Recensione Final Fantasy Explorers
Final Fantasy Explorers è un hunting game ambientato nel mondo della celebre serie di Square-Enix: l'idea di proporre un combat system ibrido, che accolga elementi tipici degli MMO, si rivela vincente, soprattutto nell'ottica del gioco in co-op.
INFORMAZIONI GIOCO
Articolo a cura di
Francesco Fossetti
Disponibile per3DS
Che Final Fantasy Explorers voglia collocarsi in quel filone di produzioni affini, per ritmi e concezione, a Monster Hunter, non è certo un mistero. Nelle intenzioni del publisher si intravede la volontà di riproporre una struttura molto apprezzata sul mercato nipponico, puntando poi sul multiplayer cooperativo e svincolandosi dalla progressione narrativa che caratterizza i capitoli regolari. Final Fantasy Explorers è insomma un Hunting Game collocato nel mondo ideato da Square-Enix, e pronto quindi a sfruttarne la mitologia ed il "lore". Invece che potenti Aragami e draghi titanici qui ci sono ad esempio gli "Eidolon", le divinità elementali che così spesso abbiamo ammirato durante le lunghissime evocazioni dei vecchi episodi, affiancate da un folto bestiario che include Kycactus e Tomberry. Eppure, nonostante la voglia di avvicinarsi al genere inaugurato dalla saga Capcom, Final Fantasy Explorers lotta per avere una sua identità, sul fronte del gameplay e per quel che riguarda il sistema di progressione del personaggio. Ci riesce in maniera inaspettatamente efficace, integrando meccaniche di gioco prese di peso dagli MMO ed un meccanismo di personalizzazione degli eroi interessante ed efficace. È un peccato quindi che il gioco scivoli proprio sul finale, lasciando l'utente in compagnia di un endgame non proprio stimolante.
Etica del Lavoro
Final Fantasy Explorers è ambientato nell'universo che abbiamo già visto in Crystal Chronicles, e più precisamente sull'isola di Amostra, dove la lega degli Esploratori si occupa della ricerca e del recupero dei cristalli, fonte di energia indispensabile e duratura. Naturalmente non si tratta di un lavoro facile, dato che il potere dei cristalli attira anche l'attenzione di pericolose bestie. Il preambolo narrativo della produzione è tanto rapido da risultare quasi "frettoloso", ma in una produzione del genere un'introduzione di tal fata appare per fortuna innocua e indolore. Dopo una manciata di minuti ci troveremo già a Libertas, la cittadina che rappresenterà l'hub dove compiere le operazioni di base in tutta tranquillità. Qui potremo dialogare con i vendor, accettare incarichi principali e secondari, e gestire il nostro personaggio, avvicinandosi al grande cristallo che si trova al centro della piazza principale. Inizialmente ci verrà chiesto di scegliere uno dei diversi job disponibili, che di fatto rappresentano la classe di appartenenza del nostro personaggio. A seconda di quello che sceglieremo averemo qualche variazione nelle statistiche di partenza e potremo equipaggiare soltanto determinate armi e abilità. C'è comunque la possibilità di restare "freelance", ed avere una libertà integrale nella selezione di skill ed equipaggiamento. Il sistema di job, tuttavia, aiuta ad orientarsi un po' negli elenchi di attacchi che è possibile imparare, evitando ai neofiti di fare pasticci ed assemblare una selezione poco efficace. Tra le prime classi disponibili scorgiamo grandi classici, come il guerriero in grado di svolgere il ruolo di Tank (assorbendo quindi ingenti quantità di danno) o il mago specializzato negli attacchi elementali. Non manca un healer in grado di curare ferite e status alterati, ed un paio di classi pensate invece per massimizzare i danni inferti, in combattimento ravvicinato o dalla distanza. Ovviamente le classi di supporto sono divertenti da giocare soprattutto in gruppo, e nel caso in cui vogliate affrontare Final Fantasy Explorers in solitaria (si può, e senza perdere troppo) il consiglio spassionato è quello di cercare ruoli autosufficienti e non passivi. Il monaco, ad esempio, ha una buona varietà di abilità, alternando le cure ai colpi diretti, e soprattutto potendo contare su un paio di skill che richiedono un po' di tempismo e spirito di osservazione (come una Counter da eseguire poco prima di un attacco nemico). Diremmo insomma che può rivelarsi una buona scelta per partire, fermo restando che cambiare "mestiere" è questione di poco, e che in ogni momento è possibile modificare il proprio ruolo in modo da risultare utili anche ad un party ben allestito.
Verso l'endgame
Accettando una delle prime missioni disponibili e quindi dirigendosi nelle pericolose aree di Amostra, cominceremo a familiarizzare con il sistema di combattimento di Final Fantasy Explorers. Avremo a disposizione un attacco di base che potremo utilizzare per assaltare gli avversari e recuperare AP: questi ultimi verranno consumati durante la corsa, oppure attivando le varie abilità, da selezionare combinando la pressione dei tasti frontali con uno dei due grilletti dorsali, che richiamano appositi menù in cui avremo "allocato" le nostre skill. Proprio come in un MMO l'uso delle skill è regolato da un cooldown. A seconda della classe selezionata l'approccio agli scontri può cambiare radicalmente, e la scelta fra un ruolo attivo o passivo determina una differenza percepibile. Il combat system di Final Fantasy Explorers ha qualche elemento recuperato dai giochi di ruolo più votati all'azione: ci sono attacchi che è possibili schivare, e qualche attacco la cui efficacia cambia in base alla posizione del nemico. Generalmente, tuttavia, è il substrato "matematico" quello che conta, l'intreccio di statistiche e dati legato a doppia mandata ai parametri del personaggio e delle skill. In tanti hanno descritto questo sistema come una versione un po' più leggera di quello architettato da Final Fantasy XI, e in fondo ci sembra un paragone calzante.
Per scoprire tutto quello che Final Fanasy Explorers avrà da offrire, in ogni caso, serviranno diverse ore di gioco. C'è infatti una progressione ben scandita che per diverse ore continua ad aggiungere elementi alla formula, tenendo sempre alta la curiosità dell'utente. Raccogliere materiali permette di forgiare nuove armi ed armature dal fabbro del villaggio, e successivamente di potenziarne le statistiche. Recuperare invece lo spirito di una delle creature uccise permetterà di ricrearla in città, allestendo quindi un piccolo party di mostri che potrà accompagnarci nelle nostre avventure. Sondando le sfumature del sistema di sviluppo degli oggetti, sbloccando nuove classi (c'è il Bardo, il Ninja, il Time Mage) e abilità aggiuntive per quelle iniziali, ma anche cercando di completare le molte side quest opzionali che potremo attivare durante le missioni principali, finiremo per non fare quasi caso all'inevitabile ripetitività di certi incarichi, curiosi di provare i nuovi elementi che avremo appena scoperto. Ben presto capiremo che uno degli aspetti più caratteristici di Final Fantasy Explorers è quello legato alle Crystal Surge, uno status potenziato che si potrà attivare dopo aver raggiunto un certo grado di "risonanza" (valore che aumenta concatenando l'uso delle proprie abilità). Non potremo decidere direttamente gli effetti di questo bonus, che invece ci verranno proposti dal gioco a seconda dell'area in cui ci troveremo. Una volta attivato, il Crystal Surge avrà una probabilità di mutare le skill a disposizione, trasformandole in versioni alternative che potremo imparare in città alla fine della missione per sostituire quelle di base. Si tratta insomma di un sistema per "innestare" diversi effetti alle nostre abilità, aggiungendo quindi attacchi elementali, buff alle statistiche, status alterati per i nemici colpiti.
La particolarità di questo sistema è che sarà possibile "mutare" ulteriormente le versioni già "mutate" delle abilità, accumulando gli effetti ottenuti. Cercare il Crystal Surge adatto a raddoppiare il potere rigenerativo di una skill, oppure fare in modo di aggiungere tutti i danni elementali al nostro attacco preferito, sarà un'attività a cui i perfezionisti si dedicheranno spesso e volentieri. Nel corso di quella che può essere considerata una sorta di avventura principale, insomma, gli utenti avranno davvero molto da fare, trovandosi per esempio a sfidare Shiva, Ifreet, Alexander e compagnia bella nel tentativo di catturarne gli spiriti e guadagnare così la possibilità di eseguire le loro mosse speciali. Anche l'esplorazione dell'isola e la scoperta delle nuove aree e dei nemici che le popolano risulterà molto piacevole. Se c'è un problema da imputare Final Fantasy Explorers questo riguarda invece il grado di difficoltà non proprio stimolante. Cadendo vittima degli attacchi nemici è possibile resuscitare non solo usando i rari (e costosi) Phoenix Down, ma anche sacrificando 5 minuti del tempo a disposizione per portare a termine la missione. Dal momento che quasi tutte le quest possono essere completate in mezz'ora abbondante, pure "crepare" un paio di volte non rappresenta un problema. Si tratta di una meccanica non proprio indovinata, che riduce di molto l'impegno richiesto. Per fortuna prima di accettare gli incarichi è possibile attivare fino a quattro modificatori di difficoltà che ci complicheranno la vita, aumentando in cambio la possibilità di recuperare oggetti rari. Consigliamo vivamente di usarli fin da subito, soprattutto se amate le sfide. Restiamo comunque dell'idea che il gioco avrebbe potuto essere più risoluto nel mettere l'utente di fronte al fallimento di una quest.
Tutto qui(!/?)
Nel corso della ventina di ore necessaria a completare le attività principali Final Fantasy Explorers si presenta insomma come un Hunting Game bello denso, meno action di tutti suoi congeneri ed anzi contaminato con meccaniche da MMO; ma soprattutto sostenuto da un interessante sistema di sviluppo del personaggio. Lo diciamo subito a scanso di equivoci: anche solo per affrontare questa cospicua dose di contenuti l'acquisto è vivamente consigliato ai fan del genere e della saga, oppure a chi guarda con interesse esperimenti del tipo di Sword Art Online. Chi invece cerca un endgame complesso e duraturo come quello di Monster Hunter resterà probabilmente deluso dall'offerta di Final Fantasy Explorers. Purtroppo sul finale le attività tendono a farsi un po' tediose, e la ripetitività brillantemente scacciata grazie ad una progressione ben scandita e mai avara di nuovi stimoli comincerà a farsi terribilmente avvertibile. La struttura della mappa e l'assurda decisione di associare alla corsa il consumo di AP rendono molto noiose le missioni di alto livello, allungando a dismisura i tempi morti. Il numero di Eidolon a cui dare la caccia (ma soprattutto la varietà delle loro strategie d'attacco) non riesce minimamente a rivaleggiare con quello di congeneri più famosi (qui il paragone con Monster Hunter sarebbe addirittura inglorioso). Ai giocatori non resta che lavorare un po' per sbloccare i set di armature dedicati agli eroi dei capitoli principali di Final Fantasy, oppure scegliere un'altra classe e riavviare il lavorio di personalizzazioni e mutazioni legate al Crystal Surge.
Giocando in quattro (i server erano abbastanza deserti in questi giorni, ma matchmaking e netcode sono solidi) si riesce a ritardare l'inevitabile sopraggiungere della noia, ma non per molto. A Final Fantasy Explorers, insomma, servirebbe un supporto post-lancio costante, ma considerando che il titolo è sul mercato giapponese da un anno, e che i contenuti aggiuntivi finora distribuiti non hanno cambiato di molto la situazione, crediamo che il suo destino sia già segnato. Tecnicamente, il Explorers si difende soprattutto per quel che riguarda i modelli poligonali e lo stile delle ambientazioni, ispirate chiaramente ai luoghi più famosi della saga. La qualità delle texture è invece molto altalenante, e ci tocca registrare più di un'incertezza anche nel framerate, che tende a calare drasticamente quando sullo schermo si ammassano molti nemici o troppi effetti speciali. Da segnalare che, senza il Pro Pad o il mini-analogico del New 3DS XL, la gestione della telecamera e del lock-on non è molto comoda, ed anche dopo molte ore di gioco si rischia di fare un po' di confusione.
8
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Final Fantasy ExplorersVersione Analizzata Nintendo 3DSSe l'obiettivo di Final Fantasy Explorers era quello di inseguire, raggiungere e magari “acchiappare” il Monster Hunter di Capcom, giocando sul suo stesso “terreno di caccia”, possiamo dire che il progetto rappresenta il primo passo nella giusta direzione. L'idea di proporre un combat system ibrido, che accolga elementi tipici degli MMO, si rivela vincente, soprattutto nell'ottica del gioco in co-op: è qui, infatti, che approcci e caratteristiche distintivi delle classi complementari si intrecciano con efficacia. L'aspetto più riuscito del titolo è però il sistema di progressione: dinamico, vario, strutturato in maniera intelligente. La crescita del proprio personaggio passa dalla gestione delle skill, dell'equipaggiamento e persino di un piccolo party di mostri pronto a darci manforte in battaglia. Peccato che la mappa di gioco risulti troppo dispersiva, che le missioni finiscano per assomigliarsi troppo dopo una decina di ore, che i boss da “cacciare” siano davvero troppo pochi. Questi tre fattori rendono l'endgame abbastanza monotono, e per molti Explorers “finirà” assieme all'elenco degli incarichi che compongono la main quest. Sarà comunque un bel viaggio, affrontatelo e poi salutate il gioco con serenità, in attesa di un nuovo capitolo che possa davvero dettar legge nel panorama degli Hunting Game.