Recensione Final Exam

Live e PSN accolgono l'ennesimo action bidimensionale a base di mostri e button mashing

Recensione Final Exam
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • E' vero che non è solo l’originalità a sancire il successo di un prodotto, ma i ragazzi di Mighty Rocket Studio hanno sicuramente esagerato con Final Exam. La loro ultima creatura, del resto, si aggiunge alla nutrita lista di action bidimensionali che affollano PSN e Marketplace facendo ben poco per distinguersi: si affida, anzi, ad un inflazionatissimo art design cartonesco, ambientando poi la vicenda principale in una metropoli infestata da mostruosità di vario genere.
    Le premesse non sono delle più incoraggianti, e il primo impatto non migliora il giudizio preventivo. Sparare e prendere a mazzate qualsiasi cosa si muova sullo schermo ha sempre il suo fascino, ma con fatica si soprassiede su diverse sviste, su un gameplay poco profondo e su un’avventura principale mediamente priva di momenti memorabili e particolarmente stimolanti.
    Non un disastro, certo, ma la vostra softeca ha davvero bisogno di un titolo formalmente sopra la sufficienza, ma poco esaltante e divertente?

    L’ennesimo genocidio di mostri

    "La notte è giovane" - come si dice solitamente, e per il quartetto protagonista del gioco sembra la serata giusta per fare un po’ di casino. In barba all’età che avanza, ed all’immagine di coscienziosi diplomati in cerca di un posto nel mondo che dovrebbero restituire, le intenzioni sono di fare mattina, scolarsi litri di birra e, magari, concedersi anche qualche flirt.
    L’assortimento è vario al punto giusto: c’è l’ex-giocatore di football dalle spalle larghissime, la sexy tatuata con il debole per il ballo, il nerd con evidenti propensioni alla piromania e il rapper mancato che ha da tempo rinunciato alle rime, ma non a un minaccioso paio di UZI.
    La musica fa sobbalzare le casse e l’euforia è palpabile, all’interno della piccola auto che li sta accompagnando al party, quando tutto va storto. Un essere dalla pelle viscida e verde compare dal nulla e i nostri finiscono fuori strada. Scossi ma illesi, non hanno nemmeno il tempo di capire cosa sia esattamente successo che, circondati da un’orda di creature malintenzionate, sono costretti a rintanarsi nei tunnel della metropolitana.
    L’intreccio narrativo ha un grande pregio: non si prende troppo sul serio. Tra improbabili incontri e battute ad effetto, a farla da padrone è l’ironia di fondo. Senza mai scadere nella comicità, la sceneggiatura si abbandona con frequenza a doppi sensi e si concede un pizzico di demenzialità classica dei B-Movie. Le brevi scene d’intermezzo, a cui è affidato lo sviluppo della vicenda, sono galvanizzate da un art design intrigante e da una regia digitale che non lesina continui e spassosi rimandi alla deriva cinematografica horror-splatter a cui la produzione si rifà.
    Prevedere la conclusione della storia in anticipo è un gioco da ragazzi, ma difficilmente verrete sopraffatti dalla tentazione di skippare i video che introducono al livello successivo.

    Se la cura riposta nell’aspetto narrativo è facilmente individuabile, non si può dire lo stesso del gameplay, che soffre di una cronica mancanza di profondità. Il tutorial, in verità, lascia ben sperare. Ogni personaggio selezionabile ha specifici parametri di salute, rapidità e abilità con armi da fuoco e corpo a corpo. La pistola d’ordinanza, il cui mirino è gestito dall’analogico destro, è ideale per indebolire i nemici da distanza di sicurezza, ma per farli esplodere in una bolla di sangue e viscere dovrete affidarvi alle combo attivabili con semplici combinazioni dei tasti frontali. Quando il numero di oppositori sale, e l’eventualità è ben più che una raro imprevisto, possono tornare utili le bombe o i numerosi bidoni esplosivi che affollano ogni scenario. In questo senso è chiaro l’invito degli sviluppatori ad utilizzarli il più possibile, magari in tandem con la possibilità di afferrare i mostri per lanciarli tra le fiamme.
    A fronte di così tante opzioni offensive (correrete persino il rischio di restare inizialmente confusi da una tale abbondanza), si fanno presto i conti con alcune scelte di design che mortificano le ambizioni action del titolo.
    Il limite più facilmente ravvisabile è il ridotto numero di mostri differenti che affronterete. Dove altri titoli del genere nascondono lo stesso difetto con un ritmo d’azione sostenuto e inondando continuamente lo schermo di avversari, Final Exam non si affida alla medesima formula di comprovata efficacia, limitando il respawn selvaggio a pochi e circoscritti momenti dell’avventura.
    Il risultato è prevedibile: invece di esplorare le numerose possibilità tattiche offerte, teoricamente, dal combat system, appresi i pattern d’attacco nemici vi affiderete con successo alla stessa strategia. Complice la prevedibilità dei mostri e la relativa lentezza con cui si consuma ogni scontro, l’adrenalina si manterrà a livelli risibili, con buona pace per chi è alla ricerca di qualcosa di particolarmente impegnativo o emozionante.
    Nemmeno il sistema di controllo è pienamente efficace: ben lontano dalla perfezione, in più di un’occasione vi causerà grattacapi, soprattutto quando si tratterà di ricaricare l’arma o di raccogliere un kit di salute in mezzo al traffico.

    Il rammarico per errori di progettazione simili aumenta andando ad analizzare il level design che, strizzando appena l’occhiolino ai Metroidvania, si dimostra articolato e in grado di sviluppare una componente esplorativa nient’affatto secondaria. Guardandosi bene dall’invadere il territorio dei platform, tra scale, tunnel e qualche piattaforma da raggiungere al volo, gli otto stage che compongono la campagna sono caratterizzati da dimensioni ragguardevoli e da un nutrito numero di strade secondarie. Nonostante si venga costantemente interrotti da battaglie poco appassionanti e divertenti, la voglia di intrufolarsi in ogni anfratto è stimolata dalla possibilità di imbattersi nei collezionabili sparsi per i livelli (utili per incrementare il punteggio), e in nuove armi. Tra mitragliatrici, spade e molotov l’arsenale si amplierà di nuovi strumenti di morte rimpinguando almeno un po' l'asfittico gameplay.
    Nello stesso senso lavora il sistema di crescita dei quattro personaggi. Spendendo i punti guadagnati nell’avventura potrete incrementarne i parametri ed equipaggiare bonus passivi o combo speciali grazie allo skill tree. Purtroppo quest'ultimo è identico per ogni avatar, il che finisce con il rendere i quattro protagonisti fin troppo simili tra loro.
    La longevità dell’avventura non è particolarmente elevata (cinque ore sono più che sufficienti per portarla a termine), ma il replay value è incoraggiato dal ritrovamento di tutti i collezionabili. Inoltre non va per nulla sottovalutato il co-op. Fino a due giocatori potranno darsi man forte in locale, mentre online il numero aumenta fino a quattro. Indiscutibilmente le cose funzionano molto meglio quando giochiamo supportati dai nostri amici. Non solo il numero di avvesari aumenta considerevolmente, ma anche il ritmo ne risente positivamente. Certo, buona parte dei limiti e difetti restano al loro posto, ma vengono sicuramente messi in secondo piano rispetto al caos che si materializzerà sul vostro schermo.
    Come detto nell’introduzione, l’art design di Final Exam è piuttosto dozzinale e poco attraente. Anche tecnicamente il gioco fa pochissimo: il frame-rate è stabile, ma i modelli poligonali sono mossi da animazioni raffazzonate e gli scenari non si presentano con texture particolarmente definite.
    Senza infamia, né lode il sonoro. Il doppiaggio in inglese si salva, ma motivetti ed effetti vi scivoleranno addosso.

    Final Exam Final ExamVersione Analizzata Xbox 360Final Exam è l’ennesimo rappresentante di un genere ormai diffusissimo su Xbox Live e PSN. Vista la mancanza di feature degne di nota e la presenza di alcuni limiti di design, per quale motivo dovreste scaricarlo sui vostri hard disk? In co-op è divertente, il level design è interessante e l'incedere sostenuto da una piacevole ironia di fondo. Ma i difetti nel control scheme e, soprattutto, un ritmo di gioco troppo monocorde gli impediscono di svettare, ed è facilissimo trovare di meglio spulciando i cataloghi degli store online. Prendetelo in considerazione solo se siete alla disperata di ricerca di un action bidimensionale che dia il meglio insieme a un amico.

    6

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