Recensione Gemini Rue

Il cyberpunk torna ai punta e clicca in una memorabile avventura!

Recensione Gemini Rue
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  • Se c'è un genere che nonostante le previsioni e le uscite sconclusionate continua imperterrito a furoreggiare nel panorma indie è quello delle avventure grafiche. Wedjeteye Games è uno sviluppatore indipendente che deve il successo alla saga della famiglia Blackwell, serie punta e clicca di ottima fattura che recentemente ha visto pubblicato il quarto capitolo. Gemini Rue giunge a sorpresa a ridosso dell'ultima fatica dello studio che ne ha solamente garantito la release in occasione del recente Indie Royale Bundle. Joshua Nuernberger, letteralmente un one man team, si è occupato dell'effettivo sviluppo per tre lunghi anni di questa avventura che segue la recente sfilza di uscite ad ambientazione cyberpunk, incluso l'annuncio del seguito di Blade Runner da parte del prolifico Ridley Scott.
    Tutta questa premessa per giungere a due considerazioni: dopo tanto tempo finalmente è uscito un degno erede di Beneath A Steel Sky; dopo tanto tempo finalmente è uscita un'avventura grafica degna dei grandi classici, da divorare pixel dopo pixel fino al bellissimo profondo finale.

    Pentimento gemello

    Azriel Odin è un nome esageratamente carico di significato. Angelo della morte e divinità vichinga della battaglia, del furore e della poesia, nonchè uno dei protagonisti principali di Gemini Rue. L'uggioso pianeta Barracus è in mano alle forze dei Boryokudan, un potente cartello mafioso che si è ribellato al governo centrale prendendo il controllo del sistema da cui ha inizio la storia. Nostro fratello è stato rapito e condotto da qualche parte in quello che sembra un laboratorio segreto per degli esperimenti sulla memoria umana. Per questo stiamo cercando un latitante della Gemini Wars, la guerra di secessione del cartello dall'autorità centrale, sperando che abbia informazioni sul nostro amato famigliare, unico legame affettivo che ci è rimasto dal nostro travagliato passato.

    Il primo colpo di scena dunque arriva proprio durante le primissime sequenze di gioco, quando di fatto controlleremo il fratello di Azriel, vittima di una perdita di memoria indotta nei meandri del fantomatico laboratorio. Il ritmo di gioco è scandito da una grafica spartana che ritrae schermate bidimensionali in cui personaggi stilizzati da una manciata di pixel si muovono con animazioni molto semplici. Come in altri titoli sullo stesso stile, la carica espressiva derivante è davvero particolare e figlia dei titoli degli anni ottanta, in cui i giocatori di fatto lavoravano di fantasia per completare l'esperienza visuale che avevano di fronte e che era solo abbozzata. Una specie di ermeneutica della forma visiva del videogioco, in cui la grafica semplice descrive solo in parte i mondi che dipinge e che oggi potrebbe addirittura risultare fastidiosa a chi non visse gli albori del videogaming, ma che, se gustata al giusto ritmo, offre sensazioni davvero appaganti, ritrovabili ad esempio nel particolare Sword & Sworcery per piattaforme mobile, per citare solo uno dei titoli recenti capaci di catturare questo spirito.
    Al dipanarsi della trama risolvendo i primi enigmi ci si accorge subito che la logica sottesa al risolverli non si esprime solo in rigorosi passaggi "esamina-interagisci-usa", ma include molti altri approcci come eventi a tempo, un uso diretto del corpo dei protagonisti e interfacce alternative come dei database in cui inserire manualmente dei criteri di ricerca tramite tastiera o indizi da raccogliere esaminando gli entry-log del proprio comunicatore. Sparsi per il gioco, i vari device tecnologici saranno cruciali per riordinare le idee e gli indizi raccolti durante le sessioni in cui impersoneremo Azriel, protagonista della parte noir e investigativa di Gemini Rue, con tanto di lenti sassofoni jazzati a sottolineare le cupe atmosfere. Delta-6, il fratello rinchiuso di Azriel conrollabile direttamente con un semplice click d'alternanza fra i due personaggi, è invece protagonista di una parte più misteriosa ed enigmatica della trama, che si interseca con la parte investigativa in modo magistrale una volta che le due si raggiungeranno, lasciando spazio a diversi colpi di scena davvero riusciti e che non si dimenticheranno facilmente.


    Memorie di un videogiocatore

    L'interfaccia è un sapiente miscuglio di elementi ripresi da altri titoli, da Full Throttle (la comparsa della lista di azioni possibili su un oggetto d'interesse premendo il tasto destro), a Broken Sword (l'inventario a scomparsa, in questo caso integrato alla suddetta lista), passando per Zak McKraken (l'alternanza tra diversi personaggi da controllare e l'utilizzo manuale di oggetti come computer o telefoni), con una marcata influenza in stile Rise of the Dragon. Oltre all'ambientazione, proprio dal vecchio titolo Dynamix vediamo ripresi i combattimenti a fuoco in cui dovremo esporci da una copertura al momento giusto per sparare agli avversari non appena si espongono anch'essi, trattenendo il fiato per aumentare le possibilità di mira. Il tutto si svolge tramite l'uso del blocco WASD e dei tasti circostanti e risulta forse fin troppo semplice una volta capitone il meccanismo. Tuttavia per come sono state implementate queste sezioni arcade non possiamo che elogiare il risultato finale, dato che i lunghi momenti ragionati tipici dei punta e clicca vengono spezzati da questi attimi di tensione che potrebbero costringerci a ricaricare, ma senza mai esagerare.
    In generale questa elaborata struttura paga inevitabilmente lo scotto delle dinamiche da cui trae origine, risultando piuttosto macchinosa ad un primo impatto e decisamente poco intuitiva, nonostante sia ben spiegata da alcuni messaggi a schermo che fungono da tutorial. Qualche click di troppo quindi, facilmente evitabile grazie ad alcuni shortcut che potevano essere implementati per semplificare l'interazione senza pesare sull'estrema dinamicità e sulle possibilità "alternative" che questo tipo di controllo permette. In ogni caso gli enigmi che dovremo risolvere spaziano dalle azioni dirette, ai tipici passaggi in cui usare il famigerato "pensiero laterale", senza però risultare mai astrusi, anche se a volte gli elementi che ne permettono la risoluzione sono ben nascosti ad un primo passaggio di mouse.

    Per concludere, ripetiamo come le atmosfere dark e crude del cyberpunk alla Blade Runner siano davvero riuscite e ben disegnate da opgni singolo pixel su schermo, nonostante una leggera ripetitività delle locazioni, messa in evidenza da un backtracking forse un pelo esagerato. In ogni caso non si può che rimanere affascinati dal comparto grafico spartano ma efficace, così come dai dialoghi doppiati in ottimo inglese recitato, espressione di uno script di altissimo livello anche rispetto a produzioni ben più famose e dispendiose in termini di sviluppo. Le musiche ben si amalgamano agli ambienti e all'azione a schermo, sebbene non risaltino particolarmente alle nostre orecchie, mentre gli effetti sonori sono ben campionati e mai risultano sottotono. Da notare anche il supporto ai 16:9, cosa quanto mai gradita dopo innumerevoli uscite basate sul motore tedesco così caro a molte ddelle release di Adventure Planet, ma costantemente afflitto dalle bande nere laterali.

    Gemini Rue Gemini RueVersione Analizzata PCGemini Rue è un fulmine a ciel sereno nel panorama dei punta e clicca e riesce dove molti altri titoli negli ultimi tempi hanno avuto un successo solo parziale, nonostante sia così saldamente ancorato a meccaniche e stilemi del passato. Forse la forza del titolo di Joshua risiede proprio in questo, ma quel che è importante è che tutti gli appassionati e -scommettiamo- anche chi non è avvezzo al genere hanno finalmente un'avventura grafica fresca, innovativa -o reinterpretativa?- e brillante, al punto da lasciare completamente interdetti i giocatori di fronte a molti passaggi ed enigmi così complicati nella loro semplicità, espressione di quello spirito investigativo totalmente istintivo e non guidato da tasti rivelatori, meccaniche a tutti i costi estremizzate o teleguidate nelle soluzioni. Per soli 8 euro non potete farvelo scappare: la potenza narrativa di Gemini Rue si rivela a chi sarà in grado di sbrigliare ogni singolo passaggio con pazienza, intuito e un pizzico d'inventiva, scadendo solo a tratti nel pixel-hunting grazie a una superba e certosina struttura delle schermate e degli oggetti a schermo. Questo titolo è difficile, non lo nascondiamo, a partire dalla possibilità di morire, memore delle più frustranti avventure Sierra. Ma una volta terminato rimarrete senza dubbio con quella placida, gongolante soddisfazione di aver vissuto un'avventura senza tempo, in cui a vostra insaputa nulla è mai stato certo dall'inizio alla fine, decollando con la vostra astronave in un futuro lontano ai confini dello spazio.

    9

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