Recensione Girl Fight

Ragazze virtuali per un picchiaduro tutt’altro che riuscito

Recensione Girl Fight
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Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Diciamocelo senza ipocrisie: il binomio videogiochi-belle ragazze ci piace, lo sosteniamo ogni volta che possiamo e, soprattutto, funge ottimamente come diversivo per celare lacune di progettazione, sviste di level design e magagne tecniche assortite.
    Quante volte abbiamo guidato senza meta per Liberty City solo per far accomodare sul sedile dei passeggeri avvenenti passeggiatrici notturne? Mass Effect ci avrebbe davvero fatto battere il cuore così forte senza la conturbante Miranda da corteggiare? Dead Or Alive sarebbe un picchiaduro da consigliare ai propri amici, se il roster fosse composto unicamente da sudatissimi e vigorosi wrestler in là con gli anni?
    Eppure ci deve essere, da qualche parte, un punto di rottura. Un meccanismo che scatti, a un certo punto, nella testa del videogiocatore maschio, per far sì che -indipendentemente dalla prosperosità su schermo- il testosterone sia ricondotto a livelli accettabili e le capacità critiche vengano riattivate.
    Ecco: questo meccanismo si attiverà sicuramente di fronte a Girl Fight, ultima fatica dei non troppo talentuosi (almeno fino ad oggi) Kung Fu Factory. Perché se è vero che Tomb Raider ci piace così tanto anche perché c’è Lara Croft (in tutto il suo fascino), neanche i fisici tonici delle otto lottatrici qui presenti riusciranno per un solo secondo a distogliervi dallo scempio che vi ritroverete a giocare.

    Quando un bel visino non basta

    Non ce ne vogliano le videogiocatrici femminili, né tutti coloro generalmente indifferenti alle bellezze digitali per questa introduzione così “di parte”. Del resto, se proprio dobbiamo cercare un senso in Girl Fight, questo sta più nella prima parola del titolo che nella seconda.
    La produzione Majesco altro non è che un picchiaduro a incontri tridimensionale. Piuttosto classico nell’impostazione generale, ceca di darsi un tono tirando in ballo un roster di otto ragazze che per diversi motivi sono state intrappolate all’interno di una strana realtà virtuale. Guidate da un supercomputer, che rappresenterà anche l’antropomorfo boss finale, dovranno darsi battaglia tra di loro visto che solo a chi trionferà sulle altre verrà dato il permesso di tornare nel mondo reale e proseguire con la propria vita.
    Sebbene sia possibile sbloccare dossier e altri documenti con il denaro accumulato nei combattimenti, nessuna storia legata alle lottatrici riuscirà a distinguersi particolarmente, né a spiccare per originalità. Le ragazze restano quelle che sono: corpi virtuali vuoti, inseriti in un universo altrettanto arido.
    Poco male, verrebbe da dire, visto che si tratta di un picchiaduro: genere notoriamente refrattario a complessi intrecci narrativi e personaggi dotati di chissà quali profilo psicologico. L’importante, del resto, è il combat system.

    Purtroppo anche da questo punto di vista Girl Fight si dimostra un prodotto assolutamente immeritevole ed evidentemente sviluppato trascurando fin troppi dettagli.
    L’idea di partenza non è neanche disprezzabile: creare un picchiaduro non troppo complesso, che baratti il tecnicismo con ragazze poco vestite e un ritmo d’azione sostenuto. Nulla da recriminare dunque, di fronte ad un control scheme relativamente scarno e facile da assimilare. Tre pulsanti gestiscono gli attacchi, prese comprese, e l'ultimo è deputato alla difesa. Una scelta che va a tutto vantaggio dei meno avvezzi al genere, e che dovrebbe in teoria condurre a match fatti di rapidi e serratissimi scambi di colpi da entrambi i fronti. Questo concept sulla carta intrigante viene sfortunatamente "sfigurato" da numerose sviste e problemi tecnici.
    Tanto per cominciare il sistema di controllo non è reattivo né preciso. Prendere a pugni il vuoto è una triste abitudine. Parare le offensive nemiche è una tecnica che riuscirà a pochi. Combinare tra loro le poche combo presenti è questione di fortuna e non di una precisa volontà del giocatore. Inoltre l’assoluta similarità degli stili di lotta dei vari personaggi, se da una parte ha l’involontario pregio di regalare un roster piuttosto bilanciato, dall’altra finisce con l’appiattire l’esperienza di gioco: vi basterà prendere confidenza con una lottatrice per conoscere già tutte le mosse principali delle altre. Come se non bastasse anche la gestione degli hitbox lascia alquanto a desiderare, con momenti di pura ilarità dovuti a danni inferti o subiti con un certo grado di arbitrarietà.
    Girl Fight, comunque, tenta di riprendersi con un colpo di reni, proponendo qualche elemento potenzialmente vincente. Prima di ogni partita potrete scegliere due poteri speciali da abbinare all’avatar. Può trattarsi di bonus d’attacco o difesa, o di mosse particolarmente potenti. Queste tecniche consumeranno una specifica barra che si rigenererà automaticamente con l’andamento dell’incontro. Purtroppo alcune di esse sono talmente più vantaggiose di altre che finirete presto per limitarvi ad utilizzarne un paio, in barba alla varietà o alla possibilità di affinare strategie offensive in base a quelle scelte dall’avversario.

    Il risultato è un picchiaduro scadente e inadatto sia ai puristi del genere sia ai neofiti, che non sperimenteranno altro che frustrazione. Neanche la componente “erotica” (passateci il termine un po’ forte) viene spinta con convinzione né efficacia. Sebbene il titolo (e anche il logo) facciano pensare a chissà quali piccanti lottatrici, alla prova dei fatti ci si ritrova con personaggi relativamente per nulla accattivanti. Persino gli artwork sbloccabili, che fungono da premio per aver completato lo story mode, lasciano alquanto a desiderare in questo senso. Se l’intento era quello di sollazzare l’utente con la sensualità delle protagoniste, anche da questo punto di vista la missione può dirsi ampiamente fallita.
    Inutile soffermarsi più di tanto sul multiplayer online, unica modalità alternativa allo story mode e al classico VS (sia contro la CPU che contro un amico in locale). Per quanto la presenza di un avversario umano renda le cose più impegnative, tutti i problemi al combat system segnalati in precedenza torneranno puntuali, rendendo un vero incubo qualsiasi partita.
    Appena sufficienti grafica e sonoro. Sebbene l’art design manchi di originalità e coraggio, abbiamo sicuramente visto lavori meno decorosi su PS3 e Xbox 360. La colonna sonora, composta esclusivamente da brani tecno e di dubstep, farà la felicità degli amanti del genere.

    Girl Fight Girl FightVersione Analizzata PlayStation 3Girl Fight è un picchiaduro a incontri che non merita la minima attenzione. Fin troppi difetti e problemi tecnici affossano un gameplay capace di elargire solo frustrazione in gran quantità. Neanche l’aspetto sensuale della produzione tiene fede alle promesse. Chi sognava un emulo di Dead Or Alive si troverà di fronte un ristrettissimo roster di ragazze piuttosto reticenti a mostrare le proprie forme durante i combattimenti. Un disastro su tutta la linea, per un videogioco che non è degno dei dieci euro richiesti per il download.

    4

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