Ghost in the Shell VR Experience Recensione

In contemporanea con l'uscita del film Ghost in the Shell, arriva su Oculus Rift anche una VR Experience legata alla pellicola.

Ghost in the Shell VR Experience Recensione
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  • Nell'ultimo anno e mezzo la Realtà Virtuale si è affermata come quello che a tutti gli effetti può essere considerato un nuovo media. Benché il successo commerciale sia ancora lontano, gli early adopter hanno potuto provare esperienze di ogni tipo: da corti cinematografici a videogiochi veri e propri, passando per prodotti ibridi di indubbio interesse grazie alla loro carica innovativa.
    Tale spinta proviene in parte dalle major cinematografiche, che vedono nella VR un nuovo strumento per raccontate delle storie ma, nel contempo, hanno ormai maturato l'idea che la transizione dal cinema tradizionale a quello immersivo sarà lenta e piena di insidie. Ecco perché molti dei contenuti che hanno un'attinenza con il mondo del cinema sono stati sviluppati o commissionati dalle major stesse, con la volontà di arricchire l'offerta dei principali blockbuster di Hollywood con brevi esperienze in Realtà Virtuale.
    L'ultimo esperimento in tal senso è legato a Ghost in the Shell, pellicola da poco presente anche nei cinema italiani, che sta facendo discutere i fan di vecchia data di Masamune Shirow e Mamoru Oshii.

    Dentro il guscio

    Ghost in the Shell VR è stato realizzato da Here Be Dragons, studio americano ormai a suo agio con le produzioni per Realtà Virtuale, grazie all'esperienza accumulata con altri contenuti come il celebre corto dedicato a Mr. Robot. A differenza dell'esperienza legata alla serie televisiva di Sam Esmail, girata con la presenza di Rami Malek e di altri attori del cast originale, per Ghost in the Shell è stata scelto l'uso del 3D in real time. L'esperienza permette quindi di entrare nell'universo del film grazie a tre delle sequenze più iconiche della pellicola: il celebre tuffo nel vuoto del Maggiore Kusanagi, la sparatoria con gli androidi geisha e il risveglio.

    Indossato il visore Oculus e avviata l'esperienza tramite l'abituale interfaccia Home, si viene quindi istantaneamente catapultati su una veduta metropolitana caratterizzata da luci al neon, giganteschi pannelli pubblicitari in movimento e grattacieli, sopra i quali il logo della Paramount muta in quello del film, grazie ad un effetto glitch molto riuscito. Lentamente si viene trasportati in avanti, fino a raggiungere la sommità di uno dei palazzi e sfiorando quindi una moltitudine di antenne e parabole satellitari, mentre lo sguardo viene attirato in maniera quasi magnetica da delle ondate di energia che fanno vibrare tutti gli elementi presenti nel campo visivo.
    Poco alla volta, in lontananza, si inizia a intravedere una figura umana, in piedi a pochi metri dal vuoto: si tratta di una riproduzione in 3D di Scarlett Johansson, con indosso la tuta che Weta Workshop ha creato per il film.

    Giusto il di tempo di avvicinarsi e il Maggiore, con passo deciso, copre la distanza che la separa dal baratro e si tuffa, accelerando rapidamente grazie alla gravità. La seguiamo quindi nel gesto atletico, con la camera che indugia un istante e poi ci proietta in caduta libera, con un effetto molto forte dovuto alla percezione della profondità offerta dal visore VR.
    Pochi istanti di paura, e un fade al nero ci porta alla seconda sezione, con la Johansson che sfonda una vetrata e si muove con agilità freddando sia gli agenti che i vari androidi. Seguiamo la sequenza prima alle sue spalle e poi da una posizione laterale, rischiando spesso di ritrovarci sulla traiettorie di fuoco, con le geishe che si muovono meccanicamente con modalità tutt'altro che umane, nel tentativo di schivare i colpi. Il Maggiore non si da intimidire e quando tutti gli avversari sono ormai a terra, entra in una porta sul fondo della stanza attivando un secondo fade al nero.
    L'ultima sequenza è la meno movimentata e ci vede immersi in un liquido scuro, con una moltitudine di meduse che si spostano in varie direzioni. Siamo portati lentamente verso una fonte di luce che idealmente sembra trovarsi verso la superficie, e man mano che ci avviciniamo iniziano a realizzare che stiamo occupando il corpo artificiale del Maggiore. La scena termina quando raggiungiamo la sommità di quella che sembra essere una gigantesca vasca, con il logo del film che va a chiudere l'esperienza, della durata di poco meno di cinque minuti, ma comunque in grado di stupire.

    Ghost in the Shell VR Experience Ghost in the Shell VR ExperienceVersione Analizzata PCGhost in the Shell VR è un’esperienza ben realizzata, che sfrutta l’immaginario del film espandendolo verso nuovi confini. A livello puramente visivo ambienti e modelli non sono allo stato dell’arte, ma il grado di coinvolgimento che le sequenze sono in grado di offrire non fa percepire alcun difetto, se non dopo numerose prove. Molto potente in termini di resa, è dedicato alla cerchia ristretta dei possessori di Oculus Rift: si tratta comunque di un contenuto molto interessante, benché utilizzato come strumento di marketing. Un contenuto, insomma, in grado di dimostrare come la Realtà Virtuale possa essere utilizzata per tante tipologie di esperienze differenti, anche se collaterali rispetto a prodotti realizzati per il grande pubblico.

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