Recensione Fire Emblem: The Sacred Stones

Torna su GBA Fire Emblem, lo strategico fantasy preferito dai fan Nintendo

Recensione Fire Emblem: The Sacred Stones
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  • Migliorare qualcosa di perfetto?

    Ormai Nintendo è sinonimo di qualità. Il Re Mida dell’intrattenimento videoludico riesce comunque con umiltà a scegliere validi collaboratori e l’unione con Intelligent System ha creato qualcosa di meraviglioso. Gli utenti DS possono già godere di questa fusione giocando ad Advance Wars, ma Nintendo non abbandona i possessori di GBA, ed ha deciso di regalargli un’ultima perla. Fire Emblem arriva al suo secondo episodio, portando tutta una serie di piccole innovazioni che riescono comunque a fare di Sacred Stone un seguito ed non un semplice aggiornamento.

    Passato e presente

    Si dice che squadra che vince non si cambia, e così è avvenuto anche per Fire Emblem. Tutti coloro che hanno giocato ed apprezzato il primo episodio su GBA ritroveranno in Sacred Stone lo stesso feeling, lo stesso impatto e le stesse sensazioni. È importante sottolineare come il gioco, esattamente come nel precedente episodio, riduca all’essenziale quello che è l’aspetto tecnico. La grafica appare ancora una volta spartana ma funzionale, il sonoro presenta musiche orecchiabili ma ben lungi dal poter essere considerate capolavori.
    Ma Nintendo e Intelligent System non hanno mai puntato a questi meri mezzi commerciali per regalare grandi giochi, e questo titolo è la prova che la confezione non c’entra con la qualità del prodotto. Conviene comunque esaminarlo al dettaglio per capire a cosa si va incontro.

    Tira fuori lo stratega che è in te

    Immersi in un ambiente fantasy-medievale, vestiremo i panni di un giovane eroe (meglio, una giovane eroina) che, fra intricati intrecci politici, dovrà scoprire quale arcana e malvagia entità ha minato la pace e la tranquillità del proprio mondo. Sebbene la trama possa sembrare semplice e scontata, è dotata di numerosi colpi di scena e varie ritorsioni. Alla fine, risulta un ottimo e ben orchestrato pretesto per immergerci in un RPG strategico a turni, in cui fanno da padroni le personalità dei protagonisti che andremo ad impersonare.
    Rispetto agli RPG tattici di stampo orientale, in cui si controlla praticamente solo una manciata di personaggi mentre tutti gli altri appaiono come “comparse”, qui ogni personaggio ha la sua storia, il suo carattere e le sue caratteristiche. Se muore un personaggio, muore con lui anche un pezzo di noi. E non esiste nessuna magia che possa riportarlo in vita. Questo ci porta a dover pianificare attentamente ogni singola azione, per evitare di lasciare scoperto chi in quel momento è più debole o per evitare di isolare chi, sebbene molto forte, verrebbe accerchiato dai nemici.
    Così ogni battaglia va pianificata fin dall’inizio, osservandola dall'alto, studiando i nemici e decidendo chi conviene mandare in campo e come conviene agire: buttarsi a capofitto nello scontro equivale ad essere sconfitti. I giocatori che hanno avuto la fortuna di provare il primo episodio dell aseri Fire Emblem ben sapranno come, usualmente, in questa saga la componente strategica ha il sopravvento su quella RPG: il power playing ha mai portato a risultati soddisfacenti, e l'aumentare di livello era una pratica del tutto secondaria, per chi padroneggiava il movimento e la presa di posizione nel campo di battaglia. Il cambiamento più radicale avvenuto in Sacred Stone riguarda la possibilità, in una fase avanzata del gioco, di combattere battaglie casuali. Se da un lato i fanatici degli RPG sicuramente esulteranno, gli amanti della strategia pura potrebbero storcere il naso. Ogni battaglia era molto intensa in quanto non si aveva solamente l’obiettivo di vincere, ma anche -e soprattutto- quello di potenziare uniformemente i personaggi, senza privilegiarne uno in particolare. Gli scontri casuali rendono adessoo questo aspetto assolutamente superfluo: permanendo qualche tempo nelle locazioni più popolate di Random Fight è possibile raggiungere livelli di potenza inaudita, ed i personaggi diventano in grado di sbaragliare con facilità orde di nemici indipendentemente dal loro equipaggiamento (come vedremo fra poco, anche la tipologia di arma utilizzata consiste di una notevole componente strategica). In questa maniera il titolo perde mordente, si banalizza e diviene, forse, più adatto al mercato di massa che a quello degli appassionati. Incentivante è comunque la possibilità di scegliere, rispetto al passato, in che classe evolverci: tramite dei particolari oggetti è possibile evolvere i propri personaggi in classi di maggiore potenza, capaci magari di poter usare nuove tipologie di arma. La scelta dipende fortemente dal proprio modo di giocare e dal modo che si ha di intendere le battaglie, e rende dunque lo sviluppo dei Pg un fattore del tutto personale. Questo sistema permette, eventualmente, di affrontare l'avventura più volte, alla ricerca della configurazione migliore.

    Un altro elemento distintivo della serie trova in questo sequel morte prmatura ed immotivata: in precedenza, la maggior parte delle azioni non direttamente legate alla battaglia si svolgeva comunque durante lo scontro stesso: l’interazione fra i vari personaggi, l'accesso ad empori o armerie, erano tutte operazioni da fare sul campo. Adesso potremo raggiungere i negozi anche nei momenti di riposo. Se anticamente era impossibile rifornirsi di oggetti in previsione dello scontro, e piuttosto era necessario equipaggiarsi in funzione dello stesso, il buonismo videoludico permette adesso al giocatore di poter prevenire piuttosto che curare, abbassando notevolmente il coefficente di difficoltà .
    La componente strategica resta comunque inevitabilmente forte: prima di ogni azione saremo costretti a tener conto di molti fattori. Il terreno di gioco, per esempio: se una foresta può proteggerci dagli attacchi nemici, ha comunque l’effetto di rallentare la nostra cavalleria. Si deve tenere conto anche del tipo di arma utilizzato: esiste infatti una sorta gerarchia dell'arma bianca: similmente al gioco della morra cinese, ogni equipaggiamento ha i propri punti di forza e le proprie debolezze. Se le spade sono forti contro le asce, subiscono pesantemente i colpi di lancia; se le lance battono le spade, subiscono pesantemente i colpi di ascia. Alla stessa maniera funzionano le prevaricazioni fra magie e classi: se i cavalieri sono molto forti contro i maghi, subiscono inevitabilmente i colpi degli arcieri, e via dicendo.
    Fortunatamente un intenso tutorial ci rende pienamente coscienti di tutto ciò che il gioco ha in serbo per noi, permettendoci di affrontarlo con un minimo di coscienza.
    Il neofita della serie scoprirà tuttavia che per padroneggiare al meglio le tattiche di gioco dovranno passare molte ore, ed un'eventuale seconda partita sarà in grado di mostrare tutte le potenzialità di un sistema ricco di molti fattori e decisamente complesso.

    Protagonisti per sempre

    In questo episodio vestiremo i panni della giovane principessa di Renais, costretta a fuggire mentre il fratello è in missione ed il proprio castello cade sotto i colpi del malvagio impero di Graze. Un tempo alleati, i due regni sono costretti a lottare, ed Erika, la giovane principessa, cerca rifugio nella vicina Frelia, dove incontrerà vecchi e nuovi amici.
    La storia, come sopra, risulta interessante, sebbene l'elemento di maggior rilievo sia personalità dei vari protagonisti.
    Soprattutto nelle prime fasi, ogni battaglia porterà nella nostra compagnia nuovi eroi, personaggi dalle personalità più variopinte ma spinti da nobili ideali. Esiste sempre una scissione precisa tra buoni e malvagi, ed ognuno ha le sue ragioni alle spalle. La personalità di ogni Character si evince dai dialoghi all’inizio ed alla fine delle battaglie, ma soprattutto dall'interazione che essi compiono tra loro.
    All’inizio di ogni battaglia potremo visionare un menù in cui ci verrà spiegato con quali altre unità un personaggio è in grado di interagire. Affiancando per diversi turni tali unità, assisteremo ad una breve scena, utile su più fronti, fra i quali quello più utilitarista: ad esempio, lo spadaccino Joshua e la chierica Natasha, se posizionati fianco a fianco per qualche tempo, potranno sostenersi a vicenda, dando il via ad un piccolo dibattito, che permetterà fra l'altro di conoscere i personaggi maniera più approfondita. Ogni personaggio potrà avere un massimo di cinque dialoghi, per cui dovremo scegliere bene con chi farlo interagire: non solo ai fini della conoscenza del background psicologico, ma anche e soprattutto perché, maggiore interazione c’è tra due personaggi, più potenti saranno i loro colpi se questi si troveranno vinici durante lo scontro. Questa è una caratteristica fondamentale di Fire Emblem, unica nel suo genere: fondere insieme l'aspetto strategico ed emotivo, narrativo e ludico.

    Fire Emblem: The Sacred Stones Fire Emblem: The Sacred StonesVersione Analizzata Gameboy AdvanceAlcune delle evoluzioni del gioco potrebbero avere minato il perfetto bilanciamento tra strategia e componenti da gioco di ruolo a cui ci aveva abituato Intelligente System. Siamo comunque di fronte ad un titolo capace di regalare un’avventura che si snoda per almeno una dozzina di ore, e che, per essere goduta appieno, richiede almeno di essere giocata una seconda volta. Personaggi epici, storia ben congegnata, tante classi, battaglie intense. Nintendo ha deciso di premiare tutti i sostenitori del GBA con questa perla, da non lasciarsi assolutamente sfuggire.

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