Genital Jousting esce dall'Early Access e guadagna lo Story Mode: la recensione

Uscito finalmente dall'accesso anticipato, Genital Jousting ci delizia con la nuova ed inaspettata modalità per giocatore singolo.

Genital Jousting esce dall'Early Access e guadagna lo Story Mode: la recensione
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  • Seguito da un'ondata di smarrimento, accompagnato da una diretta sgangherata in cui alcuni dei publisher, vistosamente alticci, provavano il gioco con dei controller a forma di dildo, il lancio della versione finale di Genital Jousting è stato il trionfo del nonsense che ci si aspettava, ma anche qualcosa in più. Da quando era nel pieno dello sviluppo, la folle creatura di Free Lives si è eretta nel mucchio dei prodotti gettati sul mercato "tanto per ridere"; con l'aggiunta della modalità storia, di indubbio interesse per tutta una serie di motivi, Genital Jousting ha acquistato un certo spessore, dimostrando che tutta la parte narrata non è solo un mero pretesto per poter fare quel battutone che ci tocca citare testualmente: "now you can play with yourself".

    Il momento è prepuzio

    In che modo cambierebbe il mondo dei videogiochi se ci fosse un titolo in cui impersoniamo un pene? Qual è il metodo più insensato per creare estremo imbarazzo in un semplice party game? Come sarebbe il mondo se dovessimo assumere il cibo da un apposito foro posto nel mezzo dello scroto? Come sarebbe il Tetris se esistesse solo il pezzo lungo? Queste, e molte altre domande che nessuno si è mai sognato di porsi, frullavano in testa agli sviluppatori, probabilmente, quando, cullati dal successo esplosivo di Broforce, decisero di dare vita a questa... cosa.
    Ed eccoci di fronte alla perfetta sintesi digitale del proverbiale "uccello padulo", a navigare in un menù stracolmo di unti, flaccidi peni sudaticci, a penetrare su schermo i nostri amici di sempre e qualche sconosciuto incontrato online, e persino a seguire le vicende di un giovane fallo in cerca dell'amore della sua vita.
    John è un lavoratore modello, un pene dall'esistenza tranquilla, responsabile del collaudo in un'imponente industria di dildo; si è quasi lasciato alle spalle il bullismo subito ai tempi della scuola, quando riceve un inaspettato quanto scomodo invito per una rimpatriata di classe: di lì a qualche mese avrebbe rivisto lei, il pene per cui aveva una cotta in piena adolescenza, ma anche i bulli che hanno trasformato il periodo dell'istruzione obbligatoria in un vero incubo; ciò che terrorizza maggiormente il povero John è presentarsi lì da solo e scambiare convenevoli con gli immancabili +1 senza avere qualcuno accanto, senza poter presentare a tutti la propria compagna.
    No, questo proprio non gli va giù. A costo di rischiare la torsione del testicolo, John si lancia in una sfrenata ricerca dell'anima gemella, fra figuracce con le colleghe ed estenuanti pomeriggi in palestra, innumerevoli swipe su un surrogato di Tinder e approcci barcollanti nei bar.

    Non pensavamo che l'avremmo mai detto ma ecco, la storia di Genital Jousting, per quanto possa sembrare banale dalle premesse, ha un senso. E ancora, non ci saremmo mai sognati di ricevere una così dura lezione di vita da un videogioco stracolmo di genitali. Ebbene, al di là delle ovvie freddure da scolaretti, la narrazione funziona e riesce a toccare tutti i punti giusti,
    prende anche in prestito quel fare canzonatorio di Stanley Parable quando si tratta di commentare le scelte del giocatore (seppur poche e irrilevanti), e riesce a spingersi su vette emozionali che non ci saremmo certo aspettati di raggiungere in quello che, a tutti gli effetti, è un party game. Né tantomeno in uno di tale caratura.
    La modalità per giocatore singolo, in sostanza, salvo alcuni casi in cui è richiesta qualche interazione specifica, è facilmente accomunabile a quella di un qualsiasi altro story driven: certo, muovere John nei corridoi angusti dell'ufficio o fra gli attrezzi della palestra si rivela spesso più difficile del previsto, spostarsi è impossibile senza distruggere metà dell'arredamento di ogni stanza, ma è tutto perfettamente in linea col tenore generale del titolo.È indubbiamente il gioco più sporco della storia, colmo di momenti di viscerale disgusto, di quelli che vi faranno contorcere sulla sedia, perché l'uretra è l'ultimo posto al
    mondo dal quale vomito e semi d'anguria dovrebbero passare, perché il taglietto provocato da un foglio di carta preferiremmo procurarcelo dappertutto tranne che lì.

    Sì, proprio lì. Eppure il comparto multigiocatore, con la giusta compagnia disinibita, è senza dubbio divertente: sebbene la modalità wrestling si confermi ancora una volta la meglio riuscita (come già sottolineato in un'analisi sulla versione early access del gioco), i nuovi minigiochi si incastrano perfettamente fra quelli scelti casualmente ad ogni partita in gruppo.
    Oltre all'imponente, seppur breve, modalità per giocatore singolo, scorgiamo fra i menù anche la nuova voce "Date Night", per due giocatori, che simula la serie di appuntamenti necessari per arrivare "al dunque" e l'evoluzione di una storia d'amore, restituendo a fine partita un album di famiglia alquanto peculiare. Divertente per una singola run, non di più.

    Genital Jousting Genital JoustingVersione Analizzata PCAnnoiati, in una sala d’attesa, afferrate una di quelle riviste per uomini dall’immancabile catasta, ma presto vi accorgete di quanto sia piena di foto di maschioni unti a torso nudo. Ecco, è esattamente quello l’imbarazzo che proverete giocando a Genital Jousting, se siete maschietti. L’intento di Free Lives è abbastanza cristallino, quello di disarmare la mascolinità, di atterrare una volta per tutte quell’inutile machismo già criticato in maniera più o meno velata in Broforce. Accanto alla suddetta dichiarazione d’intenti c’è una storia ben narrata, un inaspettato insegnamento di vita e un’altrettanto inspiegabile sequenza dalla forte carica emotiva. Tutto intorno c’è la caciara di mille peni digitali anomuniti che si penetrano vicendevolmente, il rumore scoppiettante di altrettante eiaculazioni, cani bassotti, wurstel umidicci, lombrichi-glande, saponette anali e dildo double face. Se siete lì a chiedervi “perché?”, non è il gioco che fa per voi.

    CONFIGURAZIONE PC DI PROVA

    • CPU: Intel Core i7 7700K
    • RAM: 32 GB
    • GPU: NVIDIA GeForce GTX 1080 Ti
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