Recensione Forgotten Realms: Demon Stone

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Recensione Forgotten Realms: Demon Stone
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  • PS2
  • Intro


    Si dice sempre che la patria dei giochi di ruolo sia il Giappone. In realtà, è un
    luogo comune completamente privo di fondamento. Il "giocare" di ruolo nasce infatti ben prima che la mente umana potesse concepire il solo termine "videogioco".
    Autentico mito del campo è il meraviglioso Dungeons and Dragons, nato nel finire degli anni '60 da una fervida mente yankee. Proprio da questa fruttuosa licenza hanno attinto molte software house, desiderose di consacrare l'universo di D&D anche nel mondo dei videogiochi. Missione compiuta? Solo in parte: non tutti i titoli, infatti, si sono rivelati all'altezza.

    Con Demon Stone Atari tenta dunque di invertire la tendenza, creando un action game ambientato nel magico mondo dei Forgotten Realms.

    Grafica e Sonoro


    Dopo un breve filmato di intermezzo ci troviamo immischiati in una violenta battaglia tra orchi. La prima cosa che balza agli occhi è lo stupefacente impatto grafico: i personaggi sono animati perfettamente, e l'ambientazione, molto particoleggiata, gode di un'ottima realizzazione. I modelli poligonali, ben strutturati e coperti da texture di ottima fattura, creano un piccolo universo fantasy di varietà lodevole. Tutti i mostri che affronterete saranno realizzati con la stessa cura riposta nella definizione degli eroi principali, e trarranno a piene mani sia dal fantasy classico che da quello più vario e moderno dell'ultima edizione di D&D. Anche un esame più viscerale, attraverso le cut-scene, non tradisce le capacità tecniche del titolo: l'espressività dei volti è esemplare, così come l'attenzione per i dettagli, che dimostra la validità dei Game Designer. Le strutture ambientali sono magnifiche, ed i livelli, se godessero della stessa vastità concettuale che solo Transformers ha conciliato con la pregevole realizzazione tecnica, sarebbero un lavoro impeccabile: ogni "scena giocata" è piuttosto evocativa, grazie alla sapienza che i grafici hanno dimostrato nell'uso degli effetti speciali de dei punti di luce. Limitatamente alle pure specifiche tecniche, un altro punto a favore: pur essendo spesso miriadi di mostri sul campo, non si riscontra alcuna titubanza nel frame rate.


    Anche il sonoro è molto positivo: le musiche sono evocative e immersive, ma mai invadenti, e il doppiaggio, completamente in italiano, è un autentico gioiello.
    Unica nota stonata sono gli effetti, anonimi e poco vari. Ma con tutto questo ben di Dio c'è veramente poco da lamentarsi.

    Il Gioco

    Sorpresa: il gioco non è un Rpg. O perlomeno, non prevalentemente. Si tratta infatti di un action game sulla falsariga de "il Signore degli Anelli" (infatti i ragazzi di Stormfront Studios sono gli autori de "Le due Torri), con l'aggiunta di elementi da Gdr: alla fine di ogni livello potrete acquistare abilità nuove ed equipaggiamento.

    La trama del gioco è piuttosto interessante, scritta da R.A.Salvatore ed ambientata, come da titolazione, nei "Forgotten Realms".
    Controllerete 3 personaggi, ognuno con le proprie caratteristiche: un guerriero (Rannek) che con la sua forza distruggerà ogni ostacolo che vi si presenterà lungo l'avventura; un mago (Illius), che creerà potentissimi incantesimi; una ladra drow (Zhai), in grado, in apposite locazioni segnalate da una particolare pavimentazioni mistica, di rendersi invisibile (fra un po' troveremo degli elementi stealth anche in un Racing Game). Zhai, inoltre, sarà in grado di spiccare balzi di portata notevole, abilità utile all'esplorazione delle locazioni, nonchè nella parte evasiva del combattimento.
    Potrete passare da un personaggio all'altro quando vorrete, semplicemente premendo i tasti direzionali. La scelta sarà prevalentemente conforme al vostro stile di gioco, anche se capita che dobbiate controllare un determinato personaggio in alcune zone per la necessità di utilizzare le sue abilità. Il gioco fin dalle prime battute, fila liscio: i controlli sono intuitivi, e il livello di sfida non è particolarmente ostico. Soprattutto nelle prime fasi, infatti, difficilmente vedrete comparire la scabrosa scritta "Game Over".

    Come detto, i comandi sono molto ben studiati: c'è un tasto per l'attacco primario (X), un altro per quello secondario (O), un terzo per la mossa speciale (Triangolo), ottenibile caricando al massimo la barra del coraggio (ovviamente riempita a suon di cadaveri stesi) e un quarto per quella speciale del party (R3), un devastante attacco attivabile quando la barra di tutti i personaggi è completa. Con il quadrato sarà invece possibile parare i fendenti dei nemici. La crescita del personaggio può essere sia manuale, che automatica. In quest'ultimo caso, la CPU acquista tutte le abilità disponibili che il vostro portafoglio può permettersi.
    Proprio mentre tutto sembra andare per il meglio, giungono i problemi. Il primo è l'eccessiva ripetitività: anche se un sistema di combo piuttosto interessante, seppur praticamente identico per ogni personaggio, salva d'impatto dalla monotonia dell'azione, il gioco è in sostanza un picchiare orchi e altre creature all'impazzata fino alla fine del livello. Nulla di profondo, in sostanza: per questo ha poco a che fare con l'immensità di D&D.

    Inoltre, il percorso è angusto e prestabilito. Scordatevi leggendarie battaglie su campi di battaglia immensi: i classici muri invisibili negano l'esplorazione dei bellissimi ambienti. Dulcis in fundo, prima di procedere dovrete necessariamente aver ucciso tutti i nemici (peraltro dotati di una pessima I.A.), altrimenti troverete porte bloccate o altri impedimenti naturali sulla vostra strada. Avete presente i mitici picchiaduro a scorrimento degli anni '90? Bene, una cosa del genere. Anche le telecamere, pur essendo molto cinematografiche, non sempre offrono la migliore inquadratura, obbligando il giocatore ad andare alla cieca, cosa che in effetti si fa: infatti è un continuo premere all'impazzata il tasto per l'attacco, senza la minima strategia. Altra pecca decisiva è l'assenza del multyplayer. Un picchiaduro a scorrimento che non dà la possibilità a più giocatori di cooperare, è una ciambella senza buco. Un errore imperdonabile, che di riflesso limita fortemente anche la longevità: dopo essere arrivati alla conclusione (e ciò avverrà in 6-7 ore), infatti, difficilmente rigiocherete il titolo, a meno che non vogliate portare a termine l'avventura impersonando tutti i personaggi (ma in fondo non è che si discostino più di tanto l'uno dall'altro).

    Conclusioni

    Eccoci arrivati al commento finale. Tutto sommato, il gioco è da ritenersi più che valido: ha una realizzazione tecnica eccezionale, è immediato, ed è basato sull'amatissimo mondo di D&D. Alcuni evidenti difetti, però, gli impediscono di diventare un acquisto imprescindibile anche per i fan del gioco "da tavolo" che, probabilmente, si aspettavano la stessa profondità anche nella trasposizione videoludica.
    Un buon action game, dunque, ma con alcune lacune che potrebbero far storcere il naso a molti utenti. Da provare, prima dell'eventuale acquisto.

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