GNOG Recensione

GNOG è un puzzle game narrativo per PlayStation 4, compatibile con il visore PlayStation VR: lo abbiamo provato.

GNOG Recensione
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • GNOG può definirsi un puzzle narrativo immersivo. Facendo un parallelo ardito, si potrebbe parlare del walking simulator dei puzzle game, per la sua capacità di ripensare il genere in chiave esplorativa e narrativa. Dove per esplorazione s'intende la presenza del giocatore che si avvicina a ogni microcosmo, allunga il volto per cogliere nel dettaglio quel topolino che sta cercando invano di rubare la torta da sotto il tavolo. Ogni puzzle è un microcosmo che racconta una storia, non attraverso le parole ma attraverso lo spazio.
    Le nove teste da sbloccare si raggiungono attraverso un portale immaginario che, se ci si volta, si riesce ancora a intravedere la schermata d'avvio; prima di essere calati nell'universo di turno, tra uccellini che cantano, fiocchi di neve, galassie e palombari. Ogni testa è una scatola da maneggiare, roteare e comprendere attraverso suggerimenti visivi mai troppo astrusi. La risoluzione di ogni scatola dipende dal contesto: capita così che, dispersi nello spazio, si sia costretti prima a riparare l'astronave, poi a rimettere in funzione i motori, infine a perlustrare l'universo alla ricerca di nuovi pianeti. Mi ha colpito molto lo scenario sottomarino, con quel palombaro che va fatto scendere nell'oscurità per scoprire dettagli importanti. Vi sarete accorti che non è facile descrivere GNOG. Dovessimo definirlo con due aggettivi diremmo delizioso e strampalato. Un puzzle game sperimentale, con una spruzzata di Katamari sul fronte della direzione artistica.

    Interruttori virtuali

    Verrebbe voglia di prenderli con le mani quei fiocchi di neve che cadono, di rubare al topolino la fetta di torta, di spiare quel tizio immerso nella vasca improvvisandosi voyeur. GNOG si può giocare anche senza visore, ma la VR fa decisamente la differenza. Peccato che sia supportato solo il joypad: è davvero forte il desiderio di ficcare le proprie mani in quel mondo virtuale.

    Anche perché, fondamentalmente, è tutta una questione di interruttori, manopole da ruotare, tasselli da far scorrere. Il joypad fa il suo dovere, pur con qualche riserva (in particolare quando si tratta di ruotare le manopole con lo stick). Esperienze come queste dimostrano il valore di quel visore che, dopo un lancio discreto, sembra entrato in una stasi pericolosa, un limbo che sta portando molti a dubitare del futuro della VR sul fronte videoludico. Ne sapremo di più all'E3, intanto trastulliamoci con GNOG.

    Una strampalata delizia

    Double Fine Productions ci aveva già convinto con Psychonauts in the Rhombus of Ruin. La poetica bizzarra della casa di Tim Schafer torna prepotente anche in GNOG, titolo sviluppato dai ragazzi di KO_OP. Si respira un'aria surreale in ognuna delle nove "storie". Ogni testa è un ingranaggio festoso e colorato, che mette alla prova il giocatore senza mai frustrarlo. Personalmente, durante le due ore abbondanti richieste per completare il gioco, ho avuto difficoltà in una sola occasione.

    Per il resto, i meccanismi di causa-effetto che regolano ogni box sono abbastanza comprensibili, una volta entrati nelle logiche figurative dei puzzle. Sta infatti al giocatore decifrare lo scenario, comprendere di volta in volta gli obiettivi, raggiungere infine il traguardo. GNOG è soprattutto un puzzle d'osservazione e d'incastri, di puzzle piegati alle esigenze del (micro)racconto. Probabilmente non sfonderà e verrà ricordato solo da una nicchia di appassionati; sarà annoverato tra i buoni esempi dell'utilizzo della VR prima di essere oscurato dal prossimo tripla A.

    GNOG GNOGVersione Analizzata PlayStation 4Delizioso, sperimentale, intelligente, graziato da una direzione artistica gradevole e surreale. GNOG può definirsi un puzzle game narrativo, un titolo in cui i puzzle si incastrano alla perfezione con i brevi "racconti" ospitati da ognuna delle nove scatole di gioco. La realtà virtuale fa nuovamente la differenza. GNOG si può giocare anche senza visore, ma è indubbio che l'immersività concessa dal PSVR sia un valore aggiunto notevole. Chi ritiene ci sia un legame tra costo dei giochi e durata dell'esperienza potrebbe storcere il naso di fronte alle due ore necessarie per arrivare ai titoli di coda. Tutti gli altri poseranno il visore felici e sorridenti.

    8

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