Fist Forged in Shadow Torch Recensione: un Metroidvania da combattimento

Arriva dalla scena indipendente cinese un metroidvania a (cupe) tinte furry, incentrato tanto sull'esplorazione quanto sulla lotta.

Fist Forged in Shadow Torch Recensione: un Metroidvania da combattimento
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  • Pc
  • PS4
  • Switch
  • PS4 Pro
  • PS5
  • Sarò sincero: vuoi per certe ingenuità nella regia - comunque tutto sommato perdonabili viste le caratteristiche indipendenti della produzione - vuoi per i toni pomposamente enfatici dell'insieme, ma ho fatto un po' di sincera fatica a prendere davvero sul serio la storia di F.I.S.T.: Forged in Shadow Torch. Non è in effetti così semplice lasciarsi coinvolgere appieno da un racconto fatto di oppressione, di tradimenti e di vendetta che nei modi e nel design dieselpunk sembra rievocare alla lontana un piccolo Gears of War in salsa cinese, con tuttavia stranianti animali antropomorfi al posto dei nerboruti soldati COG.

    E così, invece di un dialogo asciutto tra Marcus Fenix e Domic Santiago, sul ponte di un pachidermico dirigibile da guerra sferzato da una tempesta di neve ti ritrovi un coniglio con un'ingombrante corazza hi-tech e un corpulento bue muschiato con una gamba di metallo, che discutono (con doppiaggio in inglese e senza supporto alla lingua italiana neppure per i testi) di tirannia e libertà dei popoli. Dritti per la loro strada e con una serietà quasi marziale, come se il destino del mondo dipendesse effettivamente dalle loro azioni. Sta ad ogni modo proprio lì l'originalità del titolo TiGAMES, studio di Shangai che con F.I.S.T. si affaccia al mercato globale con concretezza e buoni propositi proponendo un metroidvania dalle consistenti venature action.

    Non si scherza con un veterano

    A Torch City, metropoli che ricorda da vicino certi scorci industrializzati e stracolmi di abitanti del sudest asiatico, non tira affatto una buona aria. Sei anni prima la guerra è purtroppo finita nel modo sbagliato, e l'occupazione armata da parte delle

    forze della Legione Robotica si è fatta sempre più soverchiante e intransigente. Rayton, un coniglio ex combattente che dopo il conflitto si è semplicemente ritirato a vita privata, mantenendo il proverbiale basso profilo per confondersi fra i cittadini comuni, cerca di vivere come può, sopportando a denti stretti una situazione al limite. L'inatteso e apparentemente ingiustificato arresto di Urso, fedele compagno di scorpacciate di noodle nonché compagno al fronte, sconvolge però i piani di quiete del nostro eroe, che si trova all'improvviso catapultato in una feroce rappresaglia contro gli oppressori. Una lotta che, tra intrighi e cospirazioni sotto la superficie, coinvolgerà ben più di quel che sembra, gettando forse le basi per una possibile rivoluzione armata.

    Dopo una cutscene che per puro caso richiama alla memoria l'inizio di Ratchet & Clank: Rift Apart e una fugace introduzione allo scenario a ai personaggi principali, F.I.S.T.: Forged in Shadow Torch comincia subito a spron battuto, con l'incazzoso Rayton che suo malgrado si vede costretto a tornare a indossare la peculiare corazza con il colossale terzo braccio sulla schiena impiegata all'epoca in guerra. Il titanico pugno d'acciaio che dà il nome al gioco serve infatti per avere la meglio sui robotici avversari che vi si pareranno davanti in buon numero, in un metroidvania di stampo assolutamente canonico che non prova nemmeno per un istante a stravolgere o anche solo modificare in parte una formula consolidata nel tempo da esponenti ingombranti del genere.

    E, forse, questo limitarsi con saggezza a fare solo e soltanto le cose semplicemente per bene, senza chissà quali ambizioni o propositi particolari, finisce per risultare uno degli assi nella manica dell'opera pubblicata da BiliBili. Perché, un po' come

    accaduto di recente anche a Death's Door (se volete saperne di più, non perdetevi la recensione di Death's Door), non è sempre necessario provare ad alzare a ogni costo l'asticella o peggio cercare di reinventare ogni singola volta la ruota: se i mezzi sono limitati e l'esperienza è poca, meglio andare sul sicuro e portare a casa un risultato all'altezza delle proprie possibilità. F.I.S.T. in questo senso si comporta in maniera abbastanza lodevole: la mappa è ampia si rivela arzigogolata il giusto, il senso di progressione - che è un po' il cardine di questo tipo di esperienze - funziona e nemmeno i contenuti scarseggiano, per un'avventura da quindici/venti ore perfettamente in linea con il prezzo di 29.99€. A mancare semmai, e in quel frangente emerge tutta l'inesperienza di TiGAMES, è un corretto bilanciamento dell'insieme, perché non sempre il livello di sfida si dimostra impeccabile. Anzi, in almeno due o tre passaggi si manifestano picchi francamente piuttosto odiosi, che potrebbero causare più di un grattacapo a un certo tipo di utenza (a maggior ragione considerando l'impossibilità di selezionare il livello di difficoltà).

    Un coniglio irascibile

    Sul modello di quanto già sperimentato con successo dal secondo capitolo di Ori (per approfondire, ecco la recensione di Ori and the Will of the Wisps), F.I.S.T. aggiunge al tipico approccio esplorativo dei metroidvania un'evidente enfasi sugli scontri. Rayton, anche alla luce del suo passato da militare, si dimostra una vera e propria macchina da guerra: scattante ma anche letale, soprattutto in corpo a corpo.

    La sensazione di evidente impatto dei colpi, la pronta reattività dei controlli e l'eccellente mobilità del personaggio sono la testimonianza del pregevole lavoro svolto dal team di Shangai: in F.I.S.T. si combatte spesso e bene, e pure dopo una dozzina di ore non viene meno il piacere di fare letteralmente a pezzi gli avversari in un tripudio di scintille ed esplosioni. Il sistema di combattimento, fondato su combo semplici ma appaganti, prevede uno sviluppo del protagonista attraverso il classico albero delle abilità, che per l'occasione si fa tripartito.

    Tre sono infatti le armi principali, alternabili in tempo reale (anche durante lo stesso attacco!) con la pressione del d-pad: il pugno che da sempre fa bella mostra di sé nei trailer e negli artwork promozionali, una trivella in formato XL che permette di nuotare sott'acqua e di generare folate di vento e ultima ma non ultima una frusta elettrica che consente al protagonista di lanciarsi in aria aggrappandosi ad appositi appigli.

    A rendere ancora più strutturata la formula intervengono poi abilità speciali (dai manganelli per eseguire una parata automatica al recupero dell'energia tramite un sorso di liquore alla carota!) e colpi particolari che consumano le tacche di un'apposita barra blu: elementi che danno sostanza a duelli gustosamente ritmati.

    Note positive anche per quanto riguarda la realizzazione tecnica: il colpo d'occhio di Torch City è notevole, e su PlayStation 5 i 60fps sono un complemento invidiabile per il combat system appena descritto. Discreta la direzione artistica: non c'è nulla di trascendentale o chissà quanto originale/ispirato in F.I.S.T., eppure - al netto della già discussa seriosità un po' esasperata dell'insieme - i personaggi nei loro stereotipi abbastanza blandi funzionano e gli scenari denotano il tiro giusto, anche per merito della matrice esoticamente asiatica e dell'enfatica colonna sonora.

    FIST Forged in Shadow Torch FIST Forged in Shadow TorchVersione Analizzata PlayStation 5F.I.S.T.: Forged in Shadow Torch è una produzione imperfetta ma nient'affatto banale: un metroidvania che fa il suo senza eccellere in nessun ambito, denotando ad ogni modo un certa perizia da parte di un team tutt'altro che avvezzo a palcoscenici globali. A mancare sono solo un po' di visione complessiva, di senso della misura (perché l'avventura risulta paradossalmente addirittura un filo troppo lunga) e di equilibrio di fondo: peccati di gioventù comunque scusabili, che non riescono a scalfire davvero il valore di un titolo che si lascia giocare con un certo piacere. Insomma, TiGAMES e più in generale la scena indipendente cinese sono un contesto in fermento, da tenere rigorosamente d'occhio per il presente e soprattutto per il futuro.

    7.3

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