Recensione Fracture

Plasmare il terreno per salvare il mondo

Fracture
Recensione: Xbox 360
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Sviluppato da Day 1 Studio in collaborazione con Lucas Arts, Fracture è uno shooter in terza persona che, nelle intenzioni del team responsabile del progetto, dovrebbe distinguersi dalla massa per la presenza di una rivoluzionaria tecnologia che permette di modificare in tempo reale il terreno di gioco, creando alture o avvallamenti grazie alla semplice pressione di un tasto. La buona idea di partenza non si accompagna però ad uno sviluppo pienamente consapevole, ed i risultati sono lontani dall'eccellenza.

    Disastri futuribili

    Gli eventi narrati in Fracture prendono luogo nel 2161. Ormai da tempo l'uomo ha sviluppato con successo tecnologie in grado di modificare radicalmente la struttura del terreno, indispensabili per salvaguardare dai disastri climatici tutte le più grandi città d'america. Il processo di terraformazione ha però avuto, nel corso dei secoli, conseguenze inattese, dividendo di fatto il popolo americano. L'america, nel futuro alternativo di Fracture, appare spaccata e logorata dal malcontento, come fosse attraversata da una grande ed insanabile “frattura”. I popoli dell'ovest, incentivando la ricerca genetica ed intervenendo massicciamente sul genoma dei propri abitanti, sembrano aver abbandonato ogni residuo di umanità. Quando il presidente degli stati uniti mette al bando le modifiche genetiche, dichiarandole reato federale, gli abitanti degli stati occidentali reclamano la propria indipendenza, fondando la repubblica di Pacifica e dichiarando guerra all'Alleanza Atlantica. E' nell'ambito di questo conflitto che Jet Brody, anonimo protagonista di Fracture, si trova coinvolto in operazioni tattiche di fondamentale importante per la salvaguardia del paese. Sembra infatti che i Pacificani, con l'aiuto economico e tecnologico delle potenze asiatiche, avessero preparato da tempo un assalto in grande stile, in grado di spazzare via l'esercito ufficiale. Muovendosi da San Francisco fino a Washington DC, Jet Brody avrà un ruolo fondamentale nella rivincita dell'esercito atlantico.
    La trama di Fracture, si intuisce da questa breve panoramica, non brilla nelle premesse e lo fa ancor meno nelle fasi avanzate. Coinvolgendo i classici clichè di stampo militaresco, e senza colpi di scena troppo esaltanti, l'avventura prosegue piatta e con poca verve. Le cut scene, così come tutta la sceneggiatura, non riescono a trasmettere, nonostante gli evidenti tentativi, senso epico e orgoglio eroico. Jet Brody è un personaggio poco incisivo, le sue gesta non sembrano eccezionali, e tutto l'impianto espressivo di Fracture si rivela monocorde e poco energico.

    Aspettative deformate

    Così come l'impianto narrativo, anche quello ludico non è del tutto efficace e “penetrante”. Il gameplay alla base di Fracture è quello classico da third person shooter, e le uniche differenze riguardano la possibilità del protagonista di modificare attivamente il terreno, utilizzando apposite granate o il fucile in dotazione standard all'esercito atlantico. Venuti a patti con il sistema di controllo, che relega il fuoco primario ed il lancio delle granate ai trigger, e affida ai pulsanti dorsali le opzioni per la “terraformazione”, si comincia a capire quanto ed in che modo questa possibilità influisca sul gameplay. L'idea alla base di Fracture è senza dubbio accattivante, ma a conti fatti il peso delle modifiche al terreno nell'economia di gioco è davvero esiguo. Il giocatore può di fatto creare ripari naturali, innalzando piccole collinette dietro cui proteggersi dal fuoco nemico, ma al di là di questo tutta l'interazione con il suolo si limita all'esecuzione di azioni quasi scriptate e ampiamente previste dai game designer. Durante i (lunghi) tempi di caricamento veniamo informati che sollevando la superficie calpestabile possiamo schiacciare i nemici contro il soffitto, ma di fatto questa possibilità è prevista in un numero talmente scarso di situazioni che quasi non viene presa in considerazione. Per il resto dell'avventura, alzare o abbassare il terreno servirà per raggiungere piattaforme altrimenti inarrivabili, o scavare in profondità per rivelare passaggi celati. Attivare o disattivare generatori, modificando l'area che sorregge i giunti dell'alimentazione, è un'altra pratica molto frequente, così come in numerose situazioni è necessario lanciare una particolare granata per innalzare una colonna di roccia, grazie alla quale riparare strutture danneggiate. In definitiva, quella che doveva essere una prerogativa fondamentale del titolo sviluppato da Day 1 Studio, viene utilizzata solamente per risolvere qualche elementare puzzle ambientale ed inserire, a variare il ritmo di gioco, fasi che non celino una matura componente da adventure game. Anche la funzione delle granate, selezionabili con il D-Pad, nonostante preveda ampie deformazioni dell'area di gioco, è perlopiù quella classica, di spazzare via senza patemi piccoli gruppetti di nemici.
    Preso atto del fatto che le aspettative di un gameplay mutevole e saldamente intrecciato con la tecnologia di modifica del terreno vanno sostanzialmente ridimensionate, Fracture avrebbe potuto essere comunque uno shooter più che discreto, non fosse per i problemi che affliggono le altre componenti di gioco. Proseguendo nell'avventura, che a livello di difficoltà medio non supera la durata di 10 ore, è facile rendersi conto del sapore fortemente derivativo della produzione, e dei problemi legati all'intelligenza artificiale. Le situazioni in cui Jet Brody si trova coinvolto attingono a piene mani dalla tradizione degli shooter più famosi, partendo da Halo per arrivare a Resistance. Ogni elemento di Fracture, dalla ricarica degli scudi alla lunga, demoralizzante sessione a bordo di uno strano veicolo (difficilissimo da controllare), sembra non far nulla per conquistarsi una propria originalità. L'assenza di personalità si intreccia poi con routine comportamentali dei nemici davvero ridicole. Gli avversari sono passivi, restano spesso inermi anche di fronte a raffiche prolungate, tengono la posizione e non mostrano alcuna consapevolezza di tattiche d'accerchiamento o strategie belliche avanzate. Spazzato via un nemico, un altro è subito pronto a correre nello stesso punto, e molte volte, anche in campo aperto, l'unica reazione ai colpi è quella di mettersi in ginocchio (con la conseguenza di ridurre la mobilità). Inoltre, a parte qualche eccezione, la maggior parte degli ambienti è popolata dalle solite due tipologie di avversari, armati rispettivamente di una mitragliatrice leggera ed un fucile di grosso calibro. E' soprattutto per questi problemi che il gameplay di Fracture appare poco dinamico (“avanza e fai strage di avversari” è il Leit Motive della produzione). Un vero peccato, perchè gli sviluppatori avevano dimostrato comunque qualche buona intuizione: alcune delle armi a disposizione del giocatore sono piuttosto fantasiose, e si presterebbero ad usi creativi (non fosse che gli avversari risultano semplice carne da macello), e la linearità dei livelli viene sapientemente nascosta da interruzioni impreviste, strade secondarie, deviazioni improvvisate.
    In fin dei conti dunque, anche se Fracture non ha la stoffa del campione, si farebbe un errore a considerarlo un gioco del tutto superfluo. Pur restando fin troppo fedele ad un concept sedimentato, la componente “esplorativa” e “avventurosa”, nonché qualche trovata degna di nota, sapranno acquietare gli appetiti dei fan del genere e dispensare soddisfazioni, senza però che il prodotto Lucas Arts costituisca una sfida degna di nota o regali emozioni indimenticabili.

    Multiplayer

    Alla stessa maniera del single player, il comparto multiplayer di Fracture non ha la grinta e la determinazione per sfondare, e resta un semplice riempitivo adatto ad allungare di qualche settimana la permanenza del gioco nei tray delle console. Le opzioni per la modalità online prevedono la possibilità di prendere parte, assieme ad altri 11 giocatori, a partite veloci o personalizzate, sfruttando le alternative più classiche (death match, cattura la bandiera...). Nel selettore compare l'inedita modalità “scavo”, che impone l'ampio utilizzo delle granate di deformazione terrestre per raggiungere le condizioni di vittoria, e sebbene proprio questo nuovo “game mode” stimoli il gioco di squadra, non c'è nulla di rivoluzionario nell'online di Fracture. Le otto mappe a disposizione, riprese in gran parte da squarci di ambienti attraversati nella campagna principale, oscillano in fatto di level design. A onor di cronaca, il multiplayer di Fracture invita a sfruttare più massicciamente la terraformazione, ed i giocatori che sapranno sfruttare a proprio vantaggio gli strumenti concessi dal team di sviluppo potrebbero essere piuttosto appagati. Eppure, la mancanza di una struttura completa e curata come quella dei mostri sacri dell'online gaming, non invoglia a tornare spesso sui server di gioco.
    Oltre al multiplayer, nel menù di gioco compare anche la modalità Test delle Armi, da sbloccare raccogliendo celle di dati sparse nelle “location” della campagna. Si tratta soltanto di una grossa arena in cui muoversi e sparare in libertà, per verificare gli effetti dei proiettili sul terreno e mettere alla prova il motore fisico del gioco. Niente di rilevante.

    Grafica e Sonoro

    Un colpo d'occhio al comparto tecnico di Fracture rivela alti e bassi anche in questo campo. Avanzando nella Quest principale si alternano, a schermo, scorci evocativi e ben realizzati con altri più poveri e meno piacevoli da vedere. Se la modellazione poligonale si attesta su standard che in ogni caso vanno ben oltre la sufficienza, lo stesso non si può dire infatti delle texture. La qualità oscilla vistosamente, e l'assenza di mappe superficiali rende il look di alcuni spazi aperti quasi desolante. Altre volte, invece, superfici metalliche, cunicoli angusti, strutture futuristiche sono rese con inaspettata efficacia.
    Il modello del protagonista è ben costruito e molto dettagliato: alcuni “close up” sull'armatura rivelano un uso sapiente del motore grafico. Lo stesso non si può dire degli avversari, il cui corpo poligonale appena abbozzato si muove rivelando un set di animazioni imprecise. Ciò che manca poi all'intera produzione è la cura dal punto di vista artistico: il lavoro di preproduzione lascia a desiderare, ed il design dei personaggi è poco sapido. In movimento, dato il ritmo abbastanza sostenuto, è difficile notare le imperfezioni, e grazie alla discreta ottimizzazione (ai cali di framerate si assiste in prossimità dei checkpoint ed in poche situazioni nel corso dell'avventura), ai buoni effetti particellari ed alla resa convincente delle esplosioni, il risultato finale supera la sufficienza.
    Ci trova compiaciuti, poi, l'alternanza fra ambienti interni ed esterni, il ricambio di palette cromatiche (nonostante in ultima analisi prevalgano i toni cupi di un futuro meccanico), e l'illuminazione discreta.
    Il comparto audio vanta collaborazioni importanti ed un Main Theme di ampio respiro, che stuzzica le orecchie del giocatore in più di un'occasione. Spesso però, gli altri brani di accompagnamento non producono gli stessi effetti, e restano sullo sfondo di una scena sonora dominata dalle campionature di armi e dai grugniti degli avversari. Mancano, in definitiva, i toni epici anche sul fronte acustico. Gli effetti di cui sopra, poi, pur essendo ben campionati, si ripetono con costanza a volte disarmante. Il doppiaggio italiano non brilla particolarmente: la voce del protagonista è per lo più fuori luogo e scarsamente espressiva, quella del veterano di guerra che lo guida passo passo osservandolo a distanza si accontenta del minimo sindacale, non senza qualche occasionale svarione.

    Fracture FractureVersione Analizzata PlayStation 3Fracture è un prodotto che non riesce a salire sul gradino superiore del podio, sovrastato dall'eredità dei suoi congeneri e da qualche difetto di troppo. L'idea di variare lo stile tipico degli shooter utilizzando la tecnologia di deformazione del suolo è molto valida, ma l'incidenza delle modifiche al terreno nell'economia di gioco è solo trasversale. Grazie ad innesti da adventure game ed alla presenza di puzzle ambientali, Fracture riesce comunque a mostrare un suo particolare carattere, anche per merito della buona caratterizzazione delle armi, o degli espedienti che nascondono efficacemente la linearità dei livelli, concedendo al giocatore ampi spazi ricchi di spunti. Sfortunatamente, nonostante lo shooter Activision sia in grado di saziare i palati meno esigenti, un plot narrativo blando, un design di strutture e nemici poco originale, e i problemi legati all'IA, rendono il prodotto, almeno per gli utenti meno permissivi, un divertimento solo passeggero. Ci auguriamo che Day 1 Studio conservi le buone idee per il futuro, e sappia sfruttare in contesti con più carattere le solide premesse.

    5

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