio ruolo, programmi ad hoc per sviluppare certe abilità o mantenerle con l'avanzare dell'età. L'unico neo in tal senso è che, spesso, a 29 anni inizia una situazione stazionaria che farà da preludio alla parabola discendente dell'overall.

    Si tratta, come detto, di un sistema gestionale altamente godibile. Senza dimenticare che permane la possibilità di sfruttare programmi preimpostati e simulare gli allenamenti nel caso in cui un utente sia interessato esclusivamente "all'azione". In un modo o nell'altro, la carriera da allenatore ne risulta rinvigorita (anche grazie alle cutscene durante le trattative di mercato), e si erge secondo il nostro giudizio tra i punti forti dell'offerta di FIFA 21. Risulta quasi un peccato che, al contrario, la carriera da calciatore non sia stata ritoccata in modo consistente (al pari del Pro Club). Tuttavia, la modalità regina di FIFA, quella capace di mantenere la community attiva nel corso delle settimane, resta giocoforza Ultimate Team.

    Pescata fortunata

    Anche FUT ha goduto di nuovi elementi (e anche alcuni tagli importanti) volti a rinnovare la sua formula. Prima di esaminarli nel dettaglio, è bene chiarire che Ultimate Team è soggetto a continui stravolgimenti con il passare dei mesi, e sono diverse le domande a cui è difficile dare una risposta in questa sede: ad esempio, il rinnovato sistema di posizionamento automatico rappresenterà un'occasione di riscatto per i calciatori lenti ma tecnici? Oppure la community continuerà a preferire atleti rapidi e fulminei, condizionando inevitabilmente il meta delle carte?

    Quesiti, come detto, soggetti a variazioni da osservare nel lungo periodo. Ad ora, nei pochi match online che abbiamo potuto disputare, a fronte dei "soliti velocisti" gli utenti tendono a inserire un regista avanzato utile a dettare i tempi di gioco (ad esempio il nerazzurro Eriksen), ma risulta complicato immaginare un'intera rosa fatta di calciatori smaccatamente tattici. Allo stesso modo, non abbiamo potuto valutare l'impatto della co-op al fianco di un amico, che promette una meccanica multiplayer più curata, seppur limitata dal fatto di poter usare una sola rosa tra quelle dei partecipanti (non sussiste nessun tipo di "fusione").

    Per l'utente che vuole costruire con calma il suo dream team, è presente un sistema più approfondito di Obiettivi Stagionali, con eventi speciali che coinvolgono anche l'intera community. Questi appuntamenti a tempo, soprattutto durante il nostro periodo di prova, garantiscono oggetti e premi indirizzati verso un'altra novità di Ultimate Team: il FUT Stadium.

    In questa sottosezione (tra l'altro la navigabilità tra i menu è stata nettamente migliorata) è possibile modificare il proprio palazzetto con oggetti trovati nei già citati eventi o nelle bustine, personalizzando lo stadio di casa a seconda dei propri gusti. Le possibilità sono diverse, e comprendono elementi architettonici come gli spalti, ma anche l'inno, i cori dei tifosi e la musica celebrativa per i gol. Un aspetto importante è che alcune opzioni diventeranno disponibili con la crescita della rosa, facendo diventare lo stadio un'estensione stessa dei progressi raccolti dall'utente. Un elemento accessorio ma comunque piacevole.

    Se la nuova iterazione di FUT ha introdotto diverse carte inedite, altre sono sparite definitivamente: a cambiare la vita quotidiana della squadra è infatti la rimozione della forma fisica dei giocatori, una scelta che snellisce vigorosamente il quantitativo di consumabili da utilizzare prima dei match. Sono insomma finiti i tempi del turnover forzato e degli oggetti spesi per mantenere alto il "vigore" della formazione titolare, e dobbiamo dire che, ai fini di un'esperienza più "arcade" come quella di FUT, si tratta di una scelta apprezzabile e gradita.

    Ultimate si muove insomma a cavallo tra poche novità ben implementate e alcune che dovranno essere valutate necessariamente più avanti. È bene tuttavia ribadire che il salto generazionale non sconvolgerà la vita degli appassionati, dato che i progressi di FUT verranno trasportati senza difficoltà sulle prossime console.

    Qualche pezzo in meno

    A proposito di nuova generazione, in attesa di valutare il comparto di FIFA 21 su PS5 e Series X, dobbiamo constatare che le migliorie grafiche nell'attuale generazione risultano piuttosto marginali: i modelli dei giocatori hanno subito poche modifiche, e la resa scenica gode più che altro delle piacevoli coreografie dei tifosi.

    Durante la nostra prova, però, abbiamo constatato anche diversi problemi: ad esempio, l'illuminazione diurna tende ad aumentare in certi casi per ragioni ignote, mentre un altro bug pone sul manto erboso atleti sprovvisti di volto e capigliatura (giusto per citarne un paio, Gomez e Ilicic dell'Atalanta soffrono di questa "condizione").

    Si tratta sicuramente di problematiche risolvibili con una patch, mentre difficilmente verranno risolte le pesanti assenze sul fronte delle licenze: in FIFA 21 mancano infatti la Roma e la Serie B; la prima è passata alla concorrenza insieme alle Juventus, e al pari di quest'ultima non dispone di scudetto e uniformi ufficiali, mentre appena sei compagini della seconda categoria hanno trovato posto nella sezione "Resto del mondo".

    Inoltre, anche la nostra nazionale non indossa i completi da gioco reali. Si tratta di assenze con un peso percepibile, specialmente nell'ottica di una serie che ha sempre fatto vanto delle sue licenze. Il calcistico di Electronic Arts gode comunque di "esclusive" come il Milan e l'Inter, con tanto di San Siro e musiche celebrative per le reti.
    Parlando di sonoro, a fronte della solita soundtrack ricca di brani pop (tra cui figurano anche nomi noti come Dua Lipa), è doveroso parlare della telecronaca: Pierluigi Pardo e Stefano Nava sono un'ottima coppia, ma pare che la libreria di commenti non sia stata ampliata.

    Pardo tende ad accompagnare le partite con frasi generiche sempre valide, ma duole constatare la presenza di alcuni passaggi anacronistici: ad esempio, è dal 2016 che l'Inter ha cambiato dirigenza, e ancora vengono riproposti commenti energici, come se l'affare fosse andato in porto da pochi mesi; lo stesso anacronismo è capitato in un match tra Handanovic e l'Udinese, dove il duo si è messo a descrivere la "pressione dell'ex". Per quanto marginali, si tratta di ulteriori elementi che disturbano il senso di immersione, e compongono il quadro di una produzione che necessita di una vigorosa svecchiata.

    FIFA 21 FIFA 21Versione Analizzata PlayStation 4FIFA 21 è il canonico “capitolo di passaggio” che deve affrontare il complicato momento del salto generazionale. Al netto delle difficoltà, EA Sports ha tentato di puntellare il gameplay del suo titolo in alcuni aspetti avvertibili, ma che si scontrano inevitabilmente con un’interpretazione del calcio troppo arcade e rapida per scendere a patti con i tatticismi. I movimenti di squadra sono migliorati, ma in ottica online l’esperienza continua a favorire i dribbling forsennati e gli atleti scattanti. Il sistema di blocchi è ben inserito, ma fa a pugni con una fisica del pallone fuori logica, che porta a un effetto flipper reiterato e innaturale. Si tratta di problematiche note ai fan, a cui EA deve dare una soluzione definitiva. Al netto di queste lacune, l’offerta di FIFA 21 resta ampia e senza avversari, e quest’anno consigliamo caldamente di testare le novità della carriera allenatore. Volta, dal canto suo, beneficia di un’impostazione più multiplayer, ma difficilmente riuscirà a perdurare nel tempo. A fronte di altre modalità senza introduzioni degne di nota, FUT continua ad essere approfondito a ogni iterazione, questa volta con alcune trovate piacevoli sia per i neofiti, sia per gli affezionati. Per tutte queste ragioni, e per alcune sbavature tecniche percepibili e in grado di minare l’immersione, consideriamo FIFA 21 un titolo da approcciare con cautela. Speriamo che la next gen porti una ventata di aria fresca a una serie che ha la necessità di superare alcuni difetti storici. L’aria negli spogliatoi inizia a farsi pesante.

    7.3

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