Final Fantasy 8 Remastered Recensione: il ritorno di Squall, vent'anni dopo

L'indimenticabile ottava fantasia finale fa il suo approdo sulle piattaforme di attuale generazione con una rimasterizzazione riuscita a metà.

Final Fantasy 8 Remastered (4K)
Recensione: Multi
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  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Switch
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • Rigiocare ai titoli della propria infanzia provoca sempre un sussulto al cuore. Ed ovviamente rivivere le avventure di Squall e Rinoa riesce ancora oggi a travolgerci con un turbinio di inesauribili emozioni, dal momento che l'esperienza ruolistica proposta dall'allora SquareSoft ha mantenuto intatto il carisma originale. A vent'anni dall'uscita di Final Fantasy 8, ecco dunque comparire nelle nostre librerie e sugli store digitali una nuova rimasterizzazione dell'ottava fantasia finale, inizialmente concepita per essere una scommessa definitiva e coraggiosa, dopo l'exploit del settimo episodio. Non si tratta comunque della prima versione remastered di questo capitolo: già 10 anni fa, del resto, SquareEnix aveva rilanciato il titolo sulle console della scorsa generazione.

    Adesso Final Fantasy VIII si ripresenta sulle scene beneficiando di un ulteriore lavoro di restauro, in un'operazione nostalgia che anticipa l'attesissimo Remake di Final Fantasy 7. Prima di passare sotto la lente d'ingrandimento le modifiche tecniche apportate a questa versione, riscopriamo quali sono stati i traguardi raggiunti dall'opera, nonché i motivi ludici e narrativi che hanno reso il viaggio di Squall un episodio indimenticabile.

    I traguardi raggiunti

    Come tutti ormai ben sanno, FF8 ha avuto la sola sfortuna di essere stato realizzato subito dopo le vicende di Cloud e Sephiroth di FFVII, probabilmente uno dei titoli più acclamati della saga.

    Sebbene l'opinione percepita inizialmente fosse quella di un JRPG senza infamia né lode, l'ottava fantasia finale ha raggiunto dei traguardi importanti: è stato il gioco venduto più velocemente della saga, superato in seguito solo dal tredicesimo capitolo (e se teniamo conto della natura multipiattaforma di quest'ultimo, il peso del traguardo assume un altro valore). Proprio quest'anno, Square ha dichiarato che FF8 ha toccato l'incredibile cifra di 9,6 milioni di copie vendute in tutto il mondo. Insomma, un successo commerciale su tutta la linea che lo posiziona tra i capitoli con maggiore incasso della saga, proprio dietro a FFVII. Il principale motivo del suo trionfo risiedeva in un comparto tecnico invidiabile per l'epoca: arrivato sugli scaffali di tutto il mondo nel 1999, FF8 godeva infatti della massima potenza dell'hardware Playstation. Nel biennio 98-99, d'altronde, la primogenita delle console di casa Sony fu protagonista incontrastata, regalando ai giocatori opere di grande qualità visiva come l'intramontabile Metal Gear Solid, Dino Crisis, Legacy of Kain: Soul Reaver, tutte produzioni che spinsero la macchina al limite delle sue possibilità.

    Tra questi, ovviamente, spiccava anche Final Fantasy VIII: l'idea alla base del titolo consisteva nel creare un prodotto dal look più realistico, che si allontanasse dai modelli super-deformed del precedente capitolo. Al di là di questo aspetto più maturo, vennero poi implementate nuove feature: la curva di crescita dei personaggi era determinata da un sistema di livelli a incremento fisso e non più progressivo, semplificando così le dinamiche di grinding.

    Contemporaneamente il grado dei nemici risultava proporzionale e variava in base allo sviluppo dei protagonisti per permettere un'esperienza di gioco quanto più fluida possibile. L'introduzione di uno "stipendio" era infine una soluzione inedita capace di riscrivere le logiche economiche della saga, permettendo di acquistare suppellettili vari indipendentemente dalla resa degli scontri meno rilevanti. Ma soprattutto venne completamente rivisto il rapporto con la componente magica della saga, tratto distintivo di questa ottava fantasia finale.

    La Giunzione fa la forza

    Prima di rinfrescarci la memoria su quali sono le novità più significative che il gioco propose vent'anni fa sul versante del gameplay, vale la pena ripercorrere brevemente le premesse narrative: in FF8 seguiremo le disavventure di Squall, cadetto di una scuola di mercenari, i SeeD, che insieme ai suoi compagni di battaglia finirà invischiato in vicende molto più grandi di lui.

    Il mondo imbastito da SquareSoft è sorretto da equilibri politici precari dove gli Stati cercano di avere la meglio gli uni sugli altri in un continuo scontro bellico intercontinentale. Squall è un talentuoso condottiero che verrà inviato a supporto sia di fazioni di resistenza ribelle sia di città sotto assedio. Ben presto però le priorità di ingaggio cambieranno quando i protagonisti apprenderanno delle forze sovrannaturali che muovono il conflitto, portando la battaglia per la salvezza del mondo a un livello superiore. Quella dell'ottava fantasia finale è una storia intima ed in apparenza contorta, dove la cornice politica è solo il punto di partenza per un racconto che diviene un'epopea sull'amore e sui ricordi. Un intreccio poetico e destabilizzante che, al pari del gameplay, non è invecchiato di un giorno.
    Come molti JRPG, il DNA di Final Fantasy è costituito da una crescita progressiva dei personaggi basata su livelli e punti esperienza accumulati, scontri con mostri minori e boss, magia e tanta strategia. Questi ultimi due elementi in particolare sono legati tra loro dal Junction, feature inedita dalla quale dipenderà la maggior parte delle nostre abilità offensive e difensive.

    Il Junction, come lascia intendere il nome, è una connessione tra il personaggio e i Guardian Force, creature magiche eccezionali che potremo evocare in battaglia e che ci doneranno numerose abilità, prima su tutte quella di manipolare e utilizzare la magia. Attraverso questa capacità avremo modo di combinare le arti magiche con le statistiche di base sia per aumentare i valori di attacco e difesa, sia per produrre alterazioni di stato sui nemici coi nostri fendenti.

    Potremo mescolarli in modo da assorbire magie elementari e sviluppare resistenze agli incantesimi. Destreggiarsi correttamente col Junction è dunque essenziale per prepararsi al meglio agli scontri, i quali sono liberi dalle logiche dei turni e sono basati sulla priorità dell'ATB, che concede la mossa a chi riempie la propria barra/timer più velocemente.

    In Final Fantasy VIII Square fece in modo di ridurre al minimo i tempi morti in battaglia anche durante gli attacchi speciali più cinematici: le Limit Break, ora attivate quando il personaggio raggiunge una soglia critica di salute, sono accompagnate da brevi sessioni interattive che incrementano le ferite inflitte; lo stesso vale per le evocazioni dei Guardian Force, che attraverso l'abilità supporto ottengono una percentuale di danno extra da riservare senza pietà ai nostri nemici.

    Dal canto loro, i Guardian Force non sono solo strumenti da usare senza ritegno in duello: anche queste creature crescono acquisendo punti esperienza per aumentare il loro potere offensivo e sbloccare abilità utili con cui proseguire la nostra avventura. La relazione coi GF inoltre dipende da un'affinità che aumenta in base alla frequenza dell'evocazione: più volte si chiama in campo la creatura e meno tempo impiegherà per comparire sul terreno del duello. Attraverso queste dinamiche belliche si dispiegherà di fronte a noi un universo sconfinato, fatto di scontri epici, incantesimi prodigiosi e temibili boss.

    Una carta per domarli tutti

    Come da tradizione del genere, Final Fantasy VIII non è composto solo da battaglie frequenti e incontri casuali con nemici, bensì è ricco di sidequest e attività secondarie capaci di intrattenerci per svariate ore.
    Tra queste è impossibile non menzionare il Triple Triad, il card game col quale il nostro personaggio Squall può impratichirsi fin dai primi minuti di gameplay.

    Alla base del gioco la regola fondamentale de "la carta più alta vince" con variazioni sensibili in base alla regione in cui ci sposteremo. Intorno a questa attività c'è un intero filone di quest, necessarie per ottenere le carte più rare. Triple Triad inoltre è perfettamente integrato con le meccaniche gestionali del titolo: convertendo le carte con speciali abilità è infatti possibile ottenere preziosi materiali per produrre power-up per le nostre armi, oggetti dai poteri superiori, curativi eccezionali e incantesimi proibiti. Addirittura sarà possibile catturare i nemici trasformandoli in card, dando inizio a una caccia non dissimile da quella adottata per riempire un Pokédex.

    Anche i Guardian Force sono il motore di una ramificata attività secondaria: per ottenere alcuni di loro sarà richiesto di recuperare speciali oggetti da combinare insieme, mentre altri sono in attesa di essere affrontati e sconfitti in angoli remoti del mondo di Final Fantasy VIII, raggiungibili solo rispettando particolari criteri. Specifiche creature saranno poi evocabili esclusivamente utilizzando oggetti rarissimi, che attendono di essere scoperti nelle attività opzionali a loro dedicate.

    Un gioco di contrasti

    La pratica della rimasterizzazione è senza dubbio benefica per tutti quei prodotti che, con il passare del tempo, rischiano di venire inghiottiti dall'oblio dell'obsolescenza tecnica. Occorre però ammettere che i ritmi del progresso tecnologico impongono sempre più attenzione in fase di rivisitazione. Sfortunatamente c'è da ammettere che nel caso di Final Fantasy VIII la percezione è quella di un lavoro riuscito a metà.

    Questa nuova edizione della remastered infatti gode di un restauro completo di tutti i personaggi, i nemici e le animazioni legate alle magie.

    Per contro, le componenti 3D della world map e gli sfondi della field map (ossia le location in cui avvengono gli eventi principali dell'avventura) che originariamente erano fondali bidimensionali pre-renderizzati, sembrano esser stati esclusi dal processo di perfezionamento delle loro texture, creando così un vistoso contrasto tra i due elementi presenti sulla scena.

    Collateralmente a questa mancanza, l'impossibilità di ricreare da zero i fondali 2D non ha permesso un adattamento adeguato dell'opera alle risoluzioni moderne, mantenendo il gioco su un originale 4:3 vistosamente percepibile dalle bande nere che compaiono sui lati dello schermo.

    Discutibile anche l'introduzione di determinati hack: come in alcuni software di emulazione, in questa versione di Final Fantasy VIII sono state inserite tre feature attivabili, nel caso della versione PS4 qui recensita, tramite la pressione combinata degli stick analogici del controller: premendo L3 il gioco subirà una brusca accelerazione delle animazioni che ci darà modo di muoverci molto più in fretta. L'adozione di una soluzione simile probabilmente è dovuta alla volontà di avvicinare un'utenza non più disposta/abituata a cimentarsi con titoli dai ritmi ludici molto dilatati. Allo stesso modo premendo R3 attiveremo un perk che ci garantirà Limit Break più frequenti, punti forza e HP maggiorati. La pressione contemporanea di entrambi gli stick attiva e disattiva gli incontri casuali, permettendo una più tranquilla esplorazione degli ambienti. Se da una parte queste tre feature possano esser d'aiuto per avvicinare alla produzione un'utenza più vasta, dall'altra sono implementazioni che tradiscono la natura dell'ottavo episodio e che risolvono un malcelato tentativo di restaurazione e ricalibrazione dell'architettura ludica. Così come le sue immortali sonorità MIDI, in conclusione, Final Fantasy VIII Remastered porta con sé nel 2019 tutti i sapori di 20 anni fa, trattati sfortunatamente con molto meno rispetto di quel che meritano.

    Final Fantasy 8 Remastered Final Fantasy 8 RemasteredVersione Analizzata PlayStation 4L’essenza di Final Fantasy VIII c’è tutta, ed ogni elemento di gioco è lì al suo posto come due decadi fa, ma l’aspetto con cui si presenta evidenzia la poca cura dedicata al comparto grafico. Vedere Squall, che col suo modello poligonale sembra arrivare direttamente da Dissidia, muoversi su sfondi 2D sgranati crea un contrasto francamente poco piacevole a vedersi. Le scelte adottate per far risultare il titolo più appetibile alle generazioni sono una soluzione un po’ pigra per riportare sotto la luce dei riflettori e modernizzare uno dei titoli più venduti della saga Square. Ad ogni modo, questa rimasterizzazione resta comunque un gradevole viaggio di riscoperta per i più nostalgici, intenzionati ad incamminarsi in un viaggio che li terrà impegnati fino remake di Final Fantasy VII.

    7.2

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