Ghostrunner Recensione: il Cyberpunk si fa duro!

Difficile ma stimolante, Ghostrunner è un'avventura in prima persona stile cyberpunk, dove si uccide e si muore con un colpo solo.

Ghostrunner
Recensione: PC
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • Morire è una questione di secondi. Basta un attimo, il tempo di un respiro, e tutto finisce. Un colpo di proiettile, una caduta nel vuoto, una lama che trapassa le carni. E poi il sangue, che scurisce le luci al neon, e infine il buio. Almeno fino al prossimo tentativo. Il nostro corpo metallico non ci salverà: siamo parecchio vulnerabili, pronti a morire per un impercettibile errore. Lo chiamano "Fallimento Critico". Ma siamo anche terribilmente letali, precisi negli assalti, agili nelle schivate, fulminei nella corsa: siamo Ghostrunner, guardie del corpo, pacificatori, giudici, assassini.

    Nell'action game in prima persona pubblicato da 505 Games e sviluppato dalla forza congiunta dei team One More Level, Slipgate6 e 3D Realms ci caleremo anima e corpo in uno di questi soldati d'élite, consapevoli che un singolo colpo ci condurrà alla vittoria o alla sconfitta. Ghostrunner è d'altronde una produzione altamente impietosa, che non perdona neppure un minimo sbaglio: l'azione, il puzzle solving e il platform di precisione si fondono in un'unica soluzione per creare un ibrido galvanizzante, dove adrenalina e frustrazione si muovono in simbiosi.

    Si muore, in Ghostrunner, di continuo: sentirete il peso di ogni affondo andato a segno, di ogni balzo mal calibrato, di ogni leggerissima distrazione. Ma anche dopo innumerevoli cadute vi rialzerete, più forti di prima, e proverete un elettrizzante brivido di estasi quando la vostra katana si insozzerà del sangue nemico, mentre le sonorità cyberpunk vi martelleranno i timpani e vi stimoleranno a proseguire, e a uccidere, ancora. Prima di perdere di nuovo. Un po' come accaduto in quel capolavoro di Hotline Miami (a proposito, qui la recensione della Hotline Miami Collection)

    La scalata alla Torre Dharma

    Il Ghostrunner non uccide per puro piacere. Ha una missione da compiere, e non è certo una di quelle alla portata di tutti. La Torre Dharma è l'ultimo baluardo di un'umanità diversa da come la conosciamo. Il mondo è cambiato, si è fatto più oscuro, più cattivo, più controllato: dalla cima di un edificio che, tra le sue mura d'acciaio, sembra voler proteggere quel che resta della civiltà, la KeyMaster nota come Mara ha ordito un colpo di stato per impossessarsi del potere. Ma l'Architetto non ci sta: è lui che ha creato la Torre, mosso da fini ideologici e nobili, e l'ha vista crollare proprio come è accaduto alla società precedente.

    Mara è però spietata, al pari del suo esercito, e l'unico modo per detronizzarla è quella di richiamare in servizio un Ghostrunner, il numero 74, per la precisione. Entrando nella mente del protagonista, l'Architetto lo guiderà verso la sommità della Dharma Tower, lungo un cammino fatto di morte, rinascita e ribellione, in un caleidoscopio di cliché di matrice cyberpunk che hanno il merito di non essere mai predominanti, né invasivi. Solo una vibrante spinta propulsiva in direzione del prossimo obiettivo.

    Non proveremo empatia per la missione del Ghostrunner, né ci troveremo particolarmente impreparati quando scopriremo alcuni risvolti narrativi, ma il racconto sa come spronarci, come incuriosirci, come intrappolarci.

    La storia riesce a insinuarsi nel gameplay senza mai soverchiarlo: i personaggi comunicano nei pochi momenti di pausa, o per brevi frangenti nelle sequenze platform, o ancora nelle parentesi in cui esploreremo il Cybervuoto, una dimensione virtuale dove sbroglieremo alcuni dettagli sulla vicenda e apprenderemo nuovi talenti. Le componenti di Ghostrunner agiscono all'unisono, e cooperano in un ottimo equilibrio. Si parla poco, si svela quanto basta, si agisce tanto. E va bene così. Va benissimo così: perché quel che conta è proseguire, a prescindere dallo scopo che ci muove.

    Un solo colpo per uccidere, o essere uccisi

    Le armate di Mara vanno fermate. Non c'è altro modo per evitare un nuovo collasso della civiltà. O almeno questo sostiene l'Architetto. Poco importa, bisogna agire, e in fretta. Come si fronteggia un esercito armato di tutto punto, tra robot, soldati corazzati, fucilieri ed energumeni protetti da scudi di energia? Ovviamente con una katana: alla stregua di un samurai futuristico, il Ghostrunner 74 sventra, gambizza, decapita e infilza tutti i nemici con la sua affilatissima lama. È sufficiente un colpo, lo abbiamo detto, e qualsiasi bersaglio, a prescindere della sua stazza, viene messo fuori gioco. E lo stesso vale per noi.

    Si sapeva, del resto, che non sarebbe stata un'impresa facile. L'importante è non scoraggiarsi, non arrendersi, non mollare. L'avanzamento è strutturato in maniera abbastanza lineare, e dopo ogni segmento superato con successo il titolo salva i nostri progressi. Se dovessimo morire, insomma, ricominceremo poco prima della dipartita. E accadrà spesso. Nonostante le abilità del numero 74, però, sbaragliare l'esercito di Mara sarebbe stato impossibile imbracciando solo una katana.

    Ecco perché il guerriero può rallentare il tempo per un breve periodo durante un salto, così da schivare i colpi e piombare di netto sui soldati avversari. Oppure ha la capacità di deviare i proiettili e rispedirli al mittente, a patto di respingerli col giusto tempismo. E può ancora concatenare una serie di uccisioni di fila, sfruttare degli shuriken dalla durata limitata, o generare un'onda d'urto che spazza via i bersagli. Non si può certo abusare di queste abilità, perché vanno ricaricate con alcuni colpi messi correttamente a segno.

    I talenti non terminano qui, ma vi lasciamo il piacere di scoprire gli altri da soli: vi basti sapere che non c'è un modo unico e granitico per avere la meglio sulle minacce della Dharma Tower. Ghostrunner invita alla sperimentazione, alla ricerca di diverse soluzioni d'approccio per trionfare dove prima avevamo fallito, per eliminare i nemici di una specifica area nell'ordine che preferiamo e nel minor tempo possibile. È il paradiso degli speedrunner: ogni azione è al fulmicotone, in una progressione ipercinetica inarrestabile, fatta di soddisfazione e tantissima cattiveria.

    La crudeltà del level design

    Il level design è concepito per mettere sempre in difficoltà il giocatore, non c'è un singolo quadro ideato per essere attraversato senza prima aver fallito ripetutamente e aver memorizzato la precisa calibrazione dei salti e i ritmi dell'azione nemica. Ghostrunner è crudele in ogni sua forma, anche quando non ci chiede di combattere. Il platforming è hardcore al pari degli scontri: tra piattaforme semoventi, balzi nel vuoto, agganci col rampino e lame rotanti di ogni genere, c'è davvero molto di cui aver paura. E lo stesso vale per i soldati di Mara, o peggio ancora per le spietate (ma assai limitate di numero) boss fight.

    L'insieme si fa ancora più machiavellico quando il level design mescola platforming e combattimento, chiedendoci allo stesso tempo di superare sequenze di parkour estremo e di sbarazzarci dei soldati. Tutto nella durata di un battito di ciglia. Sono 17 i livelli di Ghostrunner, e la difficoltà cresce sempre di più: alcuni stage possono essere completati in una decina o ventina di minuti (almeno ad un primo approccio), mentre altri richiederanno molto più tempo. Ovviamente tanto (troppo!) dipenderà dall'abilità dei giocatori, ed è difficile riuscire a quantificare la precisa longevità del gioco.

    Certo è che Ghostrunner saprà intrattenervi parecchio a lungo, se non altro per la sua innata rigiocabilità: da una parte c'è la voglia di superare il record precedente, dall'altra il gusto di raccogliere qualche collezionabile sparso per i livelli, sotto forma di una registrazione che amplia la lore o di una nuova skin per la spada. Ghostrunner è una sfida continua, persino nell'ottenimento dei potenziamenti.

    Tra un quadro e l'altro, del resto, esploreremo il Cybervuoto, superando enigmi che defibrillano la nostra materia grigia come gli scontri fanno con la nostra adrenalina. Una volta ottenuti gli upgrade, che assumono le sembianze di tetramini, dovremo incastrarli in una griglia, così da scegliere di volta in volta quali vantaggi ottenere in battaglia. Cambiare talenti progressivamente per adattarli ai diversi scontri è una prerogativa indispensabile per massimizzare i nostri record.

    Purtroppo non sempre Ghostrunner offre una sfida del tutto rigorosa all'utente, e in alcuni casi l'impressione è che gli studi di sviluppo non abbiano bilanciato a dovere la difficoltà dell'avventura. Ci sono frangenti estremi a cui fanno seguito altri vistosamente più semplici, e alcune palesi incertezze nelle hitbox della Katana o nelle collisioni con le piattaforme rischiano di condurre il giocatore al fallimento per motivi indipendenti dalla sua abilità.

    Morire, rinascere, schivare, saltare, tagliuzzare, cadere, rialzarsi, e poi crepare di nuovo: una routine piacevolmente asfissiante, dove il confine tra appagamento e frustrazione è piuttosto sottile, e che si rivolge soltanto a un pubblico hardcore, quello che non teme di dover ripetere ad oltranza lo stesso punto, anche quando uno sporadico errore del software può rendere vani i suoi sforzi. Fa parte del gioco: prendere o lasciare. Se non temete la morte, fidatevi di noi: imbracciate la spada e scalate la Torre.

    Suoni e visioni

    Crogiolo delle più classiche suggestioni cyberpunk, il nucleo meccanico della Torre Dharma è alimentato dall'Unreal Engine 4, ottimizzato quasi alla perfezione su PC. In un'avventura che fa della fluidità la sua arma più tagliente, non avrebbe potuto essere altrimenti. L'edificio è un mostro d'acciaio e lamiere, container colossali e maxi schermi ipnotizzanti, dove le tubature sporgenti formano il sistema nervoso di un ambiente dispensatore di morte.

    La composizione del mondo di gioco mette alla prova i riflessi e la pazienza dell'utente, ma la resa artistica non possiede lo stesso impatto del gameplay: alcune soluzioni visive inizieranno presto a ripetersi, proponendo scorci altalenanti sul piano dell'art design, ciononostante assai funzionali per le meccaniche ludiche. La voce di questo microcosmo cyberpunk è la musica dell'artista Daniel Deluxe, che ibrida retrowave ed elettronica, assemblando un accompagnamento sonoro trascinante e capace di pompare ininterrottamente adrenalina nelle vene.

    Ricordiamo che il titolo sarà disponibile dal 27 ottobre su PC, PlayStation 4, Xbox One e Nintendo Switch, con upgrade gratis per le versioni PS5 e Series X di Ghostrunner.

    Ghostrunner GhostrunnerVersione Analizzata PCIn Ghostrunner la morte è solo il punto di partenza. Una volta accettato che la caduta è inevitabile, non faticherete ad apprezzare un’esperienza tremendamente galvanizzante, dove la rabbia per l’ennesimo fallimento si trasformerà presto nel propellente per il successo e l’auto miglioramento. Estremo, crudele e stimolante, il gioco soffre di qualche sbilanciamento nel tasso di difficoltà e propone un art design non sempre all’altezza del gameplay e della soundtrack. Ma si tratta solo di piccoli freni che rallentano di poco un’avventura in grado di viaggiare per la gran parte del tempo a una velocità sostenuta. Proprio dopo tantissimi inciampi, a seguito di improperi per il quale il dio della biomeccanica non vi farebbe entrare in paradiso, comincerete a familiarizzare coi ritmi di un titolo davvero appagante. Se credete che la vostra abilità sia superiore alle insidie della Dharma Tower, fatevi avanti. È tempo di morire.

    CONFIGURAZIONE PC DI PROVA

    • CPU: Intel Core i7 7820X @ 3.60GHz
    • RAM: 16 GB
    • GPU: RTX 2060 SUPER
    8.2

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